La lotta tra comunisti e socialisti sulla frontiera franco-belga

La lotta tra comunisti e socialisti sulla frontiera franco-belgaGli scioperi fxn Francia La lotta tra comunisti e socialisti sulla frontiera franco-belga (DAL >► O » T M O INVIATO) Lilla, 9 notte. Il Prefetto del. nord, Roger Langeron, ha voluto ricevermi subito. — Ma non ho che una cosa sola da dirvi. — ha esclamato : — Qtiesto sciopero, futile per i motivi che lo hanno originalo, grave per le tuelconseguenze economiche per lutto il Nord della Francia, già volpila nelle sue esportazioni dalle nuove tariffe americane, e grave per i torbidi che. ha suscitato e potrebbe suscitare, è entralo oggi in una fase che potrebbe, anzi dovrebbe essere decisiva. — precisamente? — Nella fase dei negoziali. Stamattina 'Ito infatti ricevuto una delegazione del Comitato di sciopero -e del Sindacato degli operai lessili, I accompagnata dal deputato e sinda- \ co di Lilla, Salengro. Il colloquio è duralo più di un'ora. Non posso naturalmente riferirvi i particolari di questo colloquio; ma posso assicurarvi che la delegazione operaia mi ha chiesto di sforzarmi di mettere termine al conflitto, provocando scambi di vedute fra padroni e operai. La conversazione quindi non poteva avere uno sbocco più promettente. La sta azione generale — E Io situazione generale, come si presenta, dopo otto giorni di sciopero? — In complesso, bene. Non si segnalano, oggi, incidenti. A Lilla, la giornata è trascorsa calmissima. Stamattina, itegli stabilimenti tessili e metallurgici non sono state segnalate nuove defezioni, ma neppure riprese di lavoro. Questo arresto però della ripresa di lavoro è comprensibile; perchè in molte officine e fabbriche gli operai ,a,nno il sabato inglese; e quelli che decidono di cessare lo sciopero, attenderanno certamente lunedì. Nell'industria metallurgica, stamattina, erano 9250 scioperanti, e nella tessile 16.770. Come vedete, queste cifre sono sensibilmente simili a quelle di venerdì. A Roubaix, il numero totale degli scioperanti era stamattina di 25.929. Si contano stamane 113 stabilimenti colpiti dallo sciopero: 89 con sciopero totale, e 2-4 con sciopero parziale. Il numero dei padroni che hanno dato soddisfazione ai loro operai è di 83. Essi danno attualmente lavoro a 14.047 operai. Un nuovo sciopero è stato invece proclamato a Linselles, nella filatura Hendrick-Masurel, che occupa 641 operai. 431 di essi non hanno preso stamane il lavoro. La maggior parte degli scioperanti sono operai belgi. Un movimento generale di ripresa, invece, si è notato a Boncq; e si spera che il lavoro totale, in quelle officine, sarà ripreso lunedi. Prevedo anche per lunedì numerose riprese dì lavoro, in diverse officine di Lilla e di Roubaix. Comizi e manifesti Questo ottimismo appare a prima vista giustificato. A Roubaix e a Tourcoing, die ho visitato stamane, e a Lilla, per le cui strade ho girato tutto il pomeriggio, non ho visto segno o traccia di quella nervosità che è la caratteristica ordinaria dei grandi conflitti fra capitale e lavoro. Ci sono stati, è vero, diversi comizi: due a Lilla, uno a Roubaix e uno a' Tourcoing; ma tutti calmi. Le strade sono state inondale alternativamente di sole e di acqua; ma niente affatto di manifestanti o di gendarmi. Ho visto di tanto in tanto qualche gruppo di giovanotti attaccare ai muri manifesti variopinti; ma ho visto ben pochi curiosi soffermarsi a leggerli. D'altronde, i manifesti non hanno notevole interesse. Gli operai sanno già che cosa dicono. Se sono della Confederazione generale del lavoro, raccomandano di accettare 25 centesimi di aumento all'ora, di attendere gli ordini dei capi, di non fare manifestazioni, e di non reti- dere lo sciopero gent.rn.ie. Ma se la testata dei manifesti è. sormontala dalla falce e dal martello, l'antifona non può essere che lo seguente : Non accettate la lego'' thllc assicurazioni sociali; domandale 50 cen fastm di aume'hio. all'ara; organiz- zate dappertutto lo srinpera generale. — Ora il contrasto fra questi due tipi dì manifesti è evidente. Ed è appunto in questo contrasto die stanno i più gravi, pericoli che questo sciopero può riservare, per l'ordine pubblico, in qwstt: provincic del A'orrf, e di riflessi in tutta la Francia. Fin (ìall' inizio infoiti dello sciopero esisteva già vini ostilità acuta fra socialisti e comunisti. Lo sciopero era stato voluto dai. dirigenti socialisti, che da tempo aspettavano una occasione propizia per dimostrare ai loro aderenti che erano ancora in vita, e per raccogliere qualche benemerenza iter le elezioni. L'entrata in vigore dell'assicurazione obbligatoria, mollo malevisa dagli operai, è stata la classica palla che i dirigenti socialisti si sono affrettati a cogliere al balzo. Ma, come era da prevedersi, i comunisti, profittatori abituali ili ogni malcontento popolare, non si sono lasciata sfuggire l'occasione di tirare anch'essi l'acqua al loro molino ; e siccome hanno l'abitudine di strafare, invece dei 25 centesimi l'ora di aumento, richiesti dai soeirilisti, ne hanno chiesto il doppio. I profitti elettorali, quindi, che i dirifienli. socialisti speravano di trarre ria questo sciopero, correvano rischio di essere sopraffatti. L'ostilità tra socialisti e comunisti Perciò, giorno per giorno, Voslililà fra socialisti e comunisti si è ingrandita. Da ieri, essa ha assunto, per cosi dire, una forma ufficiale. A Roubaix, come sapete, il Comitato di sciopero socialista ha deciso pubblicamente di finirla in modo definitivo con i comunisti, e segretamente di finirla al più presto con lo sciopero, prima che la tesi comunista lìossa vincere. Fu appunto in questo comizio che venne, deciso di inviare una delegazione al prefetto del Nord. I dirigenti socialisti hanno assicurato il prefetto clic il movimento attuale non e diretto contro la legge dell'assicurazione sociale, e che l'aumento del salario da essi reclamato è giustificato dall'aumento del costo della vita; e che d'altronde le loro rivendicazioni non sono esagerate, perchè ogni giorno le loro richieste vengono accettale da, nuovi padroni. Infine, essi hanno domandato al prefetto di [are un estremo tentativo presso il consorzio padronale Roubaix- Tourcoing, per ottenere, almeno apparentemente, concessioni, che permettano loro di mettere fine a un conflitto die rischia, per le mene comuniste, di uscire dal dominio corporativo. Nel medesimo tempo, si riuniva alla Borsa del Lavoro di Lilla il Comitato di sciopero dei metallurgici. Anch'esso ha deciso di chiedere un colloquio al Prefetto. Il Prefetto, naturalmentel ha acconsentito alla richiesta dei dirigenti dello sciopero; e domanderà, con ogni probabilità, doni ani, ai dirigenti del Consorzio padronale se essi non credano che sia venuto il momento di intavolare trattative dirette con i Sindacati operai. Otto giorni fa, il Prefetto si era urtato in un rifiuto corretto ma formale, da parte dei padroni. Gli avvenimenti di questi ultimi giorni, i disordini provocati dai comunisti alla frontiera belga, l'adesione quotidiana di numerosi padroni al regime di salario domandato dagli operai, modificheranno l'atteggiamento del Consorzio? La soluzione dello sciopero sta qui. Se la risposta sarà favorevole, si può sperare in una détento rapida; perchè le eccitazioni ; comuniste si urteranno nel buon senso e nella saggezza dell'immensa maggioranza, degli, operai. Se la risposta è negativa, si può temere un nuovo sviluppo dello sciopero, e fatalmente si debbono intriivvcdcre incidenti gravi, sanguinosi forse; perchè la collera è cattiva consigliera, e, sfruttata dai mestatori di torbidi, può tradursi in violenza. Si capisce facilmente come l'arrendevolezza dei. socialisti non piaccia affatto ai comunisti. A Lilla, a Roubaix, a Tourcoing, dove essi sono in grandissima maggioranza, non fanno grande baccano e tengono comìzi molto calmi. Ma sulla frontiera franco-belga, a llallouìn e a. Menin, i comunisti hanno nientemeno die proclamalo un Soviet. Il questo Soviet in diciottesimo ha organizzato a modo suo la libertà di lavoro: molti padroni, come sapete, hanno accettate le rivendicazioni dei rappresentanti della Confederazione generale del Lavoro; ma gli operai, soprattutto quelli che vengono dal Belgio, non possono riprendere il lavoro: la frontiera francobelga ad Hallouin è vigilata e sbarrata dai comunisti. Ancora alcuni giorni fa, ogni mattina, 150 autocarri delle officine, numerosi autobus, tranvai e treni speciali, trasportavano dal Belgio in Francia 30 mila operai. Oggi, fra Hallouin e Menin, non circolano nè autocarri nè tran-vai. I comunisti stano di guardia, e respingono a botte e sassate gli operai che tentino di passare in Francia. Naturalmente, di fronte a tale slato di cose, i socialisti sono insorti. — Non possiamo tollerare simili sopraffazioni — ha intimalo, in un comizio odierno, il segretario generale dello sciopero, Van Den Berghe: — i comunisti non vogliono lasciare lavorare gli operai che hanno già ottenuto soddisfazione dai loro padroni? Ebbene, assicureremo noi, socialisti, la libertà di lavoro. Per lunedì mobiliteremo lutti i no stri operai in isciopero, perchè prò leggano i loro compagni che pos sono già lavorare. Non si è abituati a vedere la Con federazione generale del Lavoro assicurare la protezione dei non scioperanti. E questo potrebbe avere qualcosa di comico; se non si sapesse troppo bene che questa politica socialista, e la sua entrala in azione, non potranno avvenire senza incidenti. Dìfatt., stasera, il prefello del Nord, Lageron, ha convocato gli ufficiali superiori della gendarmeria e della guardia, che assicurano l'ordine pubblico. Sono state stabilite le misure da prendere, perchè l'autodifesa dei socialisti non sia un'occasione di torbidi con le forze comuniste. PAOLO ZAPPA. I pericoli della situazione • Parigi, 9 notte. Gli elementi nvolti nello sciopero francese inclinano, ogni giorno di più, a dividersi in tre gruppi: un gruppo centrale, c due gruppi estremi. Il gruppo centrale è costituito dalla massa degli operai dei sindacati appartenenti alla Confederazione generale del Lavoro e dei sindacati cristiani, nonché da un certo numero di Industriali dissidenti dal consorzio. Questo gruppo sarebbe, da solo, già vicinissimo all'accordo, se non addirittura dell'e d'accordo con gli operai, su una delle tre basi seguenti: un aumento di salario, in ragione di 0,25 all'ora; o pagamento integrale dell'assicurazione da parte del datore di lavoro; o rinvio della soluzione della vertenza alla proclamazione del prossimo indice di e aro-viveri, vale a diro al prossii ino ottobre. I due gruppi estremi invece risultano composti, l'uno dagli operai aderenti ai sindacati unitari e comunisti, l'altro dai padroni rimasti fedeli al consorzio capitanalo dal segretario generalo Desirè Le; e sono entrambi, o semb'ra- ! no, favorevoli alla continuazione della lotta. I I sindacal-comunisti vogliono Io sciopero per prolungare l'agitazione nel paese e cercare di strappare clienti ai sindacati confederali della suiperdeniocrazia. II consorzio dei tessili evita ili fare il gesto che po- I Irebbe mettere fine alle sciopero per le ragioni clic vi esponemmo ieri sera; ossia per prolungare una sospensione del Involo che allenta la crisi incipiente, dando modo agli industriali di sfollare di stocks prillili di rimettersi a fabbricare altra I merce. i Riusciranno i due gruppi estremi ja neutralizzare gli sforzi di buona j volontà del gruppo medio? E' la [domanda che si pone i! prefetto del I dipartimento del Nord, Langeron; le per rispondere alla quale ha conI vocato di nuovo a Lilla delegati ; operai e padronali nell'intento di avvicinare almeno le due parti di quel tanto che permetta loro di entrare in trattative dirette. Alla fine idi questo colloquio, nessun comui nicato è stato diramato alla stampa. I membri della delegazione, all'uscire dalla Prefettura, non hanno, da parte loro, fatto nessuna dichiarazione. Ma è facile indovinare quale possa essere stata la conversazione svoltasi nel gabinetto prefettoriale. 11 signor Langeron si sforzerà di profittare, all'inizio defila settimana entrante, della riunione paritaria. Già si annunzia, senza che se ne sia però potuto ottenere conferma, che vari padroni, anche di Lilla, consentirebbero ad accordare al loro peirsonale aumenti di salari. SD si tiene conto che 82 ditte di Roubaix e di Tourcoing hanno già dato soddisfazione agli operai, bisogna concluderne che tutte le possibilità j di miglioramento della situazione non sono escluse. Quello che è certo si è che la sij Inazione non potrebbe prolungarsi |senza pericolo. La settimana or ora ! terminata ha visto il movimento di ;sciopero svilupparsi considerevol| mente, ed estendersi a poco a poco ja tutte le città industriali del Nord. Vi sono ora, nel dipartimento, da 120 a 130 mila scioperanti volontari, j Sino ad ora, a parte qualche conjflitto senza grande gravità, la caiIma non è stata turbata. Ma chi pu i dire cosa avverrà domani? Le forzi di guardia mobile e di gendarmeli i possono trovarsi, almeno momentaneamente, impotenti. La miglio! ', la sola cosa per prevenire in mono certo gli incidenti, dicono le persone ragionevoli, è di sforzarsi a intavolare al più presto le conversazioni. Disgraziatamente, dal canto loro, i capi del consorzio dei tessili replicano : « CI hanno dipinto come negrieri forsennati, come padroni implacabili e tirannici. Noi potremmo rispondere esponendo tulto quello che abbiamo fatlo a favore dei nostri operai, i cui salari sono più elevati che negli altri posti, meni re essi godono di numerosi vantaggi. Non soltanto un supersalario è accordalo ai padri di famiglia; ma indennità sono stabilite in caso di maternità, ecc. In una parola, noi fummo i precursori delle assicurazioni sociali. La nuova legge, di cui deploriamo la forma, siamo pronti ad applicarla lealmente, o anche completamente, per quelli dei nost/i operai che ci saranno fedeli. « Perchè abbiamo istituito il premio della fedeltà? Le nostre industrie soffrono di una crisi di mano d'opera, che è del 20 per cento in periodo di affari normali; d'altra parte, la stabilità del personale, che è una garanzia di qualità dei prodotti, non esiste più. Secondo i nostri calcoli, in inedia gli operai non passano più di sette mesi nello stesso stabilimento. Ne derivano dei difetti di fabbricazione, elio ci costano estremamente cari. Ci è così venuta l'idea di dare un premio all'operaio che ci sarebbe fedele. Se noi facciamo per il personale stabile un sacrificio, è perchè noi sappiamo che, in cambio, otterremo una migliore produzione, che ci permetterà di ricuperare le spese supplementari da noi sopportato. » Concedere nuovi aumenti di salario? Non lo possiamo. E noi ci rifiuteremo in modo catosorlco a qualsiasi domanda di colloquio coi rappresentanti dei Sindacati operai ». Come vedete, questo dichiarazioni non sono mollo favorevoli a una pronta liquidazione della vertenza. G. P.

Persone citate: Menin, Roger Langeron, Van Den Berghe