Le difficoltà economiche dell'Europa

Le difficoltà economiche dell'Europa Le difficoltà economiche dell'Europa Quale sarebbe il piano della riforma finanziaria tedesca Berlino, 28 notte. Le consultazioni del Gabinetto, per la preparazione della riforma finanziaria, che durano già da qualche settimana, sono continuate, e hanno condotto ai primi risultati, cioè- alla posa delle linee di massima, sulle quali l'attesa riforma dovrà muoversi. Un comunicato ufficiale ne dà oggi l'annuncio, con una fretta e una pompa, che, in contrasto con la genericità e la imprecisione delle cose annunciate ed elencate, non si può spiegare se non con la vigilia elettorale, la quale consiglia evidentemente dì fare il più possibile mostra di fattivi programmi, là dove regni ancora una grande difficoltà di accordi e di azione. Il comunicato annuncia senz'altro che la discussione è arrivata al termine, conducendo a una intesa circa i principli sui quali dovranno essere elaborati 1 rispettivi progetti di legge. « ... Però — aggiunge subito 11 comunicato — premessa assoluta per il successo dt qualsiasi piano di riforma è un riordinamento della cassa, e un bilancio che tenga conto della situazione economica... -'. Più precisi e più concreti, e anche più lapalissiani di cosi, si muore. Il comunicato continua che, per la elaborazione di questo programma, il Gabinetto ha fissato alcuni capisaldi essenziali; che elenca. II primo di questi capisaldi stabilisce che, nel bilancio del 1931, in di più dell'economia di 169 milioni, fatta già nel bilancio del 1930, deve essere realizzato una ulteriore a considerevole economia, in base alle proposte del Ministero delle Finanze. Quali sono queste proposte? Non si sa nulla. Il secondo punto annuncia che sarà elaborato un «plano di parecchi anni », per la costruzione di case e per la colonizzazione, con l'obbiettivo di ridurre il più rapidamente possibile 18 crisi delle abitazioni per i ceti meno abbienti. Anche qui nulla di più concreto, oltre l'annuncio, di quello che si ha il desiderio di fare. Più importante è il terzo punto, in cui si proclama che il bilancio del Reich sarà «... preservato contro i pericoli di illimitate e impreviste esigenze da parte delle varie forme di assicurazione per la disoccupazione; ma — aggiunge subito — senza tuttavia mettere in forse il necessario rendimento delle assicurazioni agli operai... ». Qui era il punto delicato. Ed è superato invece con il solito linguaggio del colpo al cerchio e del colpo alla botte, con un equilibrismo cioè di espressione, che va a gara solo con la sua genericità. Il quinto punto si occupa del regolamento finanziario fra il Reich, 1 paesi e ; comuni, e quanto riguarda la distribuzione delle entrate tributarie. Questo regolamento sarà riformato completamente, meglio adattandolo ai rispettivi compiti di ciascuno. Ma si capisce che la cosa più Importante e primordiale in proposito, è' appunto quella di definire e circoscrivere questi compiti, quali cioè di essi spettino rispettivamente al Reich, ai paesi e ai comuni: materia sulla quale c'è per ora una grande confusione, una continua lite di competenze, e un pullulare di doppioni. Si tratta dunque, ahimè! forse nientemeno che di tutta la riforma amministrativa e . costituzionale del Reich. Ma non se ne dice nulla. Un'altra premessa è naturalmente che, preventivamente — e lo dice il comunicato — è stata approvata la riforma tributaria, nel senso di una semplificazione, di cui già il primo passo si è fatto con le recenti ordinanze hlndenburghiane. Animo dunque al secondo passo. Ma quale questo sia per essere, il Gabinetto ce lo dirà un'altra volta. Dice solo, per ora, che vuole aumentare a 20.000 marchi I patrimoni esenti dalla tassa sul capitale. Si tratta di richiamare in patria il capitale che fugge. Un ultimo punto riguarda il regolamento del fabbisogno dei crediti degli enti pubblici, per promuovere la riduzione del tasso di interesse, attualmente troppo alto. Il comunicato conclude con esprimere la speranza che il complesso di questi provedimenti — per dir meglio, per ora, di questo insieme di principii — promuoverà la riduzione della troppo grave tassazione, a cui sottostà-11 -popolo tedesco. Ma — aggiunge — «ci vorranno anni ». E non ha torto. Annuncia però che si comincerà già col bilancio del 1931. a tentare di ridurre la tassa fondiaria, la quale maggiormente impedisce la riduzione del costo di produzione. ^ L'elettore potrà dunque andare a volare tranqir' Uni '31 in poi, tutto andrà megli'-' . O. P, lina giornata di eccitazione nei circoli finanziari di Londra Londra, 28. notte. L'improvvisa ebollizione di attività prodottasi ieri sul mercato delle azioni industriali allo Stock Exchange è Proseguita oggi, ma a temperatura meno elevata. Per meglio dire, M bollore accennava flnanco a crescere stamattina al momento della riapertura; più tardi, nel pomeriggio, l'effsrvescenza diminuiva, lasciando tuttavia adito ad una chiusura incoraggiante. Si coglieva fra gli agenti di cambio ed il loro Personale il proposito di mietere alla svolta mentre faceva sole ed un si lieto orgasmo non si era riscontrato in Borsa da un anno in qua. Misteriosi accenni a giochi di ribas sisti e di rialzisti non bastano a spie gare il fenomeno di questa subitanea ripresa di affari azionari, che gli esperti inclinano a considerare piuttosto momentanea. (Sta però di fatto che I medesimi esperti vociferavano la continuazione del mortorio borsistico' industriale almeno fino a metà set tembre). Neppure bastano a spiegarla jerte voci propalatesi ieri alla City. Una era che 1 laburisti si accingevano a coalizzarsi con i liberali e persino con certi conservatori libero-scambisti per la formazione di un grande Mini stero risoluto a dar fondo al problema dei disoccupati... con la famosa barnera daziaria del 10 per cento contro tutti i manufatti di importazione. Snowden, si vociferava, avrebbe ab bandonato la Tesoreria e considerevoli sgravi di imposte sarebbero balenati all'orizzonte. Altre voci era'no che il saggio inglese dell'interesse si sarebbe presto ridotto, che l'Italia e la Francia avevano combinalo un accordo finanziario e che certe banche estere erano in procinto di abbassare le percentuali di garanzia richieste per le operazioni in Borsa. Una voce era più fantastica delle altre, benché tutte insieme, abbiano contribuito coi qualche oncia di lievito alila galvaniz zazione del mercato. La causa precipua di questo effetto si rintraccia in terreno più solido. Le ondate di liquidazioni susseguitesi nelle ultime settimane avevano mortificato assai più del necessario anche vari titoli dietro i quali sussisteva un cerdito granitico. In altri termini, si erano prodotti non pochi ribassi di carattere atirflcioso,. evidentemente ingiustificati e temporanei. Ad un punto, l'altro ieri, mentre il tracollo stava per toccare fondo e per dare, luogo, nei riguardi dei titoli migliori ad automatici rimbalzi, gli agenti di cambio giudicarono scoccata l'ora' di chiamare a raccolta la loro clientela per incitarla a fare compra di titoli a prezzi d'occasione. 11 mondo degli investitori è accorso come ad un pubblico incanto. Naturalmente, sopra queste basi, il mercato non si galvanizza se non entro certi limiti: immediatamente i prezzi si risollevano, ma non tarda a giungere il momento in cui, dopo questi rialzi determinati dall'incremento della domanda, i prezzi di occasione non esistono più. Non solo, ma ad eliminarli cooperano anche gli appetiti dei borsisti che si affrettano a far salire le quotazioni anche più velocemente di quello che non possa fare ln.se. e per sè l'abbondaire della domanda. Ciò induce rapidamente alla calma il mondo degli investitori ed il mercato marca il passo sui livelli che sono stati raggiunti, quando non soggiace addirittura a fenomeni di reazione. Qualcosa di simile è già avvenuto allo Stock-Exchange. I borsisti stamane ripresero gli affari marcando immediatamente prezzi più alti di quelli registrati ieri alla chiusura, e di carattere abbastanza naturale. LI per 11 la domanda si mantenne assai movimentata, ma poco dopo essa mangiò la foglia. I prezzi eccessivamente alti del mattino dovettero soggiacere a sfrondature nel pomeriggio. Ed il volume degli affari fini per contrarsl. Non di meno le chiusure stasera sono avvenute a livelli generalmente non inferiori a quelli di venMnuattr'ore fa; anzi, in certi casi, leggermente superiori. Il fenomeno, per altro, appare in via di esaurimento. Lo slancio è stato troppo repentino per durare più di qualche giorno. In pari tempo si osserva che l'Interesse pubblico si è acceso anche intorno al titoli industriali e che in Borsa si riscontra maggiore substrato di fiducia che non vi esistesse da molte settimane in qua. Fra le azioni che hanno riconfermato oggi il loro miglioramento di ieri, accrescendolo anzi qualche poco, figurano quasi tutte quella più in vista: dalle Petrolifere alle Minerarie, dalle Automobilistiche alle Chimiche od Idroelett.rk.he, dal Cavi ai. Grammofoni ed alla Guttaperca. I titoli Statali inglesi hanno cont,lnvo+o a manifestare fermezza, senzrr^ ealizzare aumenti e cosi pure i titoli Feroviari. M. P. Nuovi allarmi in Spapa per la ricaduta della peseta Madrid, 2S, notte. L'ottimismo del generalo Berenguer circa il rialzo della moneta nazionale non è durato più di due giorni. L'allarme in Borsa è ricominciato da ieri, essendo la sterlina quotata rispetto alla peseta ancora una volta a più di 46 sul mercato di Londra. Qui, in Spagna, si è invece operato pochissimo sia in Borsa sia tra banchieri. Questa ritrosia dei banchieri la si interpreta, secando « El Sol », come una protesta contro il decreto del nuovo Ministro delle Finanze, Wais, che proibisce ogni transazione di moneta straniera che non risponda a necessita della clientela delle banche. Il giornale ammonire i banchieri che è loro obbligo di assecondare 11 Ministro con l'appianare il. cammino delle sue ardue JEaticlie invece di creargli delle difficoltà. «Se, al contrarlo, si vedrà che 1 banchieri di Madrid, più bramosi di guadagnare che del bene pubblico, adotteranno un atteggiamento di resistenza passiva per far andare a monte le risoluzioni del Governo, saranno legittimi contro di loro gravi sospetti e verranno dichiarati responsabili della triste situazione dei cambi ». Concludendo il suo editoriale, El Sol raccoglie la voce secondo cui per vigilare più da vicino le operazioni di monete straniere, il Governo si propone di centralizzare nel Banco di Spagna dette operazioni. « E' indubbio — dice il giornale — che solo mediante tale accentramene si potrà vigilare con efficacia a che la domanda e l'offerta restino contenute nell'ambito delle necessità commerciali, eliminando le influenze di carattere eminentemente speculativo. E' da sperare che il Banco di Spagna appog gerà leailmente il Governo nell'esecuzione del piano di difesa della peseta ». La Naclon, di rincalzo, afferma che, se è vero che il danaro non ha patria, non è men vero che gli uomini ne hanno una e sono tenuti a servirla e onorarla anche a costo di limitare una parte dei guadagni: « Solo che il Governo Io voglia, unicamente con disposizioni di polizia, ila sterlina sì potrà riportare al di sotto di 40 e in un termine brevissimo ». Il discorso che il capo dell'Unione Monarchica ha pronunciato a Gijon, al termine di un banchetto di trecento coperti, e che rispecchia appieno la gravità del momento che la nazione attraversa, è molto commentato. L'oratore ha fatto notare che la spagna è ad una svolta assai grave della sua storia essendo i suoi uomini politici divisi in due settori, uno del quali alberga forze che vogliono spodestare la Monarchia e introdurre riforme pericolose per l'unità nazionale. Il panorama, di per se stesso preoccupante, è aggravato dalle conseguenze della guerra economica contro la quale_sta lottando II Paese. I nemici di "fuori trovano collaboratori In taluni gruppi che dentro casa agiscono codardamente per incomprensione o per rivalità contro gl'interessi della patria. Alla crisi economica finanziaria e al tracollo della peseta non c'è che un rimedio: andare verso un Parlamento serio, con un programma serio e concreto e impedire imbrogli ed evitare che si accendano le passioni di parte. Si debbono centralizzare esclusivamente nel Banco di Spagna (e operazioni di cambio, fornire al capitale nazionale nell'interno del Paese sufficienti profitti perchè non emigri, proteggere le industrie e tagliare il passo al regionalismo morboso erettosi a tu per tu contro l'unità insopprimibiie della nazione. Il discorso, al quale hanno presenziato industriali e rappresentanti di partiti politici, ha riscosso gran copia di battimani. Dal canto suo ti dottor Albinana, capo del partito nazionalista, è stato ricevuto a Santander dal generale Berenguer col quale si 6 intrattenuto circa la partecipazione del « Legionari di Spagna » alle elezioni generali. Il nuovo partito appoggerà In tutto il Paese i candidati della Monarchia e presenterà candidati, propri a cominciare dal circondario di Enguere ' ove ha già posto la candidatura dello stesso dott. Albinana. Questi ha dichiarato: • Tanto Sua Maestà quanto 11 Governo si sono resi conto di ciò che significano 130 mila Legionari disposti a morire per mantenere la sicurezza della Spagna». D. P.

Persone citate: Snowden