Cinquecento scienziati a Bolzano per il XIX Ciongresso nazionale

Cinquecento scienziati a Bolzano per il XIX Ciongresso nazionale Cinquecento scienziati a Bolzano per il XIX Ciongresso nazionale i Bolzano,,m. Gli scienziati italiani, qui convenuti per il loro XIX congresso, sono stati accolti festosamente dalla popolazione. La città è tutta fasciata di bandiere: il podestà Rizzini ha diramato un manifesto di saluto agli ospiti illustri. Bolzano ha offerto spettacolo degno di una città che sa apprezzare la importanza eccezionale di un cosi eletto raduno, ove oltre il Governo, la Camera e il Senato, sono rappresentati da un grandissimo numero di soci l'Accademia d'Italia, l'Accademia Pontificia e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. I manifesti di saluto, che erano affissi nelle vie del centro, hanno conferito alla città un aspetto caratteristico, e l'affollarsi imponente di cittadini intorno al Teatro Civico, ove si è svolta la cerimonia, ha dato la esatta misura del fei-vore con cui l'avvenimento è stato accolto e seguito La cerimonia si è quindi tenuta in un ambiente spiritualmente preparato e particolarmente gradita vi è giunta la parola di S. E. Giuliano, che ha affer mato l'alto interesse del Governo fascista per l'opera degli scienziati e gli sviluppi della scienza italiana, into resse che non e solamente formale a rituale, ma che si sostanzia nel con trollo attento, nell'incoraggiamento continuo e più di tutto nel riconoscimento dell'altissimo posto che le scien ze occupano nella vita della Nazione Per la cerimonia inaugurale de,l Con gresso sono presenti nella sala del Teatro Civico oltre 500 scienziati di ogni parte d'Italia e larghissime rappresentanze di enti. Le autorità Notiamo fra le autorità il Ministro dell'Educazione Nazionale S. E. Giù liano e S. E. Leicht, in rappresentanza del Governo, il Prefetto S. E. Mar ziali, il Prefetto di Trento S. E. Pio marta, il comandante del Corpo d'Armata S. E. Modena, il comandante la Divisione del Brennero, generale Beghini, il podestà Rizzini, i membri Or si. Sandrini, Simonetta, Tolomei, Zippel, S. E. Alberto De Stefani, i deptl tati Raffaele Paolucci, medaglia d'oro Chiesa, De Francisci, Miari, Dallabona, il Podestà di Trento, il segretaria federale Carretto, il principe vescovo Geisler, gli accademici d'Italia Parrà- cliinftaeatdszvrppttalddtmisvidrctggpsllsnmadsaoDsrldvano. Bottazzi, Paribeni, Dionisi, Da! Blasi. Il sen Blanc assume la presidenza a dà il saluto del Congresso al Mini stro, alle autorità ed agli intervenuti, coacludendo, applaudltisslmo dal pubblico che sorge in piedi, con un pensiero di devozione a S. M. il Re, a S. A. R. il Principe di Piemonte, e al Duce. Il Podestà, ing. Felice Rizzini, rivolge, a nome della città, un vibrante saluto agli intervenuti. Accolto da vivissimi applausi, parla poscia il sen. Paolo Orsi, che reca il saluto della regione Tridentina e della lontana Sicilia, e rileva il gesta del Governo che ha voluto che il Congresso tenesse i proprii lavori in que sto magnifico ambiente, ricco di bel lezze naturali, un paradiso terrestre, un giardino invidiato da tutta l'Europa. L'oratore pone poi in risalto là opportunità per 1 congressisti di tenere presenti i ricordi storici e la grandezza dell'ambiente, e conclude augurando che i lavori dei congressisti procedano con il massimo profitto per le scienze. Il discorso di S. E. Giuliano A nome del Governo fascista, parla ora il Ministro S. E. Giuliano, accolto da generali ovazioni. L'oratore si dichiara lieto ed orgoglioso di portare alla riunione il saluto augurale del Governo fascista. Attraverso una chiara ed elevata argomentazione, S. E. Giuliano afferma che l'Italia fascista è ogffi i presa dall'ardore di realizzazione, 1 cui segni sensibili dell'opera compiuta noi forse tardiamo a vedere. L'oratore dichiara che il Fascismo non intende diminuire il culto per la scienza astratta, ma appunto per questo ardore di realizzazione intende difendere la scienza dalle illusioni di una falsa pratica per giungere alle opere più utili alla vita. La teoria insomma — continua S. E. Giuliano — per essere più pratica deve cercare soltanto di essere più teoria e la sicenza, onde imprimere un più potente impulso alla tecnica, deve solo cercare di essere più scienza. Il rappresentante del Governo fascista osserva che tutti i beni esteriori valgono in quanto' valorizzati dallo spirito, come la stessa nostra vita si scolora e appare un male se la giustifichiamo con un criterio di sola materialistica utilità. Egli afferma che la verità scientifica è una forma essenziale di vita e costituisce un valore assoluto in sè e per sè come la vita. Il Ministro prosegue dicendo che ha cattamente una grande importanza per la grandezza di un popolo possedere le materie prime, quelle che l'Italia non possiede, ma è pur vero che fra esse non bisogna dimenticare quelle I tpccm cesonoorseerigenza, la devozione, la capacità di niziativa e la disciplina. L'oratore aferma poscia che noi, senza vane iatanze e inutili infatuazioni, possiamo essere certi che non siamo inferiori ad altri e abbiamo riserve da sfrutare che possono darci una sicura fede nel nostro avvenire. Il Ministro afferma quindi che la scienza è essenzialmente una, pur senza attentare alla autonomia delle diverse scienze. Egli dice che è necessario dare ad ogni scienza nuovi sviluppi e che è necessario ampliare i compiti talora oltre i campi di una deerminata scienza, rimettendo i risultati in contrasto con i principi! delle altre scienze e riportandoli magari ale fonti dei principii e delle idee fon damentali del sapere. Il Fascismo e la scienza S. E. Giuliano cosi conclude il suo dotto e profondo discorso: « Qualche volta taluno ha interpretato il movimento fascista come un movimento di azione che non tenesse in sufficiente conto la scienza. Nel Fascismo, sin dalle prime ore, vi fu la volontà ardente di riconsacrare tutti i valori con fede nuova nella certezza di tutti gli ideali. Vi era, con l'aspirazione ad una più strenua vita, anche l'aspirazione ad una più ricca_ cultura, vi era con il bisogno di una più grande azione creatrice anche il biso gno di una nuova scienza più alta e profonda. Il Fascismo, insomma, sor se portando in seno l'idea che oggi l'Italia fascista va attuando, l'idea della concorde unità dialettica, di pen siero e di volontà fra scienza ed azione, tra teoria e pratica, l'idea di una sana armonia fra coscienza e vita umana. Nel nome del Re e ripensando al Duce, dichiaro aperto il Congresso della società per il progresso delle scienze ». 11 discorso di S. E. Giuliano viene accolto alla fine da una scrosciante ovazione. Prende quindi la parola l'onorevole Do Francisci, che pronuncia il discorso inaugurale del Congresso. L'oratore, dopo, aver esaminato brevemente lo sviluppo del Diritto nel primo me dioevo e poi nella scuola dei glossa tori e in quella dei postglossatori passa a considerare i modi e le forme con cui questi ultimi giuristi hanno creato un nuovo sistema di diritto perfettamente adeguato alla cultura, alla vita, alle condizioni politiche ed eco nomiche del inondo medioevale. Tale costruzione che si presenta con un imponente aspetto unitario, doveva fatalmente disintegrarsi sotto l'azione delle correnti spirituali del Rinascimento e delle nuovo condizioni politiche dell'Italia, le quali hanno reso ancora più difficile che altrove ricomporre in unità le nostre concezioni giuridiche, politiche, economiche. Se noi consideriamo questa parte della nostra cultura — rileva a questo punto l'oratore — vi incontriamo una serie di formule che hanno valori diversi, età diverse ed il cui contenuto non può essere valutato se non col metro della storia, perchè questa soltanto può chiarirne l'origine, rivelarci i mutamenti del contenuto, nonché la loro variabile portata spirituale. Solamente quando noi, con questa analisi storica, avremo determinato il significato e la portata di queste formule, e avremo eliminato quegli elementi i quali non sono altro che relitti del passato, quan. do avremo preso conoscenza del modo di formazione del nostro pensiero giuridico, politico ed economico, allora soltanto noi potremo valutare ciò che li quella dottrina è veramente nostro e vivo e suscettibile di successivi sviluppi. E quando sarà stata riconquistata questa coscienza, sarà facile penetrare il contenuto e intendere la natura e il valore della struttura e delle funzioni dello Stato nuovo. Nel nostro spirito, nel momento stesso in cui tenteremo di costruire la nuova dottrina giuridica ed economica, noi ritroveremo quell'unità che abbiamo smarrita dopo il crollo dell'edificio medioevale. Quell'unità che l'anima nazionale ha ritrovato nell'azione, rinascerà fatalmente anche nel pensiero, perchè non v'è possibilità di distinzione fra il mondo dell'azione e quello del pensiero, tra la vita e la filosofia, perchè diritto, politica, economia, non sono che aspetti e determinazioni di una unica realtà storica e spirituale. I giuristi romani, conclude l'oratore, sono ancora maestri insuperati, appunto perchè essi si mantennero sempre adoguati a questa realtà. Il discorso di De Francisci è accolto ria vivi applausi. Infine hanno pronunciato discorsi, assai applauditi, gli onorevoli Corbino e De Stefani. La laboriosa giornata dei congressisti si è chiusa con un sontuoso ricevimento offerto dal podestà Rizzini in Municipio, le cui sale, sfolgoranti di luce, presentavano un magnifico colpo d'occhio. foviitfudedip18siaBdndv18bndCmD1StamledAshl1dmednispuusccnpeotepndncmmpluvnsddd