La spaventosa attività dei terroristi della Venezia Giulia rivelata al processo di Trieste dalla lettura degli atti

La spaventosa attività dei terroristi della Venezia Giulia rivelata al processo di Trieste dalla lettura degli atti La spaventosa attività dei terroristi della Venezia Giulia rivelata al processo di Trieste dalla lettura degli atti Come è stato preparato e consumato l'attentato al «Popolo di Trieste» U A 1 X O » X K t) V A A' Uh ( U A 1- X O » X K t) 1 V t A A' U Trieste, 2 notte. La vastità eccezionale della materia processuale e il contenuto politico che caratterizza la catena degli episodi, per ì quali il dibattimento e stato determinato, sono venuti oggi in più evidente e nitido rilievo, attraverso la lettura di altri atti e documenti di Istruttoria. La legge, :he regola il procedimento Blnanzl al Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, dispone che alla discussione della causa debba precederei entro limiti non delìniti ma non troppo ristretti, la lettura degli atti più importanti acquisiti nel corso dell'istruttoria. In ossequio a questa necessità procedurale, anche la giornata odierna è' stata quasi interamente dedicata alla lettura degli atti, cosicché soltanto domani potrà iniziarsi l'interrogatorio degli imputati. Agli 88 fascicoli, nei quali sono racchiuse le tavole processuali, sono allegati altri fascicoli, che contengono documenti di natura e portata diverse, ma dai quali viene in risalto il vincolo unitario inscindibile di delinquenza politica, che ha animato e fatto perpetrare in questi quattro anni una teoria cosi impressionante di reati. Da questi documenti prende le mosse oggi il generale Cristini, non appena aperta l'udienza — alla quale assiste il solito pubblico e la folla delle autorità •— per completare la lettura degli atti. I cinque « punti » dei sovversivi Tra i sistemi dei terroristi slavi, ricorreva anche quello dell'invio delle lettere minatorie Oltre 40 di queste lettere sono state sequestrate dalla polizia, e la maggior parte di esse appaiono contrassegnate con la sigla formata dalle lettere T. I. G. B. comprendenti i nomi delle citta redente e dell'Istria tradotti in slavo: o Trst » [(Trieste); i Istra » (Istria); « Gorica • (Gorizia); « Reka » (Fiume). I terroristi slavi si servivano di questo mezzo per svolgere opera di intimidazione e di violenza contro gli sloveni del territorio italiano Tale opera rientrava nei compiti che l'organizzazione terroristica aveva fissato nei propri statuti. « Colpire severamente gli sloveni che mostrano di avere aderito al Fascismo, non escluse le donne che inviano i loro bambini nei ricreatori e nelle Scuole italiane». Questo era uno dei comandamenti ai Quali obbedivano gli affiliati. Del resto, gli scopi che l'associazione terroristica si proponeva di perseguire erano ben precisati; così che oggi, ad indagini conchiuse, possono essere con sicurezza così individuati : l.o) creare per uso internazionale l'apparenza di un generale malcontento e di un indomito spirito nazionale nelle popolazioni allogene della Venezia Giulia, presentando i fatti criminosi come una irrefrenabile esplosione eie], sentimento slavo; 2.oi dare segni di continuata presenza fra la gente slava del territorio «favor '• 3.o) intimorirla per arrestare o di mlnuire la sua crescente volontaria adesione al regime Italiano; 4.o) disturbare l'opera italiana di assestamento; 5.o) provocare deliberatamente rea zionl da parte dell'autorità italiana, che, nell'incertezza degli elementi, possono infierire anche sugli innocenti solo sospetti, ed inasprirli con denun zie, arresti, interrogatori e sorvegllan ze, creando così un « vittimismo » ed uno stato artificiale di Irritazione nella gente slovena del Carso. • Le Iettare minatorie " Tutti questi scopi sono stati confermati abbondantemente dalle stesse manifestazioni jugoslave, che hanno accompagnato sempre i fatti terroristici. Ogni arresto compiuto sul territorio Italiano è definito nel giornali Jugoslavi una prova dell'oppressione italiana, ed è presentato come un documento della irresistibile sollevazione nazionale slovena contro l'oppressione italiana. Orbene, per tornare alle lettere minatorie, gii affiliati, come si disse, usavano Bbbondantcmcnte di questo mezzo per intimidire le popolazioni giuliane. Nell'agosto del 1928, quando I notabili sloveni di Sesona votarono un ordine dei giornc di deplorazione per i fatti anti-italiani della Dalmazia, a ciascuno dei firmatari pervenne pochi giorni dopo una lettera minatoria. II testo di questa lettera ce lo fa conoscere S. E. Cristlnl, dandone lettura. Ecco il documento nel suo testo: « T.I.G.R. Traditore I Sappiamo che sei un'arma cieca del Fascismo e ciò soltanto per la cupidigia dei profitti e per vigliaccheria: quindi per tutta la nazione slovena è perfettamente chiaro perchè hai firmato quel vergognoso e stupido memoriale pubblicato il 25 agosto dall'Agenzia Stefani. Hai piegato dinanzi a Grazioli, alla sua pressione e a quella dei suoi compagni Questa paura pero non trova pprdono dinanzi alia tua nazione, che tu con pirngntspnsfimSivmngpvcsvjGuadppcsrtinuamente tradisci e danneggi col tuofare da vigliacco. Perchè tu non abbiapaura solo da una parte, sarn curadella nostra organizzazione. Hai offe-so l'onore del Carso dinanzi agli altri luoghi della regione. Però ci siamo noi, ancora consapevoli e decisi e sa .futuro _ e i tuoi seguaci. Maledetto! Tu dovradecisamente incontrarti col Cerkvenik(Il Cerkvenik. nota il Presidente, è un fascista trucidato proditoriamente)Arrivederci. — Organo esecutivo della sezione Carso T.I.G.R. - Carso, 27 Agosto 1928». Giornali e manifestini Documenti analoghi pervennero poi a Sanbasso, nel Goriziano, alle madri slovene che mandavano i loro bimbi alla scuola italiana appena inaugurata. Ma delle lettere minatorie i capi dell'associazione si giovavano perfino per piegare quei loro adepti che non si dimostravano troppo ligi agli ordini. Slavko Bevk, uno degli imputati che sledono oggi nella gabbia, aveva avuto dal capo dell'associazione, Alberto Rejc, l'incarico di occuparsi del •servizio di spionaggio ai danni dell'Italia. In seguito all'arresto di un altro informatore, il Bevk si impauri e dichiarò che non avrebbe più continuato in tale incarico. 1 capi gli ri¬ , o i o o e , . e ò e a o 5 o peterono allora l'invito di proseguire il servizio di spionaggio, quindi, per rafforzargli l'invito, gli fecero pervenire una lettera firmata con la sigla T.I.G.R. e sormontata da una mano nera. Nella lettera in modo perentorio lo si invitava a lavorare « per la Patria ». La lettera, nella parte scritta con inchiostro simpatico, ripeteva le istruzioni sulle informazioni da assumere. Nel documento gli si ingiungeva poi di recarsi oltre frontiera dal commissario Batagely, il quale era incaricato del collegamento con un ufficiale superiore dello Stato Maggiore Jugoslavo. Ma non è da credere che l'opera di intimidazione e di violenza dei sovversivi slavi si svolgesse sempre in maniera anodina. Essi pubblicavano nei loro giornali e divulgavano in migliaia di manifestini quanto andavano predicando con più veemenza in privato. Agli atti sono unite parecchie copie di questi giornali. Sono fogli slavi che si pubblicano, o si pubblicavano, a Lubiana e negli altri centri jugoslavi: « Nostni Gius», « Primoski Glas », a Istra », « Svoboda ». Lo « Svoboda », che significa libertà, aveva una pagina dedicata alla propaganda an ti tali au a, e cosi intestata: • In terra di schiavitù ». Libelli Interni Il gen. Cristini legge taluni articoli pubblicati da questi giornali, e riprodotti poi dai giornali delia concentrazione antifascista. In tutti gli scritti sono contenute le più basse offese verso la Casa Savoia e l'Italia e i più audaci tentativi di sobillazione. — Di altri scritti — nota il generale Cristini — risparmio la lettura: sono troppo infami. Ed in effetti si tratta di infami libelli le cui espressioni sono intraducibili ed irriferibili. I più volgari attacchi sono scatenati contro il Re ed il Principe Ereditarlo, e neppure è risparmiata la Duchessa d'Aosta, per l'opera di assistenza e di italianità che l'Augusta Dama va spiegando.,. Fra i manifestini ce n'è uno in "cui gli agitatori slavi invitano le popolazioni allogene a non dare il loro obolo per la « giornata del pane », perchè quel denaro «viene raccolto per aiutare i macedoni contro la Jugoslavia». Manifesti di tal genere ven nero diffusi in gran copia nella Venezia Giulia. V Stampati all'estero, pervenivano in Italia nei modi più misteriosi e più inattesi. La sentenza di rinvio ricorda che 5 mila manifestini invitanti alla astensione dal voto in occasione delle elezioni del 1929 pervennero a Trieste per mezzo del corriere di un Consolato straniero. In altri manifestini, con espressioni volgari, i capi terroristi esortano gli affiliati della regione carsica a intensificare là lotta contro enti e istituzioni italiane. Con compiacimento si citano le. devastazioni in certe località, ove asili e ricreatori vennero dati alle fiamme. Gli accenni alla lotta fino alla vittoria ricorrono ogni istante in tutti 1 foglietti, e anche negli articoli dei giornali, e ne costituiscono la caratteristica. Scriveva il « Primoski Glàs » il 15 maggio 1929: «Nulla dovrà più fermare lo spirito di ribellione fra la nostra gente. 11 nostro popolo sotto 11 Littorio vive ore col regime di guerra, col regime della difesa estrema, per la quale non si scelgono i mezzi. Il Fascismo ha proclamato la distruzione degli slavi in "Italia. Oltre alle spedizioni punitive sono cominciate le torture medioevali nelle carceri e gli omicidi che commette il Tribunale di Roma. Un destino terribile attende la nostra gente, ma attende anche la liberazione... Compagni, fratelli, per l'avvenire e per le sofferenze, non un passo indietro! Fratelli e sorelle, saluti .. Le rete dello spionaggio Completata d'esposizione intorno a questo materiale di istruttoria — che resta, come tutti gli altri atti, a dispo sizione delle parti — il Presidente fa proseguire dal Cancelliere la lettura degli atti relativi alle indagini svolte dalla Pubblica Sicurezza, per indivi duare e arrestare gli appartenenti alla criminosa associazione. La lettura è ri presa con il verbale steso dai carabi nieri dopo gli accertamenti fatti per scoprire e arrestare elementi slavofiili abitanti nella zona di confine. Particolarmente sì accenna nel do cumento all'attività svolta dagli imputati Bevk e Kosmac, nonché dalla, fidanzata del Bevk. Kosmac, quando venne fermato, fu trovato in possesso di documenti e giornali comprovanti la sua qualità specifica di informatore militare al servizio dell'organizzazione di spionaggio jugoslavo. Il documento mette pure in evidenza l'esistenza ni un centro informativo politico jugoslavo a Gorizia, diretto da Alberto Rejec. 1 carabinieri, nel diffuso rapporto, accennano infine alla formazione diJpmssaasisstrdmmll9cnSc6lSadsvQbtemgdvdrucdtnv2Dso diversi gruppi aventi carattere e attria nuzioni prettamente spionistici. Si para I la anche della « Goriska Matlca », ran-1 seriazione jugoslava operante nel Gorl-i o ziano e in stretta corrispondenza con un funzionario di confine jugoslavo. Fra gli informatori facenti parte della associazione vi era lo studente An i k. n . a 7 i o i erano scritti con inchiostro simpatico.ili» «hhMiiPiox. .!.... Un Obbrobrioso elenco Ed eccoci a un documento che è unodel capisaldi dell'istruttoria. Nel rap-porto inviato 11 18 aprile 1930 dallaQuestura di Trieste al Procuratore Ge-nerale presso il Tribunale Speciale, ècontenuta la denunzia a carico degliautori dei criminosi attentati. ■ Come è noto all'È. V. — è scritto nel documento — in questi ultimi tempi si è verificata nella provincia di Trieste una serie di delitti ad evidente e o 1 i ù a 1 , . e e i i a r n a e a a e i a i i r i o o i e oulo, i Jarmata l'opinione pubblica non solo per la loro entità, ma anche perchè miravano a recare sfregio ad espressioni di italianità. Tali gesta criminose, dal danneggiamento all'incendio, all'omicidio e all'attentato terroristico, accompagnate quasi sempre da diffusione di manifestini sovversivi e antiitaliani, apparivano fra di loro connesse, si da far trarre la convinzione che si trattasse di un metodico svolgimento di un programma di azione, ad opera di elementi legati da un'unica idea delittuosa. « E, infatti, il 20 febbraio 1928 due malfattori assalivano un manipolo di militi della Milizia Confinaria di Seloze, raccolto nella sala di mensa della propria casermetta, ferendone tre; il 9 aprile dello stesso anni veniva incendiato l'edificio delle scuole comunali di Prosecco; il 9 agosto 1928, in S. Canziano, veniva barbaramente ucciso il milite Giuseppe Cerkvenik; 11 6 dello stesso mese veniva incendiato l'asilo infantile dell'Italia Redenta di Storie; nella notte sul 29 dello stesso agosto veniva incendiato il ricreatorio della Lega Nazionale di Prosecco; la sera del 2 gennaio dell'anno seguente veniva deposta presso il portone della Questura, lato via Machiavelli, una bomba tipo Sipe, che, pur presentando tracce di accensione deilla miccia, non era scoppiata ; la sera del 5 stesso mese veniva fatto esplodere un ordigno alla base della colonna del faro della Vittoria ; nella stessa sera veniva incendiato e distrutto il ricreatorio dell'Italia Redenta di Corgnale; la sera del 6 gennaio, a Cruscevie, veniva ucciso a colpi di moschetto il messo comunale Blasina Goffredo; la sera del 10 febbraio di quest'anno un potente ordigno veniva fatto esplodere nella sede del giornale 11 Popolo di Trieste, provocando la morte del giovane Guido Neri; la notte sul 3 marzo si tentava di incendiare l'edificio scolastico di Sgonico; nella notte de26 marzo si tento di appiccare il fuoco all'edificio della scuola di Gattiri ara. Dopo l'attentato al c Popolo di Trieste »« Le indagini, per quanto alacri e diligenti, svolte per tali reati, hanno dato esito negativo. Mentre, per quanto riguarda il delitto di Selze, gli incendi dei ricreatori della Lega Nazionale, dell'Italia Redenta e degli edifici scolstici, il collocamento della bomba presso a Questura e l'esplosiondel'ordigno al Faro della Vittoria, nessun concreto elemento fu possibile raccogliere, in occasione invece dell'attentato al giornale II Popolo di Triestfurono accertate alcune circostanze attraverso il ponderoso lavoro di indagini, mai però interrotto nè rallentato »E il rapporto prosegue, esponendo lindagini complesse e minute che permisero l'arresto degli autori dell'attentato, in cu}„t}rpvò la^ morte il giovane Neri" I còniugl'llàrió'è Sofìa Fràhceskin entrambi domiciliati a Goriziadove gestivano un negozio di noleggidi biciclette, resero a quella autoritdi Pubblica Sicurezza una importantsfondo politico, che hanno scossa e al-confessione. I due coniugi, dopo averaccennato all'esistenza in Gorizia drnl- n o. a n una organizzazione mirante a propagandare e tener desto lo spirito nazionalista sloveno, e dopo avere spigato perchè Luigi Spangher si era rcato da Prosecco a Gorizia 11 9 febbraio, dichiararono che questi ebbe dire, battendo la mano sul fianco al'altezza della tasca, dalla quale appariva un giornale : « Leggete ancoroggi II Popolo di Trieste, perchè iseguito non lo leggerete più ». Lo Spangher, che trovavasl detenutfin dal 4 aprile, fu sottoposto a interogatorio. Dapprima egli si mantenncompletamente negativo, anche dfronte alle contestazioni circa le affemazioni fatte nei suoi riguardi ai cniugi Franceskin; ma infine, sottopsto a nuovo interrogatorio, fini con ammettere di avere pronunziato le frsi riferite dal Franceskin, spiegandche egli aveva pochi giorni prima apreso dal Milos il proposito di collcare una bomba ne: locali del giornle. Ed in seguito egli completò quessua ammissione, tacendo una pienconfessione. Dopo tali ammissioni e dopo altindagini,'che portarono all'arresto dgli autori dell'attentato, fu possibiricostruire a pieno il tragico episodiComo fu preparata la strafa La sera del 10 febbraio, il Milos e.Bidovec si erano dati appuntamenper le 21,30 davanti ai magazzini delditta Oehler. Il Milos, giunto all'apuntamento con qualche minuto anticipo, recava con sè l'ordigno trgico, confezionato in un cilindro metallo avvolto In un foglio di carda imballo'di color grigio. L'ordignfornito da Marussich e da Valenticera stato portato a Trieste due giorprima, in una valigietta di cuoio gialo, da Fontana del Monte, e depositto nel locale di una Banca della nstra città, dove fu custodito da undegli arrestati, il Milos, che tenevl'involto appoggiato contro U pettsorreggendolo con la mano e 11 bracio sinistro. Durante l'attesa una pattuglia di crabinieri sostò dinnanzi all'ingresdel Popolo di Trieste. Poco dopo so. | giornale, il Milos e il Bidovec si a ilontanarono. Giunti all'angolo di v Mazzini, sostarono ancora per osservo re se la pattuglia era al posto di pp-|ma. I carabinieri infatti non si eraa mossii j due dinamitardi, allora, ge-:._rnnn n„_ vfft t™,^ ^ è:™r?"°n£"„ San Lazzari- untanli i ' o mdi e A questo punto, secondo la confesione degli imputati, essi pensarodi desistere dall'Impresa. Infatti, doessersi consultati, decisero di recarverso la città vecchia, per via degArtisti. Mentre stavano per imboccala via, voltatisi un'ultima volta, si acorsero che la pattuglia lasciava portone del giornale. Fu un attimo.due, tornati sui loro passi, entrarosotto l'androne, salirono le scale, dcisi a mettere in atto 11 loro atroproposito I Ma un altro fatto venne a disturbali in quel punto. Dal terzo piano dlo stabile una donna di circa 60 anscendendo la scala si incontrò condue criminali, che volsero le spaper non lasciarsi individuare; ma qusto non impedì alla donna di ric à e darsi delle fattezze delle diverse sta- ture e del modo di vestire dei due. Costretti dal contrattempo, 1 due sostarono sul pianerottolo. Il Milos pose il suo tragico involto sul davanzale della finestra, ma intanto due altre persone salivano la scala per andare in redazione. Il correttore Missori una di esse. Egli notò 1 due individui fermi sul pianerottolo. Seguirono alcuni istanti di calma, Riassicurati, i due retrocessero rapidamente fino al primo piano. Milos, tratta la bomba dall'involto, l'adagiò nell'angolo sinistro e diede fuoco alla miccia, mentre Bidovec scioglieva sul pianerottolo il rotolo del manifestini comunisti, lasciandoveli intenzionalmente, per sviare le traccie. Lo domando di ooetltuzlono di P. 9. Questi i particolari del tragico attentato, nella confessione dei due criminali, che affermarono di averlo voluto compiere nel primo anniversario de! patto lateranense, che cadeva appunto in quel giorno. Alla lettura del diffuso rapporto della Questura di Trieste, segue quello del rapporto della Questura di Gorizia, che ha cenni sull'attività del Comitato segreto dell'organizzazione terroristica, e quello delle deposizioni rese da Sofia Korze. L'imputata ascolta a capo chino la lettura del documénti, da cui risulta la sua complicità e quella del di lei marito nella azione criminosa spiegata dall'associazione. La lettura degli atti si conclude con un altro rapporto della Questura di Gorizia sugli atti terroristici compiuti in quella zona, e dei rapporti relativi al rinvenimento, avvenuto nello spogliatolo della locale sede della Banca d'America e d'Italia, dei libelli depostivi dal Francesco Marussic il quale era impiegato presso tale istituto. Anche oggi gli imputati hanno ascoltato la lettura degli anni, che danno un fosco quadro della loro criminosa attività, con ostentata indifferenza. Molto spesso sul loro volti si vede l'espressione di un beffardo sorriso. Sospesa per brevi minuti l'udienza, alla ripresa abbiamo il dibattito intorno alla richiesta di costituzione di P, C. formulata ieri degli avvocati Ta maro e Danesi, Il primo, che ha richiesto la costitiuzlone di P. C. nell'interesse della Federazione Provinciale Fascista, proprietaria del gior naie II Popolo di Trieste, premesso un saluto al Tribunale e ai colleglli della difesa, fa notare che se per 11 Tribunali Speciale non è precisamente amméssa la costituzione di P. C, non è neppure tassativamente vietata. Egli prospetta questa tesi: La Federazione Fascista, secondo la recente riforma dello statuto del Partito Fascista, è un organo inquadrato nelle istituzioni dello Stato, quindi dovrebbe ritenersi ammissibile la sua costituzione di P. C, per analogia a quella disposizione, vigente nei. Tribunali militari di guerra, che ammatteva l'ammini- rvGsddcvGosatrmccvdtfztolepmgCcqtuzlesIdnele strazione dello Stato di costituirsi ap i'punto P. C. per 1 reati che ai Tribu- a a n o e i o o a a e e . 1 o a i ai a , , i ao a o, cao o- la a lo i„ o s o o si li e c11 I o ee rl ni I e e LlavsdsLni229bdi quest'anima profondamente legata noli di guerra fossero stati deferiti in via eccezionale. Dato, ora, che le imputazioni mosse in questo processo agli accusati per la loro natura sarebbero di competenza del. Tribunali ordinari penali, l'analogia con le disposizioni di guerra si completa maggiormente, e si può applicarla a questo Tribunale Speciale. Il significato morato dilla riobietta L'oratore accenna poi alla ragione morale. Il Tribunale Speciale, per panto sorto da una rivoluzione, è un organo del Partito; perciò 11 danno morale che dall'insieme dei delitti è stato risentito dalla Federazione Provinciale Fascista di Trieste non trova nel Tribunale, per se stesso, una specifica tutela, tanto più che, è ovvio dirlo, la Federazione non persegue un diritto economico, ma chiede solamente di potere affermare il diritto alla tutela morale della parte lesa. Questa costituzione di Pare Civile, eh egli chiede, vuole essere una afferma zione di solidarietà con quelli che s no gli ultimi martiri del Fascism Giuliano. In nome del Partito Fase! sta, che riassume in sè la espressi n più vera dell'anima giuliana, in nome alla grande Madre Italiana, oltre ogni differenza di lingua, come le elezioni plebiscitarie dimostrarono, chiede che sia ammesso di intervenire in questo processo. L'avvocato Danesi si alza a patrocnare a sua voltai la costituzione di Parte Civile del signor Archimede Neri, pdre della vittima dell'attentato al Popolo di Trieste. L'oratore dice di avere considerato se il mandato conferitogli non potesse ridursi a una fugane e vana manifestazione platonica. Ha visto Invece profilarsi due etrade maestre: la prima, quella del sentimento che colma le lacune della legge; la seconda, quella del più stretto diritto, della più severa procedura. Per quanto riguarda le ragioni del sentimento, che sono anche in questo processo quelle della pubblica opinione, pensa che 1 brandelli di carne lacerata, 11 martirio Inaudito, la rassegnazione stoica, 11 fermo coraggio, la inenarrabile agonia del giovane giornalista devono avere la loro eco, non solo nel cuori di tutti 1 cittadini italiani, ma anche nel seno di questo tempio solenne ove si attribuisce a ciascuno 11 suo. L'oratore conchiude invocando una ordinanza che, accogliendo la domanda, risponda non solo alle disposizioni della legge ma anche al diritto dei famigliari dell'ucciso, di collaborare con la giustizia punitiva alle severe, esemplari sanzioni. Le istanze raspiate Il Presidente dà la parola alla difesa. L'avv. Zennaro osserva che la questione è già stata prospettata mol te volte ed è stata decisa In modo univoco e negativo. I patroni che hapno propugnato la costituzione dicono che una tale giurisprudenza può essere mutata, ma l'oratore osserva che la legge Istitutiva del Tribunale Speciale ha conferito a questo Corpo giudicante le stesse funzioni che sono proprie dei Tribunali militari in tempo di guerra. Orbene, nè in tempo di guerra, nè In tempo di pace sono possibili costituzioni di Parte Civile avanti air- Tribunali militari. L'oratore fa una speciale eccezione per quanto riguarda la legittimità della costituzione di Parte Civile d'ella Federazione Provinciale Fascista. Il Partito Fascista si identifica con lo Stato; non vi è differenza tra l'uno e l'altro Ente; dunque spetta esclusivamente al Procuratore Generale di tutelarne i diritti. L'oratore dichiara però che ragioni sentimentali gli consigliano di non opporsi a che la Federazione Fascista intervenga nel dibattimento e faccia sentire la sua parola. All'istanza di costituzione si oppongono invece gli avvocati Montasel, Loriani, Contreras e Kesich, mentre l'avvocato Bologna si rimette e l'avvocato Giannini a sua volta osserva: — La memoria di Guido Neri è alla storia. Lasciate al Tribunale di rivendicare quella memoria. Solo i giudici di questo consesso, ai quali noi ci inchiniamo, siano i vindici della giovane vittima. Chiude la discussione il Procuratore Generale cav. uff. Dessy. Le ragioni di ordine morale, egli dice, che 1 rappresentanti di Parte Civile hanno addotto a giustificazione della loro Istanza, trovano un'eco profonda nell'animo mio, ma non posso che attenermi alle chiari disposizioni della legge, che non consente la costituzione di Parte Civile. Il Tribunale sì ritira In camera di deliberazione e rientra circa tre qiar ti d'ora dopo. S. E. Cristini dà lettura fra In religioso silenzio, dell'ordinanza, con la quale il Tribunale • ritenuto che la legge Istitutiva del Tribunale Speciale per la difesa dello Stato precisa all'articolo 7 che nel procedimenti per i delitti preveduti dalla Isgge stessa sì applicano le norme le1 Codice Penale per l'Esercito sulla procedura penale in tempo di guerra la quale cosi l'articolo 352 vieta la costituzione di Parte Civile; pure apprezzando le nobili ragioni che splngo'ìo le parti lese a fare la richiesta di costituzione di Parte Civile, rigetta la Istanza di costituzione di Parte Civile di Archimede Neri e della Federazione Provinciale Fascista di Trieste ». L'udienza è tolta poco dopo le 19,30 e rimessa a domani pomeriggio per l'interrogatorio degli imputati. FRANCESCO ARGENTA.