La truffa ai disoccupati

La truffa ai disoccupati Vamiri in sembianze umane La truffa ai disoccupati Come tre dei malviventi sodo caduti in trappola e n . , a Per ben tre volte, alla distanza di pochi giorni l'una dall'altra, come i nostri lettori sanno, abbiamo avuto occasione di narrare le gesta di due individui, che compivano truffe col sistema cosidetlo all', americana >. La prima volta i due sconosciuti avevano avvicinato in piazza Emanuele Filiberto certo Giovenale Torre, residente a Possano, il quade era venuto nella nostra città per sbrigare alcuni affari. 11 Torre, dopo aver accondisceso a che i due sconosciuti si accompagnassero con lui, aveva fìnanco accettato da costoro un invito a colazione. Ma più tardi, quando a richiesta di uno degli sconosciuti, gli aveva consegnato il portafoglio contenente 750 lire, i due erano scomparsi senza t'arsi più vedere. La seconda truffa era stata commessa in danno in un povero vecchio ricoverato all'Ospizio di Carità, in corso Stupinigi. I lestofanti avevno avvicinato il vecchio e. rammóstrandogli un portafoglio gonfio di biglietti di banca, naturalmente falsi, lo avevano pregato di incaricarsi dì far pervenire ali Ospedale Mauriziano, per loro conto, la somma di lire 69 mila. In compenso del disturbo gli offrivano in regalo... 10 mila lire. Il vecchio accetto e siccome uno dei compari esigeva una garanzia, ritirò da una banca i suol risparmi (tre mila lire) e li consegnò a colui che, invece di dargli il denaro da portare all'ospedale, gli consegnava un... pacco dì giornali avvolto in un fazzoletto. Infine, con un sistema pressoché identico, 1 due truffatori riuscivano a raggirare uno svizzero, certo Josephet Troxoer, chimico, abitante a Zurigo, di passaggio nella nostra città. Tre arresti Le Imprese dei due sconosciuti richiamarono l'attenzione della Polizia, la quale iniziò le indagini per individuare e trarre in arresto i colpevoli Delle indagini, il capo della Squadra Mobile incaricò il maresciallo Pezzi, che non tardò a fermare la sua attenzione su di un individuo che si aggirava, con fare sospetto, nei pressi di Porta Nuova. L'individuo venne tratto in arresto ed accompagnato nell'ufficio del funzionario di P. S. dove fu sottoposto ad interrogatorio. Nonostante che la di lui fotografia fosse stata già riconosciuta dal vecchio ricoverato all'Ospizio di Carità, vittima della truffa di tre mila lire, l'arrestato, certo Stefano Dentis fu Andrea, di anni 67, da Bra, senza fissa dimora e pregiudicato in linea di truffe, tentò di negare, ma alla fine, messo direttamente a confronto col vecchio stesso. i■?"» col^ssm^^{^verlrt Meraa no per rintracciare il compagno dela|l'arrestato. Il DenUs è stalo passato e alle carceri a disposizione dell'Autorilila;SM*5S*IA- . , .Altn truffatori, In questi ultimi glor- nt £ono stat1 assjcuratj alia Giustizia. l Gli agenti del commissariato di P. S. - di Dora, hanno proceduto all'arresto - di certo Oreste Verdoia di Rinaldo, , "ant0o » T°"no^enuin_ann,° J? <j aj>>e £"? .'mputlt^di truffa in danno di a;certo Costantino Sutti, che abita in via Roma, 2. Egli alcuni mesi or sono si presentò al Suttl e contrattò con lui l'acquisto di una motocicletta ij cui importo, stabilito in lire isno. doveva essere pagato parte in contanti e parte con effetti a scadenza mensile, stabili te le modalità del contrailo, il Verdo !a sborsò le prime trecento lire, «i ri tirò la macchina Senonchè, dopo qua) che tempo, si ripresentò al Sutti chiedendogli il permesso di vendere la mo tocicletta che aveva da mi acquistata. Il Sutti accondiscese e il Verdoia. in vece di vendere la motocicletta, la jamhlò con un ciclomotore, lncassan do la differenza del valore in denaro, .ì rivendette, quasi subito, anche il cielomotore. Intanto le cambiali consegnate al Sutti erano state girate od altre persone e. all'atto della scadenza, non vennero regolarmente ritirate; non solo, ma risultò pure che l'indirizzo dato dal Verdoia era fml.so. Naturalmente, dopo queste constatazioni, venne sporta denuncia contro 11 Verdoia al commissarialo di P. S. di Dora. Un altro sistema per truffare 11 prossimo era stato escogitalo da tal Pietro Bottoni fu Sante, di anni 41, da Pnntelagnscuro. e residente nella nostra città. Costui si presentava alle persone che cercavano lavoro e. vantando conoscenze « influenti », prometteva di trovare loro, in breve tempo, occupazioni redditizie. Dopo questa premessa. Il Bottoni ritornava presso le sue vittime e. or con una scusa, or con un'altra, riusciva a earpir loro somme di denaro che variavano dallelire 17.50 alle lire 100. Naturalmente t, a n nt e U n ti e. e e a a a a, a ooa anei le a n a truffati, un bel giorno, denunciarono 1 i a e , a o , o e, t o di furto e truffa 11 Bottoni alila polizia, ed 11 maresciallo Proietti e il vice-brigadiere Mazzet ti, del Commissariato di San Paolo, dopo averlo rintracciato, lo traevano in arresto. Alla ditta A. Levi, situala in corso San Maurizio, 25, si presentava un tala che si qualificava per il commerciante Giovanni Bensì fu Serafino, abitante in via San Giobbe 2 bis, il quale, dopo aver trattato l'acquisto di stoffe per l'importo di lire 7(101», ritirava la merce lasciando in pagamento un assegno con scadenza 6 luglio. Il qualificato Bensì, pochi giorni dopo, si presentava pure al negoziante di maglierie Giovanni Ciprianl fu Benedetto, abitante in via Romani 25, e acquitava merce per l'importo di lire 1314, che pagava pure con un assegno. Quando, alla scadenza gli assegni, dalle due ditte, vennero presentati alla banca per la riscossione, risultò che essi erano stati staccati a vuoto. Esisteva, si. presso la banca, un conto corrente Intestato al Bensi. ma 1n esso erano depositate soltanto 100 lire. La truffa, dalle due ditte, venne denunciata al commissariato di P. S- di Borgo Po e le indagini condotte dal commissario cav. Patti stabilirono che la merce acquistata dal qualificato Bensì dalla ditta Levi, era stata venduta, per la metà del suo prezzo d'acquisto, al venditore ambulante Tommaso salio, abitante in via Massena, n. 50, il quale, a richiesta degli agenti di Polizia, esibiva, n sua giustificazione, una fattura regolarmente quietanzata consegnatagli dal Bensì all'atto del contratto. Il truffatore, che si mantiene tutt'ora latitante, è attivamente ricercato dalla polizia. Ed ecco l'ultima gesta truffaldina della giornata. La signora Luigia Fagioli, d'anni 43 nata e residente a Torino, in via Lessolo. i, ha denunciato al Commissariato di P. S. di Borgo Vanchlglia 11 pregiudicato Ettore Albano, di anni 30, già abitante In via Mazzini, 22. quale autore di una truffa di 1500 Hre compiuta a d1 lei danno. II Commissariato ha ricercato l'Albano, ma costui, co me già aveva detto la donna, si è allontanato da Torino e forse ha passato la frontiera. Lo strimpellafore di chitarra L'Albano e la Fagioli si sono conosciuti presso una famiglia abitante in borgo Vanchiglia, e che, nei primi giorni dello scorso giugno, aveva dato un ricevimento danzante. L'Albano era stato invitato a quella festicciola perchè desse saggio della sua nota abi lità quale suonatore di chitarra. Fu precisamente durante quel ricevimento che la Fagioli venne presentata all'Albano, il quale, fra una suonatina e l'altra, ebbe modo di chiacchierare con la sua nuova conoscente. Questa ebbe il torto di confidargli quello che era il suo desiderio vivissimo, di trovare, cioè, un impiego. L'Albano, capito che l'occasione gli si presentava propizia per tentare un buon colpo, diede alla signora le più ampie assicurazioni. L'Impiego glielo avrebbe trovato lui; anzi gliene avrebbe tro vati parecchi. La signora non avrebbe avuto che l'imbarazzo della scelta. Alla fine della festa, la Fagioli e l'Albano erano- ormai buoni amici; cosi buoni amici che si dettero appuntamento per il giorno seguente in piazza Castello allo scopo di intendersi meglio sulla faccenda dell'impiego. Convinta d1 aver a che fare con un galantuomo, la signora gli consegnò la somma d' 1500 lire che l'altro le aveva chieste per concludere un affare e quale anti cipo ad una terza persona-, operazioni entrambe indispensabili per potè • aprire la porta dell'impiego. La signora Fagioli cominciò a rlcre dersi sul conto del suo amico solo qualche giorno dopo, quando non riuscì più. nonostante le sue ricerche, ad averne notizia. Al secondo appunta mento, che doveva aver luogo ancora in piazza Castello, l'Albano non si era fatto trovare. Dopo una settimana, la signora ricevette da Savona una cario lina illustrata. Era l'Albano che, forse avviandosi verso la frontiera, le inviava 1 suol saluti. La signora Fagioli attese ancora qualche settimana e poicome abbiamo detto, andò a sporgere denuncia per truffa. SI tratta di una signora assai pratica della vita, che ha viaggiato moltissimo. Essa ha avu to quattro mariti: tre Inglesi e uno italiano. Parla sette lingue, esercitò in proprio il commercio più vario, non escluso quello dei cavalli. La signora Fagioli ha lasciato 11 Brasile circa un unno fa e se ne tornò a Torino, sua città natale, per vivere I suoi giorntranquilli. Veste un po' stranamente e preferisce 1 colori sgargianti. L'Alba no è un pregiudicato recidivo In lìnea