La fucilazione dei quattro terroristi slavi

La fucilazione dei quattro terroristi slavi La fucilazione dei quattro terroristi slavi condannati a morte dal Tribunale Speciale L'esecuzione all'alba presso il poligono militare eli Basovizza Tvlnatn a TI j-ì44 a Trieste, 6 notte, L'Agenzia Strfanl comunica: « Questa mattina, alle ore 6, nella prossimità di Trieste, è stata eseguita, mediante fucilazione alla schiena, la sentenza di condanna a morte emessa dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato a carico dei terroristi Bidovec Ferdinando, Marussich Francesco, Milos Zvortitniro, Valendc Luigi, autori confi della strage al giornale 11 Popolo di Trieste e d'altri delitti. <c Ecco i particolari dell'esecuzione: « Riaccompagnati verso la mezzanotte alle carceri, fortemente scortati, i quattro condannati firmarono immediatamente la domanda di grazia e trascorsero le ore detta notte senza dormire. « Non avendo il Comandante del Corpo d'Armata di Trieste trasmesso la domanda di grazia, venivano prese le disposizioni per la esecuzione. Alle ore 3 t condannati ricevettero i conforti religiosi, quindi vennero condotti al luogo dell'esecuzione prescelto: uno spiazzo adiacente al Poligono militare di Basovizza. « Alle ore 5 giungeva, perfettamente inquadrato, al comando del console Diamanti, il 58° Battaglione Camicie Nere al completo ed i giudici del Tribunale Speciale, incaricati di assistere all'esecuzione detta sentenza. Il console ordinò quindi alle 600 Camicie Nere del Battaglione di schierarsi in formazione di quadralo aperto da un lato, lungo il quale vennero disposte le quattro sedie per i condannati. « Il plotone di esecuzione era formato da 56 Camicie Nere, divise in quattro squadre. I condannati scesero dall'autocarro atte ore 5,35 e furono condotti verso le sedie con la assistenza di un sacerdote, che teneva fra le matti il crocefisso e mormorava delle preghiere. Il console Diamanti, portatosi in mezzo al quadrato, leggeva ad altissima voce il testo integrale della sentenza di morte. « Bidovec fu il primo a prendere posto sulla sedia, seguito dagli altri tre. Alle ore 5,i3 il comandante del plotone di esecuzione, dopo avere alzalo la mano, l'abbassò rapidamente e in quel momento parti la scarica di mosclietti ed i quattro caddero fulminati. u Le salme furono rinchiuse immediatamente nelle bare e trasportale al cimitero. Alle 5,51 il campo .era completamente sgombro ed il battaglione di Camicie Nere, jhe aveva tenuto un comportamento superbo di fermezza e di impassibilità, riformava i suoi ranghi e tornava a Trieste ». Diritto di difesa Roma, 5 notte. Commentando la sentenza emessa dal Tribunale Speciale contro i terrorismi slavi, il Messaaaero scrive: a E" semenza di giustizia logica ed inllessibile. E' sentenza di difesa calinone;, ed imperativa. Essa era reclamata dalli: Nazione. E saranno i primi 'i trovarla giuria, necessaria e legittima gli allogeni deliu Provincie riconquistale au'lialiii, dal valore delle sue armi. Essi, nella quasi totalità, sono cittadini leali, disciplinati ed operósi e sono da considerarsi certamente tra i pili intolleranti della criminosa propaganda e della brigantesca organizzazione ohe turbano la loro vita per trntan ••ivano di straniarli dalla grande famiglia italiana. Il processo di Trieste spiega e svela molte cose. Esse trovano il loro filo conduttore nell'opera dei prosenti nella gabbia degli accusati e degli assenti che agivano ed adiscono dietro di essi, e tendono oltre che materialmente e moralmente ogni giorno agguati agli italiani ed all'Italia come Regim» e come Nazione. E perciò il processo di Trieste non si i m...^... — _11 _ - 1 „ _1 «tn iesaurisce nella condanna che suona giustizia e difesa. Esso ammonisce della necessità per tutti gli italiani, come per lo Stato fascista, della vigilanza più assidua contro questo terribile gioco che si svolge inutilmente contro la Patria e che se spezza inutilmente le sue armi- subdole contro la saldezza della Patria, del Fascismo e della Nazione che sono oggi un solo blocco granitico nellt mani e nella volontà di Mussolini, vuole tuttavia, ogni giorno, le sue vittime innocenti in olocausto alla rabbia omicida dei nostri avversari. Le figure dei martiri della Patria, evocate in questo processò, di tutti 1 caduti nelle imboscale loro tese dai nemici dell'Italia e del fascismo, Ano a Guido Neri, fino alla camìcia nera Moisé, debbono essere ricordate ad ogni momento, perchè questa opera di vigilanza non subisca soste, ma prosegua Inflessibilmente il suo compito. I caduti per la grande causa del Recrime e della Patria, insegnano come debbano essere vigilati e difesi 11 Regime e la Patria ». 11 Lavoro Fascista scrive che è necessario richiamare l'attenzione degli italiani tutti alla considerazione del giudizio emanato dal Tribunale Speciale. Non si tratta di '.creare giustificativi ad un atto di rapida e dura giustizia, nè di risalire aJle ragioni che hanno costretto la creazione di un Tribunale speciale per la difesa dello àtato; occorre, invece, che il popolo italiano senta quanto poteva e potrebbe essere pericoloso per la sua esistenza l'attività del terrorismo ai nostri confini orientai:. 1,1 giornale aggiunga che a tinti ieve essere chiaro che l'Italia fascisi] non va in cerca di avventure inierrazionali, ma è appunto la volontà di pace che rende intollerabile ali Italia fascista qualsiasi tenta'ivo di sovvertimento intemo, massime quando provenga da elementi legati allo straniero e avvenga lungo ] nostri confini. « Noi non possiamo tollerare — aggiunge poi il Lavoro Fascista — l'importazione del balcanesimo nella Venezia Giulia; non solo perchè la più elementare ragione di difesa delie persone e dei boni ce lo impoue, ma perché tradiremmo la nostra linea di condotta politica se, non sopprimendo decisamente i focolai di terrorismo e di disordine, lasciassimo il luogo libero ad equivoche complicazioni Internazionali. Ecco perchè bisogna andare oltre l'epìsidio del processo di Trieste, oltre l'esecuzione inesorabile e pronta della giu?tizia e fissare nei suoi termini esatti il vero volto di questa nostra azione di difesa ». « Un nefando programma d'azione » 11 Giornale d'Italia scrive Ci-e la sentenza del Tribunale Speciale è ciusta ed esemplare e che nessun nemico può muoverle appunto di eccessiva severità o di durezza, come nessun patriota può parlare di debolezza. La sentenza soddisfa pienamente l'aspettativa degli italiani. La nazione, con naturale e preciso intuito, ha saputo dare al processo la giusta valutazione tra i fatti della vita nazionale. Dopo aver sottolineato come il processo ha fatto definitivamente conoscere la vasta portata dell'azione terroristica condotta contro il Regime fascista lungo il nostro confine orientale, il giornale rileva che tale azione terroristica non era slegata e episodica, ma organica e collettiva e rispondeva ai cattivi fini di una associazione e a un preciso quanto nefando programma di azione. Difendendosi contro di essa, l'Italia difende il suo diritto di Stato sovrano e il diritto alla pace e al lavoro proficuo delle sue popolazioni di confine, li Giornale d'Italia aggiunge che.il fatto è liquidato con la esemplare giustizia fascista che ripete in tutto la giustizia romana, rqua, ma inflessibile. Nessuno venga di là dei contini — continua il giornale — a tentare una idealizzazione nazionalista e patriottica dei delitti puniti, tristi barbari delitti, concludendo che, comunque, se questa speculazione dovesse essere fatta dai giornali stranieri antifascisti, l'Italia, forte de! suo diritto seguiterà per la sua via e continuerà più energica e più organica la sita difesa dell'integrità territoriale e morale del confine giulio. Questo è oltre che a un suo diritto un suo preciso ed elementare dovere. «La congiura massonica» La Tribuna, a sua volta, scrive che oltre gli scopi mascherati da rivendicazioni nazionali, i condannati dal Tribunale Speciale, a Trieste, appaiono, attraverso complicità documentate, 1 sicari di quella congiura marsonica che accomuna il fuoruscitismo con l'avventura balcanica per combattere II Fascismo e incanalare, i tv* MnAflrn tnvvn f, i ■ n 1 - ì ~ - I _t . l a l , in questa lotta qualsiasi elemento ostile e criminale. Così il processo di Trieste, cosi tipico nelle sue complesse rivelazioni criminose, reca ancora una prova che l'antifascismo massonico non può non ridursi ad essere iniquamente ".nti-itailiono. Gli strumenti scelti, li azioni compiute sono ora a testimoniare l'oper i a cui si sono dati 1 rinnegati italiani e I loro complici massoni ; si colpisca la Vittoria italiana, si organizzi il tradjmento in terra di frontiera, si eccitino gli odi insani, si solleciti, se occorre, la guerra, tutto si faccia e si perpetri, nulla si rifiuti, pur di colpire il Fascismo. Non c'è fermento ribelle, antisociale, ami-italiano, si mascheri di comunismo o slavismo, che la congiura massonica consideri estraneo alla propria torbida azione. I suggeritori sono sempre gJl stessi. Anche questa volta — conclude la Tribuna — la congiura massonica è stroncata. II Fascismo è =alr!o al suo posto e la giustizia 6 for'". sicura, precisu. L'Italia e il Fascismo sono una cosa sola, Indivisibile come una cosa sola sono vittoria e rivoluzione Cóntro ìa barbarie Milano, 6 notte. Il Popolo d'Italia cosi commenta la sentenza di Trieste: « Di fronte ad incendi di edifici pubblici ed assassini! barbarici, a complotti contro la tranquillità di una in tera Regione, ad attentati con'.ro la sicurezza dello Stato, la Giustizia non poteva indulgere e transigere. Otini debolezza avrebbe aumentato l'audacia sanguinarla di altri criminali, rincuorato altri briganti, esposto o nuovi attentati altri onesti funzionari, altri benemeriti militi, altre tranquille popolazioni. La Giustizia eradi fronte ad un problema netto e preciso, di difesa della tranquillità pubblica e della civiltà contro la ba'ba-te. « Gli Stati occidentali applbano ine sorabilmente la pena capitale per delitti anche meno obbrobriosi. In Germania, con la solidarietà del partiti di sinistra, si sono tenute ìt vigere leggi speciali per la difesa della Repubblica. In Francia non si è tollerati neanche mia blanda propaganda autonomistica per l'Alsazia e Lorena, e delitti simili a quelli .ìell'Orjuna balcanica sarebbero sta'i puniti ancor più duroni me, in nomo della civiltà europea e del riavvicinamento pan europeo. Nella Penisola balcanica contro delitti e organizzazioni terrori stiche del genere, si usano procedimenti sommari, ed il rito giuridico molto spesso si compendia nella ese cuzione. « Anche l'Italia deve difendersi e sa difendersi. La sentenza di Trieste re ca questo preciso monito: che nessn na infiltrazione dei metodi balcanici sarà tollerata ndla Venezia Giulia; nessuna intromissione di sanguinari e odiosi comitali passerà impunita in Italia. La Venezia Giulia è cara al cuore di ogni italiano, perchè e-sa fu illuminata da venti secoli di civiltà nostra, e consacrata da 700.000 eroi italiani caduti. Fu il sacrificio di que sti eroi che dette, libertà ai serbi, ai croati e agli sloveni! « Tra l'Isonzo ed il Carnaro vivono alcune minoranze allogene, ma esse sono minime in confronto delle mi nnranze soggette alla Serbia e ad al tri Stati d'Europa. E se gli slavi vi venti nel Regno d'Italia sono trattati al pari di tutti i cittadini, sotto la luca benigna di Roma, gli sloveni ed i croati di olti -> confine forse non hanno uguale libertà e uguale dignità di vita. L'assassinio di Rudic ed il processo di Macefc possono insegnare molte cose. « I delinquenti giudicati dal Tribù naie Speciale a Trieste non possono avere alcuna giustificazione di ideo logia politica. Essi sono vili ripugnanti criminali. «Noi rivolgiamo un omaggio com mosso ai martiri, dal giovano Neri al giovane Moise, che hanno versato il sangue per la difesa della civiltà contro la barbarie. • I militi, che fanno buona guardia al confine, devono avere coscienza del) alta missione che essi compiono In nome di un Popolo che ha dato libertà a tutte le genti danubiane e balcaniche. i Le popolazioni della Venezia Giulia possono vivere in perfetta tranquillila, perchè una grande Potenza di 4:1 milioni di abitanti ha forze tali ■i.i annientare ogni tentativo criminoso. E se rivolgiamo il pensiero ai 700 mila italiani caduti tra il Piave ed il Carso, a questi eroi che dettero la vittoria agli alleati, sentiamo imperioso il mònito di difendere, inesora'■ilmente la civiltà nostra contro la barbarie ».

Persone citate: Bidovec Ferdinando, Guido Neri, Marussich Francesco, Milos Zvortitniro, Moise, Mussolini, Rudic, Valendc Luigi