Il Reno

Il Reno Politica retrospettiva Il Reno l l a ; i , i a o , l e a a a l l o . i a e o n. o i e o b r a, i i o ciee ; na on. ia o go e e eil o Il problema franco-tedesco del Reno è, si può dire, una cosa sola con la storia dei due popoli. Mentre, per la Francia, Pirenei, Oceano ed Alpi formano tre linee di frontiera e,di difesa che non sempre furono- rag- giunte, ma che, ad ogni modo, segnano dei limiti assai definiti e sicuri, il confine verso i pòpoli germanici è sempre stato materia di contesa ed il suo tracciato geografico è, nella storia, disegnato con una linea spesso variabile ed incerta. Perennemente rivolta verso il suo confine orientale, la politica francese, già ai tempi di Filippo il Bello, quando il ricordo e l'esempio di Carlo Magno voleva ancor dire, benché a. distanza di secoli, qualche cosa di assai preciso, cercava, di estendere la sua influenza in Germania, e di conquistarsi città e principi renani. Al sogno imperiale della eredità Carolingia doveva ben presto far posto, nella mente dèi politici di Parigi, l'idea della continuità etnica fra Galli e Francesi, e Luigi XI, stabilendosi in Alsazia, già affermava di venirvi « a rivendicare i diritti del reame dei Galli che si estendeva sino al Reno », mentre più tardi, sotto l'influenza dell'Umanesimo e della ripresa, degli studi classici, si ritornava alla lettura di Cesare e si trovava motivo di conforto per le aspirazioni al confine renano nei suoi scritti e nella sua indicazione dei limiti della Gallial La politica estera francese, nella storia d'Europa, ad eccezione, dei due periodi di Luigi XIV e di Napoleone I, va oscilla.ndo fra la tendenza ad assicurarsi, con la fortissima frontiera del Reno e con un accorto sistema, di alleanze, il predominio in Europa, e quella di ricorrere a conquiste d'oltre mare o d'oltr'alpe. comunque dirette allo sviluppo coloniale o marittimo, per trovare in altri campi potenza, prestigio e forza. Carlo VIII cercò, con la sua campagna d'Italia, di assicurarsi il dominio del Mediterraneo, la conquista di Costantinopoli; il suo infelice tentativo, che andò quasi esclusivamente a profitto della Casa d'Austria, fu l'inizio di quella direttiva politica che a molte riprese parve ottima a chi aveva la responsabilità dello Stato francese. Il predominio di Carlo V suggerì quella politica difensiva fondata sulle alleanze che doveva avere tanta importanza, per l'avvenire della scuola diplomatica francese, e. contro la temibile potenza dell'Asburgo parve ottimo accorgimento l'avvicinamento ai turchi ed ai principi tedeschi, avverei all'Imperatore, cioè il sistema della contrapposizione all'avversario di un sistema di amicizie militari continentali. Questo' metodo parve ancora ad Enrico IV, il migliore per la fondazione della sua potenza, ed il Sally nelle sue « Oeconomies royales » gli consigliava di cercare di acquistarsi » aruis, alliez et confédórez, bien certains et bien asseurez par les liens de communs intérests » anziché sognare conquiste smisurate ed intenibili, e per lui elabora invece il piano della monarchia occidentale, arbitra d'Europa attraverso le alleanze, e gli Stati vassalli, sicura nei suoi confini, che, come dice Sandraz de Courtilz, avrebbero dovuto identificarsi nelle linee naturali: Alpi, Pirenei, Oceano e Reno. Con Enrico IV,non è più il diritto alla eredità di Carlo Magno, nè a quella dei Galli, che si invoca, ma, come egli stesso ebbe a dire, la gente di lingua spagnola doveva toccare al Re di Spagna, la tedesca ad un tedesco e quindi « toute la. francò!sa doit est re a moy ». Era il principio di nazionalità linguistica ed'etnica che si faceva strada, al servizio delle rivendicazioni francesi, già, nel 1G01. Mutano i Sovrani e le loro argomentazioni, ma la monarchia francese ha sempre gli occhi sul Reno. Richelieu, erede ed assertore della successione ideale di Enrico IV, non perse occasione per rivendicare il confine sulla riva sinistra di quel fiume, ed alla conclusione della sua opera Austria e Spagna si trovavano separate, i principi germanici si infeudavano politicamente a Parigi, la Lega dei paesi renani, protetta dalla Francia, equivaleva al possesso della linea del Reno, mentre il sistema fondamentale della diplomazia clfissica, unendosi le potenze alleate degli Svedesi, del Savoia, degli Olandesi, della Polonia e dei Turchi, nonché dei principi tedeschi, stabiliva in tutta Europa' un blocco unitario, dal quale era esclusa soltanto la parte avversa ed i suoi vassalli, e che costituiva • la forza ed il prestigio della potenza francese. L'enoca del trattato di Westfalia. che fu una delle più felici per la storia francese, segna, si può dire, l'apogeo del sistemi diplomatico che lasciò, in seguito, si larga traccia nella tradizione1*, politica di nttel paese. Ed era an- « che il trionfo del sistema del Sully, e di Enrico IV, in quanto la potenza, francese si fondava appuntò sui Brattati e sulle alleanze, più ancora'che sulla estensione territoriale, là quale era minore di quella dello Stato francese prima del 1919. La contraddizione fra la tendenza ambiziosa alle guerre di conquista materiale e di prestigio, e la direttiva del Sully, sancita dal traÉ< trato di Westfalia, fu quella che dominò tutto il periodo successivo, e che ispirò l'affermazione di potenza ed il sogno di gloria, di Luigi XIV ed il sistema di prudente difensiva e. di malcelata rinunzia di' Luigi XV. Da. una parte l'ideale de' diritto alla, eredità. Carolingia, dal- ' l'altra il principio della « modérafion dans la force » : nell'uno e néU l'altro caso, due aspetti, due metodi.della stessa tendenza., cioè la. volontà, di affermare sull'Europa, in due diverse maniere, la capacita di predominio che forza, ricchezza, or-* ga.nicità di ordinamento unitarioi nazionale e saldezza di miliila <fcv