Gli italiani al "Giro di Francia,,

Gli italiani al "Giro di Francia,, Gli italiani al "Giro di Francia,, Da Bottecchia a Guerra = Ancora sull'abbandono di Binda = Ciantelli ha compiuto cinque tappe con una costola rotta * Gli avversari di Guerra: Leducq e Demuysère —— {Dal nostro inviato) Evian, 22 notte. Ieri sera un collega francese telefonò al mio albergo per mnoscere il nome del giornalista italiano che ieri nella discesa di Valloircs fu tanto gentile e affettuoso verso il vocerò Leducq che egli sollevò da terra e incitò perchè superasse il dolore e lo sconforto della caduta e proseguisse la corsa. — Desidero parlarne sul mio giornale — spiegò il colleija — e mettere in evidenza questo simpatico episodio di senso sportivo che ci viene du. un confraire italiano. Equilibrio sportivo II caso volle che questo giornalista italiano al seguito dei Giro di Francia fosse lo stesso che con la stessa sua testimonianza decisiva aveva messo a Bordeaux i commissari della corsa nella condizione di riconoscere il grave torto fatto da Pélissicr a Binda e quindi di prendere la nota decisione che aveva latto andare in bestia fffi inviati speciali francesi e belgi. L'epi sodio dimostra che il senso di equilibrio sportivo non fa 'liletto in chi è venuto a rappresentue un grande giornale a questo Giro di Francia e sbagliano di grosso quel chères confraires di qui che continuano a rimproverarci l'assistenza e U conforto che ogni giorno noi ci sentiamo l'obbligo di prestare al nostro valoroso Guerra. Le competizioni sportive sono da noi comprese con quel senso allo e vigile di giustizia che ogni italiano è orgoglioso di possedere e se non sono affatto pentito di aver dato ieri una spinta a Lederti perchè rimontasse in macchina, sono altrettanto fiero di essere, al pari dei colleghl italiani qui presenti, sempre ai fianco del nostro campione per incoraggiarlo e sostenerlo in questa durissima lolla. Telefonavo da Grenoble che Leducq è un corridore serio e leale che merita di vincere il Giro di Francia e se egli, come latto lascia prevedere, manterrà la maglia gialla fino a domenica prossima, non io sarò ad elevare qualche risena sulla sua vittoria che premierà il corridore più regolare dalla partenza in poi. Se Guer ra non avesse subito per ben due volti? i colpi della sfortuna {fu, come si ri corderà, nella Pau-Luchon e nello Cannes-Nizza), il francese non sarnb be primo nella classifica 0 lo sarebbe con minore vantaggio che è adesso sull'italiano. Quando a una cinquan Una di chilometri da Luchon io sug gerli di far fermare Binda perche aspettasse Guerra onde portarlo all'arrivo con minor ritardo possibile, non mi fu dato di vedere la mia proposta bene accolta. I corridori italiani Si preferì di vedere un successo personale di Binda, un successo clamoroso è vero, ma assolutamente sterile se non dannoso ai fini della classifica generale che ci importava per GuerraVoi eravamo venuti qui per vincere iGiro di Francia, non per vincere delle tappe Questo poteva essere il programma di Pulissi" e di Belloni, non dBinda che per il posto che si è guadagnato nello sport italiano e per la funzione di capo della squadra italiana avrebbe dovuto tenete diverso contegno. Anche pia tardi e cioè nella disgraziatissima tappa di Nizza, Guerra perdeva minuti preziosi perchè era rimasto solo a battersi contro la coalizione avversaria. Sarebbe facile immaginare come, scherzi dei chiodi a parte, le vicende della corsa sarebbero siale ben diverse se l'italiano avesse potuto disporre di un paio di validi compagni che lo riportassero sugruppo prima del colle di Braus. Purtroppo eia non avveniva perchla squadra italiana si era scompaginata alle prime difficoltà lasciando solo in gara questi tre coraggiosi corridori ai quali non basta la tenacia e lo spirito combattivo per opporsi alla forza del numero degli avversari. Pancera non è certamente l'uomo dello scorso anno e neppure Giuntela ha mantenuto le promesse fatte balenaral suo ingressu nel campo professionistico. Inoltre è saputo che il monfcrrina ha compiuto cinque tappe con una costola rotta che appare saldata soltanto da ieri. L'incidente avvenne nella tappa da Ilclulaìie a Pau quando Marco andò a sbattere contro un'automobile. Ma basta con le recriminazioni. Bipcto quello che telefonai da Perpignano che non è il caso di fare iprocesso ad alcuno, a meno che la dura lezione ricevuta trovi inerte chavrebbe il dovere di preoccuparsi perchè l'anno prossimo non si ripelano i fatti lamentali. Il contadino dall'aspetto trasognato Guerra per conto suo ha promesso ''i prepararsi al prossimo Giro di Francia con scrupolosità e fermezza i | il è e e o o o o o i o i q e , ? o e o e n a e a . l e mi aa ana ra ama esaul è ioio a no a e ira llo ooril a hi ro Dice che è ancora troppo presto per parlare dei compagni che gli dovrebbero essere messi a fianco, ma non nasconde la sua certezza di poter affrontare la corsa con ben altre chances di quando parli da Parigi tre settimane , or sono. Chi pensava a lui alla partenza da Caen? Forse soltanto il collega Orlandini, lo slesso che selle anni fa suggerì Bottecchia alla Casa francese che gli aveva chiesto il nome di un corridore italiano da iscrivere al Tour. Quando il signor Picrrard si vide arrivare quel contadino dall'aspetto trasognato e punto promettente, pensò ad uno scherzo di cattivo genere giocatogli dal giornalista italiano,- ma la sera dell'arrivo all'Havre aveva cambiato opinione e offriva lo champagne. Nessun costruttore potrà questa volta congratularsi col nostro collega; ma è certo che il confronto col compianto Bottecchia calza a pennello e che le gesta che in questo Giro sta compiennon più giovanissimo mantova no sembrano ricalcate su quelle che resero famoso e popolare in Francia, Più che in Italia, il nome del corridore di Colle Sant'Umberto. La identità delle situazioni dei due corridori viene a cessare quando si consideri che Bottecchiaperdette "la maglia gialla nella seconda tappa delle Alpi e che da quel giorno non fu più minacciato nella sua posizione dietro H primo dei Pèlissicr; mentre Guerra si trova più che mai insidiato da Magne e da Demuysère che lo seguono a soli due minuti. Le salite sono finite; ma restano ben cinque tappe alcune delle quali potrebbero dare al belga di attaccare a fondo l'italiano che per la prima volta farà conoscen za con i deprecati pavés delle'strade del Nord. o i a. L'incidente di Leducq Se la tappa di ieri, per il modo con cui si è svolta e l'epilogo che ha avuto, non ha apportalo cambiamento nella classifica generale, dobbiamo dire che fu un male. L'Incidente di Leducq diede alla corsa un carattere che in altre condizioni non avrebbt ceriamente avuto e non sarebbe azzar dato sostenere che senza la foratura t la caduta del francese a Vallolres questi avrebbe ripreso prima di Saint Michel de Moriana i quattro che II precedevano. Si sarebbe cosi ripetuto la corsa di due giorni prima a partire dal controllo di Barcellonettc. Solo che invece del trio Guerra, Leducq, Benoit Faure in testa si sarebbero visti cinque corridori: i tre sunnominati e Demuysère con Vicent Trueba. Quali sviluppi avrebbe avuto la competizione nella vallata della Moriana e sul colle di Aravis? Anche se Demuysère, che partendo ieri non mostrava più il brio delle tappe precedenti, non avesse potuto essere staccato e fosse giunto ad Evian con lo slesso tempo di Guerra, chi dalla battaglia sarebbe uscito malconcio doveva essere il Magne che inseguiva a distanza e che durante l'eventuale caccia al primi non avrebbe potuto disporre che dell'aiuto del fratello e di Bidot: Péllssler e Merviel essendo ancora più indietro. Invece il terzo della classifica s'imbrancò nel gruppo che portò Leducq sulla testa del gruppo Guerra, Faure, Trueba, Demuysère. Una volta questo raggiunto, la corsa languì. I trema più corridori arrivarono nello stesso tempo ad Evian. Antonino Magne poteva dirsi fortunato di non perdere Ogni speranza di contendere n Guerra il secondo posto nella classifica. Siamo dunque rimasti nelle condizioni di ieri a Grenoble quando trasmettevo le mie impressioni alla vigilia della seconda tappa alpina. Il caso ha voluto che la corsa si chiudesse con un 'niente di fatto ». Ant .vino Magne deve aver tirato un sospiro di sollievo.Le condizioni di Demuysère E Demuysère? Su Demuysère circo lano voci contraddittorie. Ieri è caduto due volte, la prima scendendo dal Gallbicr, la seconda in pianura sotto i nostri occhi e si dice che si sia lussato il.polso delta mano sinistra. Certo è che nel coadiuvare Guerra nella fuga egli non apparve più il formidabile passista delle tappe precedenti. Facendosi intendere a gesti, l'italiano in quel momento lo aveva pregato di aiutarlo nella fuga, tanto più che l'interesse era comune; Demuysère annui e andò in testa a condurre fortissimo. Ma di II a qualche chilometro arrivò un'automobile, un passeggero della quale scambiò qualche parola con il belga. — Da quel momento — mi dice Guerra, dal quale ho appreso questo episodio — Demui/sèrc non spinse più. — Da un altro mio informatore ho sa¬ l l i e l e i q , o o e a i o a n e . l o a . o i i . ò l — ¬ puto che la stessa autorevole persona subito dopo l'arrivo all'Albergo di Francia dove alloggiano i belgi, si intrattenne per mezz'ora nella camera di Demuysère. Il colloquio doveva trattare di cose molto delicate se Delannoy che divide la camera con Jeff, fu pregato di scendere senz'altro al ristorante. Quale sarà stato il soggetto di quella lunga conversazione? Forse si parlò del pericolo corso da Leducq? Non escludo la possibilità di venirne un giorno a conoscenza. Cerio che ieri la paura fu molla nel campo francese. Chi non potè fare meglio di quello che fece fu Benoit Faure. In condizioni normali il piccolo alvernlesc avreUbe dovuto giungere da solo sul Galibicr. Egli ha dato troppe prove delia sua superiorità in salila per farmi credere che Pierre Magne e Vicent Trueba lo equivalgano. Ma ieri Benoit Faure risentiva le conseguenze dei festeggiamenti fattigli il giorno avanti a Lione, perchè il leader della categoria <uns<i-routiers non ha passato a Grenoble la giornata di riposo. Al mattino si alzò presto e richiese la sua bicicletta perchè aveva promesso agli amici di Lione di fare una scappata colà. Non ci fu verso di dissuaderlo e acconsentì a rinunziare al viaggio in treno soltanto quando un signore del luogo si offri di porlare lui e la sua bicicletta in automobile a Lione. Benoit Faure vuol venire In Italia L'accoglienza che vi ricevette dovette essere formidabile se al suo ritorno a Grenoble Benoit Faure fu visto con gli occhi lustri chiacchierare a destra e sinistra anche con chi non gli rivolgeva la parola, con una facondia In Lui sorprendente. L'ho incontrato poco fa nei pressi dell'imbarcadero che ammirava l'incantevole panorama del lago Lemano e mi ha domandato se era vero che in Italia tutte le corse hanno almeno un paio di dure salite. — Avete intenzione di venire a correre sutle nostre strade? — ali hi) chiesto. — Se trovo un costruttore che mi inviti, perchè no? Questo piccolo meraviglioso meccanismo uniano è ancora disponibili prima che Desgrange non lo iscriva al Giro di Francia dell'anno venturo e ponga del limiti alla sua attività. Il direttore de'i'Auto ha già infatti annunziato che se Benoit Faure vuole ancora partecipare al a Tour > dovrà farlo nella categoria degli assi, quella dei Éurisfi-routiers essendo ormai chiusa per lui. E poiché sono venuto a parlare di quello che faranno i corridori l'anno venturo, segnalo le voci raccolte dal Petit Delphinois secondo le quali le due tappe alpine verranno tagliate a metà... e portale a quattro. L'attuale Nizza-Grenoble si correrebbe in due giorni: Nizza-Gab e Gab-Grcnoble. Anche la lappa successiva sarebbe divisa in due: Grenoble-Chambéry (o Aix les Balns) e Chambcry (0 Aix Ics Bains)Evlan per Annecy e il colle di Aravis. Probabilmente si ritornerà a fare tappa a Strasburgo. Guerra nel 1931 Ma la notizia che più da vicino interesserà gli sportivi italiani è quella delle offerte che sono slate fatte a Guerra per la marca di bicicletta che egli dovrà montare nel 1931. Due grandi Industriali italiani si sono interessati della cosa che tanto sta toro a cuore e uno di essi non esitò neppure a fare il viaggio da Milano a Grenoble. Troppo tardi. La sera stessa del suo arrivo vittorioso, Guerra aveva avuto un lungo colloquio con Maino e Girardengo, i quali ripartivano alle 5 del mattino successivo avendo in tasca la firma di Guerra. Anche per il 1931 dunque il mantovano rimarrà fedele alla marca grigia di Alessandria, che fu quella che lo aiutò nella prima corsa e alla quale è legato da vincoli di gratitudine. A Guerra è stato promesso che metteranno ai suoi ordini una squadra di corridori giovani e battaglieri. Molto bene. Mettendo a profitto quanto ha imparato nel Giro di Francia e ormai conscio dei suoi mezzi e del suo valore, il mantovano porterà una nota nuova nelle corse italiane. Oggi è staio l'ultimo giorno di riposo prima di iniziare le cinque tappe consecutive che per Belfort, Metz, cherl'-iile e Malos les Bains ci porteranno alta sospirata mèta di Parigi. Domani mattina si partirà alle 7 per compiere i 2S2 chilometri del percorso che nella sua prima parte comprende il colle della Faucilles. Il Ballon d'Alsacc, che è situato nei pressi di Belfort, sarà evitato. VITTORIO VARALE.