Gli operai insistono per trattare mentre i consorzi padronali minacciano la serrata

Gli operai insistono per trattare mentre i consorzi padronali minacciano la serrata Gli scioperi nei Nord della Francia Gli operai insistono per trattare mentre i consorzi padronali minacciano la serrata Le dimostrazioni comuniste ad Hallouin e Meuin si riducono a innocue chiassate -- Parziali riprese del lavoro e licenziamenti di operai — Una carica della gendarmeria a cavallo a Lilla (li A I, NOSTRO I IV V l A X O )• Lilla, 11 notte. Era opportuno che mi trovassi ad Hallouin stamattina, nell'ora in cui gii operai belgi -avrebbero dovuto attraversare la frontiera, per recarsi in Francia a lavorare, presso quei padroni clic avevano accettato le rivendicazioni del Comitato di sciopero franco-belga. Hallouin in Francia e Menin in Belgio, sono i due punti nevralgici di questo sciopero del Nord. Qui soprattutto erano previsti per stamattina scontri fra comunisti e socialisti, questi ultimi in veste di difensori della libertà del lavoro. Sono perciò partito da Lilla che alcune stelle gialle brillavano ancora in cielo, mentre l'orizzonte già si arrossava dei fuochi delVaurora. Partendo, ho avuto una lieve delusione. Credevo di trovare il trenino per la frontiera pieno zeppo di gagliardi giovanotti, mobilitati dai caporioni socialisti, per far rispettare le decisioni del Comitato di sciape ro franco-belga. Invece, mi sono trovato solo nel trenino elettrico, che correva rapido in questa monotona pianura del Nord, e che. col suo fischio stridulo, risvegliava i villaggi ancora addormentati. Allora ho pensato che la milizia socialista sarebbe stata, portata sul posto con autocarri. Ma nei lunghi tratti in cui il treno correva a fianco della strada, non superò e non venne superato che da automobili padronali. In tulli i villaggi allraveisali, a Saint-André, a Marguette, a Ronc, a Lincelle, a Croix, a Lannoy, "le persiane giallo-chiare, sulle facciate rosee e verdine delle case, erano ancora chiuse; e nella fuggevole corsa non scorgevo per le strade nè operai, nè gendarmi. La calma, ovunque, mi appariva co~npleta. Come in stato d'assedio Ma ad Hallouin le cose cambiarono. Hallouin mi presentò subito un aspetto di cittadina in istato di assedio. Per ,le strade circolavano pattuglie di gendarmi a cavallo; e ai crocicchi altri gendarmi pazientemente continuavano la loro veglia. Mi avviai per la strada provinciale, dove l'animazione mi apparve abbastanza intensa, data l'ora mattutina. Ma dopo circa cinquecento metri un agente mi fermò : — Il passaporto, signore. Ero arrivato alla frontiera. Le case continuavano una dopo l'altra, senza interruzione. Soltanto una grossa trave attraversava la strada, e al di là di essa gli agenti erano vestiti di kaki, e avevano il casco bianco. Hallouin, di qui, diventava Menin. Sono entrato in Belgio. 'A Menin ci deve essere stata ieri una kermesse, perchè da una parte e dall'altra della strada erano distesi ancora festoni di verzura; e su molle porte, specialmente sulle porte delle, osterie, spiccavano fasci di bandie rine. — Ma è stata una kermesse seti za gioia — mi dice il bettoliere da cui. entro, per prendere un caffè « latte: — cosa volete che si divertano, se prendono in tutto e per tutto dai 30 ai 40 franchi di soccorso la settimana; mentre un boccale di birra costa dieci soldi, e per un giro di valzer bisogna mettere cinque soldi nell'organetto automatico? E' molto se riescono a comprarsi il pane. E per noi — sospira l'oste — come per il panettiere e per il pizzicagnolo, questo sciopero è un disastro. Sono ormai le 7. Non mi allontano dalla strada principale che, unendole, fa di Menin ed Hallouin le due città sorelle siamesi. Qui dovranno passare i frontaliers, cioè gli operai belgi che si recano in Francie a lavorare. Ma nessun autocarro è passato nella mattinata, per andare a prendere nei villaggi oltre Menin i frontaliers; e nessuno ha veduto la milizia socialista che, per un assur¬ do demagogico, dovrebbe proteggerli contro i comunisti. Forse non si avrà stamane la ripresa del lavoro e sarà per questo che le milizie restano invisibili. Un coro dì fischi Ma vedo ài tanto in tanto degli operai arrivare al vosto di frontiera. Presentano la carta del lavoro, e vengono fatti passare. Ne passano due, tre: ne passano venti. Quando, ad un tratto, odo un coro di fischi e urla, a un trecento metri dal posto di frontiera. Cinque o sei uomini si affacciano da un balcone, e gesticolano e urlano e fischiano. Sono i comunisti; e queste sono le loro manifestazioni. I tanto temuti attentati alla libertà di lavoro si U mitano quasi tutti, ad Hallouin e a Menin, a questi innocui baccani Qualche comunista tenta poi venire a vie di fatto, tentando di tirare qualche pugno agli operai; ma intervengono gli agenti; e l'incidente è subito sedalo. . Noto che gli agenti qui non hanno punto l'aria di scherzare: e ho l'impressione che appunto questa loro decisione e loro energia influiscano notevolmente sulle velleità dei comunisti; mentre implicitamente dispensano i capi della Confederazione generale del Lavoro dal mobilitare le loro coorli. Alle ore 9, così mi riferisce il comandante francese del posto di frontiera, non era segnalato nella zona nessun incidente notevole. Gli operai belgi, che avevano passato la frontiera, erano stati circa duecento, diretti a Rouen e Tourcoing. Più tardi ho poi sapulo che la ripresa del lavoro, da parte dei frontaliers, era stata invece ben più numerosa : circa mille lavoranti. Ma come era avvenuto ciò? Certamente i frontalier non avevano fatto nessun affidamento sulla promessa pròlezione da parte dei caporioni socialisti; e si erano affidati semplice mente alle misure di ordine pubblico, prese dalla polizia belga e dal prefetto francese del Nord, e un po' anche alla propria decisione e ingegnosità, per evitare i possibili agguati dei comunisti. Così, mentre le forze della polizia immobilizzavano a Hallouin c Menin i comunisti, e ne vietavano la circolazione per le strade, molti operai belgi, inforcate le loro biciclette, e allungando alquanto la strada, erano andati ad attraversare la frontiera in altri punti. Come era prevedibile, ad Hallouin, centro degli unitari socialisti, non c'è stata nessuna ripresa del lavoro. Nella regione di Rouen e di Tourcoing, la situazione è rimasta pressoché invariata, almeno per quanto concerne la mano d'opera locale. Invece a Lilla è stalo registrato un maggior numero dì riprese del lavoro da parte dei frontaliers. Questi hanno dichiarato di essere stati favorevolmente impressionati dalle misure d'ordine pubblico prese per evitare il ripetersi degli incidenti di giovedì scorso, e hanno aggiunto che queste misure costituiranno per i loro compagni un incoraggiamento a riprendere la strada delle officine. Tendenza a ritornare nelle fabbriche, La tendenza a ritornare alle fabbriche si è affermala dunque soprattutto nella regione di Lilla. Una inchiesta, fatta attraverso il quartiere industriale di Lilla e nei sobborghi, ■mi ha permesso di constatare che misure opportune erano state prese per impedire che i disordini si ripetesjero. Andie qua non si è vista neppure l'ombra della polizia socia-llista. Il compito di fare rispettare la\libertà del lavoro è stalo assolto e sclusivamente da pattuglioni e da squadre mobili di agenti. Uno spiegamento imponente di forze era stato particolarmente opc-,rato da Rue Alcole a Rue des St'à-' a e e o o o i a i a a e l e d i n tions, a Rue de Treviso e a Pont de Douai : in una parola per tulio il quartiere industriale di Wazemmes. Alle porte delle diverse fabbriche e agli angoli delle strade contigue si erano formati, verso k 8, numerosi raggruppamenti di operai. Le guardie imposero di circolare. 1 gendarmi agivano, come già lio notalo, con decisione, e senza troppi riguardi. Al principio della Rue de Treviso un gruppo di scioperanti andava tuttavia aumentando. Un commissario di polizia li invitò a sciogliersi. Quelli non ubbidirono. Allora avanzò un capitano dei gendarmi a cavallo e con voce tonante gridò: — Circolate, o lancio !a cavalleria! E non aveva finito Vintimazione, che un plotone di gendarmi arrivava al galovpo. Un giovane venne travolto. Le sue condizioni fortunatamente non sono gravi. Non si ebbero a Lilla altri incidenti di rilievo, eccezione fatta di alcuni alterchi e scambi di ingiurie tra scioperanti e operai die andavano a lavorare. Alla Porte Douin, operai die andavano a lavorare furono fischiati e coperti di invettive da parte dei compagni; ma appena apparvero le '.guardie, la calma venne subito ristabilita. Alcuni comunisti che distribuivano nel pomeriggio manifestini per li vie, vennero fermati e condotti al Commissariato. Dopo una severa ramanzina, vennero rilasciali. Giornata, quindi, in complesso calmissima. A lilla, 717 operai hanno ripreso il lavoro, mentre altri si raccoglievano mila mattinala a comizio, presso una Camera del Lavoro. I presemi hanno dichiarato, unanimi, che erano decisi a continuare lo sciopero, finché i padroni non abbiano dato loro completa soddisfazione. Una seconda riunione si è tenuta nel pomeriggio, in un sobborgo della città. Il movimento di ripresa è stato più accentuato a Saint-André. Il movimento di sciopero non deve considerarsi come virtualmente finito nelle numerose officine tessili e metallurgiche. A Lomma si contavano, all'inizio dello sciopero, circa 5 mila scioperanti: 2 mila hanno ripreso stamane il lavoro. In questa località venne tentata stamane una esperienza. Un certo numero di officine spalancarono le porte. Un migliaio di operai si presentarono per lavorare; altri, dopo avere esitato a lungo, non li vollero seguire, benché avessero il tascapane coti le prov viste. 4500 operai hanno ripreso il lavoro Secondo le informazioni comuni cale nella serata dalla Prefettura, 3 mila operai tessili e 1200 metallur gici hanno ripreso il lavoro, nella regione di Lilla. In complesso, oltre 9 mila operai hanno ripreso stamane il lavoro, su 100 mila scioperanti. Ma benché la grande massa degli scioperanti non sembri decisa a rientrare nelle fabbriche, se prima non abbia ottenuto soddisfazione, si può tuttavia rilevare che, davanti agli scacchi successivi dei tentativi di accordo, e alla poco rosea prospettiva di alcune settimane di sciopero, una certa esitazione comincia a manifestarsi tra gli operai. Una settimana di sciopero non è passata senza creare in molte famiglie dolorose difficoltà. I piccoli risparmi, che alcuni erano riusciti ad accumulare negli anni precedenti alla stabilizzazione del franco, se ne sono già andati da tempo. La stabilizzazione del franco, invece di consolidare anche il costo della rita, per luti fenomeno che sarebbe troppo \lungo spiegare, qui non ha fatto che aumentarlo. Non dimentichiamo che il caro-vita nel primo semestre del 1930 è aumentato nientemeno che del 22 %, assorbendo i piccoli rispar ,mi, a poco a poco, inesorabilmente 'i sussidi dei Sindacali •■ ibi Munici¬ pi, naturalmente, non bastano. Cosi la volontà di riprendere il lavoro, a condizioni, si capisce, non umilianti, è oggi, dopo una settimana di sciopero, pressoché generale. Naturalmente, i caporioni, della. Confederazione generale del Lavoro sono dispostissimi a permettere il ritorno alle officine degli operai: in fin dei conti, in questo ritorno, hanno anch'essi, lutto da guadagnare. Una ripresa del lavoro, a condizioni soddisfacenti, non permetterebbe ai comunisti di cantare vittoria; ma soprattutto non permetterebbe alle casse dei Sindacati del Nord e della Confederazione generale del Lavoro di venire troppo dissanguate, dai sussidi per gli scioperanti. Perchè noti dobbiamo dimenticare che i capi socialisti avevano previsto al massimo una settimana di sciopero, e tre o quattro milioni di sussidi: bilancio che avrebbe trovato una equivalente contropartita nel capitolo spese elettorali. Ma l'irremovibilità padronale ha sconvolto tutte queste previsioni. Licenziamenti I padroni, o meglio Desiré Letj, hanno capilo benissimo die le offerte di trattative, da parte dei capi dei sindacati, fatte per il tramite del Prefetto del Nord, erano suggerite non tanto dal sincero desiderio di mettere fine ad uno sciopero dannoso agli operai ed ai padroni, e di riflesso alla Francia intera, quanto dal desiderio di salvare capra e cavoli, e cioè, nel fatto specifico, il prestigio e la cassa della Confederazione generale del Lavoro. Perciò, anche stasera, Desiré Lev, od un nuovo invito del Prefetto del Nord, di incontrarsi coi capi dei sindacali, opponeva un cortese ma categorico rifiuto. Purtroppo, tutto ciò finisce sem pre a danno degli operai: perché non è improbabile die i capi dei sindacati, pur di salvare i propri! personali interessi e la cassa della Confederazione, finiscano per gettare a mare anche le legittime aspirazioni degli operai. E mentre si registrano le parziali riprese del lavoro, si. fa sempre più insistente la voce di una serrata generale da parte di quei padroni nelle cui officine il lavoro ha proseguito fin qui parzialmente. A Bousbeques intanto, date le numerose defezioni, la fabbrica Dale Comic ha proceduto al licenziamento di 290 operai: dato che, dall'inizio dello sciopero, gli operai rimasti al loro posto avevano potuto dare esito alle ordinazioni di urgenza; ma poi, essendo che nella tessitura e nella filatura tutto è collegato, l'assenza di una categoria o di un gruppo, anche poco numeroso, di operai, può provocare necessariamente l'arresto totale dell'industria. E si capisce, quindi che, visto il cumulo degli stocks, da un lato e la ostacolazione e lo scarso rendimento del lavoro, dall'altro, molti padroni possano pensare a rispondere allo sciopero, con la serrala. Comunque, nessuna soluzione del conflitto appare per ora all'orizzonte. E potrebbe darsi che la serrata diventi domani dolorosa realtà. Frattanto, il Sindacato degli impiegati di commercio e dell' industria ha fatto pubblicare stasera un comunicato, con cui reclama per gli impiegati metallurgici un aumento di mensile dì 150 franchi: mentre i direttori ed i sorveglianti lessili, in una odierna riunione, si sono dichiarali concordi per l'abolizione del premio di fedeltà, e per un equo aumento dei loro salari. In caso contrario, minacciano anch'essi di unirsi agli operai. Questo sciopero del Nord è davvero come una macchia di inchiostro sulla carta assorbente : .nello stesso tempo che viene assorbito si allarga. PAOLO ZAPPA.

Persone citate: Dale Comic, Lannoy, Menin, Ronc