Il "Lido,, di Guastalla

Il "Lido,, di Guastalla Il "Lido,, di Guastalla •IUASTALLA - Luglio,nE' sorta, questa nuova stazione flu- l,Viale, da un complesso di condizioni ; P« di circostanze, che le une ai Pai ire s'allacciano, che l'una concorda ron l'altra, o materiali e ideali; ma l'elemento prevalente 6 l'appassionalo amore, quasi un culto Idolatro, che la gente di questo maravigtlose tèrre nutre per il suo fiume, il gran patire Po. Il fiume, qua, costituisce veramente la ragione prima, fondamentale delia vita; e da esso derivano, e attorno ad esso concorrono la leggenda e la storia, ogni attività di opere e osni ricchézza di prodotti, la linea e il colore caratteristici del paesaggio, la poesia: la sua giiì mitica divinizzozionn, sua rappresentazione e suoi attributi di nume indigeno, tornano presenti e palesi. Esso è il benefico Irrigatore. il fecondatore del campi, che già. alimentò di sè, del suo limo; esso l la pesca e la caccia; esso è la principale via di comunicazione e di trasporto: esso, la forza che aziona ruote di mulini e turbine d'officino; esso, il chiaro specchio dei boschi che s'affollano dalle due rive, del cielo che sopra s'inarca; esso, la melodia interminabile delle fluenti acque, agli smaglianti meriggi, olle notti stellate; esso e anche la furia raplnatrico, il dio jrato tremendo, quando la stia corrente gonfia e nuigge e straripa. Tra la terra lombarda, di In. e la terra, di qua, emiliana, il vergiliono «re dei Pumi» non stabilisce confine di diverse Provincie; ma accomuna, in unità di tradizioni e di costumanze, In un concorde spirito e in pari tenor di vitn, negli interessi e nelle aspirazioni, le popolazioni rivierasche, die non tanto si sentono emiliane o lombarde, ma Intimamente, essenzialmente pndaue. Che la Padania non t arbitraria definizione geografica o motivo letterario di maniera, e nemmeno una geniale Invenzione del mio amico Giannetto Bongiovanni, strapagano dalla punta dell'unghie alla punta dei capelli; ma entità geografica ed etnica e storica e folcloristica ed economica reale, consistente e viva; e il suo cuore, forse, e proprio qua: dove Guastalla ha inaugurato il suo Udo-Po. lì campanile di Dòsolo L'hanno tenuto a battesimo, questo Lido, 11 collega Bongiovanni, appunto, e un guastnllese di molto ingegno e di molto cuore, combattente decorato di medaglia d'argento al valore, fascista già de' primi, e primo sindaco fascista di Guastalla, poi podestà, l'avvocato Aldo Mossina. L'hanno te salspddmlpdqgfqdemtliAldsfvrnparEt■lepcflmndpsuclqcfdvpslnuto a battesimo di qua, dalla sponda;sreggiana, dove spaziano le pingui campagne dilla bonifica ParmiginnaMoglia, di cui tutto il nuovo impianto, idraulico e la sistemazione irrigua peri sla plaga a occidente del torrente Grò- pstolo, impianto che prende nome dal|nolndpletnensihccpaesello di Boretto, saranno solenne' mente inaugurati questa domenica, con l'intervento dei Ministri dell'Agricoltura e Foreste e dei Lavori Pubblici, del Sottosegretario alla Bonifica Integrale e di un rappresentante del Direttorio del Partito: e di.Hi, dalla sponda man tovana, dove si estende la compagna, proprio, di Vcrgilio. e accompagnoiido a distanza l'andamento del fiume, dilunga il maestoso argine di terra battuta, costruito in cinque secoli, a tiVrWoi t#>r .StrajM o. per tre sovrapposta,; scarpate, è sulla cui sommità si svolge, iill hiàùc\ttijli>1i''"' della strada. Dietro]lquell'argine; si nascondono tra il ver- pde Viadana e Poinnonesco; e spuntano' e rosseggiano tetti e mura di Coreg-!sgloverde; ina di sopra allo sterminato;zmare del verde, in quest'aura dirczio.-cne, emerge e s'appunta eccelso il cani-1ppanile di Dòsolo, il vanto, il superbo;iorgoglio dei Dosolesi, che, quando lljdvecchio campanile dovette essere de-jgmolito, lo vollero ricostrutto, «... come;vera — dove era — ma più alto nel;dcieli...», e dedicato, monumento vo-iftivo, ai caduti della guerra. Mi racconti tu. Bongiovanni, con quella voce commossa e che commuove, che nal sempre quando parli della tua Padania, quando celebrala tua Dòsolo: « ... SI, lo so, è più alto. E' l'invidia dei paesi dattorno, è più alto del Torrazzo di Guastalla. Quando al posto del vecchio c'era un mucchio di rottami, Vangilin dia tor, l'angelo di lamiera, che sembrava cosi piccolo lassù, era ricoverato in uno sgabuzzino della sagrestia, e le campane . allineate tra rovi ed ortiche nel sagrato vecchio, in attesa di partire per essere rifuse; dal cuore di tutti i paesani era un grido solo: — Come prima, ma più alto. I denari 11 daremo noi. — Millequattrocent'o abitanti, oltre centomila lire. Pareva una follia. E fu realtà. Mai animo di popolo vidi più unito. Scomparvero 1 partiti, le ire politiche, i dissensi soliti tra famiglia e famiglia. Dalla profonda buca delle fondamenta, 11 campanile sorse, a palmo a palmo, pietra su pietra, accompagnato dagli occhi ansiosi di tutti. Giorno per giorno, lira per lira, con un miracolo nuovo di amore, venne sostenuto il lavoro, grave di spese. Nostre le maestranze, nostro il disegno, no- stro il cuore che lo spingeva su, con le braccia dei muralori. Doveva esse- re dedicato ai Morti in guerra, monumento vivo e sonoro ; e tutte le sere la campnna incisa dei nomi gloriosi, avrebbe sonato per loro... « Due anni... Orgoglio, Invidia, vanto della parrocchia. 11 più alto della provincia... « ... Gift. adesso ci rispettano di più, noi di Dòsolo II più bel monumento ai Caduti della provincia. Nato dal cuore della nostra gente, vedrà, come l'altro, crescere suil fiume operosa la stirpa:.. Una maraviglia... ». Dove cadde Fetonte... Di qua, da questa sponda emiliana, s'occultan tra il verde Suzzare e Luzzara; e Guastalla, nella quiete solitaria delle sue vie, custodisce le fiere sue prime memorie longobardiche, in memorie perdute dello, Contessa Matilde e dei Torello, dei Gonzaga, di Paolina Borghese, di Maria Luigia; sulla sua piazza maggiore, eretto e armato, l'asta in pugno, il gran capitano don Ferrame Gonzaga, Frantdn, come io chiama il popolo, vigila ancora, incutendo un senso di quasi timoroso rispetto, dal bronzo in cui vigorosamente lo modellava Leone Leoni, detto 11 Cavaliere Aretino, «... emulo del Celllni e mala lingua quanto lui... ». Poi, 11 piccolo borgo di Gualtieri custodisce la memoria . d'avere veduto esordire maestro, nella sua scuola comunale, Benito Mussolini. Poi, Boretto, .onde prende nome, come dicevo, la nuova bonifica; e Brescello, là, dove una tondeggiante cupola di chiesa s'inazzurra fuor del verde: Brescello. che vanta le più antiche origini, dalla preistoria, stazione già di terramaricoli, rifondata dai cimbrici Lenomani, la cui via di Invasione si determina sulla traccia vwitisei volte secolare d'una ripetuta radice toponomastica, da Bressanone — Brteen, — a Brescia — Brixia, — a Brescello, appunto. Bri.r.lllvm: — •S ohe vanta 11 vàlido aiuto dato al darcttque—clEHddcpdqcddcienngtdldcdaGpnddTlgmtnvpaeftdsbcctSspngpplbvzdtlfP no limili contro i Galli Boi ribelli, lu-ando Annibale minacciava, e il Pretore Lucio Manlio Torquato fu as sediato, con ia sua decimata legione a Ta.n/ieto. E all'eccellere, da quell'altra banda, del campanile di Dòsolo, flore della preghiera, si contrappone, da questa banda, l'eccellere di due gigantesche antenne di traliccio di ferro, che reggono attra.verso il fiume, dalle due rive, sospesi, i cavi dell'energia, elettrica; e l'ima sarebbe la più alta costruzione del genere, mi dicono, in Europa, che supera i centoquattro metri, flore del geometrico ingegno. Il fiume, per questa plaga, dalla confluenza dell'Enza, qua da destra, a quella del Cròstolo, e fino a quella doU'Oglio, là da sinistra, s'amplia estesamente: sue larghe anse, tra le molli curve delle rive, assumono aspetto di seni lacustri; e la corrente s'alajga cosi da far pensare a quelle mmense del fiumi dell'Asia o delle Americhe, o si divide Intorno a isootti e banchi di sabbia. Le rive verdeggiano, a perdita d'occhio, di boscaglie, di pioppeti, dense macchie di frondosi pioppi, come ardua muri di verde, ad arginare dal due lati la cerulea fiumana. Ben rivive, nell'ora canicolare, 11 mito di Fetonte, che colpito dalla folgore di Giove precipita, aperte le braccia, dal malguldato carro del Sole; e le sue dolci sorelle, le Elladi, piangendo sul caduto, erano trasformate in pioppi: ■ ...Ov'è elio prone sii '1 fratel piangendo 'Elladl sxìovb latrlmar l'elettro, e crebber ploppe, sibilando a' venti sciolte le chiome?... ». Qua, io affermerei, è qua certo: se più bello, se più suggestivo di poesia convenga il paesaggio, a sfondo della favola apollinea: qua, dove l'Eridano lambe la terra di Vergillo, felice terra mantovana, e la terra insieme reggia na, del Boiardo e dell'Ariosto; e don de, da questa aerea terrazza del nuovo padiglione dei Lido di Guastalla, presso la testata del :ponte di chiatte, che unisce le due rive, l'occhio contempla cosi sconfinato orizzonte, di qua e di là dallo specchio riscintillante dell'acque, la piana sterminata distesa della campagna padana, tutta la Padania, e fino all'Appennino Piacentino-Ligure, da un lato, su, fino alle sue somme vette, e di contro, ai baluardi dell'Altipiano d'Asiago, a Monto Baldo, ai Lessili!. «...Suso, in Italia bella...». Italia bella: paradiso del mondo. Dal ponte al Lido Questo ponte, che qua, proprio, uni- sce t le due_ rive, gettato su barconi, sumere, la maestosità e la soavità del paesaggio, ma si adagiano e s'intonano anzi in esso, bizzarramente svti- o chiatte, di cemento armato, e la cui linea e il cui colore non guastano per nulla, come sarebbe stato luogo a pre¬ dandolo, senza disarmonia; questo ponte esprime e sancisce l'unità della gente padana, dalla sponda destra e dalla sinistra, gente reggiana e gente mantovana, che il fiume affratella non divide. Fu voluto e pagato da entrambe. E dal '27, quando fu terminato di costruire, ha visto crescere gli scambi e il traffico tra le due sponde in misura sempre più considerevole, ha e diventato un luogo d'incontro centro d'incroci:- ha prodotto e raccolto, Jntorno a sè, un nuovo, fervorelegano, che di esso profittano, per esso s'intensificano, L'anno passato, celebrandosi la festa di San Giovanni, che la c'ostumanza vuole si passi la notte all'aperto in canti e balli, a prender la rugiada che porta fortuna, fortuna in ispecie agli innamorati; parecchie comitive si diedero qua convegno, su questa riva guastnllese, tra il fiume e 1 pioppeti Ne venneio da tutti i paesi circonvicini, delle due sponde; ne vennero che si formo una folla. E riuscì una festached'i vita," attività che "ad "ewò%ì%ì>£raltrettanto divertente quanto imprepa rata. E mentre si cantava e ballava, si cenava e cioncava... — a proposito: ho trovato certo vinello, qua, e certi bevitori... Madie I come ci sta al vino, questa gente d'acqua. Ma dicevo: tra una canzone e l'altra, tra un bicchiere e l'altro, una hrigatella di Guastallesi — l'avvocato Mossina, che ho già ricordato, il nuovo Podestà di Guastalla, l'avvocato Attillo Savi, e l'ingegnere Enzo Manzini, e Filippi, Ridolfl, BartoHi. e qualche altro — trovavano modo di fondare la Società Canottieri Eridnnn. La quale, impiantatasi poi qua, cominciò a prosperare, ad attirare sempre più gente al fiume. Se il successo di San Giovanni era stato eccezionalequello di Ferragosto fu strepitoso: si calcola che non furon meno di quindicimila persone che convennero, per darsi al buon tempo, Intorno al primi capanni, che la nuova Krirìann aveva intanto costruito. Il Lido di Guastalla era lanciato, prima, si può dire, di nascere. Ma nacque, insieme. La gente prese nuovo gusto al fiume, ai giochi alle ginnastiche alle cure fluviali. E s'abituarono a venire, in comitive e frotte, dai centri maggiori della provincia e delle circostanti provinole, e dai capoluoghi, da Reggio, da Parma, da Modena, da Mantova. E furon concesse corse speciali di treni, con 'tariffe ridotte, con opportune combinazioni di andata e ritorno, o d! abbonamenti. Da Guastalla, daJla stazione, al Lido-Po, per 1 bei viali di pioppi che s'allineano per i quattro o cinque chilometri del percorso, fu istituito un servizio di autobus e di autovetture. E tra Tonno passato e quest'anno, sorgeva l'elegante padiglione, opera dell'ingegnere Paglia, prospiciente al fiume, con la soprastante terrazza coperta, onde si gode tanto e magnifico panorama. E sul basso isolotto 'che divide a questo punto la corrente, dal ponte, e che pare un immane cetaceo adagialo nel fondo nell'acque, da cui emerga col grigio dorso, isolotto di finissima arena, nominato precisamente Le Sabbie, si vanno allineando file di capanni, crescono bnraeche, si schiudono i fiori multicclorl degli ombrelloni. 1) llumc è popolato di barche; nuotatori e nuotatrici fendono la corrente, o od essa s'abbandonano; altri si rosola al sole, al bordo delle Sabbie Dalla terrazza del padiglione, strepita il niashànd : — dappoiché proprio, ahimè'! non si din Lido, nemmeno fluviale, nemmeno in questo magico paesaggio georglco, dovo questa peste barbara del nlasbùnd non vi perseguiti e travagli. Due stelle Il pittore Bisi ha dipinto la cartolina, con sgargiar di colori, verde dei boschi, rosso del padiglione, rosso e verde e giallo di lampioncini alla veneziana, e col foscore terreo delle chiatte di cemento armato del ponte, e con la tenerezza cilestrina del cielo, e dell'acqua che riflette il oielo. E il professore Rizzntti, dell'Università di Panna, reitera il suo autorevole ri- Torniamo al fiume. chiamo : — Insiste: «Al fluirne... Ma quanti vieti pre- , .giudizi hanno distolto il popolo dalle sue nvel Quanti altri pregiudizi nocivi hanno popolalo la riva del mare di|innumerevoli cercatori di ristoro e di salute, che dal mare traevano solo un inacerbarsi della loro salute I... Chi disse che l'acqua del fiume aveva una composizione dannosa alla salute; chi evocava, con l'idea del fiume il reumatismo, la polmonite, la pleurite; chi disse che il (lume era un infallibile aggravato™ di morbi già esistenti; chi diede credito a questa o quella leggenda, agitando davanti agli occhi pavidi dei genitori l tremendi pericoli del fiume; mentre il fiume..., adoperato con criterio, non procura malattie, sempre ne migliora lo svolgimento, e non presenta maggiori pericoli nè più illusive sirene del torbido mare. L'igiene moderna ha fatto giustizia di tutte le novelle artatamente diffuse per tante ragioni che con la salute poco avevano a vedere; e ha scoperto che nulla hanno di men che giovevole, come composizione chimica, le acque dei fiumi, e che anzi dissolvono le concrezioni cutanee, attentatricl perpetue delia salute umana, assai meglio delle acque del mare... u ... le rivendicazioni a favore del fiume giungono con grande abbondati- za e in buon momento. Giungono purtroppo dall'estero, dove l'organizzazione dei bagni fluviali ha raggiunto la massima diffusione; e dalla Germania dalla Francia. dall'Austria, giungonc glj ecni fii vocl che incitano al ritorno „j f..]rnj ..'molte autorevoli voci affermano che l'aero-ldro-eliot.irapiii fluviale ha compiute miracoli inaspettati e insperati... >', « Ma in Italia l'organizzazione è an cora bambina, mentre all'estero, e specialmente in Austria, ha preso sviluppi impensati e sorprendenti Con la sua filosofica bonomia paesana, Giannetto Bongiovanni s'accontenta di concludere: « ...o Po, mare di chi non ha il mare...». Ora, ecco. Finendo il giorno, il Sole declina all'orizzonte; e già lo si può affissare, p-ireodo esso un gran disco flammeo di rovente metallo. La sua fiamma più s'imporpora; il cielo, intorno ti sopra, trascolora in più caldi toni d'azzurro, in toni delicatissimi di un pallido verde, che sfuma in rosa. Tramonti d'Affrica o d'Asia, ne vidi colorati più sfolgorantemente, più fastosamente splendidi; non di più morbidamente tinti, non di più squisitamente prestigiosi. Il fiume, nella sua perlacea pace, tra il verde, che già di là s'incupisce, delle boscose rive, rispecchia e Sole e cielo, il trasmutare progressivo delle Ino! e il prodigio acceso dell'occidente. Il disco del Sole, tutto ruoco, e sospeso ora in cima alla più alta fila dei pioppi. Scende, e in-fiamma il fogliame Scompare, dietro il folto. Poi, improvvisamente, nel bosco, arde l'Incendio: arde basso, radente terra, di sotto alla cortina del fogliame, di tra l'oscuro colonnato dei tronchi. Sopra, In cielo, l'azzurro, il pallido verde, 11 rosato, si fondono, per successive gradazioni, in un color morbido di viola, prima pulviscolare, poi più fondo. Quando l'incendio, sotto il bosco, s'è estinto; quando il cielo ha lasciato piovere giù, con le prime ombre crepuscolari, tutto quel viola, e ha ritrovato un azzurro perfetto, azzurro da manto di Madonna; ecco la prima stella, chiarissima, d'argento. E un-'altra luce, ecco, sùbito, che brilla sulla già effusa ombra terrestre, un'altra stella, poco più bassa, più vicina: il campanile di flòscio ha accesa l.i sua lampada, sulla cuspide, la lampada de' suoi Morti. MARIO BASSI.