Il Gran Premio automobilistico di Monza

Il Gran Premio automobilistico di Monza Il Gran Premio automobilistico di Monza vinto da Varzi dopo ma gara emozionante I Principi di Piemonte e S. E. Turati assistono alla corsa In mezzo a una innumerevole folla entusiasta - II duello del vincitore con il compagno di squadra Arcangeli » La vittoria di Premoli nel Premio Vetturette Milane, 8 mattino. la macchina di Nuvolari appare dalla curva, entra nel rettilineo delle tribune incerta, sbandando paurosamente, ma saldamente tenuta, dal guidatore. Una frenata per deviare verso i boxes. Il battistrada del pneumatico di sinistra striscia sulla pista, quello della ruota di destra è afflosciato. La macchina del campione mantovano si è appena arrestata che appare Cam-pari a velocità ridotta -. la ruota di destra della sua macchina gira sul cerchione-, dopo pochi istanti è fermo dietro a Nuvolarl. Al giro successivo Borzacchini si arresta con la sua macchina dietro a quelle dei compagni. La corsa delle tre Alfa Romeo, entrate in finale per il Gran Premio Monza, è finita. Finita al settimo giro. Inizio entusiasmante La corsa era incominciata piena di promesse, interessante, avvincente. Il Principe di Piemonte, giunto all'Autodromo, gremito di folla entusiasta, con la Principessa Maria, ricevuto da S. E. Turati, dal Prefetto, dal Podestà, dopo avere accompagnato la Principessa nella tribuna d'onore, era sceso accompagnato dal Prefetto e dal compi- Florio tra due file di pubblico plaudente, direttamente sulla pista. In quel momento i corridori stavano portandosi al punto di partenza. Il Principe si trovava faccia a faccia con Camparti gli muoveva incontro e gli stringeva la mano. Poi si faceùa presentare tutti ì concorrenti, intrattenendosi affabilmente con ognuno di essi. La finale aveva raccolto al traguardo di partenza quindici corridori. Vi erano tutti i favoriti: Varzi, vestito nella sua abituale ed elegante tuta azzurra, più taciturno che mai; Nuvolarl, enigmatico e calmo; Campali, lento net movimenti, dal viso bonario e sempre sorridente; Arcangeli, elegante, spigliato, nella sua combinazione bianca. Ad ogni momento levava la mano per salutare qualcuno tra la folla : • Noi, Forlì e il mondo ». Borzacchini, pensieroso; Ernesto Maserati; il flemmatico Caracciolo; Jl fotogenico Stapp ; il ricco pasiicceré.ha potè tono CafUscii; Fagioli; il francese Elancelin, commerciante. ài stoffe il Rouen, che si dice chiuda bottega ogni volta che va a disputare una corsa; il tedesco von Morgen; Mlnozzi; l'italo-svizzero Pedrazzini, che era già venuto tre o quattro volte a far visita al giornalisti, ed il belga Scaron, secondo arrivato nel Gran Premio delle vetturette. Il vincitore di questa prova. Premoli, aveva rinunziato a partire. Dalla folla partivano grida all'indirizzo di Varzi, Nuvolari e Arcangeli. Le colonie di Galliate, Mantova e Forlì erano numerose-. • Forza Nivóla! », « Dai Varzil •, ■ Arcangeli, ricordati: Noi, Forlì e il mondo I ». Poi un lungo 'sibilo di sirena. I motori in moto. A sentirli, non vedendo le macchine nascoste dalla palazzina dei cronometristi, pareva di essere vicini ad un pauroso serraglio di belve inferocite. Boati, rombi lamentosi, ruggiti brevi, rapidi, laceranti. Come le belve dietro le sbarre di una gabbia, impotenti a lanciarsi. Alle 15,43 .il rombo aumenta di tono. Una bandierina si abbassa. Il Principe ha dato la partenza. Uno scatto, quasi un salto, e Nuvolari è in testa, seguilo, pressato, attorniato dalla muta ruggente. La curva se li è ingoiati già tutti. La visione è stata rapida, ma entusiasmante. Gli occhi sono già ri volti dall'altra parte, donde giunge ranno, dopo il primo giro. Ancora applausi, lunghi, interminabili. Son qui? No. E' il Principe che si reca nuovamente nella tribuna, acean'to alla Principessa. Il ritiro dell'«Alfa Romeo» Arcangeli! E' lui, in testa. Ma Nuvolari, Varzi e Compari gli sono vicini, vicinissimi. Il carosello è rapido, ger i primi cinque giri le posizioni non mutano. Varzi prende bensì il secondo posto a Nuvolarl. ma le macchine sono così vicine, che quasi si toccano. E gli altrt? Caracciola e Stapp sono già staccati, lontani, non possono reggere all'impeto dei bolidi rossi. Etancelin e Minozzi si portano bene, ma appaiono già tagliati fuori per il primato nella rapida contesa. Al sesto giro il dramma. La macchina, portata d'impeto da. Nuvolarl ver so i boxes, ha paurosi sbandamenti. Al giro successivo, la rinunzia dell'Alta Romeo, sfasciatasi nella lotta, non per imperfezione di macchine nè per mancanza di audacia dei piloti. Quale la ragione? Diverse e, se si vuole, ba nati: Le Alfa, le ormai vecchie « P. 3», avevano provalo poco nei giorni precedenti la gara. I piloti conoscevano verfetlamente la pista, le macchine non avevano più ormai bisogno di collaudi, ma piuttosto, se si può dire, di... riposo. Come un campione ciclista perfettamente allenato, come un vuro sangue che si sa già quello che può dare sotto la frusta del fantino. Le Alfa avevano adottalo un tipo di penumatico forse troppo leggero (sen za provarlo sufficientemente), certo non dei più adatti per questo nuovo Circuito, dove due curve di poco raggio obbligano i concorrenti a frequen ti derapages. Il ritmo velocissimo impresso alla gara da Arcangeli aveva obbligato gli uomini dell'Alfa a buttarsi decisamente nella lotta per mantenere il contatto con le più veloci Ma seratl. Di conseguenza ne veniva che le due curve di cui ho parlato erano prese il più decisamente possibile da Nuvolari e compagni, l pneumatici non ressero allo sforzo, obbligando gli uomini dell'Alfa ad abbandonare l'ormai impari lotta. Si era, come abbiamo detto, al 7.o giro, venlolto ne rimanevano ancora da compiere prima di giungere alla fine della prova. Battaglia di nomini Le Maserati restavano padrone assolute del campo. Arcangeli, Varzi, Faaioli, Maserati occupavano le prime quattro posizioni. L'interesse per la competizione che si era iniziata cosi ardentemente era dunque finito? Forse. Padroni del campo, gli uomini della casa bolognese, si poteva credere non avessero ormai più alcun motivo di forzare. Cosi parve infatti per alcuni giri, ma non bisogna dimenticare che gli uomini non sono macchine e che. pur fra i corridori di una stessa casa, presi ormai dal fascino della lotta, poteva esistere della rivalità. La vittoria è un miraggio troppo allettante perchè vi si possa rinunciare pensando che davanti vi è un uomo che pilota la stessa macchina. Ma procediamo con ordine. Il giro dopo dell'abbandono dell'Alfa. Fagioli doveva arrestarsi al box, mentre Arcangeli e Varzi procedevano sempre al comando, seguiti da Maserati. Minozzl, Etancelin, Caracciola, Pedrazzini, Stapp e Fagioli che aveva ripreso. Le cose non mutarono fino al dodicesimo giro. A questo punto un nuovo fattore veniva a rendere nuo vomente appassionante la gara, dopo il breve periodo che aveva servito a calmare la febbre di entusiasmo dato dal travolgente inizio. Varzi si portava davanti al box fermandosi. Una candela che non funzionava a dovere e che si rendeva necessario cambiare lina operazione non lunga, ma che richiede sempre, per presto che si faccia, più di un minuto. Quando Varzi ripartiva, si trovava esattamente in settima posizione, dietro ad Arcangeli, Maserati, Minozzl, Etancelin, Carac dola e Pedrazzini. Il superbo inseguimento di Varzi Da questo momento la corsa, di Varzi fu veramente r superba, rivelante la altissima, classe 'del campione piemontese. Arcangeli e Maserati avevano avulo intanto qualche scaramuccia. Mastrati aveva tentato a- più riprese sul rettilineo delle tribune, di passare il rompagno, ma il focoso foollvese resisteva a ogni attacco, ed Ernesto Maserali, fratello del costruttore, desisteva, pensando probabilmente agli affari... fraterni. Essendo Varzi attardato e, data la brevità della prova {rimanevano da compiere poco più di 130 chilometri) con poca speranza di potersi ancora portare nelle posizioni di testa e trovandosi Minozzl con la Bugatti in terza posizione, era pazzesco ostinarsi in un duello che poteva andare a vantaggio di chi vigilava dietro i due contendenti. La corsa continuava dunque con Arcangeli ai comando tallonato da Maserati. Le posizioni di testa non cambiavano, ma Varzi intanto inseguiva con metodo, freddamente, senza lasciarsi prendere dalla febbre della lotta che poteva compromettere definitivamente le sue xhances. Guadagnava preziosi secondi ad ogni giro, senza per altro dare l'impressione di forzare eccessivamente. Al 14.0 giro aveva superato Pedrazzini, al 15.o Caracciola, al 16.0 Etancelin, poi per due giri, pur seguitando a guadagnare secondi su secondi, si doveva accontentare di viaggiare dietro Minozzl. Al 19.0 giro però anche il campione di Bugatti era lasciato indietro. Varzi si trovava da quel momento in terza posizione dietro i due compagni Arcangeli e Maserati. Mancavano ormai alla fine della prova quindici giri. Varzi non aveva, continuando nella andatura mantenuta sino a quel momento, il tempo materiale di raggiungere prima della fine i due compagni. Varzi non aumentò per questo la sua velocità. Si accontentò di seguitare a guadagnare come prima qualche secondo ogni oiro. La folla non poteva, non cronometrando il tempo, rilevare questo tenace metodico inseguimento. Se ne accorse dopo alcuni girl, quando vide il galliatese avvicinarsi notevolmente a Maserati il quale, dopo un nuovo tentativo di sorpassare Arcangeli, era stato do questi distanziato. Lo spasmodico finale e la vittoria SI era ormai al 30.o giro. Ancora cinque ed era la fine della prova. Varzi era sempre in terza posizione. Da quel momento il flemmatico campione attaccò deciso. Al 32.0 giro era alle calcagna di Masexati, al 33.o lo aveva sorpassato. La folla era ormai presa dallo spettacolo bellissimo, entusiasmante. Ancora due girl. Lo avrebbe preso? Al penultimo giro Varzi transitava a una ventina di metri da Arcangeli. Ancora un giro: l'ultimo. L'interesse era spasmodico: da togliere il respiro. Quei due minuti o poco più parevano interminabili. Ecco le due macchine spuntare alla curva. Sono divise da trenta metri, forse meno. Chi è avanti? Arcangeli o Varzi? Un bolide che passa. Si è intravvista la «tuia» azzurra del galliatese. Varzi ha vinto. Passando il traguardo si volta a guardare l'avversario che è a venti metri. Finito il duello Varzi-Arcangeli, un altro se ne iniziava, o meglio continuava: un duello che la folla non aveva potuto seguire, presa tutta dalla bellezza della lotta tra Varzi e Arcangeli. Fagioli, che era stato attardato da due fermate al box, si era gettato Pure lui nell'inseguimento-, aveva sorpassato Pedrazzini, che poi doveva abbandonare, Caracciola, Etancelt, portandosi a breve distanza da Minozzi. Al suo ultimo giro, quando già Varzi ed Arcangeli erano arrivali. Fagioli in un ultimo sforzo, tentava di sorpassare Minozzi, ma non poteva che fl-nU re a pochi metri dal campione di Buffati!. Gli onori del trionfo al vincitore ' La folla, intanto, reclamava Varzi» con un entusiasmo che da anni noni si ricordava più a Monza. Il campione, piemontese veniva portato in trionfo dai suoi conterranei, in un delirio* Poi, a stento, poteva giungere sino alla tribuna d'onore, dove il Principe, si congratulava con lui. In mezzo a due ali di folla festante, Varzi, accompagnato da, Renzo Castagneto e da Felice Nazzaro, alla cui scuola il gio* vane campione pare cresciuto, si reca* va poi alla palazzina del cronometri* stt, seguito a pochi passi dal valore* so avversario ed amico, dal compagno di cento battaglie motocicltsttchei ed automobilistiche, dal buon Arcati* geli, che aveva già gustato ' la vitto* ria e che se Vera vista portar, via) quando già stava per afferrarla. I Principi di Piemonte lasciavano! l'autodromo a corsa finita, fatti segnai da un'entusiastica ovazione. La Prtn* cipessa, che era vestita di un'elegante toeletta di seta azzurra, con un cappello di paglia a brevi tese, e recava] alla cintola un mazzo di fiori che al* cune signorine avevano voluto offrir* le, si era interessata vivamente ail'ap* passionante svolgimento della contesa. Come già al loro giungere, i Principi di Piemonte, venivano ossequiati dai S. E. Turati, dal Prefetto, Gr. Vff, Fornaciart, dall'On. Alfieri, dal Podt* sta, dal gen. Cattaneo, e da altri sena» tori, deputali ed autorità civili e militari. Quando già t Principi avevano pre* so posto nell'automobile la manifesta* zione, veramente imponente ed affettuosa della folla, continuava ancorai Gli applausi si rinnovavano intensi quando anche S. E. Turati lasciava) l'autodromo, teatro di una magnifica giornata di sport, che aveva visto il trionfo di .uomini e macchine italiane. Un modesto costruttore, un. taro. rotóre tenace e dentale. Qualità àeu la nostra razza, aveva avuto il. trionfo che ben ha meritato. La folla era ieri quella delle grandi occasioni. Quante persone gremivano: l'autodromo? Ottanta mila? Centomila? Difficile stabilirlo. Ma certamente, molte, come da tempo non si era vU sto in questo parco magnifico, che ha inaugurato in tempi lontani come ieri il trionfo del nostri colori. Considerazioni tecniche non è più il caso di farne. Abbiamo detto di Varzi, della sua macchina, di Arcangeli chat in batteria ha segnato il miglior tempo sul giro. Uomini e macchine sì sono dimostrati eccellenti nel confronti del rappresentanti dell'industria straniera, nettamente battuta da lontano* Resta il rammarico per la mancata, lotta fra l'Alfa Romeo e la Maserati. Afa non tutte le battaglie, si sa, si possono vincere. Gli uomini e le macchine della casa milanese, la trionfa* trice di Belfast, hanno dimostrato m luminose prove il loro valore. Rallegriamoci che ieri abbiamo potuto constatare che anche altre macchine «1 altri uomini sono degni di difenderà i nostri colori nelle competizioni mon* diali della'utomobile. GIUSEPPE TONELLI. La classifica generale 1. ACHILLE VARZI [Maserati), cha compie i 37 girl del percorso, vari a Km. 250, in ore l,35'46"l/5. alta media di chilometri 150,444. {Maserati), in ore Arcangeli l,35'46"2/5. 3. Maserati Ernesto {Maserati), in òr* l,36'10"2/5. 4. Minozzi {Bugatti), in ore l.S^ZS"!/»^ 5. Fagioli (Maserati), in ore l,39'23"3/5u 6. Etancelin (Bugatti), in 1,39"49"4/5T 7. Caracciola (Mercedes), in ore 1,43'. 8.Stapp (Duesenberg), fermato dopo 34 giri percorsi in ore l,42'0"4/5 9. Ca/lisch (Mercedes), fermato dopa 33 otri, percorsi in ore l,44'36"l/5. 10. Scaron (Amilcar), fermato dova 32 giri, percorsi in ore l,44'6"2/5. Le prove di selezione Monza, 8, mattino. La giornata è ideale. Un leggero sole fa capolino, con discrezione, dal cielo bigio, punteggiato qua e là dai bianche nuvole. I quadri delle segnalazioni sono sta» ti rinnovati e completati. Allineate per lunghi tratti, coi loro colori ohe spiccano-sullo sfondo verde degli alberi del vecchio parco o del grigio del cielo, vi sono le bandiere delle nazioni In lizza, che imprimono una simpatica nota di vivacità. Tra le autorità presenti all'Autodromo, oltre a quelle già notate, sono l'on. Acerbo, l'on. Melchior!, ' Fon» Lanfranconi. l'on. Farinacci, l'on. Poverelli, il barone Federici di Abriola. il sen. Crespi, il gr. uff. Mercanti, il conte Bonacossa. il col. Sacchi, il console gen. Carini, il console Pastorini della 26.a Legione di Monza, il comm. Florio, il gen. Cattaneo, comandante) del Corpo d'Armata di Milano, il gen. Santini, comandante della Divisione, il podestà di Milano, duca Visconti di Modrone, il console gen. Preti, il seniore Brasa, segretario federale di Milano, il gen. Bosio, dell'Aeronautica, il comm. Bossi, dell'Ente sportivo provinciale fascista di Torino. Accompagnato dal comm. Florio, da Castagneto e dal podestà di Milano, fatto segno ad applausi, S. E. Turati si avvia al traguardo a dare la partenza per la prima batteria. SI allineano: Sartorio (Maserati). Brlvlo (Talhot \ Avattaneo (Bugatti), Pedraazint (Maserati), Etancelin (Bugatti). Biondetti (Talbot), Tabacchi (Bugatti). Von Morgen (id.), Fourny (id.f, Mi» nozzl (id.). Hanno dunque dichiarato forfait To« ti (Maserati) e Mazzacurati (BugattilL Alla partenza si stacca di colpo BrV