L'esercito di von Seeckt

L'esercito di von Seeckt L'esercito di von Seeckt Non da ogori gli ordinamenti militari della Germania — quegli ordinamenti che sono stati volati proprio dai vincitori — turbano i sonni dei vicini d'oriente e d'occidente. Patti successivamente sottoscritti ppr aggiungere garanzie a garanzie, che mai sembrano sufficienti, sono soltanto calmanti momentanei e vengono svalutati e dimenticati non appena svopraggiunga una nuova crisi — diciamo pure la parola — di paura. Stasto morbido permanente, che gli « chocs » subiti durante quattro anni sono stati gravissimi, nè 1 rimedi della scuola di Parigi sono apparsi efficaci ed inoffensivi, come si dice di molti rimedi. Crisi intermittenti, ed a determinarle basta ogni parola in lingua teutonica che accenni alia volontà di non rimanere immobili. Ultima crisi quella provocata dai discorsi Tre vira nu3, i quali hanno detto cose, ed enunciato propositi, che non erano una novità per nessuno. Ma quest'ulfima crisi ha preso un appetto inatteso ed ha stranamente dilagato dal campo politico a quello tecnico pel cojitemporaneo apparire del nuovo libro d'un personaggio, che è sempre stato un po' il « babau » dei francesi. Due parole anzitutto per richiamare la figura dell'autore. Il generale von Seeckt è stato per sette anni 11 taciturno forgiatore di quell'esercito di mestiere che, risalendo di 150 anni la storia, gli Alleati hanno imposto alla Germania. Lasciamo andare se, a fianco dello strumento legittimo, ha preparato altro; ufficialmente non risulta. Dopo sette anni, giudicato completo lo strumento, lo ha ceduto al collegi; von Heye, si è ritirato a vita privata ed ha incominciato a parlare ed a scrivere e, probabilmente, ad accarezzare per Eè una missione, che potrebbe non essere lontana, nella fase finale, dalla successione al maresciallo Hindenburg. Raccolti, difatti, in un volume del 19?8 1 suoi Pensieri d'un soldato, nel 1929 pubblica L'avvenire dell'impero dove con più ampio respiro tratta tutti gli appetti del problema: sociale, di politica interna, di politica estera, della potenza materiale e morale, del sistemi e del metodi di governo. Oggi, dopo d'aver dato alla luce il nuovo volume, presenta la propria'candidatura per le prossime elezioni politiche ed è candidate di testa del partito populista nella circoscrizione comprendente il feudo d'Hindenburg. Seeckt più Treviranus. Non occorreva altro per riagitare le opinioni pubbliche francese e polacca. Questa è naturalmente più di tutto colpita dai propositi di revisione ed accumula in difesa argomenti e cavilli; quella è presa dalla solita itiquietudine, e ciò sarebbe normale, ma anche, con una unanimità ed un'estensione che rivelano la parola 'd'ordine, allarga il dibattito Ano a rimettere in discussione quello stesso « statuto militare » che, dopo profonda disamina, fu votato or è poco più di un anno e che sembrava dover essere il miglior edificio compatibile con la struttura sociale interna, con le necessità della sicurezza esterna, con le possibilità del bilancio. Queste inquietudini hanno naturalmente una più vasta espressione nella stampa della capitale, ma la stampa di provincia vi fa un'insolita èco. Scegliendo a caso, il Foro della Loira domanda, appoggiandosi nientemeno che all'autorità d'un maresciallo Lyautey, il ringiovanimento dell'alto Comando in modo che la genialità del nuovo Capo di Stato Maggiore generale Weygand non riesca impastoiata dall'arretrata mentalità dei vecchi rapi II Gùrnale di Rouen se la prende coi rapporti più o meno cordiali della Rélchswehr con l'esercito dell'U.R.S.S. Il Petit Provencal invoca là riunione dei partiti del centro e di destra per chiedere al Governo di iagire; l'Union ripublic-ai me anticipa l'interpellanza del sempre agitato Franklin Bouillon. Persino la Dépiche Toulosaine, che pure per la posizione goegrafica dovrebb'essere tranquilla, denuncia 2000 funzionari italiani (?1) residenti a Mortane pei servizi ferroviario e doganale, i quali costituirebbero un'avp.nguardla già in territorio francese pronta ad occupare i punti importanti di confine ed a tenere in mano la galleria! Ciò che però 6 maggiormente interessante nella lettura di tutto qi e. sto, è la scoperta d'un dissidio, aiscretamente acceni.ato ma certamente esistente perchè espresso da più parti, tra gli stessi capi militari francesi sulla preferenza da dare all'esercito di mestiere od all'esercito nazionale. Tanto più interessante in quanto che, se per avventura !a concezione di von Seeckt, dovesse trionfare in Francia, essa verrebbe fatalmente, corale sempre accaduto, estesa a tutti gli altri eserciti. F.d intéressante ancora perone, i omo ve 'drémo, essa concezione non può, nel presente stato della civiltà rimanere * sé stante, ma condurrebbe ad un formidabile aumento delle forze armato e quindi delle spese per esse Bscewarie. Del testo, y'è già in Francia chi chiede l'aumento del bilancio della gùeTra, pur cosi abbondantemente fornito come tutti sanno. Uno del concetti fondamentali del von Seeckt è quello della convenienza dell'esercito professionale, perchè in ogni sua parte ed in ogni momento I/tonto ad entrare in azione. L'idea non è nuova anche in tempo di servizio generale obbligatorio. Quarantanni fa il celebre von der Goltz chiudeva il suo ancor più celebre volume Il popolo in armi con questa domanda: «Verrà un nuovo Alessandro che «=appia, con un piccolo ed agguerrito esercito, aver ragione delle sterminate moderne orde di armati? i. H von Seeckt ha trovato l'idea tradotta in atto nelle clausole di Versailles, create per impedire il costituirsi di riserve istruite e nella settennale silenziosa opera ne ha fatto una realtà vivente, l'attuale Reichswehr. Egli, però, nel suo recente studio preconizza 200 mila uomini in luogo dei 100 mila permessi dal Trattato ed una durata di servizio di 6 anni invece di 12; ciò condurrebbe ad avere in capo ad un sessennio una forza disponibile di ino mila uomini più circa 200 mila della polizia militarizzata. Un interrogativo, che spesso si è presentato, è questo: Dato che l'esercito tedesco sia quello voluto dal Trattato, costituirà esso l'intelaiatura entro la quale verranno inqua¬ drati i validi istruiti formando cosi un esercito simile a quello antico, oppure sarà il piccolo strumento potentemente offensivo preconizzato dal von der Goltz? Secondo il von Seeckt quest'ultima sarebbe la'funzione adatta. Quale lo scopo? Secondo il trattato: tutelare l'ordine Interno e provvedere alla polizia delle frontiere. In virtù delle caratteristiche impresse all'esercito è prevedibile, invece, l'impiego per rapidi colpi s-ul nemico prima che questo sia mobilitato. Ritorneremo su qust'argomento, ma possiamo dire subito che la sola possibilità d'un impiego siffatto costringe i probabili avversari a provvedimenti del tutto diversi da quelli, che si sono presi fino al 1911. Da parte francese, sotto la pressione d'una politica democratica, s'è battuta la via opposta; s'è adottata la ferma d'un anno con là chiamata del contingente in due riprese. Conseguenze: aumento considerevole del personale permanente, portato a 106 mila uomini, per avere gli istruttori necessari al gravoso compito due volte all'anno; forte aumento di spesa; rimaneggiamento della dislocazione cosi da addensare le tiuppe verso la frontiera; grand1 sviluppo della fortificazione e dei mezzi materiali d'offesa e di difesa. Con molto stento i 106 mila raffermati sono stati raggiunti; quanto all'addensamento alla frontiera, esso ha potuto essere soltanto relativo, essendo stato impossibile sopprimere molte guarnigioni elettorali dell'Interno. Cosi che oggi, quando non ancora è in piena attuazione il nuovo ordinamento, già si parla di modificarlo, secondo alcuni nel senso d'accrescere il numero degli elementi permanenti, secondo altri ritornando alla ferma di 18 mesi e magari di due anni, secondo altri infine, cioè secondo i novatori radicali, passando all'esercito professionale da contrapporre all'esercito professionale tedesco. La prima tendenza non sarebbe che un perfezionamento del sistema vigente; superate le difficoltà di trovare ancora altri permanenti, tutto si ridurrebbe ad un aumento di spesa. La seconda tendenza non ha probabilità di venir adottata se non nel caso di pericolo immediato ed evidente, come accadde nel 1913, quando dalla ferma biennale si ri tornò a quella triennale. La terza rappresenta un rivolgimento radicale, che travolgerebbe i principi stessi costitutivi dello Stato e che,-mentre a prima vista sembrerebbe dover ridurre le dimensioni dell'esercito in pace ed in guerra e conseguentemen te le spese, condurrebbe invece, a meno di soddisfare ad una condizio. ne di difficilissima e forse impossibile attuazione, ad accrescere l'uno e le altre. Qen. GIOVANNI MARIETTI.

Persone citate: Giovanni Marietti, Petit

Luoghi citati: Francia, Germania, Parigi, U.r.s.s.