Raquel fece fucilare Mata-Hari?

Raquel fece fucilare Mata-Hari? Storie di oof tij^ifì^e e> di spie Raquel fece fucilare Mata-Hari? La canzonettista insignita della commenda di Alfonso XII e della croce della Legion d'Onore = Terribile dramma di amore e di gelosia = La spia « H=21 » = L'interrogatorio emozionante e l'appassionata difesa dell'avvocato innamorato = Un telegramma misterioso e un viaggio inesplicabile = Affermazioni, contraddizioni e sospetti = Lo scrittore e le due sirene - La visita di Raquel Meller al Papa = Il tragico silenzio MADRID, luglio. E' parso a taluni un po' eccessivo il recente conferimento da parte dl Questa Accademia di Beile Arti di San Fernando, della commenda dell'Ordine di Alfonso Xll alla canzonettista lìaqucl Meller, « in ricompensa dell'opera spaonolissima. veramente patriottica, dell'insigne artista di rinomanza universale, la Quale inoltre Ita saputo rinunciare a un contratto vantaggiosissimo di parecchie migliaia di pcsctas, die la impegnava a recitare in una pellicola cinematografica poco favorevole al nome, agli interessi e al prestigio della sua patria ». Altri sono rimasti meravigliati pei fatto che fra pochi giorni dovrebbe partire per Parigi un'illustre letterata spagnola. Filar Mlllan Astray, con l'incarico di appone sul petto della Moller le insegne dl ufficiale della legioii d'onore concessele pure dl recente dal. Ministero dell'Istruzione Pubblica francese. Interrogativi emozionanti Une onorificenze in un sol mcsel Per una stella di varietà è un vero oid... Ma se ì servizi che la canzonettista ha resi alla sua. patria posso no giustificare in gualche, modo l'alta ricompensa decretata per la prima volta a una donna, cosa invece veramente induce il Presidente della Repubblica francese a firmare il decreto che concede le insegne della Legion d'onore alla pur celebre « tonadillera espatiola «? in taluni circoli teatrali — ed in coincidenza con Queste attenzioni ufficiali — ha ripreso a propagarsi la voce, che più d'un giornale ha raccolta, secondo la Quale IlaQuel Moller reca sulla coscienza il grave peso di una morte. Qui si spera, però, che dopo guanto adesso dichiarano Vex-senatore V. Emilio Junoy e l'exministro Sr. Salvatella, saranno considerale come leggenda ingiusta Queste drammatiche domande: «Raquel Atelier ha dunque fatto fucilare Matailari? E' stata questa « cancionista guaptsima » a denunciarla come spia, a metterla nelle mani della Polizia francese e a provocarne la morte? ». Per una concomitanza strana, vede adesso la luce un interessantissimo libro. La vraie Mata-Hari, courtisane et espionne, opera del giornalista olandese Ch. S. ileymans: e nelle sue pagine si accoglie e si commenta l'accusa lanciata contro la canzonettista spagnola, che da pochi anni sta cai cando e non senza successo le scene del « music-hall » di Parigi. Ma fu davvero Raquel Meller a pre parare la fucilazione di Mata-Hari'/ Di Mata-Hari, ardente bellezza bruna, ballerina allucinante e fantastica, trlonfatrice in Parigi agli inizi dì que sto secolo, molto severamente parla Charles S. Hcymans, il giornalista na to nello stesso paese in cui ebbe vita la radiosa mistificatrice delle sacre danze dell'India. Sembra sicuramente provato che Mata-Hari (fu questo il nome che assunse Margherita Zelle nel diventare danzatrice orientale: e Mata-Hari è accoppiamento di termini che all'incirca significano « Occhi mattutini ») nella sua vita aveva visto una baiadera e che ciò che faceva non era che esecuzione dt passi, airi e salti assolutamente arbitrarli e incoerenti, da lei sola ideati. L'audace speculazione sopra la dabbenaggine dei suoi contemporanei le diede risultalo. Divenne in poco tempo famosa. Gl'Impresari se la contendeva, no. Danzò a Parigi, a Berlino, a Vienna, a Montecarlo... dinanzi a pubblici di Princìpi e milionari, che l'acclamavano esultanti. I letterati, in conferenze e saggi, si cimentavano a definir la sua arte ed a spiegarne il « recondito simbolismo*. Fu la donna di moda durante molti anni. Ebbe amanti fastosi: un monarca, un principe ereditario di un grande Stato, diversi celebri artisti... Spia Per otto o dieci anni conduce vita brillante e sontuosa. Possiede una splendida villa a Neuìlly. nei dintorni di Parigi, e dà in essa magnifiche feste, alle quali accorrono le più grandi figure dell'arte e della politica. E' una delle stelle favorite dal pubblico parigino. Le sua esibizioni sono sempre trionfali. Nell'estate del 1914 scompare improvvlsamenle-da Parigi. Dov'è andata? f suol ammirate: i non hanno il tempo dl chiederselo e tanto meno di iniziar ricerche, poiché alcune settimane dopo si determina rn fatto, un grande fatto che distrugge e dissipa le minute preoccupazioni dell-i vita corrente: la guerra! 1914... 1915... 1016... 1917... I cronisti teatrali e la gente che vive tra le quinte e i ridoni, si sor già del tutto dimenticati della creatura delle « danze sacre », allorché d'improvviso, a metà febbraio del 1917, giornali escono conuatEabtadmtcr a i a e e e a e à n una notizia sensazicnalc: «Mala-Hari, accusala di spionaggio a favore del tedeschi, e slata tratta in arresto! ». E si hanno pochi a.llri particolari, chi all'ufficio di controspionaggio non garba prodigar le notizie: che Mata-Hari tornava dalla Spagn: allorché è stata accalappiata dal francesi, che pare indubitabile la sua connivenza col nemico e che trovasi ora incarcerata nelle prigioni dl San Lazzaro... « H-21 » dinanzi a! Consiglio di guerra Più dl cinque mesi dopo la sua detenzione, il 24 luglio 1917, Mata-Hari compare dinanzi al consiglio dì Guerra, che deve giudica'la. La difesa è a carico di un vecchio e celebre avvocalo, il quale, invaghito pazzamente della ballerina, ha chiesto per favore che 10 lascino tentar dì salvarla: monsicur Edouard Ciunei. Mata-Hari si presenta tranquilla e sorridente davanti ai suoi giudici. « La vedo ancora — scrìverà il comandante Massard al banco degli accusati, eretta, alta, slanciala... col suo vestito azzurro, scollato, a punta; il suo cappellino a tricorno, civettuolamente militare... ». — Come mai vi trovavate nella vettura del Prefetto di Polizia di Berlino 11 giorno della dichiarazione di guerra? — le chiede il Presidente. — Avevo conosciuto il Prefetto al music-hall » ove lavoravo — essa risponde. — Ire Germmia la Polizia si riserva il diritto di « censurare » gli abbigliamenti teatrali. Si disse che io mi presentavo troppo svestila e il Prefetto venne ad esaminarmi. Ci conoscemmo così. Sia pure. Ma in seguito entraste al servizio del capo dello spionaggio tedesco, il quale vi affidò una missione a Pariqi, vi diede 30.000 marchi e vi iscrisse nei registri dl spionaggio col nome di « H-21 ». — E' vero — essa ammette — che adottai un pseudonimo per corrispon dere col mìo amico e che mi diedero 30.000 marchi. Però questi 30.000 mai chi non erano il mio salario di spia, ma il prezzo dei miei favori, giacché io ero l'amante del capo dello spionaggio... Lo sappiamo. Ma il capo dello spionaggio si è mostrato, a nostro parere, un po' troppo generoso... — Trentamil" marchi costituivano il mio prezzo abitualo: mai mi davan meno i miei amanti... Il Presidente e il P. M. Mornet continuano a interrogarla; la accusano di essersi intrattenuta lungo tempo in Francia nella retroguardia ed in parti avanzate del fronte tenendosi costantemente in rapporto con elementi militari francesi e in pari tempo sviluppando una corrispondenza attiva con l'ufficio di spionaggio tedesco dl Amsterdam, da cui in ricompesa delle informazioni che essa inviava, le perveniva danaro senza interruzione. Mata nega. Non ha mai fatto la spia. E' vero che scrive al capo dello spionaggio tedesco, ma soltanto lettere di amore, e il danaio che riceve è a sua volta danaro d'amore. — Che colpa ho io se il mio amante era a capo del servizio ai spionaggio tedesco... — esclama, stringendosi nelle spalle. Non è però terminato l'elenco degli addebiti. I più gravi vengono ora — Sospetta al nostro servizio di controspionaggio, — sostiene II Presiden te, — al quale tuttavia mancava una prova decisiva contro di voi, si procurò di allontanarvi dalla Francia e si pervenne a sospingervi in Spagna... La prova, infatti, non tardava a prodursi. Ella si trovava da poco tempo come ballerine a Madrid, allorché uno degli addetti militari all'Ambasciata tedesca, oo. Vi..., chiedeva per radio ad Amsterdam che inviassero 15.000 pesctas a nome dl lei a Parigi, ove si sarebbe recaia a riscuoter la somma. La stazione della Torre Eiffel intercettò il dispaccio radio ; il servizio di controspionaggio lo tradusse e qualche giorno dopo, quando MataHari si presentò a Parigi per ritirare il vaglia, la acciuffarono... — Non potete negare — dice il Presidente all'accusati — di aver riscosso le 15.000 pesetas. _ E' esattissime -• ella risponde — Anche con K... eia amante mio e, non intendendo pagare le mie carezze con danaro di sua tasca, trovò più comodo pagarsele coi quattrini del suo Governo... ., ltllsopprrtdtdiL'avvocato piange — Riconoscete — insiste. il tenente colonnello che funge da Presidente — che II danaro proveniva dal capo dello spionaggio tedesco in Amsterdam? — Si. Il danaro era inviato dal mio amante d'Olanda, il quale, senza saperlo, pagava i debili del mio amante di Spagna. Al termine di questo interrogatorio, a ballerina è perduta. Invano qualche este depone in favor suo; invano avv. Clunet, il povero vecchio che a adora, compie disperati sforzi per alvarla dispiegando una finissima ratoria patetica. V- Tribunale si ritira er la deliberazione e dieci minuti doo, all'unanimità, sentenzia. Riappae Mata nel salone del Consiglio. Fiea seria impassibile, è (trilla in piedi ra due file di soldati. U segretario el consiglio comincia a leggere, leno e solenne: — in nome del popolo francese... — Presentat'armH — arida il capo del picchetto. Al cospetto dei fucili che lo salutano l segretario continua a leggere: — Margherita Zelle. colpevole « di esseri introdotta nel 1916 nel campo trinerato di Parigi, allo scopo di procuarsi informaziOPi interessanti una potenza nemia*... » ni avere, in Francia e all'estero, procuralo a tale potenza informazioni capaci di ostacolare le operazioni del nostro Esercio »... « dl avei intrattenuto all'estero ntelligenza con agenti diplomatici tedeschi, con l'obiettivo di favorire le operazioni dei nostri nemici, comunicando loro segreti relativi alla nostra politica interna e all'offensiva della primavera nel 1916 ».... Margherita Zelle è condannali a morte... Mata-Hari ascolta, fredda e altezzosa... Quando rlsuona la parola « morte » si stringe nelle spali- e sorride; sorride sdegnosamente, come chi oda cose che non lo riguardino od una scortesie. Accanto ad essa, curvo e tremefatto, piange il vecchio Clunet... La fucilazione provocò un'impressione enorme. Si fecero intorno ad essa ogni sorta dl relazioni e di commenti ncscsdacsqzsscAi2usepdmgiornalistici, romanzi., drammi, studi{storici... E in Tnez-.n a questo grande dramma, al Quale hanno partecipalo Individui di tutte le nazionalità, si è lanciata l'emozionante accusa: « Raquel Meller tu colei che denunciò e consegnò Slaii-Hari alla Polizia francese ». Perchè dunque. Mata-Hari tornò a Parigi a lasciarti prendere in gabbia? Era partita dalla Francia, in realtà, eludendo i servizi di controspionaggio, che sospettavano dì lei; e poi, uscita dal territorio della vicina Repubblica, in Olanda e in Spagna, invece di servire — come sembra ne avesse fatto l'offerta — lo spionaggio francese, gli aveva giocato, secondo guanto risulta, alcuni brutti tiri. Come mai, allora, si azzardò a tornare? Non. comprese che andava incontro alla fucilazione? « Mata-Hari non era spia... » Vex-senatore Don Emilio Junou, che convisse con la ballerina all'Hotel Ritz di Madrid e che fu suo grande amico, sostenne già l'anno scorso, dinanzi alla pubblica opinione spagnuola, l'innocenza di Mata-Hari; ma alle sue parole vivamente si è opposto il giornalista olandese Ch. S. Heymans, autore del libro recentissimo: La vraie Mata-Hari, courtisane et espionne. Dore Emilio Junoy torna oggi ad estrinsecare il suo Intimo convincimento-. « Mata-Hari non era spia, si dica ciò che si voglia. Se lo fosse stata, non avrebbe forse almeno una volta tentato di. ottenere da me notizie e dati di indole spagnuòla che interessavano molto al tedeschi? Per esempio: ragguagli, intorno alle relazioni mercantili, e industriali tra la Spagna, e gli Alleati? A me, parlamentare e giornalista, essa poteva ben supporre che vi erano da. strappare Indicazioni senza dubbio importanti... Tuttavia, mai, nel mesi che durarono i nostri rapporti, ella fece un tentativo simile... E Doto? E Santiago Alba? E Cambn? Non potevano esserle fonti preziose di informazione, lutti questi uomini? Ecco invece cosa è accaduto: tanto Alba, guanto Dato e Cambó, mi avevan chiesto, prima l'uno e poi l'altro, che li presentassi a quella donna straordinaria, che produceva sensazione al Ritz; ma la danzatrice si scusò... Evitò là presentazione. Si comporta cosi, forse, una spia?*. II mistero di un viaggio Questa, calorosa difesa, che mostra la^ìngenua e veemente bontà dell'exsenatore catalano ; la candida bontà dei cui inganni egli stesso sembra vagamente sospettare quando chiude lo sue ultime dichiarazioni con la frase-. a .1 dir il vero, preferisco vedere le buone qualità delle persone, prima del loro difetti... » ; non bastano per demolire le accuse formulate nel Consiglio di Guerra contro Mata-Hari, poggiantisi su prove sufficientemente serie. Ora però non si tratta dl sceverare se era innocente o colpevole. Colpevole o no, il fatto resta che i francesi. che di lei diffidavano prima che ve- lsse in Spagna,, la. consideravano già ome una spia tedesca. Ed essa lo apeva. Don Ioaquin Salvatella, ex-ministro, he conobbe la ballerina durante la ua permanenza in Madrid, ha detto i lei che « era una donna dagli tteggiamenti strani. Trattava con aluni tipi sospetti... Ricordo uno di esi, col quale si accompagnava freuentemente; un mezzo tedesco e mezo portoghese, che si diceva fosse una pia. Soleva, inoltre, raccontarci cose concertanti. Rammento, ad esempio, he una volta ci disse: — Vedono? Adesso sto qui tranquilla prendendo l mio caffè e pensare che al massimo 4 ore addietro mi sono imbarcata in un sottomarino... ». Per un sentimento di pietà comprenibile, il signor Salvatella non vuol ssere più esplicito; però si comprende dl leggieri che egli e tutte le altre persone che la conoscevano qui a Madrid, avevano l'impressione che Maa-Hari fosse una spia. Dovette, del esto, esser cosi diffuso tale convincimento, che un giornalista amico degli Alleati, Ezequiel Endériz, pubbliò una serie di articoli sul giornale El Liberal sotto il titolo: «La dama de las pieles blancas » ; ed in essi chiaramente si parlava dei rapporti ra il capo della spionaggio tedesco di Madrid e la ballerina del Ritz. Che ella stessa ormai si sentisse compromessa, che tosse mezzo persuasa che per lei tornare in Francia era molto pericoloso, lo dimostra una lettera di un diplomatico olandese, il signor G. de With, allo scrittore spagnuolo Gómez Carraio, in cui è riferita una conversazione svoltasi fra lui e la danzatrice. Il signor de With, che era incarica dqrdpV,0 d'Affari di Olanda a Madrid verso eIlngdg«Prrcdd:mlcBNcn■nd,ecril 1916 narra che un giorno ebbe là visita di Mata-Hari. Costei spiegò che desiderava andare in Francia, ma cha nutriva « una grande inquietudine * all'idea di dover passare di nuovo la frontiera. « Una persona che ha la coscienza pulita — le disse il diplomatico non deve temer nulla... Ad ogni modo. In caso di difficoltà non tralasci ii telegrafare alla Legazione ». A quanto pare, la inquietudine di Mata-Hari non si. dissipò con queste parole. E allora il signor de With ri tenne prudente sottolineare : « Una persona che sentisse dl non esser molto a posto con la coscienza, me'ilio farebbe a. non arrischiarsi a passar la frontiera... ». Perchè invece la passò, ad onta di lutto? — L'ignoro... Non giungo a spiegarmelo — riprende a dire Vex-ministro Don Salvatella. — Riesce incomprensibile... — Crede lei che la ingannarono? Che qualcuno, tendendole un tranello, la sospinse a Parigi? Il signor Salvatella si stringe nelle spalle: — Bah... Non so. Non so. Certo, nel fondo di tutta questa storia della Mata, un mistero sussiste! Raquel Meller accusata Il mistero sarebbe svelato, almeno secondo il giornalista olandese Heymans, che nel suo libro includeva una intervista — non di oggi — dell'ex-senatore Don Emilio Junoy. intervista che è denuncia categorica contro coloro che condussero a morie MataHari. Ecco d'altronde II testo integrale dell'intervista: « Attribuisco l accusa dl spionaggio lanciata contro MataHari—sono parole dell'on. Junoy — ad amori contrastati. Sono qui in ballo un militare francese e un'artista catalana. Il militare, addetto al Ministero degli Affari Esteri dt Francia ed inviato in Commissione in spagna, si innamorò pazzamente di Margherita Mata-Hari, che però, adorando il suo amante, non volle essergli infedele, n militare promise di vendicarsi. D'altro canto, Gómez Carrillo, il mio buon amico Gómez Carino, aspirava anche egli al favori di Mata-Hari, senza riuscir a conseguirli; tuttavia, quella che allora era là moglie di Gómez Carrillo, un'artista catalana — Raquel Meller — credette che esistesse una tresca fra. la ballerina e lo squisito scrittore. Il militare e l'artista catalana prepararono la perdizione dell'amica deliziosa Di guai mezzo si avvalsero Raquel Meller e il militare francese — si chiede il giornalista Heymans — per sospingere Mala-Hari ancora una volta a Parigi? Il signor Junoy non lo dice esplicitamente, ma lo lascia intendere con lo espressioni seguenti: — Le avevo magnificato, com.e lo so farlo, le bellezze di Barcellona, perchè si decidesse a vìvere colà. Mata-Hari non aveva mai visto la nostra grande città portuario, ed aveva un gran desi- t iderio di conoscerla. — Andiamo dun- pque a Barcellona — le dicevo spesso, r- Laggiù troverete la tranquillità e il Triposo morale che vi occorrono. Pren- derete in affìtto una cosina di cam- pagna, sul Tibidabo o a Vallvldrera. Vedrcte il mare e la montagna a tutte ore. Il sole catalano vi ridarà salute e v'infonderà ottimismo... — Mala- Ilari era derisa n vt-nirp rn-n me tiri nan era. aecisa a venire con me un giorno le dissi: «Oggi partirò. Volete dunque venire? ». Scoccava il mezzo- giorno. La danzatrice mi rispose- « Slo aspettando un telegramma da Pariai secando n suo eontemitn ver rungi, seconao u suo contenuto, ver- rò o non verrò con voi. All'ora della colazione vi saprò dire se accetto, o dare una risposta negativa ». Alle due del pomeriggio Mata-Hari riceveva un :(~da pTaì- firri° co\no- me del suo amante, con che era invi- lata a partire immediatamente per la capitale francese, lo partii alle 18 per Barcellona ed ella alle 20 per Parigi, Non ci siamo pia visti... Il telegramma che ricevette era falso ». „ ' " thi l aveva spedito? Era opera dl Raquel Meller e del mi- ntarr /r/,n,«»i "• ■uarc francese? Benché non lo si dichiari, il gior- notista olandese lascia sospettare che da essi sia partita l'imputazione e la macchinazione terribile. Tali nuove ,„„.,.,, „„„ ^ . .. emergenze non hanno mancato dt prò- cmrre un emozione ben comprensibile, Dicono che a Parigi, ove -- come è risaputo — la creatrice del « Relica- rio » è adesso una delle più popolari ttPtin <ì*i ..-Piati et „ -i stelle del varieté, si commenta e si discute il caso con interessamento ap- passionato. Ma fu davvero Raquel a nellare Mata-Hari nelle mani della po- lizia francese? Fu essa l'autrice del Una smentita del senatore Junoy n e a a l a e e o è i e - telegramma? Fece bene? Fece male? La gelosia può scusarla? Un incidente imprevisto viene, all'ultim'ora, non sappiamo se a dis-sol- Vere o a. render nìù aruln t'eniiimn rrJ«foci >f. f enigma creatosi intorno ali artista spagnuòla: urta rettifica di Don Emilio Junoy. Do- po aver letto il libro dell'Heymans, l'ex-senatore si è affrettato a inviar.-. taZeT'la''Jrl ""T" "T"" madrileno la dichiarazione che se- gue: «Non ho nvii detto che fu Ra- quel Meller la denunclatrice di Mata- Harì. Ho solamente sospettato di una ÌTiT' ^ata nei magazzini del Louvre, sedotta e abbandonata da Gó mez Carrillo. Essa venne a Madrid per cercarvi e fermarvi l'ingrato a- mante, ma l'incontrò mentre taceva il bellimbusto con Raauel con T^afe finì per sposarsi alquanto tempo do- po. Il militare che io sospetto abbia preparato la cattura di Mata-Hari era un generale zoppo, ferito in trincea r.hz tu mnn A„Un "., L/ll' chs fu capo della sezione di spionag gio dell'Ambasciata sino alla fine della guerra ». La rettifica è, come si vede, categorica. Ma non basta per sedare il mormorio sollevatosi per l'apparizione del libro del giornalista olandese. Probabilmente le parole dell'on. Junoy sono destinate a render l'avventura più rumorosa e maggiormente drammatica. lì silenzio della canzonettista In mezzo al tumulto, Raquel Meller si mantiene silenziosa, impenetrabile. Tempo fa, quando cominciò a circolare la voce, a Parigi e a Barcellona, che era stata essa a gettar nelle mani della polizia francese MataHari e a causarne la morte, Raquel si recò a Roma e. in una udienza privata, si prostrò ai piedi del Pontefice. Corse allora tra gli ambienti artistici e teatrali una patetica versione del ricevimento in Vaticano. Si disse che la Meller si era inginocchiala, singhiozzando, dinanzi al Papa per invocar perdono dl una grave colpa che la tormentava, che riempiva di angustia la sua vita... Al cospetto dl commenti di tal genere, ella si credette in obbligo di fornire qualche spiegazione. E in una lettera, che si pubblicò nei giornali di Barcellona, scrisse : « Sono andata a Roma con l'irreprlmlblle desiderio dl vedere Sua Santità Pio XI, ma ciò che avevo da chiedere non riveste nessunissimo carattere di suppplica. Non posso riè debbo dire che una sola cosa: ed è che ho ricevuto la benedizione dal Santo Padre. Il resto concerne unicamente la mia. coscienza... ». La sua coscienza... Quale nero ricordo, quale ombra dolorosa, le allon-tanò dalla coscienza la soave manodel Papa, tesa blandamente sopra idtesta umiliata dell* canzonettista" insili umi.ui.n aeiui cunzoneuisia/ Raquel Metter non ha mai tfe»onulla. , ,, , Raquel Moller tace ancora. n i_ DiDiser a. Li pariset.