Lo sciopero francese

Lo sciopero francese Lo sciopero francese L'Intervento del Ministro francese Idei Lavoro pare dunque abbia condotto ad una soluzione di compromesso lo sciopero delle maestranze industriali nel Nord della Francia, sciopero cbe durava da un mese, con gravissimo danno degli operai e con relativo vantaggio degli Industriali, i quali sono riusciti cosi ad esaurire, a condizioni insperate, le riserve accumulate in un periodo dì produzione sproporzionata al consumo: ma gli eventi di questo mese di agitazione, che sono stati seguiti anche In Italia con vivo interesse, sono certamente tali da suggerire molte osservazioni circa i metodi e la pratica delle organizzazioni operaie francesi, ed il modo da esse usato per tutelare gli interessi di quanti affidano loro la sorveglianza sulle condizioni del contratto di prestazione d'opera. La coesistenza di istituzioni parlamentari, ed anzi di un regime politico esclusivamente fondato sul Parlamento e sui partiti, con le organizzazioni sindacali che dovrebbero esercitare la loro azione nel campo economico e, indirettamente, nel campo sociale, ha sempre portato, nei Paesi che non hanno potuto superare questo inevitabile dissidio, ad un contrasto pericolosissimo, per il quale i partiti cbe politicamente mirano alla lotta elettorale, alla conquista dei seggi ed alla azione parlamentare, non possono restare indifferenti dinanzi al fenomeno di imponenti masse organizzate in vista delle loro esigenze economiche, ma tali da apparire suscettibili, grazie ad una facile propaganda, ad una penetrazione politica così profonda da poter trasformare, almeno superficialmente, in movimento politico un complesso di aspirazioni eoltanto economiche. Questa intromissione politica nel la organizzazione economica è certamente uno dei fatti caratteristici della evoluzione del tempo che intercorre, fra il secolo XIX ed il nostro, dall'avvento delle forme politiche borghesi e parlamentari nei Paesi europei non giunti al parlamentarismo per una lunga elaborazione di istituzioni quale sì ebbe In Inghilterra, allo sviluppo, di non molto posteriore, di associazioni di lavoratori cresciute accanto alla produzione Industriale e fondate sul concetto dei comuni interessi salariali. Il parlamentarismo, concepito come la forma più opportuna per il governo dei celi borghesi ed intellettuali, svoltosi su quei concetti nel quali ebbero vita le dottrine più vere della rivoluzione francese e del liberalismo conservatore del « gl'usto mezzo », sentì l'insufficienza dei suoi partiti rispetto alle inevitabili possibilità elettorali delle masse sindacate, appena queste avessero preso contatto con la lotta politica 6e non altro con l'uso dei diritti civici relativamente al problema delle pubbliche rappresentanze. • Ne venne, naturalmente, una profonda mutazione nel sistema dei parlamentarismi. I partiti ispirati alle classiche divisioni come quella dei due opposti gruppi inglesi, non bastavano ormai più: e tutti dovevano prendere posizione di fronte alle Organizzazioni economiche, alle quali, grazie alle masse operaie che allineavano, si andavano avvicinando partiti o cenacoli i quali, nella prima metà d"el secolo XIX, erano politicamente di poco rilievo: cioè t teorici del socialismo o del comunismo. Ad un movimento di cui erano chiare le origini, e cioè lo sforzo di un grave pauperismo per ottenere migliori condizioni di vita e di lavoro, era assai facile sovrapporre Una predicazione rivoluzionaria, trasformandolo così in movimento politico, con la propaganda incessante del concetto di lotta di classe, intesa non soltanto come umano ed inevitabile contrasto di interessi, ma come fatale ed incoercibile tendenza ad una reciproca sopraffazione. Così il sindacalismo si asserviva, in seguito alla accettazione di un equivoco fondamentale, ad un par tito politico le cui frazioni rientravano, come rientrano tuttora in molte Nazioni, nell'orbita dei Parlamenti di cui costituiscono l'estrema ala sinistra. Il mito della rivoluzione diveniva soltanto un luogo comune demagogico, e, come avvertirono, a suo tempo, il Sorel ed l critici che ad esso si collegano, le organizzazioni operaie ti trasformavano in massa di manovra di un partito la cui unica aspirazione era, logicamente, date le sue premesse, la conquista del potere politico nei Parlamenti: e l'Italia, oggi, dopo otto anni da che ha saputo superare queste antinomie, se non ha più, fortunatamente, freschezza di espe rienze, può, invece, giudicare di fatti come lo sciopero del nord tran Cose alla luce d'una precisa visione dello perniciose conseguenze delle intrusioni politiche e delle preoccupazioni elettorali, in contrasti ed in trattative che sono di carattere eco nomico, e quindi tali da non aver passim motivo per degenerare necessariamente, e sistematicamente, in conflitti cbe sono la negazione stessa della ragione economica. Infatti nello sciopero francese si ravvisano chiaramente i danni e le assurde posizioni cui può condurre la larga, e non necessaria, orditura politica che si è giustapposta ad enti la cui esistenza era ed è suggerita quale indispensabile fenomeno concomitante alle condizioni in cui si lavora e si produce nella moderna civiltà. Le cause dell'agitazione 6ono notissime: e-quella parte della stampa francese che è contraria alla legge sulle assicurazioni sociali, come avviene nel caso .del Figaro o del Journal des Débats, non a torlo rimprovera l'intempestiva decisione di una riforma sociale, la quale rappresenta un onere sensibile per i lavoratori come per 1 datori di lavoro, proprio nel momento in cui l'inflazione cartacea, conseguenza del troppo basso livello di stabilizzazione del franco, provoca l'inizio di un aumento graduale ma preoccupante del costo della vita in tutta la Francia. II contrasto era certamente grave: ma lo esasperarono le suscettibilità dei capi-parte ed i loro interessi elettorali. La concorrenza fra i sin¬ dacati socialisti, comunisti e cristiano-sociali rappresenta, poi, la più grave fra le circostanze che peggioravano la situazione: e quelli degli operai italiani ohe hanno avuta qualche esperienza di vita sindacale nel nostro Paese, anche pochissimo tempo prima della Marcia su Roma, sapranno valutare assai bene quale peso possano avere, nelle competizioni economiche, i contrasti e le rivalità fra le organizzazioni concorrenti e fra esse e le parti politiche cui si sono alleate. Da una parte, come avvenne a Lilla e negli altri centri industriali in isciopero, deputati e sindaci e capi di organizzazioni preoccupati del loro prestigio sugli elettori passati o futuri; dall' altra politici ossessionati dal la loro esigenza di mantenere il controllo sulle organizzazioni operaie, controllo apparente più che reale, e pagato sistematicamente a prezzo di tali concessioni da fare delle Confederazioni del lavoro veri Stati irresponsabili entro lo Stato; ed ancora gli estremisti, disposti ad approfittare di ogni occasione — e talf loro parve la legge per le assicura /.ioni sociali — per incitare alla iorta di classe, con la convinzione co¬ stante che il peggioramento delle condizioni economiche degli operai e la disperazione derivante dal depauperamento conseguente ad una lunga astensione dal lavoro può sempre essere un'ottima « leva » rivoluzionaria: furor arma ministrat. La probabile conclusione dello sciopero francese sarà, naturalmente, la dimostrazione della impotenza dei partiti politici, i quali, indirettamente o direttamente, agivano sulle organizzazioni sindacali, a risolvere il contrasto economico. Di siffatti dissidi! le fazioni profittano; quindi li esasperano e li rendono inconciliabili. La soluzione verrebbe dall'intervento dello Stato, relativamente imparziale anche se rappresentato da un Governo parlamentare, dinanzi al quale le parti abdicherebbero accettando di rimettere la decisione ad un ministro, ed alle osservazioni dh'esso potrà fare sul prossimo andamento del costo della vita. E cioè la libera contrattazione delle condizioni di lavoro, tanto più se intralciata dalla inevitabile demagogia dei partiti parlamentari, si rivela insufficiente a risolvere, senza l'intervento di un potere moleratore, quello che era, in sostanza, una semplice vertenza salariale.

Persone citate: Sorel

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Italia, Lilla, Roma