Una giornata tra gli avanguardisti al Campeggio di Bardonecchia

Una giornata tra gli avanguardisti al Campeggio di Bardonecchia Una giornata tra gli avanguardisti al Campeggio di Bardonecchia a a l à è o l i a o a e o a a d a e a e a i i , a e a a e lrBardonecohia, 18 mattino. Circa trecento avanguardisti torinesi, appartenenti alla 285.a Legione « Francesco Baracca • da quasi una settimana hanno popolato una graziosa tendopoli in miniatura, che essi stessi si sono costruita a ridosso del maestoso imbocco della Galleria del Frejus, a Bardonecchia. L'amplissimo spiazzo della Difensiva, che ivi si estende per alcune centinaia di metri di lunghezza, è stato da essi invaso per ogni dove. Nel centro i soldatini dell'Opera Nazionale Balilla hanno eretto le cento tende, che costituiscono l'accampamento; nelle costruzioni adibite come sede del manipolo della Milizia Confinaria di stanza a Bardonecchia, essi hanno allogato degnissimamente il Comando della Legione e del Campeggio, la mensa degli ufficiali, il servizio medico, gli alloggiamenti, le cucine, la dispensa, la fureria. Il tenente Giuseppe Milanini, che comanda il manipolo di frontiera, si è lasciato invadere la propria sede, non solo, ma si è prodigato affinchè l'invasione riuscisse perfetta in ogni particolare, restringendosi in un cantuccio, per porre a disposizione di quell'esercito di frugoli in camicia nera, case e materiale d'ogni genere. Il suo volto emaciato e glabro di uomo uso a vivere nella silenziosa solitudine della montagna, si è spianato, e le sue rughe severe e pensose si sono addolcite fino ad abbozzare un continuo sorriso di compiacimento. Egli lascia che i > ragazzi •, con quello spirito di iniziativa che è ormai la loro principale caratteristica, gli saccheggino tutto quanto ha, per rendersi la dimora più comoda e piacevole. E i ragazzi, senza farne le mostre, hanno accolto la tacita e benevola concessione, con un entusiasmo encomiabile. o a cti ti a. sn di ai neCinematografo • radio Dato un rapido sguardo all'intero campeggio e ai servizi logistici inerenti, l'ammirato stupore del curioso estraneo non può estrinsecarsi che in una sola domanda: che cosa manca ancora? A tutto si è incredibilmente pensato: fino alla illuminazione elettrica, al cinematografo, alla radioaudizione. Infatti, mercè perfetti impianti costruiti naturalmente da alcuni avanguardisti sotto la guida del caposquadra Orsi, poco discosto dall'attendamento, funziona una stazione radiofonica, la cui orchestra è tutta in un grammofono, al quale sono collegati numerosi alto parlanti posti in ogni angolo del campo; e una centrale elettrica, che distribuisce l'energia alle parecchie lampade illuminanti lo spiazzo durante la notte. Quasi ogni sera, poi, la libera uscita viene dagli avanguardisti usufruita per assistere alla proiezione cinematografica, che alcuni giovanetti esperti eseguiscono per la gioia dei loro meno esperti camerati. Ieri la vita intensa del campo s'è resa ancora più febbrile, per la visita del prof. Eugenio Canepa, Presidente del Comitato provinciale dell'O.N.B. Egli giunto da Torino assai presto, ma non tanto da sorprendere i ragazzi alla sprovvista. Il campo, ripulito da capo a fondo, riassettato nelle tende e nelle dipendenze, pareva allora allora impiantato. Ogni cosa era al suo posto, come ogni avanguardista, e la normale attività vi si svolgeva in un ordine perfetto. Torna II bai tampo Fatto ritorno al campo, in un attimo postisi a dorso nudo, essi hanno goduto della libertà loro concessa di dare inizio ai giochi, in attesa dell'ora del primo rancio. Solo allora essi hanno circondato il prof. Canepa e gli hanno improvvisato una fragorosa dimostrazione a base di grida augurali. Il prof. Canepa, così paternamente vicino ai suoi ragazzi, ai quali dedica ogni energia e tesori di organizzazione, si è vivamente interessato delle loro condizioni di via. Ognuno degli interrogati ha risposto, affermando il più schietto entusiasmo per la vita del campo. A renderlo interessante e piacevole, aveva saggiamente provveduto il comandante capo manipolo M. Testa, coadiuvato dai suoi ufficiali capi manipolo Mazzal Ghiano, Opezzi per le centurie dei torinesi, capi manipolo Gagliardi e De Bonis per la centuria di Carmagnola e il manipolo di Pinerolo. E così piacevole si è svolta la permanenza, che l'ufficiale sanitario del campo, capo manipolo A. Ferrerò, medico espertissimo, e quindi riguardosissimo ha dovuto trasecolare nei giorni scorsi, per la resistenza a tutta prova op posta dai giovanetti al mal lenti che anche a Bardonecchia è iinperv.'t sato come su tulle le nostre .nomaci Fu un collaudo vero e proprio alla fibra dei ragazzi — ci ha egli delio ed io sono stato assai lieto di lasciare pressoché inoperoso il mio Ai tante sanitario, il milite Ragni, di fresco laureato in chimica tarmacelitt ca. Oggi il bel tempo è tornato e pare vopjlia- continuare a mantenersi su serio. In queste condizioni il campeg gio sarà il regno della letizia. La festa al campo Le cucine fumigano: da esse parte un profumo appetitoso. E' giunto il momento del primo rancio. Il professor Canepa, interrompe una partita a bocce, iniziata cori due avanguardisti, e sopraintende, con il comandante Testa e rufflcin'e di picchetto, alla di stribuzione. 1 giovinetti, allineati nel l'ordine ternario, si presentano alle marmitte, ne traggono le gavette col me, e tornano alla tenda per consti mare la refezione. Questa consiste in una abbondante razione di pasta asciutta, di duecento cinquanta grammi di pane e frutta in conserva e cioccolato. Nelle prime ore del pomeriggio s! inizia la festa al campo, il cui programma offre una partita di cali io giocata tra una squadra costituita dei gncgfasstdmspcptsddsFasgmcpmrcvlgt■ètrttcgspgrfnalPdtCutdastudaddslzpippo giovinetti della Casa Benefica di Torino, e undici altrettanlo indomiti giocatori, tratti dalla centuria di Carmagnola. La partita arbitrata dal professor Canepa — e non puteva essere altrimenti — si chiude senza alcun risultato positivo. La rete delle due squadre rimane inviolabile e inviolata. Segue una corsa podistica, vinta da un aitante avanguardista di Carmagnola. Durante lo svolgimento delle conlese gare, andiamo a zonzo per il campo, in compagnia di due giovani amici, che si sono cortesemente offerti, per fornirci le delucidazioni occorrenti. Essi portano i galloni di caposquadra, e sono addetti al comando del campeggio: sono quindi i più iti dicati illustratori che si potessero desiderare. Il primo, il capo-squadra Frullani, abitante in corso Peschiera, a differenza della maggior parte de' suoi camerati, che sono operai, è un giocane allievo delle Scuole Compie mentari; l'altro il oapo-squadra Marchisio, abitante nelle vicinanze del primo, studia presso le scuole commerciali. Essi ci conducono ad ammirare i particolari dell'attendamento: ci spiegano il funzionamento del servizio postale de] campo, e ci esaltano la cassetta per le lettere, appesa all'ingresso. CI fanno con.stata.iie come la tenda, che porta la visibilissima scritta ■ prigione » sia oggti vuota ; come vuota è queUla assai più ampia, su cui sventola una bianca bandierina, crociata di rosso. Tutto ciò che costituisce l'intimità della vita al campo, ai viene garbatamente svelato dai nostri piccoli amici. Teniamo così a conoscere che, fra gli altri, un ragazzetto di Settimo, cestinaio di mestiere. Belimi Attilio, ha portato con sè la medaglia d'argento, guadagnata dal babbo morto in guerra, che il camerata Michele Agnesina, figlio di un operaio metallurgico, è venuto al campo, perchè il prof. Canepa acconsentendo al vivissimo desiderio di lui, espresso irl'una lettera inviata al Presidente, gli aveva offerta la quota di iscrizione: che il più picoolo di statura fra tutti, è il falegname dodicenne Cavetto Giuseppe, alto appena quanto un moschetto e perciò non ancora adatto a montare la sentinella; che la ronda della notte, alla quale sarebbe stato affidato il compito di perlustrare il pae se alla ricerca dil qualche stordito ri tardata-rio, sarebbe stata composta da un capo-squadra e da due avanguardisti, i cui anni sommati assieme non avrebbero raggiunto quelli di un uomo di media età, che nella seconda tenda della prima fila, due giovani elettricistó, servendosi di pile p di piccolissime lampade, si erano procurata l'illuminazione elettrica sotto la tenda alilo scopo preciso — c di giocare alle carte, dopo il silenzio » —.E mille altri gustosi particolari. L'ora della melanconia Uno squillo di tromba ce li fa scomparire dal fianco. E' l'ora del cambio della guardia. I giochi sono finiti: il sole scompare rapidamente dietro levette. Frullani e Marchisio corrono svelti a battere a macchina il nuovo ordine del giorno e la composizione del picchetto che monta. Mentre gli ufficiali congedano il podestà di Bardonecchia, rag- Allemande e l'ing. Gambotto, membro del Direttorio federale, che hanno assistito alle gare, un nuovo squiiHo di tromba chiama all'adunata. E' l'a ammaina bandiera ». I giovinetta salutano la bandiera, che scende dal pennone, irrigiditi sull'attenti oppure presentando le armi. Fra poco sarà anche l'ora della melanconia. Qualcuno, nei primi giorni, pensando alla mamma lontana e aliti notte da trascorrersi sotto la tenda, si lasciava prendere da una punta di tristezza e immusoniva. La bianca e vigile figura del frate compariva a rasserenare i musetti abbronciati, con qualche parola affettuosa e qualche dolce. Da quando, però, la notizia si risaputa, i melanconici si sono moltiplicati. Questa constatazione non è nostra: è di Frullani, che è ritornato con il compagno al nostro fianco. Egli ha una grande notizia a darci. Cinque avanguardisti della 285.a Legione, da Torino, domani raggiungeranno il campo in bicicletta. Corre voce che il Comando voglia porre il loro nome all'ordine del giorno... Alcuni altri, ancora, giungeranno di nascosto, a piedi, fra qualche giornoDovrebbero già essere partiti dalle loro case ; ma è un segreto. 11 loro arrivo sarà una improvvisata per tutti glufficiali, e specialmente per il comandante. Promettiamo naturalmente dmantenere il più assoluto riserbo in proposito. E' giunta anche per noi l'ora dl ab bandona.ro il campo: con noi partirà il gruppo di Pinerolo, accompagnato dal cupo-manipolo De Bonis, per fare ritorno in sede. I nostri amici hanno saputo della nostra partenza, e vengo no ad esprimerci con discrezione il lo ro disappunto. Si erano già interessati, per procurarci le lenzuola di bucato: avremmo potuto dormire con glufficiali; c'era posto ancora! Ma non si può: bisogna partire. Chiediamo loro se occorre qualche cosa in città: « Nulla ; — ci viene risposto — scriva solo sul giornale i nostri saluti alla mamma; dica ancora che stiamo bene e siamo contenti — Vi piace tanto la vita del campo? Non vi è dura la disciplina? — Sì, è dura ; — risponde Frullani — ma è bella... Mentre il treno ci riporta in cittàe le note di un inno escono, non sempre azzeccate appieno, dagli strumenti che i pinerolesi suonano con rinnovato calore, nell' attendamento dBardonecchia tutto per certo taceràSolo le vedette, ravvolte nei mantelle nelle coperte, cammineranno ai loro posti di guardia: la bianca figura dpadre Daffara o dell'ufficia le d'ispezione scivolerà nel buio, per portare a loro una parola di lode e una tavoletta di cioccolato. M. S.