Mara con un irrissitibile volata batte Dewaele e Frantz

Mara con un irrissitibile volata batte Dewaele e FrantzLA SECONDA TAPPA DELLA TORINO-BRUXELLES Mara con un irrissitibile volata batte Dewaele e Frantz Grandi staccato in prossimità del traguardo, giunge con un minuto e 57 secondi di distacco - L'italiano, primo in classifica generale, aumenta il vantaggio su Bulla i (Dal nostro inviato) . . — Lussemburgo, 21 mattino. Le emozioni che ci ha procurato questa corsa non le dimenticheremo per un bel tratto di tempo. Abbiamo vissuto prima di Nancy e da Metz a Lussemburgo ore di spasimo, ai speranza, di dolore, che sono esplose alla fine in un grido incontenibile di gioia. Quando, ai cento metri, l'irresstibile guizzo dii un italiano diceva a Devaele ed a Frantz ohe la- partita era perduta, noi, dalle nostre vetture, abbiamo urlato a piena voce: — Mara... Mara... Mara...l E la folla anonima, ma che noi abbiamo potuto individuare subito come nostra, tutta nostra, ha risposto: — Italia! Italia! Italia! Grandi aumenta il vantaggio in classificaPoi, quello che 6 avvenuto confessiamo di non essere in grado di descriverlo. CI siamo abbracciati, armiamo stretto ovunque mani di fratelli nostri che ci venivano porte, abbiamo cercato il vincitore che era già lontano. Ma, ahimè, che la gioia era di nuovo subito velata da un'ombra. E brandi ? Era coi primi a cinque chilometri dall'arrivo, ora non c'è più. Ci guardiamo in viso... E' già trascorso un minuto... Ma, laggiù, in fondo al viale Maria Teresa, spunta la maglia celeste che aveva dovuto cedere sulla so glia del traguardo, al centesimo attacco che gli stranieri gli avevano portato. E' qui... Eccolo, ha tagliato il traguardo. Il cronometro sentenzia: distacco 1*57". Il cuore torna sereno. Bulla è dietro di lui e Frantz, che lo ha preceduto di 1*57", era esattamente in ritardo a Zurigo, rispetto al leader, di 21'. Dunque, la conclusione è questa: il distacco tra Grandi, leader della classifica generale, e chi lo segue e maggiore di quello che esisteva a Zurigo tra Grandi e l'austriaco Bulla. Ma tutto questo non è che la conclusione, e noi dobbiamo risalire invece all'inizio di questa giornata, perchè abbiamo assistito ad episodi che non dobbiamo non rilevare: come è necessario registrare, prima di ogni altra cosa, il successo della collanoraziou» più viva che gli elementi italiani tutti hanno stretto tra di loro per difendere Grandi dalla coalizione straniera. L'on. Garelli eri il capitano Spositi avevano ieri posto una questione d'onore ai nostri corridori, che si tradticevn in un imperativo categorico: è necessario che Grandi vinca la TortnnRruxellos. Dunque, tutti per Grandi E l'on. Garelli è stato esaudito appieno. Infoiti, l'emiliano si vide attorno Morelli. Bovida. Mara. Catalani, /anzi per citare i maggiori, votati a dividere la sua sorte, mi soprattutto votnli al suo trionfo: oggi, a tre quarti della fatica, e dopo una tappa massacrante, possiamo ritenerlo quasi sicuro vincitore. j : j [!,„ *.f yalorosi untili-.gregari..' Provate a cercare i nomi del fedeli gregari di Grandi nell'ordine di arrivo. L1 trovate lontani dai primi :' è la prova che essi hanno lato tutto, fino all'ultimo resniro. E tra questi bisogna cercare i più umili, come Del M.astvo. D'Achille. I.alle. Polo. Clgnoli. Poi sulla fine, (e proprio nello spazio degli ultimi dieci chilometri) in ragiono del dispendio di enercia. hanno tutti ceduto, meno uno. Primo a rassegnarsi per vinto tu Cignoli noi Del Mastro, poi Rovida, poi Morelli, infine Catalani. Ma noi diremo che quanto hanno saputo compiere soprattulto Rovida suRallon d' Alsace e delle 'J alle 12 fino al controllo di Ta.hon les Vósges, < Morelli da Metz alle soglie del Gran ducato, ha avuto dell'eroico. E' stata si può dire. In corsa alla morte, pur di mantenere Grandi a contano con Frantz e compagni. E quando si son dovuti rassegnare vinti, noi ci slamo inchinati riavanti a militi così vaio rosi. L'on. Garelli può essere veramen te soddisfatto dei suoi ragazzi. La con segna loro affidata non poteva essere assolta più esemplarmente. Abbiamo detto che tutti hnnno cerin to, meno uno. E questi è Mara. Il bu stese era l'uomo che la squadra ita liana aveva in serbo per tentare la vittoria, l'uomo che dovevo dare, lo scotto a Frantz. candidato alla vitto ria in patria sua. Ma al mattino aveva avuto il suo da fare a difendersi, dopo mezzogiorno aveva trovato difllcoltà a stare alla ruota di Grandi, ma. dopo Metz, oliando, prozie a Morelli. Granuli tornava, in gruppo poco dopo anche Mara vi ritornava. Noi allora ci sentimmo rinfrancati. Dal canto suo, il blanco-celestp non ondate, più. Scorse Grandi ripiegare nroprio quando il traguardo era ad un tiro di fucile, avvertì allora che era il momento di restare in sc»na per assolvere al suo ruolo Frantz. malgrado le intese con Dewae le e Wauters. se lo vide filare via come una saetta e arrivò dieci metri dopo. La squadra, ner il sacrificio continuo e generoso dei suoi componenti, dava all'Italia un'altra vittoria clamorosa all'estero, la terza nel criro di tre giorni: Grandi. GuerYa. Mara: tre nomi che gli sportivi d'Italia non devono di menticare. La colonia italiana di Basilea Diremo brevemente delle prime ore di corsa: partiti a notte alta oa Zurigo (erano le 3.20), siamo (ritinti a Ba silea, primo controllo rifornimentoverso le fi, accolti con molta corrila lità. La colonia italiana, con a capo il console generale, si era stretta at tomo'ad un vessillo tricolore, In attesa dei corridori presso il confine svizzero-francese. E nuando spuntarono i nostri campioni, furono evviva eri auguri a iosa. La dimostrazione toc cò il diapason quando, ripartendo alle grida di «Viva l'Italia! evviva Grandi!» (che aveva attraverso il dorso una fascia dai colori nazionali belgionale segno distintivo del leader della classifica generale) altri italiani facevano eco: Fatelo vincere... dateci questa sori disfazione... E tenevano in alto, su un gran foglio tricolore, incollato il ritratto de) camnione Italiano. Ed eccoci a Belfnvt (km. 1451. senti nplla avanzata del Rallon ri'Alsace. f.n strada, fuori della città fortificata, piega a sinistra e ci porta nel regno dei Vosgi. densi di foreste e di pini. Una quindicina di chilometri di montagne russe e poi all'attacco del valico. Diremo subito che sul Ballon d'Alsace la hattaelia. come eia sul fJottardo. l'hanno fatta gli italiani. Prima Rovidapoi Zanzi. hanno attaccato senza posa eli avversari. I ornili non hnnno po luto fare di meglio che difendersi. Il piccolo Zanzi, aspirando evidentemente al premio di traguardo posto alla sommità del colle, si è battuto negli ultimi duo chilometri come un ( noro iao)a a e e a o i i arrampicatore di eccezione. Grandi, .vche aveva adottato un rapporto He- veniente superiore agli altri, era a 250 metri da Zanzi e a 100 metri aa Frantz. In discesa tutto il lavoro di Zanzi veniva frustrato da una bucatura. Domato con la complicità della sfortuna il taurino italiano, 1 ricongiungimenti avvenivano non appena giunti in pianura. L'offensiva belga E qui si sarebbe anche potuto supporre che dopo lo sforzo sul Ballon e la discesa fatta a 70 all'ora, i corri dori si sarebbero riposati. E' lncomin ciata, invece, la tattica di logoramento a danno dei nostri. Protagonisti, manco a dirlo, i belgi. Prima sono andati all'attacco i piccoli calibri Struyven, Siva, Govaert. Costoro partirono a fondo l'uno dopo l'altro. Venivano percorsi 500-700 metri a 40-42 all'ora. Prendevano d'u:i balzo 50, 80 metri di vantaggio ed insistevano finché gli italiani — solo gli italiani — non li raggiungevano. Poi sono entrati in scena i tedeschi Geyer e Remoid, che formano la guardia del corpo di Bulla. E dopo altri belgi: Cornelis. Louesse, Viaene. Costui sarà scattato non meno cAeplevangmmulsttVSPCln a à o e e o a a e o e a e o e o n dì quindici volte ed ogni volta Io ha riagguantato Rovida. Fatica improba 0 sfibrante. Viaene sembra abbia un fatto personale con l'umanità intera. E' un tipo tozzo, spalle larghe e quadre, e, visto di dietro, ricorda 11 nostro Tonani Ha capelli color rosso-rame, un trrugno da mastino e l'occhio costantemente torvo. Viaene, dal 200.o al 300.o chilometro, non si è concesso tre gua, neanche dopo il controllo a rifor nimento di Tahon les Vosges per man giare. Addentava il pollo e scattava Prima di Nancy, e precisamente a Fla vigny, entrarono in azione prima Wauters, poi Joly ed infine il calibro più grosso della compagnia: Frantz. Sulla salita di Flavigny, lunga un duecento metri, il lussemburghesa partì d'improvviso. Sull'asfalto egli marciava a non meno di 32-34 all'ora. A! suo scatto sono pronti a rispondere sol tanto Morelli e Louesse. I trenta metri di vantaggio conquistati in salita diventano cinquanta dopo la susseguente discesa. Con la complicità di un'auto mobile belga il vantaggio è ben presto di cento metri. Louesse e Frantz si scambiano al comando. Morelli segue passivo in terza posizione. Dietro, il gruppo, che comprendeva prima un venticinque uomini, si frantuma in quattro gruppetti. Nell'ultimo ci sono, con I tedeschi, Mara e Zanzi, nel pe nultlmo. Del Mastro, Corneli6. D'Achille. Polo e Freschi: poi un terzo (sono tutti divisi ria un centinaio di metri l'uno dall'altroi composto da Dalla Corte, Lalle, Struyven, e infine quello che insegne i primi tre, e che è formato da Joly, Wauters. Grandi, Rovida. Bulla, Catalani e Cignoli. II terribile selciato di Nancy Per un quarto d'ora le distanze rimangono invariate, poi lu muta inseguitrice, in cui si distinguono gli italiani, avvantaggia e proprio mentre si entra a Nancy, i fuggitivi sono raggiunti, per merito precipuo di Catalani. Ma Frantz non si scompone. Il selciato di Nancy egli 'lo conosce alla meraviglia. La folla è immensa e non lascia che uno stretto corridoio per il passaggio. I trams e le automobili circolano tranquillamente, come se nulla fosse, in tutte le direzioni, senza fermarsi. E Nancy la si deve attraversare quanto è lunga. Se non sono successe disgrazie è stato un vero miracolo. E Frantz ha continuato a marciare a 35 all'ora. In questo frangente abbiamo per davvero temuto qualche brutta avventura per i nostri rappresentanti. Invece, se la sono tratta in maniera meravigliosa. . Il fallimento di quest'ultimo tentativo, organizzalo in maniera perfetta contro gli italiani, doveva fare convinti tutti ormai che nè coniro il leader nè contro i suoi compagni non la si poteva spuntare. Infatti dalla traversata di Nancy (ore 14,50) fino a' Metz (ore 17), nessuno più si mosse, anche perchè — pensavamo — dopo 350 chilometri ad una media di 26,500 le velleità si saranno smorzate e le fatiche si vanno accusando. Questa calma dopo Nancy ha favorito la ripresa di molti staccati, cosicché, a Metz, ove giungiamo alle 17, il gruppo comprende una trentina di elementi: ma è proprio qui, a sessanta chilometri dall'arrivo, che divampa di nuovo la battaglia. Al rifornimento non c'è neutralizzazione. In compenso c'è un disordine enorme. Basta questo perchè i belgi e Frantz, che sanno come ce se la si sbriga in simili occasioni, fuggono a pieni pedali. 1 nostri, vittime della confusione, sono sorpassati e ilasèiati. Quando andiamo alla caccia dei priiri' troviamo J corridori disseminati qu., a là. Ad un ceno punto scorgiamo Grandi e Rovida e a 50 metri piò oltre Morelli Delmastro, Viaene, ed un altro paio di belgi. Ma non sono i primi questi, perchè avanti a tutti scorgiamo oltre cinque o sei automobili Joly, Devaele, Frantz, Vauter, Geyer, struy- . . — .ven. Costoro si alternano ogni due* ù n ! i e cento metri al comando. Ancora un inutile tentativo dei belgi n vento soffia forte di fianco ed essi procedono a ventaglio. Forse qui si decide la corsa. La lotta in discesa procede implacabile e senza pause. Devaele .e Struyven sono quelli che forse rendono meno, ma Geyer e Frantz quando fanno la toro frazione rendono anche per gli altri., L'affiatamento fra questi uomini è veramente eccezionale. Li potranno ancora raggiungere i nostri campioni T Ci volgiamo indietro e non scorgiamo alcuno, a sono troppe automobili al seguito. Viviamo di spasimi. Avvertiamo ad un tratto un ri* uniamo. E' il comm. Bossi che dallalto della macchina ha scorto i no« stri e ci fa avvertiti. Dopo cinque minuti Morelli ha portato Grandi sul gruppo. Essi hanno' trascinato con loro anche Viaene e Von Gretenbruch. Ma non è finitaSpuntano anche Catalani, Rovida a Poi Louesse ed infine Mara e Dalla; Corte. A Thionville spunta fuori fra le automobili ancora un'altra maglia' nostra. E' Delmastro. In compenso si stacca Van Gretenbruch. Si attraversa Rensze (Km. 410) in salita. Scatto di Frantz, la qual cosa non costa che u distacco di Rovida che ormai ha; dato tutto. La strada è un continuo saliscendi; uno strappo ed una discesa, senza interruzione. Frantz noni si risparmia. Or l'uno, or l'altro sii stacca di qualche metro; però Gran* di è una sanguisuga. E' Joly che parte e scatta sulla enn«< sima salita. Il leader non cede e Vau« ter e Geyer gli sono tutti contro. Non! cede. Il gruppo a 15 chilometri dall'arrivo è composto di Grandi, MorelliMara, Catalani. Geyer, Frantz, Vauter, Joly, Louesse, Devaele; vale a direi quattro italiani, quattro belgi, un tede* sco ed un lussemburghese, " Grandi staccato Ad Ev-ranche il doganiere ci bloccai e ci fa perdere un tempo preziosoQuando ritroviamo i primi presso il traguardo troviamo staccato Catalani a Più avanti non senza meraviglia Morelli. Egli pure ha sparato tutte le sue cartucce. Grandi sarà ancora fra i primi ? li nostro Lattuada compie prodigi in mezzo a quella marea di curiosi e ai automobili e ci porta giusto in tempo per assistere all'ennesimo attacco combinato di Frantz, Devaele e Vauter ai danni di Grandi. L'ultimo, quello veramente fatale. L'emiliano cede o cede anche Geyer. Poco dopo si staccherà di qualche metro anche Joly ma un italiano resta a vendere cara la pelle sua e quella dei compagni che dal mattino stanno compiendo prodigi sovrumani. Sotto lo striscione dell'ultimo chilom. Frantz Devaele avvertono di essere in compagnia di un importuno e parlottano fra di loro. Ai 500 metri mentre essi allargano fra i due cerca infiltrarsi Mara ma non appena spunta la sua ruota i due compari stringono e se Mara non fosse pronto a desistere si vedrebbe imbottigliato. Quindi una battuta d'aspetto. L'italiano si lascia staccare di un palo di macchine Allora Devaejle parte a fondo avendo alla ruota Frantz, sperando di sorpassare il bianco celeste, il quale invece non aspettava altro. Con il punto d'appoggio così lanciato egli parte a 250 mei ri, si affianca a Frantz prima e lo passa poi. Ai 150 metri attacca Devaele e vince con 3 macchine di vantaggio Quello che è successo poi già è stato" descritto. Una. cosa abbiamo dimenticata. Che più di un ciglio era bagnato. La sofferenza era stata troppo lunga' e troppo acuta perchè anche la gioia non si tramutasse in pianto. C. TRABUCCO, MARA