Quattro condanne a morte: dodici condanne alla reclusione: due assoluzioni

Quattro condanne a morte: dodici condanne alla reclusione: due assoluzioni La sentenza del Tribunale Speciale contro i terroristi slavi Quattro condanne a morte: dodici condanne alla reclusione: due assoluzioni -l 13 ex l nostro inviato )- Giustizia La sentenza del Tribunale Speciale sarà accolta da tutto il mondo «MI* come un esempio di ferma e Urina giustizia. Per gli orrendi mitfàtM del terrorismo slavo e per la missione che l'Italia è chiamata a compiere di custode e di tutrice deità pace e dell'ordine, la nostra frontiera orientale appare veramente coinè la frontiera tra la barbarie e la tiviltà. Agli agguati, alle uccisioni proditorie, agli incendi, ai massacri, lì orna risponde con l'esercizio della bua mistione nella storia dei popoli. 'Antico, eterno privilegio di Roma è tutelare la pace con la garanzia dell'ordine e della giustizia. Non solo ta pace fra i popoli, ma la pace dei focolari, il rispetto della vita urnaUà, la tutela delle libere attività dedali uomini contro chiunque attenti •bile famiglie, alla vita, al lavoro liei cittadini di Roma. Alla fronliefa Giulia il gioco dell'alta e bassa Inarea dell'odio, della criminalità, 'della set* di strage e di rivolta, lascia da troppo tempo striscie di sangue, come il flusso e il riflusso del mare lascia a riva le sue schiume. L'orlo della civiltà europea, la frontiera, che difende la civiltà di Roma e la pace d'Europa dalla barbarie slava, da troppo tempo è segnato dal sangue innocente di cittadini italiani, vittime del terrorismo balcanico. Ad arginare l'onda fangosa dell'odio criminale,-Roma oppone la sua, volontà- di giustizia. Non per la pace e per la sicurezza degli italiani, soltanto, ma di tutte le civili nazioni d'Europa. La requisitoria del Procuratore Generale Trieste, 5 notte Fra l'attesa vivissima, non appena aperta l'udienza, si è levato a parlare 11 Procuratore Generale, gr. uff. Dessy. L'aula è affollatissima. Gremitissime sono le tribune pubbliche, gremiti del pari 1 posti riservati alle autorità ed al corpo consolare. Con oratoria piana e serena, 11 Procuratore Generale, che parla lucidamente con serrata concatenazione di argomenti, cosi esordisce: Il Procuratore Generale •«Eccellenza, signori del Tribunale. « Permettetemi 11 ricordo di alcune date: 24 ottobre 1918, raggiante vittoria di nostra stirpe; 4 novembre, armistizio a coronamento della grande vittoria che condusse alla distruzione di un Impero; Ira l'una e l'altra 11 3 novembre, lo sbarco del nostri soldati a Trieste, nella città del nostri sogni, la corsa a San Giusto, la basilica fatidica, a deporre le armi; la corsa al nostri monti, al monti del nostri confini. E venimmo qui, pervasi di amore per tutti coloro 1 quali dovevano essere 1 nostri nuovi fratelli, 1 nuovi cittadini italiani entro 1 confini segnati da Dio, nella cerchia delle Alpi. Venimmo qui con atto di amore verso tutti, senza distinzione di sangue e di stirpe, senza alcuna differenziazione fra cittadini di sangue italiano o nuovi cittadini di sangue slavo. Chi conosce la nostra storia non poteva dubitare, perchè la nostra vittoria non fu soltanto per noi una vittoria In cui si affermava la forza delle armi, ma fu la vittoria spirituale, la vittoria eba conduceva e condusse alla distrazione di tutta una posizione politica, imperniata nella casa di Absburgo e. che avrebbe dovuto condurre all'affratellamento di tutto un popolo che, - coatto da quella politica, finalmente dalla nostra vittoria otteneva la libertà e il diritto. Poi il grigiore del giorni seguenti; poi la tristezza degli anni susseguitisi, poi lo scatenarsi degli appetiti, delle ambizioni, delle Invidie, poi le debolezze dei nostri Governi, I quali ci conducevano nel fondo di un abisso. «Ma dall'ottobre del '22 11 fascismo fu assunto a governo della Nazione e il Governo fascista non fece altro che intensificare, in questa terra, quell'opera nobilissima di pacificazione conservando tutto quanto era da conservare, rinnovando tutto quanto era da rinnovare, cercando di combattere tutto quello che era da combattere: 1 residui dell'impero absburgtco. Le scuole slave non furono nè soppresse nè abolite, la stampa slava non fu nè soppressa nè abolita. Liberamente si insegnava, liberamente si pubblicavano i giornali In lingua slava I Le associa zioni slave tutte quante, furono lasciate vivere, furono anche aiutate perchè si credeva che il significato della r<ttra vittoria fosse stato compreso qui da coloro i quali avevano la gloria di potersi dire cittadini italiani, anche se di sangue diverso. Provvidenze di ogni genere, per quanto consentivano le finanze dello Stato, furono decise .per queste regioni dal Governo nazionale. Ma c'è qualche cosa di pili: cittadini di queste regioni, senza distinzione di sangue e di stirpe, furono chiamati a collaborare in tutte le amministrazioni dello Stato: anche le più delicate. C'è ancora di più. Il Partito fascista apri }fi sue braccia a tutti coloro i quali eticamente pensavano, fossero adfcpzssfuslst alavi o italiani. Naturalmente questa opera del Governo fu intesa a pieno da tutti coloro i quali giudicavano i fatti In buona fede e 11 risultato fu che le popolazioni si accostarono sempre più all'opera del Governo. Le elezioni plebiscitarie proclamarono questa verità.. Furono veramente un plebiscito. Chi non volle dare 1 suoi suffragi al Governo nazionale costituì una infima minoranza. Il valeno dalla c Svoboda » « Senonchè — nota l'oratore — ci fu una minoranza di mestatori ai quali non piacque l'opera del Governo. In seno a quelle società slave che furono lasciate vivere, essi, agendo di nascosto, cercarono di sabotare, per quanto era possibile, l'opera del Governo. E fecero tanto e cosi male, inquinarono, cosi la gioventù che il Governo fu costretto nel 1927 a sciogliere queste società. Il provvedimento fu accolto con il massimo favore da tutti coloro i quali non pensavano altro che a compiere il loro dovere di cittadini. « Soltanto pochi — prosegue 11 Procuratore generale — pochi giovani sconsigliati, nei quali non c'è e non ci può essere nessuna ragione ideale, ma solo impulso di delinquenza comune, si nascosero nell'ombra, si appartarono, spargendo il loro veleno a piene mani. Sono costoro gli odierni giudicabili, venti, trenta, quaranta, cento individui ài massimo, 1 quali volevano arrogarsi il diritto di parlare In nome di una regione, di un popolo. E la lotta fu impegnata contro il Governo fascista, contro il fascismo che rappresenta una norma di vita che ha rifor. mato e rinnovato le vertebre della-Nazione; contro 11 fascismo che costitui¬ sce 11 cemento per 11 quale tutta l'Italia è ormai una massa Incandescente di volontà al servizio di un genio •. L'oratore si richiama alle pubblicazioni giornalistiche di cui abbiamo a\uto lettura in udienza. Si tratta degli scritti pubblicati dalla Svoboda. Non c'è numero di questo giornale dove non ci siano attacchi, al fascismo, non c'è numero in cui, con le parole più plateali, non si accenni al Duce, a quel Duce contro il quale l'Imputato Valencich preparava e studiava un attentato. L'oratore sottolinea il carattere di questa lotta, impegnata contro 11 Governo e 11 fascismo, notando come associazioni di oltre confine si siano immischiate nella nostra politica interna, sussidiando associazioni che incappavano nei rigori delle nostre leggi. SI è visto che la concentrazione antifascista aveva stretti contatti con l'estero. La Libertà, il Becco Giallo, ed altri giornali dei fuorusciti di Parigi si irradiavano in queste terre, venivano portati attraverso t confini In questa regione e sparsi fra la popolazione. Un drappo che rappresentava una bandiera straniera, fu ritrovato avvolto in una copia del Becco Giallo. Pare ed è un simbolo. Riferimenti massonici sono apparsi anche in questo processo, e quindi l'unione di forze potenti a noi avverse che hanno operato contro di noi. • Qui è la ragione della lotta — esclama il P. G.; — qui il primo punto che il Tribunale, a suo giudizio, deve tenere presente. Delinquenze volgare n Procuratore generale afferma po scia che la manifestazione di tutta questa attività rivolta contro il Gover no nazionale, non può essere intesa In altro modo che come manlfestazlo- ne di volgare delinquenza. Non è pos- sstbile Irradiare di una luce ideale l'in- 5cendlo alla scuola, simbolo di ogni ci- rvlltà e di ogni cultura. La rapina non può essere che una atto della più volgare delinquenza, e fornire informazioni militari ad uno Stato straniero per denaro, è sempre un atto che determina il ribrezzo. Il freddo assassinio di militi, di agenti della forza pubblica, rei soltanto di compiere il loro dovere, è sempre un volgare assassinio. Attentare ad un monumento che ricorda e celebra la vittoria che più che a tutti portò dei benefici agli slavi, non sarà ' mai e non potrà mai essere gabellato per un atto eroico. Il gettare le bombe che hanno ucciso degli onesti lavoratori. 11 collocare gli ordigni che spezzarono una giovinezza fiorente, quale quella di Guido Neri, non può essere che l'opera di volgari assassini. • E allora — si domanda l'oratore — allora, signori, andiamo diritti al fondo della causa e abbandoniamo le considerazioni di ordine generale. Nessuno potrà far credere che queste azioni possano corrispondere a un nobile sentimento dell'anima. Entriamo nel vivo della causa e brevemente consideriamo le responsabilità di costoro per quello che ciascuno ha compiuto. Qui ormai è Roma che ritorna, Roma con la sua giustizia che, ricordatevi, era giustizia, ma era anche inflessibilità; Sarà spezzata cosi una volta per sempre, sarà schiacciata una volta di più questa idra di diversi colori, dall'austriaco di un temno che fu, al verde del massoni, al giallo del Becco Giallo. a2vepmt

Persone citate: Dessy, Duce, Guido Neri, Svoboda