Un discendente degli imperatori dell'Ellade

Un discendente degli imperatori dell'Ellade Un discendente degli imperatori dell'Ellade i n Un discendenSARAGOZZA, agosto. Nell'uragano impetuoso che ha estirpato d'un soffio dallo scacchiere ino- sVunarehico europeo dinastie e dinastie ilregnanti per secolare diritto alavico e divino, è rimasta travolta una famiglia le cui imperiali origini si perdono nelle prime brume del millennio, che ora volge rapido alla line. La real famiglia s quella del Lascaris. Vantano discendenza dal principe Emanuel*, sovrano nell'anno 1000, i cui antenati — gli Argeadi — governarono la Macedonia. Tra le figure della progenitura illustre campeggia Teodoro l proclamato imperatore in Costantinopoli. Questi fornì più d'un sovrano all'impero ellenico, tra cui Giovanni Ut che la Chiesa venera come santo e Costantino XI imperatore di Bisanzio ed ultimo d'Oriente. Ma il generale areco Michele Paleologo rovesciò la dinastia del Lascaris e all'ultimo imperatore, Giovanni IV, non restò che rifugiarsi in Italia. Qualche anno appresso, ad onta di tutto, i Lascaris rimisero piede sul suolo patrio, sino a che l'impero, agognato dai turchi, cadde Irrimediabilmente in potere degl'infedeli. Una gita in volo Alberghiamo talvolta In seno corpi estranei di cui non avvertiamo e non sospettiamo minimamente la presenza e la vita. All'istante della scoperta rimaniamo preda della stupefazione. Questo raramente avviene, ma capita. Cosi & del Lascaris. Vivono in questo paese da anni ed anni e la Spagna non se n'era affatto accorta. La voce d'un giornale di provìncia ha rivelato la loro parca esistenza in Saragozza. Saragozza: cuor d'Aragona, culla del preziosissimo tempio di Pilar, patria della famosa « jota », danza e canto popolare cosi bello e animante che il Ministro di Grazia e Giustizia oggi propone: «Me declaro partidario de que la Marena Real. en ocasiones. sea substitulda por la jota, porque no hay nada que llegue tan hondo al sentimiento espano) corno ese cantar». E' « La Voz de Aragón » che ha pubblicato l'informazione. La distanza intercorrente tra Madrid e Saragozza è breve in ferrovia. Brevissima in volo. Un'idea. Domani dovran giungere da Pau, con un balzo sulla cordigliero dei Pirenei i moscerini che s'ìnseguono sulla scia del Circuito internazionale di Turismo aereo. Discenderanno a Saragozza* per controllo, ripartiranno per Madrid e per Siviglia; dall'Andalusia torneranno a Madrid e poi qui ancora, tra due giorni, per dare un addio a Saragozza « lanciarsi celeri verso la cordiglUra iberica, sino a Barcellona; e dal Mediterraneo lascieranno la Spagna, volando alla volta delle Arene di Nlmes. Da almeno dieci giorni il nostro ricco amico proprietario di un velivolo insisteva a dirci, (elice come una pasqua, che martedì dall'aerodromo madriteno di Gelate prenderà le vie dell'aria per Saragozza, ove a mezzodì cominceranno a giungere i suol eroi di tutte le Nazioni. Lo sa tutto il caffè, ov'egli passa dieci ore della giornata. Ci ha stancalo con que sta sua petulanza a ripetizione e ab blam dovuto invitarlo a cambiare'di sco. Ora d'un tratto ci accorgiamo che può esserci utilissimo L'idea: tentiamo? Tentiamo... Un colpo di telefono. « C'è un cantuccio, a bordo, per un peso leggero?». L'interlocutore a distanza dice di si, con gran cuore e l'eterna giovialità. Un palo d'ore di volo. Slamo sui tetti della città natale del tenore Fleta. Poco dopo atterriamo al Palomar. Minuti più tardi, ci aprono alla porta dell'av vocato e procuratore don Eugenio Lascorz. Nelle vene di questo signore to gato, fluisce sangue di re. E' pretendente al trono di Grecia E' S. A. I. il principe Eugenio Lascaris, figlio del principe imperlale di Misia, Morea e Tenedos, Emanuele Lascaris, già morto, che si era sposato con una dama della nobil famiglia dei Labastidas fissando in Saragozza la sua residenza Sua Altezza Imperiale Nessuno, assolutamente nessuno, co nosceva la storia romantica del principe Eugenio Lascaris. discendente diretto degl'imperatori bizantini. Completamente ignoranti del suo lignaggio reale furono gli studenti dell'Uni versttà » ccsarauguslana » di Saragozza all'epoca in cui il principe vi era alunno che eccelleva, ottenendovi un premio straordinario e addottorandosi col massimo dei voti e la lode. Il principe esercita l'avvocatura da alcuni anni e in Saragozza ci dicono che notoria è la rettitudine dì giudizio del procuratore Lascorz ed è grande e legittimo il sue prestigio. — No, no, già suppongo di che sì tratta. V'assicuro che non ho più illusioni circa i mici diritti al trono di Atene ed ha abbastanza turbato il rit mo della mia vita provinciale la -notizia apparsa sul quotidiano di qui... Mentre si schermisce, quest'uomo che d'una sola occhiala giudichi non iióssa essere che prototipo di bontà. drlccmsgnspagblmuniqnmscgvoezrrCAngnTnn semplicità e correttezza, volgiamo tutVintorno lo sguardo. Ci troviamo in uno studio severo, soffocato dal libri. le pareti occultate da una moltitudine di manoscritti greci, pergamene, armi riproduzioni di quadri celeberrimi, belle vedute di Costantinopoli, un complicatissimo albero genealogico della secolare famiglia dei Lascaris. — Sono cose molto intime, credetemi. Volevo che qui. nessuno sapesse la storia dei Lascaris. Non sempre la gente comprende bene talune situazioni. La « Voz de Aragón » ha già troppo spifferato e qualcuno potrebbe interpretare quest'informazione come un affanno di esibizionismo, prendere a gabbo cose che sono mollo rispettabili, mollo serie, e allora... Brilla, di tra le lenti a molla dell'avvocato principe, basso e paffuto, come uno sprazzo d'indignazione. E' solo un attimo. La serenità di sempre torna al suo viso, non appena si odono i vagiti d'una creatura vicina. E' il quintogenito, venuto al mondo or sono pochi giorni: una bambina, la prima che gli 'abbia procurato la sua consorte. Anche il fisico della principessa, come risulta da un ritratto, ha subito gli effetti della vita sedentaria in provincia. Appartiene a una famiglia di origine slava, che risiedette a Valenza e posteriormente si stabili a Saragozza. Dal matrimonio sono nati: Teodoro Eugenio Emanuele, principe ereditario, chiamato « il Diadoco », di 9 anni; Costantino Giovanni Alexls, settenne; Alessandro Michele Demetrio, di 6 anni; Giovanni Aracadio Basilio, di 4 anni; e la bimba, che ha visto la luce di fresco. — Chissà se la Grecia tornerà al regime monarchico! — Non so, lo ignoro; nulla posso assicurare. Ciò che mi consta è che laggiù esistono molti partigiani della monarchia. — E svolgono un movimento profìcuo? A favore di chi sarà il trono? Vi si installerà la famiglia straniera? Trionferà alfine la principessa Eugenia Niceforo Commeno? Ovvero saranno riconosciuti i diritti dei Lascaris? Sommerso dalla valanga di domande, si limita a dire: il Io nutro fiducia». Poi soggiunge: « Grandissima è la fede che ripongo nell'avvenire della mia razza. Il popolo greco è radicalmente monarchico e se ha accettato come buono il regime attuale, lo ha fatto per scuotere il giogo di quella famiglia straniera che, credetemi, non tornerà, non potrà più prevalere. Tanto meno può mantenere intatte le sue speranze la principessa Eugenia. Figuratevi, vaper gli ottantanni, è logora, ha lottato Dio sa come per raggiungere il trono e, adesso, per (orza, ogni di più declina. Ma poi credo che la Grecia volgerà gli occhi al diritto storico, che mi concede la discendenza naturale e la precedenza indiscutibile nella grande dinastia ellenica. Però, non cerco nulla per me e la min azione si riduce a difendere l diritti legittimi che non posso sottrarre a mio figlio ». Il Diadoco Irrompe saltando nello studio il ,Diadocot irrequieto, il principino Teodoro Eugenio Emanuele. E' vestito da marinarono. Occhi vivi, foìidi, non privi di luce. La luce è del resto negli ex-libris dei Luscaris: « Con la obscuridad, espero la luz » ; e a quclV espero gli spaglinoli, attribuiscono significato tanto di attesa quanto di speranza. Nel fondo della stanza, un grande armadio. E' socchiuso e lascia intravedere montagne di cartelle rosse, dai cui orli sporgono cataste di documen-i ti, di lettere, di ritratti e cartoline. Evidentemente, i proseliti del principe devono scrivergli periodicamente dalla Grecia per dargli conto della situazione politica e spronarlo, può darsi, a lavorare in prò' del riconoscimento dei suoi diritti. Non sfugge alla vista un proclama appeso a una parete. E' sormontato da uno stemma reale con nel mezzo una croce che rassomiglia a quella tozza di Elvezia. Ai lati dello stemma, il ritratto del pretendente al trono e quello del principino ereditario. Il proclama comincia così: « Hellènesl Au moment critique où l'ambition des partis inet là Patrie en danger et la pousse a l'abime, c'est a ses enfants qu'il imporle de résoudre le problèma national. Jusqu'à ce jour auL-uno solution n'a été trouvéc et n'otre pays attend avec impatience le calme et la sécurité. Enfatits de la Grande Hellade, soucieux de l'avenir, aprés avoir procède avec la plus grande im-partialité, nous vous proposons aujourd'hui la restauratici de la grande monarchie hellénique, digne descendente...», ecc. — Dicevate di aver dimesso ogni illusione... — E lo confermo. Invitato ripetute volte a visitare il mio paese, non ho mai voluto aderire alle preghiere insistenti. Questo proclama è vecchio di sei anni. Nel 1921 credetti veramente possibile la restaurazione del. trono di (irretii ni Lascaris. Vi tu. allora, nel4 mio paese, un movimento molto intenso a mio favore. Vennero pubblicati manifesti vibranti in occasione del plebiscito che doveva decidere Ut sorte della nazione, e in essi si diceva: Vìva S, M. Eugenio l. lenimmo re nostro!». — Ma perchè dunque rimaneste a Saragozza? — Mi limitai a com.pila.re il proclama che avete letto e non volli in alcun modo violare il silenzio di questa città. Sì e no mia moglie seppe che ifi Grecia stava svolgendosi urta campagna di tanta ampiezza in favor nostro. Il mio mutismo è stalo assoluto in ogni contingenza della vita ateniese. — Ah! Ah!! Congedo La figurina del principe infantile, dalla capigliatura romantica, U viso fine e gentile: scompare. Va di là a tener compagnia ai più piccoli. Lo vediamo per l'ultima volta. Che avvenire è riservato a questo fanciullo discendente dalla famiglia imperiale di Grecia? Si raccoglierà, come suo padre, nei lavoro oscuro della dimora di provincia? Lo eleveranno al trono dell'Eliade i leali dei Lascaris? Vi è qui un enigma che fluttua, interessante e romanzesco, nella solennità di questo studio colmo di pergamene, di stemmi e d'armi. Don Eugenio lascorz non vuol più alimentare l'infinita curiosità che ci pervade. Ci conduce sotto a. un trittico. « Appartenne al conte di Tasticheff. amico intimo dell'ultimo Zar di Rus4 sia, fucilato in Siberia alla stessa epoca del suo Sovrano... », E' il momento del conaedo, è chiaro! II timore non cessa di abbandonare il principe: — Dunque, quello che ho detto è puramente confidenziale, mi raccomando. Mi aduggia il pensiero che oli amici miei abbiano a tagliarmi il passo nella strada, per dirmi: « Ma guarda un po' come tenevi nascosto tutto que sto! ». E meno male se nel biasimo non si confonderà un certo risentimeli to dubbioso o la strizzante nota di malignità. Insomma, non una riga sui giornali!! Me ne date la speranza? — La certeza, Allegati — rispondia mo, categorici, con la lingua contro i denti di sopra, che la ci dolce e le zeta si pronunciano soltanto così. D. L. PARI8ET. vdassnicdcdpsIbtsncnpdsprfdLrdmdpmctcnscnrledmpmgci«lssdmqmddcd