Ferragosto in città e in provincia

Ferragosto in città e in provincia Ferragosto in città e in provincia Pellegrinaggi religiosi e comitive di gitanti Festa popolare Va mattinata di ieri, rallegrata da ttn Cleto tino e da una temperatura avètt autunnale, ha visto le ultime ondate del varienti, che ti recavano a passare il Ferragosto in campagna, 01 monti ed al mare. Particolarmente affollati erano l treni di Aosta, e quelli di Suso. Saturalmenle le partenze si sono avute tutte coi primissimi convogli e il può dire che alle ore 9 t'esodo era terminalo. Le stazioni sono ritornale tranquille, anzi assai più tranquille del solito, li numero dei partenti col treni successivi è stato poi quanto mal scarso ed assai interiore, naturalmente, a quello degli altri giorni. Il servizio ferroviario si è svolto in modo perfetto; nè ritardi, nè affollamenti eccessivi. Era infatti stato appuntato per ooni treno il numero sufficiente di vetture ed è stato quindi possibile il regolare tncarrozzamento d»t viaggiatori, il lavoro agli sportelli del biglietti si e svolto con tutta regolarità, nè 'si è avuto occasione di osservare le tanto famigerate « code » che in altri tempi raggiungevano lunghezze inverosimili, mettendo a dura prova la pazienza dei loro componenti. Come si t detto, il numero dei viaggiatori che hanno lasciato Torino in questi giorni, nelle sole stazioni delle ferrovie dello Stato, ha toccato i centomila. Tuttavia, per quanto riguarda le partenze, il movimento ferroviario è stata un po' meno intenso che non negli anni scorsi, dato che l'esodo si è evolto in diversi giorni. ' II Ferragosto è venuto del resto, a cambiare gradatamente il suo aspetto negli ultimi anni. Prima era la testa idi breve durata, che la tradizione richiedeva si dovesse passare fuori della citta; la scampagnala che durava una giornata o lutto al più due; l'esodo contemporaneo di una fiumana di aente che prendeva d'assalto, nello spazio di pochissime ore, tutti i convogli disponibili. Di qui era inevitabile che il movimento si svolgesse in maniera affrettata, spesso disordinata. Il servizio veniva ad essere congestionato dall'affollamento di una moltitudine che aveva fretta e che voleva assolutamente non perdere neppur iin'orà' della giornata festiva. Adesso invece il Ferragosto, almeno per mol tissimi, dura una settimana; officine, attende- d'ogni genere, uffici, negozi, si chiudono infatti per un periodo di . diversi giorni e le ferie non si limi taho ormai più per nessuno alla sola giornata del Ferragosto :ti:t>el resto,- se te partenze non sono IttHe •contemporanee, saranno invece tbntemporanei o quasi, gli arrivi. Per jfernwitóa scria....sj.Mende to. valanga atì.rìià^hanti.i.Quau sceglieranno 7iaiwalinerilR, in grandissima parte, i treni ultimi per ritornare in ' città. E' . ter la sera di domenica le Ferrovie prepareranno quindi tutto il necessario materiale rotabile, perch/t la... valanga arrivi regolarmente a destinazione. Il numero del ritornanti di ieri sera t stato invece molto scarso. Ita citta conserverà dunque ancora per due giorni l'aspetto caratteristico che suole assumere in questo periodo; un po' accentuato forse, quest'anno, ter il crescente numero dei negozll, che effettuano il periodo delle ferie, rimanendo chiusi diversi giorni. Fra questi si sono aggiunti anche quelli di generi di Monopollo, che sono stati autorizzati alia chiusura secondo un 'turno prestabilito. ti tempo, che nel giorni scorsi non era'molta propizio a coloro che attendevano pazientemente questo periodo per godersi una meritata parentesi di riposo e di svago, da ieri è diventalo 'Clemente. Più clemente che mai, poi, per coloro che sono rimasti in città a godersi la tranquillità urbana, la quale non è mal così grande. Negli altri anni era usanza rimpiangere coloro che in questi giorni erano costretti a rimanere tra le « affocale » mura cittadine. Ma quest'anno -il affocalo non c'era proprio niente. Un'arietta settembrina, un sole più che sopportabile. Del resto, ancora pochissimi . giorni fa, durante le ultime pioggle, si sono viste in giro delle persone in soprabito e nessuno se ne è meravigliato. Come si è cominciato poi a notare fin dagli anni scorsi, va crescendo, eia pure in modo relativo, il numero del-buoni contadini che, nel giorno di Ferragosto, dalla campagna vengono •in città. Molti ristoranti, trattorie e ri- 'trovi, il sono infatti trovati ad avere vn numero affatto imprevisto di nuovi ■-Clienti. Le piazze, i dintorni dei monumenti ed il parco del Valentino sono -itale le località preferite da questi turisti in manica di camicia che hanno avuta la città tutta per loro... Rettifichiamo : tutta, proprio tutta, no, , poiché anche ammesso che ferrovie e automobili avessero portato fuori due- ; centomila persone, a Torino saremmo sempre rimasti in quattrocentomlla. Pochi, ma buoni. Diecimila persone a Leynì • per il terzo centenario della Madonna delle Grazie . .-Molti di coloro che ieri avevano sta.• telato di recarsi a Leynl per la celebrazione del terzo centenario della .'.Madonna delle Grazie, si sono trovati nella necessità di dover 0 raggiungere quella località con mezzo prò-prio. o rinunciare alla gita, e ■ ciò perchè il servizio di autobus, .(.tri base ai criteri addottati profi- 0 ieri, (giorno in cui qualunque servizio di trasnorio avrebbe dovuto essere intensificato), na faito rimpian■-.tété seriunienie In tanto deprecata ••'tritelliera Basta considerare che doi;<et>. le 9,30 circa del mattino e tino verino ■■ mezzogiorno : gitanti non hanno trovato un autobus che II portasse * Levili: e da Leynl, dalle 13.22 circa '•.JTnS'Vnó io?n niìì nessun autome7?o fpvSo aWVolla di Torino "° • JrSm comunque se è. mancato qualche centinaia di torinesi, la festa della Madonna delle Grazie è riuscita ugualmente Imponente per l'inter.vento di oltre diecimila persone [.-jve.rilenti da tutte le località del Canave,,'Be. e specialmente dal piccoli paesi pi fi vicini. Per la prima volta la statua «Iella miracolosa Vergine è stata ieri portata in processione per le vie del paese vistosamente addobbate ed lu¬ i ' fiorate. L'avvenimento era. vivamente atteso, ed ba raccolto attorno al Santuario, dove è custodita la prima immagine della miracolosa Madonna dipinta sul pilone dell'apparizione, une (olla enorme di devoti, che ha ascoltato In religioso silenzio la calda ed affascinante parola di S. E. Mons. NIcolao Filone, vescovo di Alessandria, il quale ha rievocato 11 miracolo della Madonna. UIl sordomute ohe vide la Madonna Trecento anni fa — vuole la tradizione—e Decisamente l'anno 1630, il terribile flagello della peste infuriava in Italia ed all'estero. Leynl, come Torino e le altre località del Piemonte, ne fu colpita gravemente, Le famiglie venivano distrutte; nulla valeva a frenare il terribile morbo che Infieriva senza un istante di tregua. Leynl leva dirsi ormai un cimitero. I cadaveri insepolti, con il loro fetore, intestavano l'aria. Furono mesi di dolore, di angoscia inenarrabile, di lutto profondo. La tradizione dice che poche furono le famiglie superstiti: appena cinque. Giorno e notte, la popolazione at: territa pregava la Madonna per ottenere die il flagello cessasse. < Ed ecco —- continua la tradizione — che un giorno il sordomuto della famiglia Regina si trova nei campi, appena fuori di Leynl, di fronte ad un pilone in cui sta dipinta la Madonna, mentre con la mente prega e col cuore semplice e buono rivolge i più candidi pensieri 1 Maria, una luce splendida più del sole, una Signora dì grande Maestà, accompagnata ad ineffabile soavità, si fa a lui davanti. Il Regina esterrefatto piega il ginocchio a terra, abbassa le mani in supplichevole preghiera, guarda estatico la Signora» bella che gli sta davanti; non parla perchè la sua lingua è muta, e nulla ode d'attorno a sè perchè le sue orecchie sono sorde. Ma il suo cuore batte forte, in uno slancio che è più che preghiera d'un figlio ad una madreLa signora si avvicina al sordomuto, allunga la sua mano pietosa, mette una corona dell Rosario al collo del poveretto. Un brivido corre a lui per le vene, tutto il corpo si agita, un miracolo è avvenuto, è un grido eli gioia, di ringraziamento, di lode che esc? da quella bocca muta fino allora, e pronuncia per la prima volta l'Ave Maria. Egli sente, con quelle orecchie Ano allora sorde, la voce di Maria che assicura la fine della peste, « La Madonna — dice la tradizione — in ricordo di quel prodigio domanda che venga eretto un Santuario in Suo onore e in ricordo delle meraviglie operate in quel giorno. Disparve l'apparizione, s'alzò festante il giovane miracolato, che si precipitò nel paese cosparso di morti e di moribondi, gridando ai pochi superstiti al miracolo. La peste cessò ». Fin qui la tradizione. La fama dell'accaduto si sparse rapidamente. Accorsero a vedere la Madonna miracolosa non solo la gente di Leynl. ma anche quella dei paesi vicini e lonta ni. .IL Pilone-.tu/jepperto da una^ra ziosa cappolla e--fu-la mèta di ina .Ulti pcllegrinagfci..GDà allora irwflKSL' Leynì ebbe il suo Santuario Nel 1750, in seguito a generose elargizioni del sacerdote Michele Mafie!, il Santuario venne ampliato. Vi fueretto l'altare maggiore in marmo e gli altari laterali di San Giuseppe e San Avventino. Nel 1880. quinto cinquantenario del prodigio, si decorò a nuovo il Santuario; il pittore cav. Rodolfo Morgari dipinse la magnifica figura della Vergine nell'ampio medaglione della vòlta. Intervenne allora Sua Eminenza Rev. Mons. Giovanni Vasarotti, Vescovo di Pinerolo, per i solenni pontificali e per la processione. La processione per le vie del paese Ieri, come abbiamo detto, per la prima volta, coll'intervento del Vescovo di Alessandria, la statua della Vergine è stata portata in processione attraverso lo vie del paese. Il simpatico e laborioso centro agricolo, por l'occasione aveva assunto l'aspetto di insolita festosità. Tutto le vie. nessuna esclusa, erano state addobbate con festoni multicolori e con fasci di bandiere e stendardi dai colori nazionali appesi ai pennoni appositamente eretti nella notte precedente. Dai balconi, dalle finestre, pendevano ricchi e sgargianti tappeti adorni di frange dorate. Già dalle prime ore del mattino, il santuario della Madonna delle Grazie è stato la mòta continua di fedeli clic si sono soffermati ad ascoltare le messe e dove i bimbi da S. E il Vescovo hanno ricevuto la Cresima Alle 10 precise, dopo la Messa so lenite, celebrata da Mons. Filone, as^ sistuo oltre che dal teologo Gioda. prevosto da tutto il clero locale, la statua della Madonna, portata a spalle, e preceduta da una lunga processione di devoti, dal Vescovo, dal clero in sacri paramenti, dalle autorità locali, ira le quali si notavano il Podestà cav. Violante, il Segretario del Fascio. 1! Comandante della locale tenenza dei RR. Carabinieri, dalle rappresentanze di tutte le Associazioni locali, ha percorso, fra due ali di popolo inginocchiato, tutto il paese, facendo quindi ritorno, poco dopo le ore 11. al Santuario. Quivi, la Madonna è stata esposta davanti alla porta principale, sotto un ricco baldacchino cremisi. Nel frattempo, nel piazzale davanti al Santuario e lungo buon tratto della strada provinciale, si erano raccolti gli abitanti di Leynl e circa diecimila pellegrini, -per ascoltare l'orazione di S. Em. Filone. Fra i festeggiamenti che erano in programma, uno era di particolare Interesse per la sua caratteristica. Si trattava della corsa dei carri che doveva aver luogo alle ore 12, terminate cioè le funzioni religiose della mattinata. Purtroppo lo spettacolo folkloristico non ha potuto avere il suo svolgimento poiché alla partenza si è presentato un solo concorrente: un carro a quattro ruote, vistosamente addobbato, attaccato al quale erano due superbi cavalli con due pennacchi non meno superbi e gualdrappe ricamate. Naturalmente, mancando ul- , ,n concorrenti, quel carro è stato il' vìnc-!°" e come tale ha percorso leW vie da paese fra «'ammirazione delL i leynlcesi Alle 17 poi. dal Santuario, si è mos-Tsa una seconda nrnepeslnno a/i il Vo ?V,o i^-??..E ,eess,one-,«) ''.ye"! scovo ha Impartito la santa benedizio-; ne. Alla sera le vie sono state sfarzosamente ed artisticamente illuminate e, In un prato nel pressi del Santuario, ha avuto luogo uno spettacolo pirotecnico. , Il pellegrinaggio al Rocciamelone ostacolalo dal nonio o dal mal di montagna Un Vescovo colpito da indisposizione Quindici contusi a ' Quest'anno la tradizionale processione che da Susa sale fino alla vetta del Rocciamelone per recare lassù 11 Trittico Sacro e per pregare la Madonna delle Nevi, è stata ostacolata da un vento violentissimo. L'itinerario si svolge, come è noto, da Susa Ano alle grangie del Trucco,'che sorgono a circa 1800 metri, per prati e boscaglie, e di qui poi continua per un lungo tratto tra roccie e macereti di pietrame, Ano alla Cà d'Asti, situata a quasi 2700 metri. E' questa la tappa più monotona, della lunga ma non difficile solita. La partenza da Susa, ove si erano concentrati durante l'intera giornata della vigilia numerosi gruppi di pellegrini, era avvenuta senza alcun Incidente. A dire il vero, fino da giovedì il tempo non aveva lasciato presagire nulla di buono. Il vento aveva battuto la valle e i fianchi della montagna con una violenza inusitata, e senza frapporre alcuna tregua; certe raffiche, particolarmente, tendevano a mutarsi in vere proprie trombe d'aria; assor bendo e trasportando pietre e tram menti, per lasciare poi precipitare con violenza ogni cosa, esse davano origine a pioggle durissime che flagellavano rocce e rifugi. Nella notte, era successo un certo aftievolimento. Il vento tendeva a cessare; si rendeva cosi possibile lo svolgimento normale della tradizionale processione, su per l'erta del monte. I pellegrini che si erano venuti adunando nelle prime ore del mattino, aprivano il cuore alla speranza che un lieto e caldo sole 11 avrebbe accompagnati durante l'intero tragitto ed avrebbe allietata la loro ardua fatica. Essi avevano circondato, con gioia e con fede vivissima, i sacri segni, e si erano avviati su per l'erta in serena letizia, innalzando canti festosi. Ma il vento rifattosi violento ha reso penosa la salita al pellegrinaggio, che era partito da Susa nelle primissime ore della notte e del quale faceva parte il Vescovo mons. Rossi. Le raffiche hanno molestato la carovana dei pellegrini, e soprattutto durante il percorso dal Trucco alla Cà d'Asti, dove sorge un vasto ricovero. Il pellegrinaggio arrivò fino alla Cà d'Asti dove sostò; ma non potè proseguire nell'ultimo tratto della ascensione dove il percórso sole direttamente alla vet-' ta seguendo la cresta occidentale del monte. La violenza del vento era infatti talee da rendere l'impresa poco consigliabile salvo che ad alpinisti che fossero rotti alle difficoltà dell'alta montagna. Solo una ventina di persone, infatti, si è saputo a tarda sera, hanno raggiunto la vetta. 11 grosso del pellegrinaggio si fermò alla Cà d'Asti e di qui ridlscese a Susa. Le condizioni malagevoli in cui si era svolta la salita avevano provocato in molti del pellegrini degli attacchi di mal di montagna. Lo stesso monsignor Rossi-fu. colto da tale malora.e dovette essere collocato in una ^portantina,' per essere accompagnato a valle. Il disagio dei pellegrini'è notevolmente aumentato durante l'ultima parte della ascenzione, lino cioè à raggiungere la Cà d'Asti. Come abbiamo detto, la violenza del vento provocava a tratti cadute di sassi e sollevava anche piccole schegge di macereti, che poi si tramutavano in una pioggia noiosissima. Una quindicina di pellegrini sono rimasti inlatti contusi 0 leggermente feriti dai sassi caduti e dalle scheggia proiettate dalle raffiche. A valle, donde 11 pellegrinaggio era seguito con la più viva attenzione, giungevano di tanto in tanto notizie poco rassicuranti. Le voci, trasmesse dagli uni agli altri, ossia dai pellegrini che abbandonavano il cimento, al valligiani 0 agli alpinisti di altre comitive, . giungevano ai piedi del monte assai ingrossate. Por un momento si è creduto anche a qualche grave sciagura. Fortunatamente nulla di tutto que sto. I contusi ed i feriti leggeri si so. no medicati vicendevolmente ed hanno intrapreso la via del ritorno con i propri mezzi. Susa, in serata, cioè dopo le 17 fino alla partenza degli ultimi treni, era percorsa in lungo e in largo da gruppi e comitive di alpinisti, i quali avevano riacquistata la loro completa vivacità, per quanto sui loro volti fossero ancora palesi i segni dei disagi sopportati. A Sant'Anna di Valdieri Uno spettacolo oon esperimenti di telepatia alla presenza del Sovrani Ci telefonano da Sant'Anna di Valdieri: Nella Palazzina Reale di Sant'Anna di Valdieri e precisamente nel vasto salone per gli spettacoli, recentemente fatto costruire da S. M. il Re, ha avuto luogo una caratteristica rappresen fazione, alla presenza del Sovrani, della Principessa di Piemonte, delle Principesse Jolanda, Mafalda, Giovanna, Maria-e di un ristretto numero di invitati, tra I quali il conte Grisi, il fratello di s. E. il conte Calvi, il Preretto Chiaravallotti, il dottor Quirico. Hanno assistito inoltre allo spettacolo le dame e r gentiluomini di Corte, i rappresentanti delle Case Civili e Militari, e tutto 11 personale di servizio. Alle 31 i Sovrani e le Principesse, che si erano trattenuti alla pesca sino all'ora del pranzo, sono entrati nel saIone prendendo posto nelle due prime file di poltrone di vimini. Il comm. Fiandra, che aveva prestato l'opera sua per organizzare il curioso ed eccezionale spettacolo, ha presentato al Re il prof. Bellini, studioso di telepatia, nativo del Piemonte e appartenente alla medesima leva di Sua Maestà. Il Bellini si è esibito In esperimenti assai ammirati. La figlia del Bellini, Elda, ha poi eseguito con il violino, brani di opere, scelte dagli Augusti spettatori senza che le fosse annunciato precedentemente di quale opera si trattasse. Al termine dello spettacolo, 1 Sovrani hanno espresso al prof. Bellini e alla sua collaboratrice il loro vivo compiacimento, facendo loro offrire rie chi doni. rlaSAPmRapivcdAtctFFntzdssi avvisano tutti i oorrisponocn. ti di aziende del Sindacato operai mec, cantei che non hanno ancora proceduto al 'la rinnovazione della tessera rtl corrtspunW di »JJP«S LjyKffi &Sdoi?a%™*a\i9mX- stri della Segreteria psovlncale. T sindacati metallurgici. - Tutti teli operi metallurgici (uomini e donne) degli ! stabilimenti di Torino (automobili e moto; J.J, meccanici, siderurgici) che non si sono ancora inscritti quest'anno ai Sindacati, e che (intridi non hanno la tessera del 193') sono invitati a passare, durante il periodo di ferie, dalla nostra sede, corso Galileo Ferraris 12, e presentarsi al segretario a disposizione col. Ulivi.