La minaccia di scioglimento del Reichstag

La minaccia di scioglimento del ReichstagLa minaccia di scioglimento del Reichstag Le ordinanze presidenziali per l'« aiuto nazionale » ~ Le proteste e le accuse dei socia! - democratici Berlino 17, notte. Momento di attesa, oggi; ma non è poco, se si considera che l'attesa consiste nel sapere se, alla prima mazzata del provvedimento draconiano dell'art. 48, dovrà seguire o no, per il Reichstag, la seconda, e cioè quella dello scioglimento. Il Giornale Ufficiale oggi reca due ordinanze presidenziali colle quali si dispone in primo luogo l'« aiuto nazionale », vale a dire che tutte le persone addette al servizio pubblico, sia del Reich che dei Paesi e dei Comuni, siano impiegati di ruolo che avventizi, che godano uno stipendio al disopra degli otto mila marchi annui, debbono pagare una « imposta straordinaria » del 2.50 %. Le ordinanze dispongono anche un supplemento del 5 % sulla tassa di ricchezza mobile, per le entrate superiori agli SófiO marchi; dispongono anche una tassa per i celibi e per le nubili, del 10 % sulla tassa di ricchezza mobile pagata, e ciò indipendentemente dai tributi sopra ac cennati. La « tassa per tasta » Le ordinanze inoltre accolgono i desiderata d°l partito populista, ag giungendo alle tasse suddette anrlm quella «tassa per testa» allo quale il Governo, fino a ieri, non teneva; ma una volta messo sulla via del l'art, 48, poco più o poco meno non conta. E cosi è stata anche aggiunta, con delizia somma del contribuente, questa tassa per testa, che consiste nel pagamento di sei marchi l'anno, a cui sono nhblicriti tutti indistintamente i cittadini al disopra dei venti anni. Per ora intanto è soltanto una autorizzazione ai Comuni di introdurla, salvo all'obbligo che è loro fatto di introdurla assolutamente, a cominciare dall'anno prossimo. Il Governo aveva deciso di non introdurre questa tassa; ma i populisti, avuto sentore della cosa, si sono imposti all'ultimo momento, minacciando il Governo di unirsi domani, nel caso che la tassa non fosse inclusa, alla opposizione social-democratica nell'npprovarp In mozione sospensiva dei provvedimenti dittatoriali. Cosi Briining. per non avere questo nuovo imbarazzo, ha ceduto. Del resto, la tassa è destinata a venire in aluto al Comuni, per evilare che essi, nello loro ristrettezze, pensino a tasse di altro genere, che possano gravare sull'economia e sull'industria nazionale. Inoltre, le ordinanze cpritengono l&'prórOBa del termine 61 fiagamen to della tassa sui tabacchi; ed infine unn seconda ordinanza prevede l'introduzione di una tassa sulle bi hite consumate nei locali pubblici tranne il latte, tassa alla quale sono autorizzati i Comuni. Tali, le ordinanze. La Conimis sione del bilancio si è poi oggi oc capata dell'altra parte del progetti' Dietrich, ed ha autorizzato il Go verno, come era nei suol progetti ad apportare nuovi tagli al bilan cjo, con altre economie dì almeno cento milioni. Il famoso articolo 48 Per quanto riguarda le ordinanze dittatoriali, la social-democrazia In combatte strenuamente, sia nella forma rhp nel contenuto: e per quanto riguarda 'a forma, la social-democrazia sostiene che in questo caso il Presidente del Reich è ricorso nil'art. 48 In maniera nnticostitnzio naie, cioè shngliando, o volendo sbagliare, nell'interpretazione della Costituzione. Vale la pena di citare qui questo articolo 48, di cui tanto si paria da mesi, senza guardarlo in faccia: -esso, nel comma in proposito, dice : « Se la sicurezza e l'ordine pubblico sono constatati disturbati, il Presidente del ììeich può prendere le misure necessarie per ristabilirli: e può all'uopo sospendere gli articoli tali e tali {quelli, che riguardano le libertà), e può anche ricorrere alla forza delle armi ». La social-democrazia sostiene che il Presidente ha interpretato un po' troppo latamente un ordine pubblico minacciato da un bilancio in perdita. E checché sia di ciò, i socialdemocratici si sono intanto valsi dell'altro comma dell'articolo medesimo, che dà diritto al Reichstag di proporre ed approvare la sospensione, cioè la revoca di ordinanze emanate dittatorialmente; ed hanno presentato oggi al Reichstag una proposta con la quale viene chiesta la revoca delle leggi tributarie promulgate dal Presidente ieri • con l'art. 48. La mozione di sfiducia del social-democratici La tesi social-democratica, quale la espone oggi il Vorwaerts, è che il Reichstag, se respingerà la proposta di revoca, abdicherà completamente a tutte le sue prerogative, dimostrando che esiste in Parlamento una maggioranza parlamentare contro i diritti del Parlamento. « Se si arriverà a stabilire — dice il giornale — che le leggi sulle quali il Reichstag non si è potuto mettere d'accordo vengono emanate, col pretesto dell'ordine pubblico, dal Presidente del Reich per decreto dittatoriale, e poi il Reichstag le sancisce non facendo uso del suo diritto di revocarle; ciò equivale a dire senz'altro cheli diritto legislativo è passato al Presidente del Reich, e che il Reichstag è diventato soltanto un organo legislativo ausiliario ». Contemporaneamente, i social-democratici hanno presentato una mozione di sfiducia nel Gabinetto. Sono queste, come si ricorda, le due eventualità, avverandosi le quali, o solo presentandosene il pericolo che si avverino, il cancelliere Bruning e statò ieri autorizzato espressamente dal Presidente a sciogliere il Reichstag e deve scioglierlo se vuole salvare le leggi dittatorialmente emanate. Il momento odierno di attesa, dun- que, consiste nel sapere se il Reichstag sarà, domani, sciolto o no; e ciò dipenderà dalla probabilità o meno che le due proposte socialdemocratiche siano approvate. Perchè siano approvale, la condizione è una: che i tedesco-nazionali, i quali ieri hanno votato contro il Governo, votino domani a favore di esso, e cioè contro la proposta social-democratica; perchè se voteranno, come ieri, coi social-democrati ci, essi costituiranno la maggioranza grandissima del Reichstag. Nè basta che si sfaldino un poco, come hanno fatto nelle votazioni degli ultimi tempi: ma bisogna che quasi tutti compatti votino, per salvare le ordinanze, e con esse il Governo, o diciamo meglio, per salvare il Iteichstag. I tedesco-nazionali La situazione è dunque in mano dei tedesco-nazionali; essi lo sanno e ne barino oggi già approfittato pe: imporre a Bruning le loro condì zioni. Il capo del partito, deputato Hiigenbérg, ed il capo della frazione parlamentare, deputato Oberfoliren hanno oggi scritto infatti al cancelliere Briining una lettera in cui laconicamente dicono: « In vista dei pericoli che minne ciano il paese ed i! popolo, consci della nostra responsabilità di partito di opposizione, le domandiamo se è disposta a entrare immediatamente in trattative coi firmatari sul complesso della situazione politica». Non si sa ancora che decisione prenderà Briining; quello che i tedesco-nazionali vogliono, però, lo si ;a di già: essi vogliono che il centro, di cui Briining è capo, si appresti subito a fare piazza pulita della social-democrazia, e cioè cacciarla da ogni collaborazione di Governo, anche nella Prussia, dove essa è al Governo, in questo momento, nsietne col centro. La condizione è grave, e di portata e di coseguenze generali; equivale ad affondare ie braccia fino a.l gomito nella pasta politica de] paese; e si può dubitare che il Centro abbia un simile coraggio. A ogni modo, questo è il bivio a cui si trova Bruning: o affondacele in questo modo, o affondarvele in quell'altro,. cioè con lo scioglimento del Reichstag, e con le nuove elezioni: O. P.

Persone citate: Bruning, O. P.

Luoghi citati: Berlino, Prussia