L'ombra di una gondola

L'ombra di una gondola JB} U JK>0 F* A. I VACANZA L'ombra di una gondola giDal nostro Inviato) ]nnn rfi Sèvres accumulati alla rin Jusa : — Li. alo inventariando per richiesta del Ministero: questi si wnp salcali. La cantina, i tesori FONTAINEBLEAU, a.^nsto. Georges D'Esparbès, il poeta dello « Leggenda dell'aquila » conservatore dei Palazzo, ha da. pachi mesi lasciato VulJicio: fatti gli addii nuli impiegali con qualche ingenuo e simpatico siile napoleonico, si è ritirato in poche camere ed ha ripreso lo spoglio delle vecchie carte, la scrittura delle epiche novelle. Trono al suo posto un giovane funzionario che allenta le fatiche tra i Musei del Louvre e gli archivi di Fontainebleau : — Vana aimez le Sècohd Empire? Tenez. Di falli lomn. alla moda; il Secondo Impero, in Corte, del secondo impero che pure ha fallo di questo castello uno dei centri più eleganti e più aristocràtici di vacanza, Ita lasciato sulle dure pietre una leggerissima traccia... L'ombra di una gonnella alla moda di Wliintcrltalter... Le due ultime visite della spodestala Imperatrice Eugenia al Castello, una nel settantotto, l'ultima, alla vigilia della grande guerra, pensale, il 10 luglio del novecento quattordici, devono acerle chiaramente mostralo che ogni orma del suo passaggio imperiale era cancellala. Di lutti i festeggiamenti c di lutti i claluorosi dclirii che balenarono nell'impero di Napoleone terzo e qui si specchiarono in leste in balli in ricevimenti ogni luce.s'è spenta come quella dei fuochi artificiali nello stanno delle carpe. Guardale... La « barcarola » di Co*tantino Nigra Apre un armadio} vii mostra stoviglie vasellami bacinelle in porcel- orlile, entriamo nei locali <tel pian- della cantina furono venduti l'indomani della Comune e resero parecchie centinaia di migliaia di tranciti. Andiamo, andiamo. Accompagnatemi. — Prende un. mazzo di chiaui; attraversiamo l'immenso terreno: — Ecco qui, alcune di citare superstiti. — Sulla soglia delle diverse camere, scritto a stampiglia in stile di casenna: Cuisine nE l'Empereur — Service des petites douciìes; 'Poste de cent gardes; Poste de marins de l.a flottille de l'empereur. — Vedete? Questa della flotta fa una piccola mania di quell'au- gusta villeggiatura.: i pochi metri quadrati dell'Etang aux Carpes riti nirono solfo il secondo impero una flottiglia di minuscole imbarcazioni di ogni siile e di ogni gusto. Il Principe Imperiale, ancora bambino, vi teneva, come immenso balocco, una fregala grande come un sandolino, armala e attrezzata di. lutto punto. E' lunga tre o quattro metri : la vedrete nella Sala di Diana dov'è conservala; ma qui osservate. Appese alle pareti, in una camera squallida come una cucina abbandonata, le litografie colorale care all' ammirazione e ai paralumi delle nostre nonne evocano le feste e le galanterie degli anni leggiadri: in quelle die raffigurano lo stagno di Fontainebleau visibile sempre il riflesso arcuato e nero di una gondola. Spaesata come uno di quegli uccelli boreali die nelle notti di pas so approdano sugli stagni del Me dilerranco. L'apparizione mi segue mentre apriamo lo scrigno del Teatro di Corte: contrasto di damaschi giallo e azzurro, architettura galante che ha la curva di una corbeille e offri va alla luce delle lampade a petrolio fiori di gardenie di camelie frutti di scollature ampiezze soffici di crinotine in evi prevalevano i colori alla moda: il grigio pèrla l'azzurro di zaffiro il giallo di ranuncolo il bianco di Worth. Lo fece costruire l'Imperatrice Eugenia, fu inaugu rato con gli allori della Comedi* Vrancaise e adoperalo in tutto cinque o sei volte. E' un rottame galante sull'orlo dello stagno dove navigava la gondola. — La gondola non esiste più? — No, certo — mi risponde la mia guida. — Fu ven LiKja con mua la » flotta <• nella rapi(ia yu,.;a ai sbarazzare il casUllo d>0(ini vestigia del Secondo k Credo nel milleoltocentoset f vindomani della AeMcle. u.ei.(< uccompagnalo con la sua $ suo colorc fune. k VUTn° ^delUmpero. Fu intorno al sessanta. Si discu leva dilettanlcscamcnte di politica, al Castello, tra la messa in scena di una. « sciarada vivente » e un giro di. valzer ni suono del pianoforte meccanico. Si evocava l'antico programma del Ttonaparle d'inradere VInghilterra con ogni sorla d'imbarcazioni: il deca.merone.llo delle dame d'onore attorno all'Imperatrice, quelle che Whinterhaller ha raffiguralo, mutarono presto il ricordo storici) in un programma di divertimento. Si vollero avere sul laghetto delle carpe, barchette di ogni modello e d'ogni stile per navigazioni, pomeridiane e notturne senza propositi bellici. Allora Costantino Nigra. il canavesano ministro del Ite di Piemonte e Lombardia, preferito a Corte e nel cuore di Eugenia per la quale aveva ottenuto rial vecchio Manzoni una copia autografa del Cinque Maggio. ebbe l'incarico di far arrivare da Venezia austriaca, una gondola. La. chiglia, nera giunse a Fnnlainebleau per via di morlalj. treni, eclissò tutte le altre barche, perfino il caicco del Bosforo, divenne la imbarcazione lavorila della spagnola. Era l'epoca in cui l'interpretazione romantica di Venezia toccava l'apogeo. Il Ponte dei Sospiri nei 'mosaici degli orecchini o de/Ve'brocli'es si diffondeva per l'Europa con le armonie ìlei due /''ascari e i versi di Angelo. E qualcuno ricordava di aver udito sul Canal Grande i gondolieri cantare le strofe della Gerusalemme Liberata. L' Imperatrice quella sera, nei suoi trentasette nutrì dt tulle bianco che empiono quasi tutta la chiglia e lasciano un posticino a Nigra che taglia con la falda dell'abito nero le spalle nude della dama d'Onore, volge la testa biondissima appena uscita dai ritocchi del parrucchiere Leroy, verso il gondoliere e lo prega di cantare e poiché questi non sa e si ricusa Nigra prega l'Imperatrice di accettare una barcarola che egli stesso scrinerà. Nacquero otto quartine intitolate La gondola veneziana a Fonlainebleau. A .<?. .V. l'Imperatrice Eugenia » che ebbero la preventiva approvazione di Merimè e furono lette qui sull'orlo del lago. La gondola parlava per la voce e l'anima del grande diplomatico: «Me battezzò dell'Adria — L'irata onda marina — Me la fatai regina — dei Dogi a te mandò » implorava per la patria deserta violata prigioniera si volgeva direttamente atVImperatrice « Dolina se a caso il placido — tuo lago :i quando a quando — Teco verrà solcando — il muto imperator — digli che in riva all'Adria — povera ignuda esangue — soffre Venezia e langue — ma vive e aspetta ancor» : aspettò un paio d'anni. Il placido lago è deserto: deserta fino al suo orlo la grande corte della fontana. La statua di Ulisse die getta il disco, eroica accanto a un carrettino di gelati, fragile in mezzo a questi piani di pietra e d'acqua come un balocco. Mistero immenso di alberi sull'altra sponda: le carpe che boccheggiano e guizzano a fior ilelVacqua verdastra, giocano con due impassibili cigni donati dagli americani. Tutti i pensieri lievi, luite le immagini effimere. Il cappello lasciato su una tavola alla vigilia dell'Elba, solo cupo eroico, simile a un'aquila rifugiatasi tra tanti blbelote per salvarsi dalla tempesta. Gli americani cantano Il pubblico, sebbene il parco rimanga aperto fino a tarda sera, se ne è andato : fuori dei cortili dei saloni dei corridoi ti è cacciato nei torpedoni, è risalito nei treni: Pa: rigi. Nel palazzo rimasto abbandonato ora risuonano le musiche: queste vecchie pietre color grigio-ferro non si sarebbero dette sonore e così piene di echi L'immenso cortile degli addii, che udì il saluto di Bonaparte ai Granatieri la vigilia del primo esilio è chiuso tra due ali di musica. Sto in ascollo: l'organo tenta di sopraffare un quartetto d'archi; un crescendo di pianoforte accompagna il solfeggio di una voce femminile. Le vetrate balenanti al tramonto, le mura del Pallamaglio un po' rosate non riescono a contenere questo respiro gonfio di melodie. Un giardiniere, la falce sulle spalle, cammina in questo fluire di note come in un prato d'erbe artificiali. Gli chiedo la spiegazione di questa musica: sono gli ultimi abitanti di Fontainebleau: americani, naturalmente. La Fiancia, lo vedremo ad altre 'wppe di questo viaggio, ha dedicato molta della sua attività e. lutto il suo fascino ad attirare i parenti più ricchi. Jìichiami intellettuali, sportivi, quelli meno morali del gioco e dei concorsi di bellezza, quelli tragici delle visite al fronte della guerra servono allo scopo. Nel castello di Fontainebleau lui fondato un conservatorio musicale e un. conservatorio di arti plastiche che riuniscono durante i mesi delle vacanze ' studenti nord-americani che vogliono perfezionarsi. Nel 11)18 tu richiesta del Generale Pershing fu organizzata pressò il Quartier Generale A. E. F. a Cltaum.ont, unii scuola supcriore per i soldati americani musicisti: la direzione fa affidala a un. francese Casadesus die portò con sé un gruppo di istruttori francesi. L'esperimento fece cosi buona prova die, finita la guerra e ritornate le truppe americane negli Siali Uniti, il Governo francese pensò di istituire una scuola esclusivamente per studenti americani. Questa fu aperta a Fontainebleau ri*/ 11)21 : nel 1023 fu seguita dalla. sciioln*ili Belle Arti clie riorganizzò qui i corsi che erano slati iniziati e abbozzati allo slesso scopo, nei dintorni ili Parigi: a. Bellevue. Quest'anno gli scolari sono quasi cinquecento. Gl'insegnanti sono tutti francesi e modestamente (.secondo la definizione del programma) « essendo i migliori Ira i francesi sono i migliori ilei mondo ». Americani e americane, non tulli giovani hanno portato qui le sane libertà e il sano -cameratismo dci,callege inglesi. Senza amore .Circa sessanta signore e signorine sono ospitate a Palazzo. (Vanto di poterlo ridire a Oklahoma, o a Buffalo, o ad Alhambra d'aver passalo Vestale coi fantasmi delle Tteginc di Francia!). Gli uomini e altre signore e signorine, alloggiano in città. Puntano i cnrallelli e le tavolozze contro le bellezze romantiche dei giardini; le ragazze non esitano a sbalordire il borghese parigino, aggirandosi chiuse nella tuta o trasvotanti in golf multicolori sulle pietre taciturne della cittadina provinciale tra i palazzi sbarrali deiGran Maresciallo, del Gran Cerimoniere, del Gran Cacciatore Poi, verso sera una fuga di ftiricleffa sfocia in Bue Rogale 19 dot>e una palazzina accoglie professori «studenti nel bianco-azzurro di unoare/u(.»i!u('fl [««rammaricatici. Sulla facciala della elegantissima mensa un affresco raffigura lo sbarco di Colombo in America. Attorno al genovese si affollano gli americani primigeni:, vestili di piume e di pelli e un cartiglio dice : « Poh Castilla t por Leon nufvo mundo piò Colon ». / biondi ospiti nutriti d'audacie, di grattacieli e di carni congelale, non badano all'ironica interpretazione della dottrina di Monroe. Con una gaiezza una libertà spensierata ignota ai latini non perdono un minuto tra lavoro e gioco, tra musica e> sport dalle aule ai eourte del tennis. Si scrollano di dosso tutte le sensazioni i romantìdsmi ^ anticaglie del Castello: un tè, un cocktail, urta bicicletta e neanche un'amante. Che c'entra l'amore con l'arte? Se non si va a Parigi, a letto di buon'ora. E a fine stagione*importano solfeggi impressionismi armonie da dove si sono esportate automobili e pellicole. Cosi, sul limite del giorno, la foresta monta e s'alza come una marea quasi rasentando col brivido delle ultime fronde il margine delle belle nuvole sensuali die l'agosto amò. In fondo ad ogni via della cittadina regale crea una parete di verde simile alla verticale azzurra drizzata dal mare allo sbocco dei carugi nei porti mediterranei. Davanti al Palazzo gli ampli baci ni le piccole chiazze di pioggia in mezzo alle aiole e hmao i viali richiamano accordi violacei dal cielo. L'architettura vegetale di Lenótre muore al margine deUa foresta che si risveglia: se si mettesse in marcia le mura crollerebbero. Fatee di luna: profumo di resina: fischio di un direttissimo in una lontananza nebbiosa. L'ombra della gondola galleggia sovra un silenzio funereo in cui gli addii, gli csilH. le .uccisioni, i di vorzi sono annegali da un pezzo. La voce dell'Imperatore, il riso di Eugenia, l'urlo del Monaldeschi, il. pian lo di Giuseppina affondano giù nel niente. Scivola sul passalo la gondola: grido del gondoliere: Stae! Premi! RAFFAELE CALZINI.