La drammatica corsa di Guerra nella Cannes-Nizza

La drammatica corsa di Guerra nella Cannes-NizzaLa drammatica corsa di Guerra nella Cannes-Nizza L'italiano buca In partenza •- Péllssier c Demuysère fuggono a 40 chilometri all'ora Guerra sta per riprendere ma per uno sbaglio di rapporto in salita è nuovamente staccato -- II coraggio e la tenacia del nostro campione nello spasmodico finale -- Alcuni malvagi seminano le strade di chiodi « Peglion vince la tappa, Guerra quinto in classifica generale (Peti nostro xzivìettOh Nizza, 17 notte. Vi è maniera e maniera di perdere una corsa. Si può perdere perchè l'avversarlo si mostra regolarmente più fot le, perché nel cozzo delle due volontà e dei duo atleti uno supera VaU tro per virtù propria e oli si impone. In questi casi si guarda con occhio fermo e con animo sereno alla subita sconfitta, e si pensa, prim.i a studiarne le cause, poi al mezzo per riscattai la, preparandosi alla rivincita. Non piegata dagli avversari Ma nel momento in cui scrivo, U. non ho più questa calma e questa pacatezza: Guerra è stalo battuto. Guerra ha perduto due posti nella classifica, ma questa di oggi non tu una corsa in cui il nostro campione sia stato regolarmente piegalo dagli avversari più forti. No, Guerra è stato bersaglio della più bieca sfortuna, contro la quale non è valsa la sua immediata reazione e là sua caparbia volontà di opporvisl. Non sul suo valore, dunque, oggi Guerra ha ceduto, ed i preziosi minuti da lui perduti in confronto di Demuysère e di Pélissier che gli passano davanti nella classifica, rappresentano non olà la graduatoria di un merito bensì la misura della mala sorte che contro di lui volle accanirsi. lo mi rifiuto di discutere questa sconfitta Alla discussione preferisco la nuda cronaca dei fatti. Senza ricorrere a frasi di effetto, ma semplicemente raccontando ciò che vidi, cercherò di dare un'idea più esatta possibile di questa corsa tanto drammatica nel suo svolgimento quanto impensata nei risultati diretti ed indiretti che ha avuto. Stamane si era consumata la colazione all'aperto, nel giardino dell'Hotel dove alloggiavano tutte le squadre. La più ridotta era la nostra, ma la fiducia vi regnava sovrana. Da un cameriere italiano abbiamo sapulo che per tutta la notte Antonino Magne era stalo sofferente. Infatti, quando U secondo della classifica scese nel giardino, ci accorgemmo del suo viso abbattuto: meglio cosi, in queste corse mors tua vita mea: Guerra non aveva perduto la maglia gialla in seguito al mai.di reni? Benvenuto, dunque. Il mal W~pància di Antonino. I propotili di Bonolt Faurs C'era, nell'aria, molta fiducia. Denoti Paure, questo piccolo meraviglioso corridore che, chi sa perchè, mi ha preso in simpatta e parla volontieri con. me, mi aveva lasciato capire in confidenza che sul colte di liraus sarebbe partito a fondo. Il bis dell'.inbisque, quello che voleva fare, lo mi sentii autorizzato a riferirne a Guerra, che ne fu tutto contento. Da una battaglia scatenata dal leader della categoria turfstt-roullers Guerra aveva tutto da guadagnare, perchè Magne sarebbe stato posto in difficoltà, e. chissà?, anche Leducq. Ricevuta la partenza a mezzogiorno preciso, i corridori si incamminarono sveltamente sulla strada che doveva portarli alla vicina Nizza. Passammo al loro seguito fra giardini opulenti, fioriti, di oleandri e di magnolie, in mezzo a viali di palme e di jdni. Una passeggiata era ritenuta il tratto fino al primo passaggio di Nizza: cosa, infatti di straordinario avrebbe potuto verificarsi in questi 33 chilometri di strada piana e liscia come un biliardo? La battaglia si sarebbe dovuta scatenare dopo, dove negli ultimi 100 chilometri vi erano da superare tre aspre salite: quella al colle di firaus, lunga, otto chilometri e di una pendenza fra V8 e Vii per cento; quella ai colle di Castillon, più breve e meno ripida; infine, scesl a Mentone e Monaco, quella delle TurHe, ben nota a chiunque abbia percorso la strada della Riviera, dal nostro confine fino a Nizza. Dal culmine della Turble una discesa sola di quindici chilometri portava al traguardo: Gli anni scorsi avveniva solitamente che sulla prima salita si verificasse la selezione più abbondante; rimanevano al comando una decina, di corridori che subivano una seconda falcidia sul colle di Castillon; i pochi rimasti si battevano sulla Turbie, ove arrivavano separati da distacchi varianti da uno a tre minuti. Chi era più svelto a cambiare rapporto per mettere quello grande e buttarsi a rompicollo giù nella discesa, vinceva la tappa. Straga di gomma « Oggi, invece, la regoli è andata a gambe all'aria; la corsa ha avuto uno svolgimento che più caotico non si può immaginare, e troppi corridori hanno visto rovinate le loro chances dalla strage di gomme causata dai chiodi sparsìnellu discesa del colle di Rraus, Le gomme! Questa è stata la giornata in cut le gomme hanno avuto un ruolo preponderante. Prima uno scoppio a Guerra, poscia a dozzine le foratura agli altri, hanno dato il leit-motlf alla corsa, che ci aspettavamo invece cosi legolarc. Si erano appena percorsi clnqua,chU Imnelri da Cannes, quando vedemmo' Guerra portarsi alla coda del gruppo e scendere per cambiare il tubolare della ruota posteriore. Chiunque altro, avrebbe potuto fare l'operazione e rientrare tranquillamente in gruppo dopo qualche chilometro. Ma Guerra è troppo tenuto d'occhio dagli avversari: egli e un concorrente temibile per tutti, tanto per chi lo precede in daisilìca come per chi lo segue; ed ecco il suo infortunio dare il «la » ad una offensiva in grande stila. Era appena, passala la voce della fermala di Guerra, che il gruppo si allungava sotto l'adone imposta da ahi era in lesta. I più deboli del turlsti-routiers trovarono l'andatura troppo veloce, e si lasciarono distaccare, stavolta, invece di rincorrere i primi e vedere chi erano, preferii, eoi miei colleghl, rimanere accanto all'italiano, che si accingeva all'inseguimento. Questo fu imntediatumente portato a fondo. Giuntela, che si era fermato per alutare il suo compagno, dovette limitarsi a seguirlo, al pari di Pancera. In quel momento il primo gruppo aveva un vantaggio di l'56" sull'ltalla- ticenrnFt ■o che. proseguendo nella caccia■manti avversari trovava sulla strada àltréfiàniX "ne" somindWB~Fro~ gli- staccati dalla sua ruota vidi Riera, Siegel, Nebe. Antonino Magne, la cui pedalata era affaticata e pesante. L'azione di Guerra era polente e regolareNon compiva scatti Inutili, non urlava contro le automobili che, involontariamente, lo disturbavano Era l'atleta calmo fiducioso di sè. Ed era pure l'atleta lasciato solo a combattere contro gli avversari che si erano immediatamente coallzzati contro II comune nemico. Nessuno lo aiutò nel suo inseguimento, tutta la fatica era riservata a lui, soltanto a lui. Guerra aveva ripreso e staccato almeno trenta corridori nel primi venti chilometri del suo inseguimento. Soltanto qualcuno era riuscito a rimanere alla sua ruota, facendo appello a tutte le proprie energie. A 39 ohllomelrl di madia Prima di Nizza, il gruppo capitanato da Guerra arrivò alle calcagna di un plotone composto di una quindicina di corridori, fra cui Dossche, Manthey, Taverne, Menisi, l.alaup, Tierbach, Cepeda e parécchi isolati, e lo assorbì. Al dazio di Nizza questo gruppo aveva Vìi" di ritardo sul primi. Questi erano passali alle 12,50impiegando appena 50 minuti a percorrere i 33 chilometri1 da Cannes Questo tempo, che dà del 39,600 di media oraria, può dire quale fosso la velocità mantenuta dal fuggitivi. Chi erano costoro? Pélissier, LeducqDemuiisère, Schoen, Wolke, Renali Paure, Delannoy, Uonduel, ilidot e Fatltu: dieci uomini di cui otto assi. Essi avevano approfittato dell'Infortunio di Guerra, e adesso si accingevano ad iniziare la battaglia in salila ormai liberatisi dell'Importuno italianoPoi fermammo l'automobile ed aspet- i ie a o, di o a- tammo Guerra per comunicargli che il suo distacco era diminuito. Ma il cuore ci si stringeva a vedere che egli era lasciato solo a combattere l'ineguale duello contro l fuggitivi. C'erano nel suo gruppo Dossche, Taverne, Manlhey, c'erano l turisti-routiers Fayolle, Peglion, Mazeyrat, che sono tra i migliori della categoria, ma ries¬ a, a ceeoe. ae l a o o a e i , , , o , a , i e . o . - suno lo aiutava. Forse, ognuno pensava dentro di sè;. — rQueito asso ha lutto, l'interesse'a riprendere il gruppo dei primi, e noistando alla sua ruota, vi giungeremoE Guerra, in lesta a tutti, faticava come un mulo Abbandonata la strada litoranea, andammo rlsalenlo la valle che porta all'Escarene. Cominciò un'lieve dislivello, che poi si inaspriQuesto era il Col de Nlce. come dire la sentinella del Col di Dram. QuGuerra commise l'errore che, forsegli fece più danno che il lungo ed estenuante inseguimento, cominciato a Ivan les Plns. Cambiò rapporto, ma ne mise uno che era troppo forte per quella salitaVidi subito che egli faticava troppo a mantenerlo in azione. E vidi purecon dolore, che ali isolati del suo gruppo erano già davanti e andavanoessi, a raggiungere la coda del primo gruppo che pòchi minuti prima Guer ra aveva visto a non più di quattro cento metri avanti a lui. Il dramma di Qnarra Furono quattro chilometri di salita, ma t'irono sufficienti perchè Guerra, all'attacco del Colle di Rraus che affrontammo poco dopo, fosse sorpassato da parecchi corridori del gruppo fino a poco tempo prima da lui guidati all'inseguimento. Pancera, che era sempre rimasto con lui, mentre gli versava dell'acqua sulla nuca non si accorgeva di un'automobile ferma, cercava di evitarla ma non vi riusciva completamente e cadeva. Quando fummo al piedi della grande salita. Guerra si decise a mettere il rapporto piccolo. Lo lasciammo al lavoro, e con una rapida rincorsa ci portammo avanti. * Il primo del gruppo dei fuggiaschi che superammo fu Didot, poi Demuy- sere, Poi Pélissier, a cinquanta metri l'uno dall'altro. Duecento metri più tu arrampicavano Leducq e Schocn; più avanti c'era Uonduel solo,- poi Delannoy. Ne mancava uno. Chi era? Era lìenolt Paure, che aveva mantenuto la promessa e, come sull'Aublsque otto giorni fa, era scattato alle prime na i. o. a a ò . e i , a o . a , o , o r , , o a i i , o . o n i - di svolte, involandosi letieralmente ■nunzi ai suoi avversari. -tSI' mstà-délla salita ciufermttmmo"a cronometrare .1 disiacritl che, porteti do dallo 0 da Denoti Fiure. risultarono l seguenti: l'16" Pelnnnoy. I'34" Uonduel, 3'15" Schoen. 4'07" Pélissier, 4"I8." Urtici/. 4'4(>" Peglion e Didot. 5" Pagolle. 5'.W" Cepcdn. 6' Tierbach. 6'14" Dossche. 6'17" lìemmisère, 6*32" Mazevrat. 6'S6' Wolke. 8'10" Guerra e Panceta Quetti distacchi non subirono profondi mutamenti nella seconda metà della salita, sul doti 'Iella quali' erano schierali migliala e migliaia di speltatori venuti da Nizza I corridori passavano In uno stretta corridoio lascia to Ubero dalla folla. Appena arrivammo alla sommità del. colle, seguendo Guerra che avva perii ufo un altro minuto, dieci, venti mei ci gridarono: < I chiodi! Attenzione! » — Les elous! I chiodi! Tenete a si nlstra I Del mascalzoni arenano seminato di chiodi la discesa dal colle di Itrnu». I ciclisti » gli automobilisti venuti ni da Sospel, se ne erano accorti, e ne davano avviso ai corridori, avverte» dolt di mantenersi dal lato della strada ove pareva tosse assente la malvuoili insidia.'. Ma 1 chiodi avevano già fatto le loro vittime. La corsa del primi era già guastata; Il magnifico sforzo di ttenoit Faure era già frustrato. Il piccolo ilverniese tu uno del primi ad essere appiedalo, ed era sialo raggiunto e sorpassato dai più fortunati: Delannoy e Peglion E Guerra? Guerra, purtroppo, doveva anch'egli panare il suo trlhuto, al pari di Wolke, di l.aloup. di Schoen, di Pélissier, di altri. Egli scendeva velocemente al controllo di Sospel. accompagnandosi con Charles, quando si trovò con una gommo perforata. Perdette nel cambio I'3u" e si buttò di nuovo n precipizio nella discesa l chiodi dovrvnn'i essere stati sparsi in quantità enorme, poiché si vedevano numerosi automobilisti e motociclisti intenti a cambiare le gomme. Ad ogni cento metri c'erano del disgraziati Intenti alla bisogna. Prima del controllo, un altro chiodo s1 conficcò nella gomma anteriore di Guerra, ma il corridore fece In tempo con la mano a strapparlo. Ormai i ciclUti non procedevano più che col terrore della foratura ad ogni, metro. Le tre automobili addette al rifornimento delle gomme tacevano la spola fra l primi e gli ultimi, né si possono contare i tubolari consegnati al corridori che ne erano rimasti privi. Ma io credo che più di cento gomme siano state forate nella discesa su Sospel e noi sulla salita al Castillon. Peglion solo verso Nizza / distacchi segnalati al controllo di Sospel (Km 71) possono dare un'idea chiarissima delle posizioni a quel punto. Delannoy e Peglion passarono alle 14.36. a V Fayolle. a 2' Leducq n 3' Ronduel. Demuysère, Dossche, Tierbach e Benoit Faure, a 4' Didot a 5' Pélissier e Schoen. a 6" Mertens Guerra e Pancera. a 8' i due fratelli Magne Ma le forature non erano finite. Poco dopo il controllo, dove comincia la salita a colle di Castillon, prima Pancera, poi Dossche furono visti intenti a cambiare una gomma, e, più avanti la stessa sorte colpi Delannoy, che fu costretto a lasciare Peglion solo in testa. Da quel momento la corsa fu decisa II marsigliese compiva da .^rt^oiila discesa su Mentone e Montecarlo |bsali gli otto chilometri della Turble esenin essere più avvicinato, ed arri- v^L£0Tkvana a Nizza cinque minuti prima del secondo Mentre Peglion fuggiva, cosa facevano oli inseguitori, cosa faceva Guer- 1LK21 ra? Gli inseguitori erano scaglionali in questo modo, e col distacchi da me cronometrati a Mentone: a 2'25" un gruppo di sei, composto da Demuysère, Leducq, Delannoy, Uonduel, Tierbach e Fayolle, a 3'10" Denoit Paure, che aveva nuovamente forato scendendo da Castillon; a 4'20" Pélissier e Didot, a 6" Dossche, Sclwen, Mcricns e Laloup, e a 8'40" i due fratelli .Magne, Che avevano raggiunto Guerra prima di Mentone. Prima di Deausoleil, l'italiano ed i due francesi raggiunsero i due belgi ultimi citali, ma non vi fu verso che qualcuno passasse in testa a sollevare Guerra dalla fatica che durava dalla partenza. Il nostro campione è lascialo solo a condurre, e in questo improbo lavoro egli consuma a poco a poco le sue forze, senza poter opporsi validamente all'offensiva che. a distanza, stanno ancora conducendo contro dì lui Demuysère e Pélissier, pir strappargli il terzo posto della classifica. Fatica aspra, Inumana.» La salita della Turhie è penosa. Centinaia di voci amiche to incoraggiano nel. linguaggio della madre Patria. Ciclisti e motociclisti lo seguono dappresso, urlandogli il toro incitamento. Ad una curva, la ruota di Guerra ha uno scarto, ed egli cade, però per rialzarsi subito e proseguire. La gomma posteriore lentamente si suonila e la fatica si la più aspra ed inumana. Perchè la sfortuna si accanisce ancora contro di lui? I due Magne lo distaccano, ma Guerra resiste e giunge alla fine della salila a 50 metri soltanto dai francesi. Ma deve fermarsi per dare qualche colpo di pompa alla gomma. Perde mezzo minuto. Riparte Ira le acclamazioni degli italiani presenti che sono a migliaia. — Forza, Guerra! Dai, Guerra, che li ripigli! Guerra ripigllerà i due Magne, e La loup. e Mazeyrat, e con essi arriverà a Nizza. Ma i primi, quelli che oggi lo hanno superato in fortuna, ma non in valore, avevano già tagliato il traguardo da molti minuti, i preziosi mi nuti che allo sfortunato italiano costa rono la perdita del terzo e del quarto posto della classifica. Questa è la cronaca della H.a lappo del Giro di Francia, che per un petto ritarderà cóme unti delle giornate pli nere pei nostri colori, in questa corsa iniziata In maniera cosi promettente Non a caso adopero la parola disdetta per designare la forza nemica che oggi ha voluto accanirsi contro il no siro corridore Credo di essere abba stanza freddo spettatore al seguito di una r.ors i, come spassionala ragiona tare al momento di commentarla: ebbene, stavolta non esilo a dire che il risultato della corsa è stato falsato dal In strage di gomme dal colle di Rraus fino a Castillon. e, per quello che riguarda Guerra, fhe egli è stato villi ma soprattutto della sfortuna, che ha concorso a scatenare l'offensiva contro di lui alta partenza, e. un po', an che, del suo errore di avere adoperato un rapporto inadatto prima del colle di lìrnus. Ma. Guerra, come ttottecchla nel * al suo primo Giro di Fran eia L'esperienza costa, ma una volta che si acquista, si fanno molte cose. Prevedevo, è vero, che tanto Demuy sère guanto Pélissier non avrebbero mancata l'occasione di attaccare Guerra, ma non credo che essi avrebbero potuto spuntarla se non (ussero slati lavoriti dalla sfortuna che ha colpito l'Italiano. Mentre il belga ed ti trancese non si trovarono mai soli, sulle spalle di Guerra si caricò tutta la fatica degli inseguimenti a cominciare da quello iniziale; in queste condizioni, ripeto, la perdila di due posti da parte di Guerra, può avere molte scusanti. Ma non è con queste consolazioni che si progredisce nella classifica Auguriamoci che Guerra possa ancora lottare ad armi pari contro i suoi avversari, dai quali, purtroppo, i separato da non lievi distacchi. Leducq lo precede di 22 minuti, Antonino Magne, che ha avuto un buon finale di corsa, di otto, Demuysère di 7 e. Carlo Pélissier di 2. Stasera sono siato'a parlargli all'albergo dove è alloggiala e l'ho trovato di umor nero. Ma la giornata di riposo di domani certamente lo rinfrancherà e la difficile lappa da Nizza a Grenoble lo vedrà ripartire con l'animo fermo del lottatore che gli conosciamo. VITTORIO VARALE. cazichba teVco'■bcegisaafaLL'di d''isppail Stteceleselamcol'oti reazme haprcae eiloppcuntedtrtrqUdCgi mnD■ laEaz■itraG■acspgotopseuqsiMnpdsnsorpdripcoscagasgHcCCLTmfesttaa trvvi Il gruppo di testa condotto da Nebe fila a veloce andatura dopo Sete nella Perpigoan-Montpellier. La fuga ài Pélissier nella Perpignan Montpellier.