Storico castello francese distrutto da un incendio

Storico castello francese distrutto da un incendio Storico castello francese distrutto da un incendio - e e a l e „ e a , i i a a l s i i t - un Danni per oltre venti milioni' Parigi, 19 notte. :n_ .... " ' . . 0Oggi un terribile incendio ha com- dpletnmenie distrutto il castello di FBertangles mi Cle ris rn ed tori "deT'trenc1 Àmiens-DouHensrNòn aJappena, un fattore ed 1 primi soc- fficomtnn poterono penetrare nel ca-:tstello sfondando una finestra, la'qcorrente d aria prodottasi fece sca- mturire ovunque le fiamme ed in un ; ehaleno tutto il castello fu in fiam- pdi 2■fme. 1 pompieri di Rertangles Amiens e di parecchie località v disastro che non termine) se non nel opomeriggio, dopo la distruzione mcompleta dell'edificio. sTp nerrlitP sono pnnrml 11 cn«tel- Plo r^cliidevnrnna nuaniiin d'ope- f10 raccninne\a una quanuin anin sri- d'arte antica di grande valore sin particolar modo del mobilio del I8.0 secolo, dei quadri di Nattier di ria doveva venire tra p tare il castello, di modo che desìi operai ed un campripre avevano proceduto ieri, ad una pulizia com- pietà. Gli operai avevano in parti- colar modo lavate le preziose scul- ture in Icno con un prodotto a h,„ H'ecsonTa tsi rrpdp che un fu- base d essenza hi crede ene in iu matore imprudente abbia pio-socato l'ineendio. La srendarmeria sta prò- cedendo ad un'inchiesta. Eretto nel 1730. il castello era sta- t o costruito interamente in pietra: .„„ rin-.oncrr.rm nra rhe le mura non ne rimangono ora che le mura esterne calcinate La verità sull'espulsione di Jelic ; Due albanesi uccisi alla frontiera da gendarmi jugoslavi Vienna, 19, notte. L'incaricato d'aiìari jugoslavo, signor Markovic, deve essersi accorto subito delle evidenti imperfezioni diplomatiche con le quali ieri un gior-| naie riporto le sue dichiarazioni sul medico croato Jelic, espulso dal Belgio a richiesta del Governo belgrade- se, e fa oggi dire dallo 5iesso giornale che, per.telefono, le sue parole furono mal capite- egli non ha mai asserito che Jelic sia stato in rapporti con ri- ì? ia vivlnte0" emig''al° Cr°at° 'Hla vera Moria rlell'esnnlsione rii;me, durante la riunione del Comitato esecutivo della Lega internazionale studentesca, svoltasi a Genova nello - i a n a " i i l r e o e e a im. a aporo li di oni i m a va ca ri ia te eir u t a a l er ha ei na n i. ul ta a. r ascorso gennaio gli studenti croati si lagnarono della prigione che avevano lagnarono della prigione che avevano dovuto subire per mesi 1 loro delegati alla precedente Conferenza di Buda-.nest Nella stessa occasione eli stu- denti croati elevarono protesteT contro i maltrattamenti inflitti ai loro colle- ghl nelle carceri di Zagabria e do- mandarono infine che gli studenti croati fossero autorizzati a formare una Sezione nazionale a parte, non avendo i serbi il diritto di rappresen-tarli con una Lega studentesca pret-tamente serba. La riunione di Geno- va si chiuse col rinvio al Congresso dl Bruxelles dell'esame delle citate questioni in merito alle quali, nel frattempo, una Commissione compo- sta di un francese, di un belga e di un ìedesco. avrebbe dovuto indagare in Jugoslavia. Dopo continui aggior- namenti. in luglio il francese ed ilbelga partirono per la Iugoslavia sen- za avvertire il tedesco, che. saputa la cosa, si mise in treno da solo, e reca- iosi a Zagabria - città dal francese edal belga evitata! - ebbe la piena con- ferma delle lagnanze croate. I dele- gati croati al Congresso di Bruxelles colpisce i croati minaccia ungheresi e macedoni; in un articolo di un personaggio -4 bene informato» che ungiornale di Belgrado, le Novosti. ha pubblicato col consenso della censura e che l'ufficiosa agenzia Avala si è affrettata a diffondere, era chiaramente detto che se la questione della restaurazione absburglea in I.'ngheria e quella del Comitato macedone non vengono risolte in mera (leggi, second slavi) si finirà con mi. Con l'Ungheria s e no un tono dl una certa correttezza, ma quanto alla Rulgaria, le si fa sa- pere che, rifiutandosi la Società delle Nazioni di intervenire nella faccenda macedone, la Jugoslavia si riserva • mani libere». Al Presidente del Consiglio ungherese, conte Bethlen, un altro giornale di Relgrado, la Pravda, elargisce insulti di ogni sorta. Ora. sebbene il linguaggio della stampa belgradese generalmente non sia nelle questioni di politica estera da prendere sul serio, la Reichspost stavolta vorrebbe fare un'eccezione giacché il contemporaneo apparire degli articoii in giornali uffi diffusione a" agenzia pure ufficiosa, autorizza a ri tenere che si sia in presenza di un'a zione organicamante preparata: « La Jugoslavia — prosegue il gior iciosi e l'immediata loro ll'estero a cura di una naie — à membro della Società delle Nazioni ed ha anche sottoscritto il Patto Kellog- A quanto ci risulta è la prima volta che una Potenza impegnata da tali patti salti fuori a minacciare guerra. Sarà quindi compito della Società delle Nazioni occuparsi del quesito fino a che punto l'uso di un'agenzia telegrafica statale nell'interesse di una propaganda bellicosa risponda allo spirito della Società delle Nazioni. La questione, di carattere prevalentemente formale riveste un interesse di primo ordine. Per quanto concerne il merito della cosa, l'Europa saprà certamente impedire che le "provocazioni di Belgrado scatenino per la seconda volta una guerra europea ». Alla frontiera jugoslavo-albanese presso Anaja 1 gendarmi jugoslavi hanno ucciso a fucilate due albanesi che non avevano ubbidito all'iifcimazione dl fermarsi. Un telegramma da Belgrado dice trattarsi d! due albanene sudditi jugoslavi che anni addietro disertarono in Albania e che evidentemente devono avere tentato di tornare in Patria.

Persone citate: Buda, Jelic, Kellog, Markovic, Nattier