La sistemazione irrigua fella bassa reggiano - modenese

La sistemazione irrigua fella bassa reggiano - modenese LA PIÙ/ GRANDIOSA BONIFICA D'EUROPA La sistemazione irrigua fella bassa reggiano - modenese Oggi il Ministro Acerbo apre le paratie della presa d'acqua dal Po a Boretto fioretto (Reggio Emilia), 19 notte. L'opera di bonilìca, che domani qua 6'dna.uguna, o la più grande opera d'irReazione, mi dicono, d'Europa, estesa a circa novantaniila ettare, ossia quasi novecento chilometri quadrati; e comprende il territorio del Basso Reggiano e del Basso Modenese, tra il torrente Cròstolo e il lìume Secchia, e dalle estreme laide appenniniche, sotto Scandiano, alla zona segnata dal cosiddetto cavo Fiuma-Parmigiana-Moelia, dal quale la bonifica prende più comunemente nome, insieme che, adesso, qua da Boretto, presso a cui, poco e monte, in località Froldo Croce, è costruito il formidabile impianto di derivazione d'acqua dal Po. Ideatore geniale e animatore infaticabile dell'opera colossale, l'uomo che la promosse e attuò con una volontà e una costanza inflessibili, è il senatore Natale Prampolini. Giova quindi anzitutto, prima Idi ogni altra illustrazione, riferire ciò ch'egli stesso ha voluto dire, dell'opera. II senatore Prampolini '* Oggi — ha dichiarato il senatore Prampolini, — oggi che i nostri sforzi Bono coronati dal più lusinghiero riconoscimento, possiamo giustamente affermare di avere risolto oontemporancamente quasi tutti 1 problemi della iboniflca integrale di un territorio comprendente tutto il bacino scolante fra 11 Cròstolo e la Secchia, che dalle ultime pendici collinose di Scandiano giunge a nord alla Parmigiana-Moglla, Balla quale prende il nome. Ampie idistese di terreni vallivi e paludosi Bono non solo redente attraverso 11 lavoro di bonifica, ma trovano nel sifctema di distribuzione delle acque, Icosl sapientemente realizzato, la base icerta .e sicura per svilupparsi e lncrejmentarsl, in grazia della vasta rete Hi canali corettori e di tutte le opere ttdrAuliche studiate ed eseguite duran te sei anni d'intenso lavoro, i terreni idei vasto comprensorio hanno la possibilità di scaricarsi dalle acque eccedenti. Che se qualche volta in Primavera 0 in Autunno, per sovrabbondanza di precipitazioni atmosferiche, i canali della bonifica verranno a trovarsi in piena, potranno entrare in funzione i due stabilimenti idrovori delle Mon dine e dì San Siro: il primo per le acque dei terreni alti, e il secondo per le acque basse. Con le loro potenti pompe, che hanno una portata complessiva di mille metri cubi al minuto secondo, essi in poche ore ri chiamano le acque dai collettori principali, e le rigurgitano nel fiume Secchia. « Il piano di bonifica di cosi vasto territorio — prosegue il senatore Pram polini — non saretobe stato completo se contemporaneamente non si fosse provveduto a dotare il territorio stesso del le acque necessarie alla vegetazione Inutile sarebbe stato infatti lo sforzo compiuto coll'aver liberato questa zona dalle acque stagnanti, con l'averla difesa dalle inondazioni, se non si fosse contemporaneamente risolto il problema dell'irrigazione, punto essenziale, per lo sviluppo e il póten'zlamen- prmime neprunnunolascd'e ledel'as'counpequasI stqumledePdecivanistcetaviauninusiqucisucostninAil remtegrapnteS—lailDlichcoMnd'9nzturitis'to di ogni energia produttiva. Proble- jvmaSrWwtó non certo semplice, .che. uJ*.Consorzio di bonifica della Parmigia na-MogJia, a malgrado dell'esteso terrìwrio, ha risoluto in pieno. Scartata per-varie ragioni dl carattere tecnico, la possibilità di derivare acqua dall'Appennino, l'attenzione del Consorzio si volse al Po, che Scorre quasi al margine del comprensorio di bonifica. Le acque, derivate presso Boretto, vengono immesse in un canale di nuova irialveazione, con pendenza da nord a sud, Ano a raggiungere 11 fascio di cavi ' della bonifica Bentivoglio; da questi ì'acqua viene convogliata sotto 11 Cròstolo, attraverso l'antica bolle Bentivoglio, recentemente rinforzata, lai cavo Fìuma-Parmigiana-Moglia •. Dalla bonifica degli Etruschi a quelle dei Benedettini Tale, nella più schematica sintesi, l'immensa opera. E da questa sintesi, ioffertaci dal senatore Prampolini, dejriva al profano qualche stupore: che yien fatto di rilevare 1 due aspetti, an zi le due forme, in apparenza contr-a* Btanti fino all'assurdo, e nella realtà indissociabilmente connesse, l'uria dal l'altra derivante, l'una indispensabile complemento dell'altra, due forme o Bue stadti, della bonifica integrale: prima, il prosciugamento della plaga acquitrinosa, 'paludosa, il lavoro per ila canaOizzazione di scolo delle acque; poi, l'inverso iavoro, d'irrigazione del terreno prosciugato, la canalizzazione Id'aitre acque derivate, che razionalmente vanno distribuite a fertilizzare iìl terreno. Fatica inesauribile, travaglio immane dell'uomo: Incessante lare e rifare per trarre dalla terra il Sfrutto della vita, interminabile adoperarsi e ingegnarsi e sudare: come \uole la ' spietata condanna del Dio Srato, quando ne cacciò fuori dal felice Edenne. „ E qua, inesauribilmente affaticata umanità reiterava il suo sforzo da millenni: i primi tentativi di bonifica di queste terre pare siano stati effettuati tìagli Etruschi; poi dai Galli Boi; finche 1 Romani compierono la maravigliosa opera, degna veramente di loro, che di loro mantenne il nome, l'immensa bonifica romana, dal Piacentino alla palude reggiana. Caduto l'Impero, sopravvenuti i barbari, queste terre restarono per lunga pezza pressoché incolte, in molta parte abbandonate; e l'acque nuovamente dilagarono, devastarono la campagna, ne risommersero le zone vallive. Finché, nuovi Romani, intervennero 1 Benedettini, 3r- comunità monastiche cui la regola, specchio mirabile dl saggezza, prescrive il lavoro manuale, alternato e congiunto all'esercizio spirituale della preghiera e al lavoro intellettuale; e tra 1 lavori manuali, questi monaci, supremamente benemeriti d'ogni rinascita civile e di umano progresso, predilessero costantemente quelli agricoli e vi si dedicarono con un amore, con un ardore che si può dire, esso stesso, religioso: sicché se a loro si deve di avere così, nell'età di mezzo, primi, rivendicata la dignità del lavoro, d'averne anzi sancita la nobiltà, si deve anche, insieme, un enorme contributo di attività agricola, in tutta l'Europa, con la messa in valore e l'intelligente sfruttamento di più vasti territori. Ora et labora. Per ciò che riguarda questa valle padana, nella sua porzione inedia e nella più bassa, orientale, le bonifiche benedettine trasformarono rnoivo paese, ancora una volta, da intesi a landa di putrescenti paludi la f?PppngctitedcdcnCpllpscLmnpfcdg(iarcuplrpptc•ssztdps prospere e ridenti campagne; e le memorie e i segni, che restano di tanta mpresa, inducono alla più reverente e commossa ammirazione: da San Benedetto Po, dove ora, negli immediati pressi, a San Siro sul Secchia, sorge un dei grandi impianti idrovori della nuova bonilìca, Parmigiana-Moglia, fino giù, alla marina adriatica, dove a Badia di Pomposa, tra le cui mura crisse San Pier Damiano, e Guido d'Arezzo notò prima ut re mi fa sol la, Dante profugo ebbe ricetto, la soenne veneranda Badia domina il deserto che le è ritornato Intorno: acquitrinoso deserto per entro cui 'inoltra e guadagna, oggi, a rionquistarlo, a rinnovarlo in verde, un'altra falange di bonificatori, impegnati in un'impresa non meno di uesta, che consideriamo, non meno spra e vasta, non meno imponente. due stadi della bonifica integrale 11 Ministro dell'Agricoltura e Forete, Sua Eccellenza Acerbo, domani, qua, col manovrare la leva dì un comando elettrico, aprirà le paratie dele chiaviche di Froldo Croce; e l'acqua del Po proromperà nei canali della Parmigiana-Moglia, secondo ci ha già descritto il senatore Prampolini. Con iò si compie l'impresa della bonifica, vagheggiata e progettata Ano dagli anni che il Regno d'Italia era appena cotituito. 11 primo progetto infatti, successivo alla costituzione del Regno, daa dal 18&4, per iniziativa delle Provincie di Reggio e di Modena; e ne fu autore Domenico Masi. Ma bisogna venire Ano al 1901, perchè, in base a nuovi progetti, ispirati a nuovi criteri, si dia un primo inizio ai lavori. I quali si sviluppano gradualmente, per ciò che riguarda la bonifica idraulica; subiscono una necessaria sospensione, con la grande guerra; vengono ripresi stentatamente nel dopoguerra; traggono tutto un nuovo impulso, e massimo ncremento con l'avvento del Fascismo. Alla testa del Consorzio di bonifica è il senatore Natale Prampolini; direttore tecnico, uno de' più sperimentati in materia, ben noto per le prove già fatte nel Veneto e nel Ferrarese, l'ingegnere Pancini. Si procede con una rapidità di lavori sorprendente. S'impiegano oltre duecentoquaranta milioni. Si risanano le novantamila ettare di terreno, all'incirca, cui già accennavo. Sfamo al 1926; e la bonifica idraulica — la prima forma, 11 primo stadio della bonifica integrale, — è compiuta: il 28 Ottobre, il Capo del Governo e Duce del Fascismo inaugura lo stabilimento idrovoro di San Siro sul Secchia, donde rigurgitano le acque raccolte dalla bassa del Reggiano e del Modenese. R segue indi, intensificata, la bonifica agraria — la seconda forma della bonifl-.a, 11 secondo stadio. Dal 926, non meno di un migliaio di nuove case coloniche sorgono nella zona prosciugata; e s1 attivano le culture, si aprono strade, la terra riflo risce in Intensa produttività. E a mol tipìcarne appunto la produttività, s'imprende il nuòvo/ complesso di la vmriepdntecvl'cdincrzflnsqtimgailznstluzcdIlrtuacsmppcai lprtzvort. pei■l'irrigazione 'sisHe'ma]Tca è fa *.,onaIe del,e c"iasl novantamila ettare lmplgtdtslledlppcp1Lf?ià prosciugate. Come il senatore Prampolini diceva, s'era gifi pensato, prima, a derivazioni d'acque dall'Appennino; ma apparve migliore convenienza di derivarle invece dal prossimo grande fiume, dal Po-, considerato nn che che l'acqua del Po presenta miti tipli vantaggi specifici. d'un'iOonea temperatura, relativamente elevata, e| di portare un limo fprtilizznnte, e d) contenere buone dosi di sali d1 calcio e di magnesio, che per i terreni bonificati hanno notevole Importanza, per la neutralizzazione degli elementi acidi Così, qua, poco a monte di Boretto, precisamente, come ho pift detto, In località Froldo Croce; è stato tagliato l'argine del fiume; e si è costruita la presa di derivazione, con due successive mastodontiche chiaviche — quelle che il ministro Acerbo aprirà domani. Le due chiaviche, a centocinquanta metri l'una dall'altra, limitano, tra 11 nume e 11 canale, propriamente, di presa, un bacino intermedio, della profondità dl undici metri, capace di circa undicimila metri nubi. E' il cosiddetto « bacino di calma », onde si regola l'afflusso delle acque nel canale (ii presa, e che costituisce, per dirla all'ingrosso, come la valvola dì sicurezza dell'Intero impianto. Ma iì bacino offre anche l'opportunità di un utile adattamento: esso costituirà il porto fluviale di Reggio, che è già collegata da un tronco ferroviario con Boretto. tronco che sarà prolungato, appunto, fino al porto; e dì questo, che può accogliere galleggianti di seicento tonnellate, sono già ultimate le banchine e le principali opere accessorie. Contro la lecrge elementare dell'idraulica rial '«bacino dì calma», ossia dal • porto di Reggio », l'acqua — come spiegava il senatore Prampolini — s'immette nel canale di nuova inalveazlone, che la porta ai canali che attraversano la bonifica Bentivoglio, onde viene convogliata verso il Cròstolo; poi passa, con la botte Bentivoglio, sotto il Cròstolo, e raggiunge il cavo Fiuma-Paimìgiana-Moglia, lungo oltre sessanta chilometri, e dirama nei minori canali derivanti, e si spande per la sterminata rete dei canali secondari e terziari, per ruscelli e rivoli, per tutta la plaga tra Cròstolo e Secchia... Ma... ma qui si capovolgono le leggi dell'idraulica: proprio quell'elementare legge che, tutti sappiamo, che l'acqua scende a valle, e non sale a monte. Ora: poiché l'acqua è derivata qua dal Po alla quota di poco più di venti metri sul mare; e poiché, delle precisamente 88 mila ettare da Irrigare — 73 mila, cioè, della bonifica in destra Parmigiana-Moglia, e 15 mila della bonifica Bentivoglio, sulla sinistra del Cròstolo, — delle comples sive 88 mila ettare, dunque, non più dl 13 mila hanno quota inferiore ai nIz:-cs—emdzszrrL venti metri sul mare, e le restanti 75 mila l'hanno tutte, più o meno, superiore; ora, l'acqua, per queste 75 mila ettare, risalirà? Risalirà, sicuro. Dipartendosi dal canale maestro, perpendicolarmente a questo, i canali salgono, invece che scendere, salgono ai terreni più alti; e l'impianto idraulico comprende tutto un sistema di solle vamenti successivi della massa del- l'acque, fino a elevarle all'altezza ne- cessarla per farle indi defluire. 1 gradi, pdiciamo così, di sollevamento, sono lintorno a una ventina. E la bonifica lconsiderandosi divisa in sette zone parallele al canale maestro, nella prima zona, più bassa del canale, l'acque defluiranno direttamente, naturalmente; nella seconda zona, più alta, saranno sollevate, nella misura necessaria a questa zona e alle successive; e iden- ticnmente, quìndC con altro' solleva-\mento, nella terza zona; e via di 8C- guito; fino alla settima zona, la pIaIalta, dove non occorrerà sollevare che il volume dell'acque necessario alla zona stessa. Dalla quale considerazio ne emerge evidente il vantaggio del sistema; per cui non viene sollevata altra acqua se non quella necessaria, all'altezza necessaria. Se invece, con un'apparente, illusoria semplificazione dell'impianto, si fosse portato il canale maestro a monte, per fare indi defluire naturalmente l'acqua a tutto Il comprensorio della bonifica, sì sa rebbe dovuta sollevare inizialmente tutta la massa dell'acqua alla massima Ialtezza: mentre così non se ne solleva'che l'aliquota necessaria, ripeto, alle!successive necessarie altezze. A ogni modo, l'energia elettrica, che occorrerà per questi sollevamenti dell'acqua, cioè per l'azionamento del macchinari, si calcola di dieci milioni di chilovattore!all'anno. E naturalmente il canone che-i singoli proprietari pagheranno per\l'irrigazione delle proprie terre, sarà;proporzìonato all'elevazione delle ter-1 re stesse- saranno cioè sette quote di'tassazione, corrispondenti alle sette | zone suindicate di sollevamento l'acqua; e se nella prima zona, poniamo caso, si pagherò 90 lire per eltara, per dieci irrigazioni annue, nella setlima zona si pagheranno 320 lire. Cento milioni di maggior profitto annuo E ancora qualche cifra. La «pesa globale di quest'opera — l'opera in tendo dell'irrigazione, seconda forma della bonifica, — assommerà, in cifra tonda, al 100 milioni di lire; ai quali s'aggiungono 14 milioni per la canalizzazione delle acque basse; e 14 milioni e 500 mila lire per le acque alte; e 18 milioni per la sistemazione stradale. Oltre poi alla spesa d'impianto, l'irrigazione richiede, come si comprende, anche una spesa d'esercizio, per la manutenzione ordinaria dei canali, per l'azionamento degli im pianti di sollevamento dell'acqua, per ,(»] |" ' 11 nersonnip nddPttn a ili ril<5trlhn7lo-.LVP^.S^ ne dell'acqua, per tutto 11 complesso Insomma dei servizi e della manutenzione In corrispondenza a tale Impiego di -c*pìtale ,e' alla spesa d'esercizio, si calcola — e prudenzialmente — che ÌI' territorio potrà dare, entro dieci anni, un profitto annuo maggiore dell'attuale ai ini centinaio di milioni: frutto che si promette senza rivolgimenti, senza Innovazioni sensibili di quello ch'è 11 tipo tradizionale dell'economia agricola della regione, esclusivamente per aumentato rendimento della terra. MARIO BASSI