Le inattese complicazioni parigine per i gioielli scomparsi a Porta Nuova

Le inattese complicazioni parigine per i gioielli scomparsi a Porta Nuova Le inattese complicazioni parigine per i gioielli scomparsi a Porta Nuova L'orefice Mellana nella stretta delle accuse dei suoi fornitori francesi La denuncia al Procuratore del Re a difesa del proprio onore Una denuncia sporta In questi giorni dall'avv. Gallia per conto del suo cliente, alla Procura del Re. richiama all'attualità della cronaca un fatto avvenuto negli ultimi giorni dello scorso maggio. II denunciante è il signor Luigi Mellana, orefice, torinese d'origine e da una ventina d'anni domiciliato a Parigi. L'avventura toceata al Mellana è stata raccontata, quando si è dato notizia della misteriosa sparizione di una borsa contenente gioielli, per un valore di parecchie centinaia di migliaia di franchi, di proprietà del Mellana stesso. Nel tempo intercorso tra la sparizione dei preziosi e la denuncia alla Procura del Re, molte cose sono venute in luce che, se pure non hanno portato al ricupero dei gioielli, nè alla scoperta degli eventuali ladri, non mancano certo di interesse. La loro importanza è anzi tale che flnanco la prima ricostruzione del fatto, ha subito radicali trasformazioni e la posizione stessa dell'interessato ne esce modificata. La valigia e la borsa di cuoio In base appunto a questi nuovi accertamenti, Taecaduto può essere così ricapitolato. Il Mellana oltreché trattare in proprio compere e vendite di preziosi, assolve, nei suoi frequenti viaggi in Italia, incarichi per conto di importanti ditte parigine. A Torino, ove si sofferma dì preferenza nel corso dei suoi viaggi, egli è in rapporto con molti negozianti e fabbricanti di gioielerie ed è pure largamente conosciuto in molti ambienti cittadini. La sera del 29 maggio il Mellana giungeva nella nostra città, proveniente dalla Francia, di dove accompagnava una signora francese di sua conoscenza, la quale pure era chiamata pei affari nella nostra città. Il racconto compiuto dal Mellana nella sua denuncia al Procuratore del Re, contiene a questo punto parecchi particolari che completano quello reso in un primo tempo all'autorità di polizia e che quindi riferiamo, ad esclu|sivo titolo di cronaca, in quanto sono 'ancora in corso i necessari accerta- menti ordinati dal Magistrato. Dice il Mellana di essere scesb0 dal tren0 re. aacando a mano una valigia di medie dimensioni, contenente effetti di vestiario, ed una borsa di cuoio, alla quale erano legati due astucci contenenti i gioielli. L'orefice, intendendo ristorarsi ed avendo necessità di procurarsi valuta italiana, lasciò la .valigia al de posilo bagagli, dove intanto i facchini depositavano una grossa cesta con la quale erano slati spediti gli effetti di vestiario appartenenti alla compagna di viaggio del Mellana. Fatto ciò, il Mellana e la signora si diressero verso un vicino caffè, dove ordinarono delle consumazioni. Non avendo trovato — data anche l'ora tarda — alcun banco di cambio aperto, il Mellana dice di aver allora pensato di recarsi in un altro esercizio di piazza Carlo Felice.dove sapeva che solitamente convenivano amici suoi a passare la serata. Le previsioni del gioielliere non andavano deluse, poiché egli infatti trovava nel caffè parecchi amici, tra i quali il signor Emanuele Fiorina, che lo colmava di gentilezze, chiedendogli notizie della salute, degli affari, ed interessandosi per fargli ottenere il cambio di 125 franchi fran cesi con cento lire italiane. Il Mellana, il quale desiderava restare tranquillo, nè intendeva trattenersi più oltre con gli amici, chiedeva al Fiorina indica zione di un albergo un po' fuori mano ed avuto l'indirizzo d'un locale siti in corso Moncalieri, tornava nel primi esercizio, dove aveva lasciata la. coni pagna di viaggio a custodire la borsa dei gioielli L'uomo dell'automobile Di qui i due tornavano poco dopo alla Stazione, dove noleggiavano to- o i -, - fcUa^ura T&ffi&oìZ va vicino a lei la borsa dei gioielli e si recava al deposito bagagli per l'operazione di svincolo. La pratica durava circa una decina di minuti, dopo ttzagdtscrtgrpleTttqnsmgfcersabplnFdrccpnqfgcgccapsmsgcdcLsaigc'adulppcfea e d di che il gioielliere tornava verso l'automobile, seguito stavolta dal facciano che recava a spalle la cesta di indumenti, mentre egli portava la valigia. del « taxi », vedendo l H conducente - avanzarsi il facchino con il grosso ba-igagll0i provvedeva ad arrotolare la e |teJ| impermeabile che copre i posti a i e a , i e i é n a a el e o no ri a o , e n si gee aae mi o l a n); a; oilo; a a ci U zen anteriori della macchina, per fargli posto e quindi aiutava il facchino stesso a disporre la cesta vicino al proprio sedile. A questo punto una sorpresa attendeva il Mellana. Egli aveva infatti licenziato il facchino e dato l'indirizzo al guidatore del taxi, e si accingeva a prendere posto nella vettura, quando, aperta la porta, rimasta fino allora socchiusa, scorgeva l'ombra d'un uomo che, quasi sdraiato nell'interno della macchina, presso la signora, si nascondeva la faccia con il bavero della giubba. Il Mellana, stupito stava per chiedere chi fosse l'individuo, quando questi gli si rivelava: «Sono Mario Bacher •. Si trattava infatti di un amico del Mellana. il quale, saputo dell'arrivo del gioielliere dal Fiorina, era andato alla stazione per salutarlo, e si era cosi nascosto per fargli — questa è la spiegazione data in seguito — una sorpresa» Dopo i molti convenevoli d'uso, i tre si avviarono all'albergo, dove venivano scaricate le valigie e di dove essi si muovevano ancora per uno breve passeggiata a piedi. Durante tutto questo tempo, chi teneva animata la conversazione era il Bacher, il quale narrava diffusamente di certe sue speculazioni tentate e pensate per il gioco delia roulette al a Casino > di Montecarlo. Il Bacher in seguito lasciava i due per tornare al centro della città ed essi si recavano a riposare. Da derubato a imputato Il mattino seguente l'orefice constatava la mancauza della borsa con 1 preziosi. Per consiglio del Bacher e di altri amici, si iniziavano le ricerche e si stendeva denuncia al Com missariato di P. S. della Sezione Bor go Po. 11 guidatore del taxi usato dai tre la sera Innanzi veniva presto rintracciato, non solo, ma era anche trattenuto in istato di arresto fino a che, provata la sua assoluta innocenza, veniva rilasciato. Le ricerche non sortivano esito alcuno e dei gioielli scomparsi non si trovava più traccia. Dopo una sosta di circa due settimane a Torino, durante il qual tempo tentava in ogni modo di conoscere la fine fatta dai suoi gioielli, il Mellana tornava a Parigi. Come si è accennato, Il gioielliere torinese agiva anche da rappresentante per conto di alcune Ditte francesi; nell'ultimo disgraziato viaggio egli recava merce in buona parte di proprietà di terzi, e da questo fatto nascevano per lui serli guaì, I commereianti parigini, saputa dai giornali la disavventura toccata al Mellana, avevano denunciato l'accaduto alle rispettive Compagnie di assicurazione. Al suo arrivo nella capi- a tale francese il Mellana si vedeva fatto oggetto ad una serie di interrogazioni da parte dei fabbricanti e degli assicuratori, i quali ben presto spingevano la loro azione fino al punto di portare ogni cosa innanzi alle Autorità di polizia parigina. Il Mellana si trovava cosi a cambiare nella vicenda la propria parte, passando dal ruolo di derubato a quello di imputato! La denuncia Angosciato dalla brutta piega che gli avvenimenti stavano per prendere, il Mellana tentava ditendere 11 proprio onore in ogni modo, ma pare che la manovra abbia sortito poco buon esito, polche, venuto nuovamente a Torino, il gioielliere si dava disperatamente a raccogliere prove inconfutabili dell'avvenuto furto. Purtroppo qui i giorni passando non recavano novità in proposito ed egli si vedeva sempre pendere sul capo la denuncia minacciatagli dai commercianti e dagli assicuratori parigini. Costoro, Infatti, basando il loro diritto sulla circostanza che la preziosa mercanzia era stata consegnata al Mellana a Parigi, asserivano che per loro conto la sparizione degli oggetti preziosi era avvenuta a Parigi, e che il responsabile era il Mellana; nè valevano le proteste da lui avanzate per provare la sua buona fede. Ad aggiungere grattacapi al Mellana giungeva in questi giorni dalla Francia un ispettore della Compagnia di assicurazione maggiormente interessata. Questi compiva per proprio conto un riepilogo delle indagini compiute sinora e quindi ripartiva per Parigi La gravità di questo fatto non poteva sfuggire al gotelliere, il quale tentava l'ultima carta per la difesa del proprio onore. Dopo un lungo colloquio con il proprio legale, concretava la citata denuncia, rivolgendosi direttamente al magistrato e chiedendo un rinnovato ciclo di ricerche per poter venire a capo della angosciosa vicenda. Il movimentato arresto dmumtsgpg