I cento milioni del vecchio mercante

I cento milioni del vecchio mercante Una grande fortuna che suscita un dramma I cento milioni del vecchio mercante L'avventuroso marinaio Beniamino Petruzzelli, il primo costruttore dell'ingente fortuna ■■ Il «patriarca» di Bari Il testamento olografo di Onofrio Petmzzelli e le prime vicende giudiziarie ■Fratelli contro fratelli - Il colpo di scena: l'accusa di effrazione della cassaforte contenente quindici milioni e l'arresto di Beniamino e Onofrio Messeni-Petruzzelli ■■ Il testamento carpito alla buona fede del vecchio mercante? Emanuele Messeni, il protagonista del dramma, e le sue avventure americane: vita da nababbo con i denari del vecchio zio •■ «Vuoi divertirti a spese di chi sta buttando il sangue dalla gola nell'età di 70 anni » - 11 padre ottantenne contro il figlio degenere •■ Nuovo colpo di scena : l'arresto del principale testimone di accusa contro i due fratelli BARI, 7 nolte. .SI ritorna a parlare con più accanimento e più interesse di prima dell'» affare Petruzzelli », delio anche dei « Cento Milioni », per IL fatto che è Etata negata la libertà provvisoria ai fratelli Onofrio e Beniamino MesseniPetruzzelli, imputali di avere scassinato la cassaforte del defunto zio Onofrio, contenente, secondo le accuse della parte civile, la somma di quattordici milioni e importanti documenti concernenti l'eredità colossale e particolarmente, perchè stamane si legge sul giornale locale l'arresto avvenuto a S. spirito dell'avv. Paolo Miraglino, resosi responsabile di truffa e falso in atto pubblico. Il Miraglino è la figura più significativa nell'avvenimento di cui parliamo. Come fu edificata l'ingente fortuna La contesa giudiziaria fra gli eredi di Onofrio Petruzzelli ha del rocambolesco, e la sua storia non può non Interessare il pubblico. Questa sioria familiare ha una importanza eccezionale agli effetti della prova di un patriarealismo mercantile barese che ha gettato le prime basi della attuale fortuna di Bari. Circa, sett-ant'annì or sono viveva in Bari Vecchia, alle Mura sul Mare, il capitano di lungo corso Beniamino Petruzzelli, ritiratosi nella città nativa insieme con la moglie Teresa Volpe, una tenace massaia, e i Agili Onofrio, Antonio, Giuseppe e Maria, ancora bambini. Scrive la Gazzetta del Mezzogiorno: « Occasioni di conoscenza e di frequenza dei mercati stranieri vollero che il capitano Petruzzelli trovasse utile e possibile acquistare oltre mare merci di varia natura cb« cominciò a depositare preseo la moglie sua Teresa Volpe, la quale, da buona massaia, oltre all'accudire all'educazione dei figli, era diventata la vera conduttrice della famiglia. 11 commercio sorse senza avere precisamente disegnato un programma in questo campo; soltanto si ebbe il fatto che la signora, incominciando a piazzare la merce importata a piccole spedizioni dal marito, si trovò un gioriio in una vera e propria attività commerciale. Questa, per un complesso favorevole di ambiente e di tempi, prosperò e si allargò, tant'è che il capitano Beniamino Petruzzelli credette opportuno porre termine alla sua vita vagabonda e ritirarsi accanto alla moglie per più e meglio incrementare là nascente azienda. « Intanto 1 Agli, già cresciuti, un poto legati a questo genere di vita nel quale era sboccata l'attività della famiglia Petruzzelli, furono uno dopo l'altro presi ned giro di affari che 61 andava sempre più allargando, e idivennero elementi costitutivi di questa vera e propria società familiare. La quale ebbe il primo serio e decisivo apporto dalla conoscenza di un vecchio rappresentante di case inglesi il quale, preso da simpatia per il serio ed operoso lavoro svolto in solido da tutta la famiglia Petruzzelli, ottenne che le Case da lui rappresentate spedissero direttamente alla Ditta Beniamino Petruzzeili grossi e completi carichi di tele speciali le quali, per non avere concorrenze sostenibili sul mercato barese offrirono alla Ditta Petruzzelli il modo di aumentare, in misura imprevista, l'importanza e l'imponenza del proprio commerpio. Morto il vecchio capitano, l'azienda fu assunta dalla vedova e dai figli che continuarono a lavorare insieme fino a che, venuti a mancare, prima due dei figli e poi la stessa vedova, artefice prima e maggiore dell'azienda, questa rimase tutta nelle mani dei fratelli Onofrio ed Antonio, dal momento che la sorella Maria era andata sposa aM'ing. Angelo Messeni. Nuove e più confacenti situazioni di cose e di tempi permisero ai superstiti continuatori della Ditta Petruzzelli di realizzare maggiori utili, comprando a prezzi di fortuna beni immòbili che nell'immediato domani si moltiplicarono di valore. La Ditta prosperò sempre più consolidando ed ordinando i suoi affari. Onofrio curava la parte, diciamo cosi rappresentativa, ed Antonio il pesante diuturno lavoro dei negozi che dal primitivo fondaco di Bari Vecchia erano passati prima in via Piccinini, poi ih via Argiro e quindi in via Melo ». Il vertice raggiunto Da allora il lavoro si è ingigantito fino a rendere ni fratelli Onofrio e Antonio Petruzzelli un capitale tra liquido e immobile di oltre cento milioni. Ad accrescere questa fortuna è valsa anche la paziente e decennale fatica dei due nipoti Beniamino e Onofrio Messeni, nati dal matrimonio di Maria, sorella dei due fratelli Onolrio e Antonio, con l'ing. Angelo Messeni, ideatore e costruttore del Teatro Petruzzelli. Oltre che i germani Onofrio e Beniamino,- la signora Maria Messeni ha altri figli, i quali sono Emanuele, Teresa Serafina, Antonio. Ma soltanto Onofrio e Beniamino hanno continuato insieme con gli zìi materni l'industria dei tessuti, mentre Immanuel e non ha voluto mai lavorare, preferendo vivere alle spalle del vecchio zio milionario, e Antonio, debole di mente, ha sempre vissuto lontano da Bari, da misantropo, malato di mania di persecuzione. Dall'antica Bari di cento anni or sono biancheggiante sul mare di levante, dalle casette sudiee e strette, ospitanti uomini di mare e pirati, tutta gente venuta sulla costa adriatica a chiudere una vita, di avventure, come il famoso Beniamino Petruzzelli. diabolico mercante, si giunge alla città Industriale di oggi nella quale la famiglia Petruzzelli conta come la principale artefice delle sue fortune, e a tale uopo abbiamo riscontrato nelle cronache cittadine i festeggiamenti all'ottuagenario Onofrio Petruzzelli, lavoratore, benefattore e patriarca di Bari. Tutta una lunga vita di lavoro e di progresso, accoppiata al lavoro e al progresso di Bari, oggi per la cupidi- itg i , a e , a i , i i a d a dell'oro si macchia e minaccia di l piistruggersi per sempre. I milioni chejtto e i o a . , e o i r a à i duo vecchi Onofrio e Antonio Petruzzelli hanno accumulato con una pazienza da certosini, stando da mane a sera dall'età di dieci anni in piedi dietro il bancone a misurare stoffa, oggi per la tremenda lite giudiziaria scatenatasi fra 1 nepoti minacciano di disperdersi. La prima accusa e l'arresto di due fratelli Intanto un fatto doloroso è avvenuto: i fedeli collaboratori del due vecchi industriali, due ragazzi valorosi in pace e in guerra, Onofrio e Beniamino, sono in galera. I giornali alcuni mesi fa pubblicavano: « Il colpo di scena è stato generato da una accusa formulata in questi ultimi tempi da alcune persone (Paolo Miraglino) le quali non risultano interessate nella quistione ereditaria ma che affermano di avere visto e saputo cose che hanno determinato l'intervento del giudice istruttore e il conseguente arresto dei germani Beniamino e Onofrio Messeni-Petruzzelli. §i vuole, infatti, da tali accusatori, che, subito dopo l'apposizione dei suggelli alla cassaforte custodita nella casa dei proprietari del Teatro, alcuni parenti di essi abbiano violato 1 suggelli, aperta poi con chiave falsa la ferrea custodia e manomesso conseguentemente il preteso ingente peculio ivi conservato. « Questa accusa è stata ardentemente contrastata dagli imputati i quali hanno insistito non tanto sulla impossibilità materiale di fornirsi di una chiave atta a superare i difficili congegni di chiusura della cassaforte, quanto sul fatto che tutta la eredità di Onofrio Petruzzelli non supererebbe i 15 milioni che si vorrebbero sottratti in un sol colpo. In un primo tempo, la fase giudiziaria relativa a questa accusa portò ad un ordine di cattura contro un certo Luigi Messeni fu Emanuele, che sarebbe stato l'autore materiale della sottrazione dell'ingentissima somma conservata nella cassaforte insieme a titoli ed altro danaro liquido. Parve che successivi accertamenti avessero consigliato di non insistere in un prosieguo di istruttoria. Quale fatto nuovo è intervenuto per rimettere, tutto in una fase acuta e per determinare l'arresto dei fratelli Beniamino ed Onofrio MesseniPetruzzelli, arresto non tanto importante per il fatto in sè quanto per la risonanza che esso può avere nell'opinione pubblica della città nella quale essi sono notissimi? «Non sarà male riassumerne gli estremi in attesa che l'epilogo giudiziario dica la sua parola definitiva su questo avventuroso capitolo di un dramma familiare in mezzo al quale tiene la posizione più dolorosa un padre — l'ing. Angelo Messeni — che vede 1 figli divisi in due avverse fazioni. Quattro giorni dopo la morte del cavalier Onofrio Petruzzelli, verificatasi il 29 dicembre 1928, la cittadinanza barese fu lanciata nel campo delle più romanzesche congetture dall'annunzio j della pubblicazione di un testamento olografo del ricco commerciante. « Lascio mio solo erede mio nipote Emanuele Messeni ». La breve e laconica dichiarazione testamentaria era trascritta sopra un foglio intestato all'albergo • Croce di Malta » di Montecatini e, secondo il possessore di essa, era stata vergata durante l'ultima sosta, per cura, del testatore. Questo testamento portava ad alcuni benefici patrimoniali d'ordine Immediato che il presunto erede si preoccupò subito di cautelare facendo apporre i suggelli ai grandi depositi di tessuti, gestiti dallo zio Onofrio e dal fratello Antonio ed alla cassaforte esistente nell'appartamento abitato in comune dai due germani e contenente secondo calcoli approssimativi, una ingente quantità di titoli e di biglietti di banca. Ma il testamento non era destinato ad avere molto credito presso il fratello del defunto abituato a sentirsi condomino di tutto il patrimonio, creato palmo a palmo attraverso formidabili sforzi comuni, e conoscitore profondo delle concezioni morali ed economiche di colui che una morte inopinata aveva tolto al lavoro diuturno dell'azienda familiare. Fu quindi iniziato dal superstite germano del morto un duplice attacco giudiziario, l'uno mirante ad ottenere il riconoscimento della condizione sociale dell'azienda suddetta e quindi del suo diritto a continuarne l'attivi'.à, l'altro tendente a impugnare il testamento olografo di cui abbiamo fatto cenno più avanti. Alla prima azione legale il signor Emanuele Messeni oppose la ipervalutazione di un atto che il signor Onofrio Petruzzelli aveva compiuto, pare ai soli fini fiscali, quando nel 1925 aveva dichiarato alla Camera di Commercio di Bari che il proprietario unico e solo della Ditta ora lui: alla seconda, azione, a quella cioè che più dell'altra intrometteva una questione d'ordine morale e penale, il signor Emanuele Messeni oppose lo speciale affettuoso attaccamento che lo zio aveva per lui, attaccamento che giustificava pienamente l'atto di liberalità compiuto in di lui favore. La contesa giudiziaria « Da qui è sorta, una vivace contesa, giudiziaria che sta avendo i suol lo giei sviluppi e che ha sollecitato, da parte di coloro che l'impensato testamento ha escluso dal godimento della, cospicua eredità, un'azione serrata a base di prove e di fatti che mentre? da atfmdlpectPvspfsrcdacrttOtvpePmhèMsmdillgmuna parte riguardano la formazione ] del vistoso patrimonio della famiglialpétruzzelli, dall'altra tendono a con-,fortare la chiesta dichiarazione di falsità del testamento e l'accampata nessuna serietà dell'esuberante trasporto dello zio pel nipote beneficato. Appunto da alcuni interessanti precedenti storici gli esclusi dall'eredità inducono l'assurdità del testamento e la .ta¬ l possibilità morale, da parte del testajtore, di attribuirsi l'esclusiva proprietà di un patrimonio indiviso e di una azienda u conduzione sociale. E mentre periti di difesa e di accusa si affannano a discutere l'attendibilità o meno della paternità petruzzelliana dello incriminato scritto testamentario, le parti in causa non 6i stancano di portare nella discussione processuale elementi a sostegno delle rispettive e contrastanti tesi. Fin qui i dati di fatto riguardanti la storia della famiglia Petruzzelli. Rapportandoli all'odierna contesa giudiziaria nella quale una ridda di milioni ha fomentato un ballo d'interessi non sempre e non tutti suggeriti dal platonico amore della causa, diremo che essi sono stati utilizzati dal superstite germano Antonio Petruzzelli per comprovare il suo di- , i e e a a ritto al godimento sia pure parziale della considerevole sostanza familiare. I suoi avvocati sostengono all'uopo che i due fratelli operavano sempre di conserva e che non ebbero mai ragione di cautelare per proprio singolo conto quelli che erano interessi e beni lmqdtlf a lti a io i- comuni. D'altra parte la severità della loro vita di lavoro, l'austerità dei loro costumi, la perfetta armonia del loro temperamenti, il fatto che nessuno del due aveva voluto crearsi una famiglia per consacrarsi a quella che la sorella Maria aveva creata maritandosi con l'ing. Angelo Messeni e mettendo al mondo cinque figli, il contributo che questi hanno dato al lavoro dell'azion da, sono tutti elementi che gli avvocati hanno posto in evidenza per agevo lare la prova morale della società di fatto esistente fra t due germani ». GRAND MOTEL CROCE DI MALTA MOrtTCa&TfNI - MONI ♦ » Provi. Cai. <3. PACINI * Fijtt La fotografia del famoso testamento impugnato di falso.

Luoghi citati: Bari, Montecatini