Il Principe Umberto a Susa per l'incoronazione della Madonna del Rocciamelone

Il Principe Umberto a Susa per l'incoronazione della Madonna del Rocciamelone Il Principe Umberto a Susa per l'incoronazione della Madonna del Rocciamelone Solenne rito patriottico e religioso = L'incoronazione alla presenza di sette Vescovi A la grandiosa processione = Una magnifica marcia della legione universitaria di Torma = Il progetto per la funivia sul Rocciamelone esposto in una grandiosa adunata a a l a a o . Susa, 11 mattino. L.a giornata di ieri ha avuto per Susa o per la sua valle, un particolare indimenticabile significato che si e concretalo nelle parole conclusive iprommciate rial generale Ferretti, parole di speranza e di fiducia nell'avvenire delle nostre zone di montagna. Ai festeggiamenti di ieri l'augusta presenza del Principe di Piemonte ha poi dato una pa.rticolafissima importanza. Alle feste religiose in onore della Vergine del Rocciamelone, che dall'alto della eccelsa nevosa piramide alpina sembra vigilare e proteggere sui confini d'Italia, si è ieri aggiunto e fuso, In mirabile unità d'armonia, l'ardente entusiasmo della popolazione che ha salutato ed acclamato ti Principe di Piemonte, cosi come potevano salutarlo ed acclamarlo 1 Agli d'una terra di montanari e di soldati che in ogni tempo hanno saputo fedélmente servire, in pace e in a guerra, la loro Patria ed 11 loro Re -| Il significato della cerimonia di ieri era stato esaltato in un manifesto del generale Ferretti, il quale ai suoi concittadini parla ancora e sempre come ha parlato, per tanti anni, ai suoi alpini. Susa ieri mattina era tutto un tripudio di tricolori; bandiere e gagliardetti dovunque, e drappi tricolori e festoni di verde ornavano le vie e le piazze dove si era radunata una grande folla multicolore, su cui si agitavano al vento i gagliardetti. Moltissimi gli ex-combattenti: presenti tutte le sezioni di Associazione d'Arma della valle di Susa e delle località più prossime: Alpini, Fanti, Granatieri, Artiglieri; le associazioni dei Mutilati e degli Invalidi, le scuole, gli istituti religiosi, lo società e gli Enti alpinistici, sportivi, assistenziali, che si andavano ordinando per fare ala al passaggio del Principe sul piazzale della Chiesa di San Giusto. Qui, prestavano servizio d'onore dei reparti dell'Esercito. Arriva il Principe Alle 9 precise, salutato da un lungo entusiastico applauso, è arrivato il Principe di Piemonte, accompagnato dal generale Clerici, suo aiutante di campo, e dagli ufficiali d'ordinanza. Ad attenderlo davanti al tempio era il Vescovo di Susa, S. E. Rossi, seguito dal Capitolo metropolitano. Accanto a lui era l'Arcivescovo S. E. Bartolamasi, Ordinario militare d'Italia. S. E. monsignor Con loro erano poi jCastelli, Vescovo di Novara; S. E. inon|Signor Calabrese, Vescovo di Aosta; ia. E. monsignor Binaschi, Vescovo di Pinerolo; S. E. monsignor Peila, Ve'scovo di Casale Monferrato; S. E. moti- i , e l i n signor Colli, Vescovo di Acireale Il Principe è entrato subito nel tempio ed ha preso posto sul seggio a lui preparato alla sinistra dell'Altare maggiore. La chiesa si è intanto gremita di popolo e, quantunque vasta, una fitta folla ha dovuto tuttavia rimanere fuori, sul piazzale. Ila avuto quindi inizio la solenne funzione, annunziata dai rintocchi di tutte le campano e preceduta, nella mattinata, da un-triduo di altre funzioni preparatorie. La chiesa si San Giusto, ampia e luminosa sotto l'azzurro della sua volta, presentava un aspetto solenne. Tra il fumo degli incensi palpitavano le fiammelle dei ceri che illuminavano tutto il tempio e si infittivano in una gloria di luce attorno all'Altare maggiore, sul quale era collocato il trittito di Roturi, con la sacra immagine. Troppo nota è nel Piemonte la storia di questo trittico per doverla anche solo riassumere. Basterà ricordare che esso fu recato sulla vetta del Roccinmolone, in volo, in pio pellegrinaggio, dal crociato Rotario Bonifacio di Asti, che cosi volle ringraziaI re la Vergine della grazia a lui fatta a,(1.iU.t,rlo sbcampato dalla prigionia de- Igl'infedeli. Da allora il trittico, che | venne in seguito riportato a valle, fu o oggetto di pietà e di devozione, mentre la vetta del Rocciamelone alta dominante sulle valli di Susa e sulla Ipianura, una volta reputata inaccessi i,iie e dimora di spiriti maligni* ven ne consacrata alla Vergine. Il culto (crebbe, fiori e si sviluppò attraverso i .'secoli, fino a che alla Vergine non veniva consacrata, nel 1S93, la grande statua in bronzo, omaggio dei bambini di tutta Italia, che lassù sorge, poggiata su un piedestallo di roccia sul quale é incisa la famosa epigrafe dettata da Leone XIII: « Alma Dei Maicr — .Vfre candldlor Maria — Luminc beiiinno Segusiam respicc luam — Ausoniae lucre (Ines — Coeiestas patrona ». L'incoronazione della Madonna Sulla vetta fu in seguito costruita una cappelletto-santuario, che fu inaugurata nel 1923. In queir occasione S. E. monsignor Rossi, sciogliendo un inno di ringraziamento, annunciò essera prossimo il giorno in cui alla Madonna del Hoc-eia melone sarebbe stato tributato il -massimo onore della incoronazione. Il diritto di incoronare le sacre immagini — come è noto — spetta se-Io al Capitolo vaticano, che. con decreto in data 15 giugno 1930, deliberava ed ordinava che alla sacra immagine venisse imposta la Corona d'oro tempestata di gemme. Questa la mistica solennità ieri celebrata, che si è svolta in l'orma suggestiva e solenne. Officiava monsignor Bartolomasi, il quale, dopo aver recitato le preghiere di rito, ha asperso di acqua benedetta l'aurea, e gemmata corona, prima di iniziare il pontificale. Dopo questa parte della cerimonia monsignor Bartolomasi ha pronunziato una omelia, nella quale ha esaltato l'altissimo significato della mistica funzione compiuta alla presenza del Principe Sabaudo, che il popolo circonda di fervida commossa devozione. Ricordando quindi la statua della Vergine, che gli alpini trasportarono a braccia sulla rocciosa vetta del Rocciamelone, egli li esaltò e con loro e=altò tutti i sacrifici compiuti per la Patria, sulla quale invocò, la protezione e la benedizione divina. La funzione ha quindi ripreso. L officiante, vestito del piviale, seguito dal corteo dei Vescovi, ha asceso i gradini dell'altare fino al sacro trittito e ha imposto all'immagine l'aurea corona, tempestata di gemme. Quindi si è genuflesso e con lui tutti ì fedeli. In questo momento, dal campanile romanico che fiancheggia la chiesa di San Giusto, le campane hanno suonato a distesa per annunziare il compimento dei sacro voto. La cerimonia si é quindi conclusa con la firma, da parte del Principe, dell'atto ufficiale dell'Incoronazione. Il Capo della Città ha infine offerto, secondo l'aulica tradizione, un grosso cero benedetto. La funzione è cosi finita. Fuori nella piazza, che un sòie radioso illuminava, il popolo ha attesa con pazienza l'uscita del suo Principe per gridargli ancora il suo entusiasmo. Ha avuto quindi luogo il ricevimento solenne nel palazzo municipale. Il vecchio edificio appariva trasformato ed aveva assunto un aspetto degno della grande giornata. Tappeti, drappi e piante sempreverdi disposti con gusto ed opportunità avevano ornato ed abbellito ogni sala. In quella delle Cerimonie, il Commissario, gene- rvPMtubrcBrlsmsilnm1stlftèbdpfusemmmSmmcnsdFsaoddcltv! ASlpggcCBgeFtpèngcbnsgszSspzAMbrnigVrmmnclCdMTVcnthmgsA rale Ferretti, accompagnato dai Vescovi e dalle Autorità, ha ricevuto il Principe, al quale, davanti al Palazzo Municipale, ha reso gli onori una Centuria della Legione universitaria Principe di Piemonte », giunta dopo una marcia di 28 chilometri, compiuta brillantemente in 5 ore, attraverso terreno di montagna. La Centuria era al comando del Segretario Federale avv. Bianchi Mina. Il saluto a Umberto di Savoia Al Principe sabaudo il Commissario di Susa ha rivolto un fervido saluto: « Altezza Reale, Eminentissimi Presuli. Giorni addietro taluno ha rammaricato che fosse passato un po' in silenzio il centenario di un patriota illustre, del garibaldino e poeta Ippolito Nievo, spentosi a trentanove anni come il Leopardi, sperduto fra i marosi del Tirreno come lo Shelley. 10 sono corso allora subito col pensiero al suo capolavoro e specialmente ad un passo delie sue «Confessioni»* là dove lo scrittore ha inciso di suo fiero pugno, memore ancora delle lotte combattute al fianco di Goffredo Mameli : « La religione cattolica non è né arcigna né selvatica né inesorabile. Essa costituisce il freno più saldo, più facile e più possente, che vi possa essere al mondo, traendo la sua forza da un punto inaccessibile alle umane vicende e agli umani giudizi e soprattutto da una rigidità assoluta ed apodittica che non si è smentita mai nei secoli ». « E questa reminiscenza letteraria mi è sonata profondamente nell'animo nell'occasione presente in cui Susa sta precisamente innalzando in magnifica forma il suo Credo, affermando e confermando la sua fede convinta nella religione degli avi, in quella religione per cui il suo patrono San Giusto, Attilio Regolo di Cristo, potendo salvarsi si presentò in deciso olocausto alla furia saracena fra i nostri gioghi alpestri; per cui Beatrice di Savoia accolse Santo Francesco d'Assisi a consacrazione solenne; per cui a salvazione di tante anime ed a sollievo di infinite miserie Edoardo Rosaz, il nostro Vescovo ormai popolarmente già santificato, eresse monumenti indelebili di pietà e di rendenzione. « E così mi sono ricordato, io alpino da 40 anni, le liete salve d'artiglieria colle quali dal Giusalet fu salutata l'ascesa che, or sono 31 anni, la statua di N. S. del Rocciamelone compiva, sulte spalle ferree dei miei alpini, verso la vetta sublime dove Rotario d'Asti recava il trittico a compimento del suo voto di cristiana riconoscenza Ed ho cosi lanciato a tutti i miei Alpini, a tutte le mie fiamme verdi, a tutte le mie penne nere, il mònito di convenire a Susa in questo raduno di fedeli, per salutare nella Madonna del Rocciamelone la protettrice degli Alpini è per dare omaggio di fedeltà valligiana al Principe che tutta Italia onora ed ama con simpatia spontanea, cou di/.czìone ' .Urna, con slancio entusiasta; del one, Altezza, avete continua prova concreta e tangibile dovunque la Vostra Au gusta persona volga il passo. Gli è che Voi siete non solo il flore della Sabauda stirpe ma altresì il mirabile frutto destinato a guidare 1 destini della Patria colà dove, eoll'aiuto d'Iddio, essa saprà sempre pervenire. «Altezza! Aggradite l'omaggio semplice e sincero di Susa, del cui passato fa storica testimonianza il suo stemma. La fedeltà in essa per la dinastia Vostra e innata, è indiscussa, come l'amore dei figli al Padre. Col Vostro avvento solenne in una cerimonia d'altissima pietà avete dimostrato che Vai, Principe, considerate la nostra città come buona e fedele, al suo Dio ed ai suoi Sovrani. « Grazie quindi dal fondo del cuoreper l'onore che avete fatto a queste mura vecchie ma salde ed attive sempre ogni qualvolta l'onore e l'integrità della Nazione sia in campo, e grazie a Voi pure. Eccellentissimi dignitari della Chiesa, della vostra venuta fra noi. E la Divina Patrona che Leone XIII or sono trent'anni. raccogliendo 11 voto di tuttii i bimbi d'Italia, consacrava a proteggere i nostri confini, benedica oggi all'avvento del Principe e dei Presuli, benedica a Susa. benedica alla vallata nostra a ninno seconda nell'av<=r dato combattenti e martiri Aliando l'epopea terribile e grandiosa fu pietra di paragone dei forti e dei patrioti ». . Il Principe di Piemonte ha ringraziato ed elogiato il generale Ferretti delle sue commosse parole e ha espresso il suo vivo compiacimento per la riuscita della cerimonia e per le dimostrazioni tributate dal popolo di Susa. Ha avuto quindi luogo il ricevimento. Al Principe sono stati successivamente presentati le Autorità, i Podestà ed i Segretari politici delle Valli di Susa; le rappresentanze delle Associazioni patriottiche e militari, alcuni mutilati ed alcune madri di Caduti. Il Segretario Federale Bianchi Mina — col quale il Principe si congratulò per la bella prova data dai mìliti della Legione Universitaria — ha presentato gli ufficiali della Centuria che aveva compiuto la brillantissima marcia; H Centurione Miiltica, 1 Capi manipolo Boetti, Tliaon di Revel, Craveri e Quagliotti. Insieme al Segretario Federale erano qui presenti il vice segretario Farina col membro federale Chiaberto, il Console Spelta della Legione « Saibanda » e Caligaris dell'« Alpina ». Terminato il ricevimento il Principe ha lasciato il Palazzo Comunale ed è immediatamente ripartito tra i rinnovati applausi della folla. La grande processione Alle 15 si è svolta per le vie una grande processione che fa parte del complesso delle funzioni e delle celebrazioni che accompagnano l'incoronazione. In testa al corteo procedeva, sostenuta dai portatori, la croce d'argento massiccio, che fa parte del tesoro della Cattedrale e che la tradizione vuole, donata da Carlo Magno. Seguirono le Scuole, gli Avanguardisti, le Giovani Italiane, quindi i gruppi in costume delle Valli, le Associazioni varie, le Confraternite; quindi le Associazioni alpinistiche, la « Giovane Montagna », altre confraternite, poi la banda cittadina e la « Schola Cantorum » del Seminario. Quindi gli ordini religiosi ed i sacerdoti. Preceduto infine dai Vescovi e circondato da gagliardetti dello Sezioni alpine di Vaile Susa avanzava il Tabernacolo, recante il Trittico Sacro alla cui immagine era stata imposta, nella cerimonia del mattino, la splendida corona. Il Tabernacolo era portato da vecchi alpini della vallata. Venivano poi le Autorità, i Mutilati, le Associazioni Combattenti e cruindi una moltitudine di popolo. ■La processione ha percorso le vie Marchesa Adelaide, Littorio, piazza Trento, Torino, Nazionale, Umberto I, Venti Settembre, IV Novembre, Francesco Rolando ed è rientrata quindi nella cattedrale. Davanti al monumento dei Caduti, sulla piazza, il corteo ha sostalo. Qui. Monsignor Bartolomasi, in mitra e pastorale, ha arringato il popolo, esaltando il profondo significato della cerimonia compiuta. Ancora parole ardenti di Pietà e di è a e i o o patriottica fede furono pronunciata dall'illustre Vescovo castrense, che lat folla saiutò poi con un applauso sera* scianto. La filovia Alle 18 si è tenuta al Teatro Civico' una importantissima riunione. Essa ha veramente concluso e compendiato la giornata che ha visto svolgersi insieme cerimonie religiose e patriottiche e fra queste — tra le quali può essere certo collocata — sta l'adunanza pomeridiana, alla quale, insieme ad un foltissimo pubblico, sono intervenuti tutti 1 vescovi e monsignori che avevano partecipato alla cerimonia dal mattino. Il Generale Ferretti ha parlato per primo, ricordando anzitutttdj come oggi li problema della montagna si imponga in modo sempre più imperioso. Vesto e complesso è questo problema, tale cioè da richiedere soluzioni che non potranno concretarsi in breve tempo. Anni e decenni forse occorrono perchè la crisi dell'economia montana sia superata, ma intanto occorre agire subito. Per la valile di Susa il problema è uguale a quello delle altre vallate. Per Susa, poi, tagliata fuori dalle linee ferroviarie di grande comunica» zlone, la situazione è particolarmente delicata. Occorrono dunque rimedi ma 1 primi, i migliori, debbono essere tentati attraverso le stesse iniziative locali. Per questo egli, nella sua qualità di Commissario di Susa a di banditore e strenuo difensore degli interessi dei monti, e di quelli del» fa sua vaille in particolare, si è di» chiarato lieto di presentare al pubbli» co l'ing. Giuseppe Arigo. il quale ha progettato un lavoro ardito, geniale e pure tecnicamente semplice, per la costruzione di una filovia da Susa alla' vetta del Rocciamelone. La filovia non sarà un'opera di speculazione, ma à destinata ad essere proprietà della città di Susa. Essa non solo permetterà l'incremento turistico della città e della valle, ma potrà veramente segnare un passo, un progresso reale sulla via dei rimedi per la situazione delle zona montane in generale, dove, insieme a ragioni econòmiche agiscono anche motivi di scoraggiamento che impediscono o paralizzano ogni buona iniziativa. E' di buon auspicio quindi — ha concluso il generale Ferretti — dia questa luminosa giornata si sia conclusa con la concretazione e l'esposizione del progetto d'un'opera cosi geniale. E' un buon aucurio, una promessa per il futuro. La redenzione del monti non può tardare non solo perchè; essi sono un lembo della patria ma perchè sui monti sono anche 1 suoi confini. Un applauso caloroso ha qui salu» tato la fervida chiusa del Commissario di Susa. Il progetto dell'ing. Arlgo L'ing. Arigo ha iniziato quindi l'è-, sposizione del suo progetto. L'eminente tecnico, che un vivo affetto lega alla valle di Susa, di cui si sente un po' cittadino, ha progettato una filovia che da -Susa, a 54 chilometri da Torino, salirà fino alla quota di 3-125 metri, poco sotto la vetta. Lavoro semplice e possibile, in quanto teleferiche anche più lunghe se non più alte, già! esistono. Nella guerra si costruirono, filovie anche più ardite, ma diversa sono le circostanze in cui deve svolgersi il movimento dei militari da quello dei passeggeri, che esige assoluta sicurezza. I vantaggi di una filo» via sul Rocciamelone sarebbero immensi. Essa certo attirerebbe un intenso movimento turistico, data la possibilità che offrirà di portare in efret 50 minuti dai 3.50 metri di Susa al 350O della vetta alpina, tra roccle e ghiacciai, davanti ad un panorama sconfinato, che è tra i più belli che possan vedersi sulle Alpi. Nessuna filovia di montagna permette tanto, e nessuna si svolgerebbe così, nella relativa vicinanza d'una grande città come Torino. A questi vantaggi, altri evidenti se ne aggiungono, di grande interessa scientifico e generale. L'ing. Arigo ha quindi accennato brevemente ai particolari tecnici. La filovia si compone di tre tronchi distinti, il primo dei quali dalla stazione di partenza arriverebbe alla regione Trucco, alla quota di 1710 metri, presso il Bosco Nero, ed in prossimità della regione del Pampaiù. DI qui avrebbe inizio il secondo tratto che condurrebbe a Ca' d'Asti, a quota 2885 metri. Infine, con una terza salita, si arriverà alla staziono di vetta, che e stata progettata in galleria a quota 3425. Il progetto di quest'ultima parte, per difficoltà inerenti alla necessità di collocare in basso la stazione motrice, ha dovuto affrontare non lievi difficoltà, oggi del tutto risolte. L'impianto è studiato in modo da offrire il massimo della sicurezza col massimo- della comodità. I vagonetti sono previsti per una capacita di sedici persone e l'intero sviluppo d'ella linea è di circa nove chilometri. Il lavoro — ha affermato l'ing. Arigo — esula da qualunque carattere speculativo. Naturalmente vi è il problema del costo, oggi non lieve, da superare. Occorrono circa sette milioni, ma non è escluso che si possono avere facilitazioni importanti. L'ing. Arigo ha ideato di lanciare una specie di sottoscrizione, di cui ogni rata costerebbe 50 lire e sarebbe rappresentata da un biglietto di andata-ritorno della futura filovia. Per usufruirlo vi sarebbero dieci anni di tempo. Basterebbe che poco più di centomila italiani acquistassero tale biglietto, per creare il capitale necessario all'impresa, un capitale non gravato da nessun tasso di sorta. In quanto all'esercizio — confrontando i dati offerti da altre filovie nazionali e straniere — esso può essere guardato con sereno ottimismo. La filovia potrebbe rappresentare veramente l'inizio della valorizzazione turistica di Susa. La sua possibilità tecnica 6 fuori d'ogni discussione ; quella finanziaria —- ha concluso l'ing. Arigo — sta nella buona volontà di coloro ai quali viene rivolto l'invito di collaborare a quest'opera che servirà all'interesse turistico e generale della Valle di Susa, ma che può e deve interessare tutta la Nazione. Vivissimi applausi hanno coronato l'esposizione dell'ing. Arigo: un'esposizione chiara e semplice, tutta dati controllati e considerazioni precise. La riunione si è cosi conclusa. Sappiamo che per il progetto è stato costituito un Comitato, del quale 6 capo il generale Ferretti. U lavoro da compiere non è certo semplice. Le organizzazioni turistiche ed alpinistiche hanno già promesso il loro appoggio, e npn saranno le sole; Rocciamelone, infatti, è mèta di numerosi pellegrinaggi, per i quali, a conti fatti, la filovia farebbe risparmiare dei giorni di viaggio e quindi rappresenterebbe un reali-» vantaggio economico. Il Comitato ò quindi deciso ad Iniziare il lavora immediatamente. Noi crediamo che il problema possa essere risolto, perchèj esso è soprattutto una questione di metodo e di volontà; occorre insomma creare l'ambiente, ma una volta riusciti a questo, non vi saranno altre difficoltà rilevanti. Ad ogni modo dobbiamo augurarci che veramente la' giornata di ieri sia stata di buon auspicio per la città di Susa e per la sua vallata. Oggi più che mai, infatti, l'interesso della montagna è anche in» teresse della Nazione.