Hong, torero cinese

Hong, torero cinese Spagna pittoresca Hong, torero cinese (Dal nostro inviato) x a e ù s i a n a à e e l te , a o uo si oi o n li, a, di i d o eù i a o lf e a n ore oa te le nnsi o aota ero i, elle ne osi aiù ne di ro he a, la oo, a: elte or — ua li el dun di he se mi co o ola n pa ori m'è ei BARCELLONA, luglio. E' piovuto su questa terra un torero del Celeste Impero. Carne, non si sa, ma questo fatto è successo. Si giura che egli non è sbucato dal famoso quartiere cinese di Barcellona (che occorrerà descrivere uno di questi giorni), semplicemente perchè in codesto quartiere — « el barrio chino > — non. abita neppur l'ombra di un uomo della razza gialla; non lo credereste. D'altronde è raro trovar cinesi nei ristoranti cinesi di Parigi. Il mirifico è dunque che l'individuo oggi più commentato di tutta la Spagna, perchè è l'unico torero cinese del mondo, è articolo di freschissima importazione. Di lui si parla concitatamente nei caffè e nelle arene, più che di affari, più che di politica. Gli scioperi ad interminabile ruetraua io inevitabilmente costellati di conflitti, il crollo progressivo della peseia, le sorti politiche della Spagna, che non dipendono più da Madrid ma si stanno forgiando a parlai, nel Belgio, in Inghilterra, dovunque fuorché in questo Paese singolare, son tutte faccende che passano fi se condii linea dinanzi al fatto inaudito della presenza del torero cinese. Cosi il problema universitario, come quelli della riforma giudiziaria sospiratissima, del retrogrado insegnamento secondario, dei tabacchi, che sono orrendi, costituiscono problemi oscurati dal folgorante sopraggiungere ed imporsi di questo re trauicello che ha cominciato a cimentarsi nell'agone sportivo più spiccatamente iberico che esista-, quello delle corride. Crolli il mondo peninsulare, un fatto importantissimo resta. La passione per ì « toros bravos » Esiste un gladiatore in tauromachie, di colore giallo. E questo basta! Basta per mettere addosso alle folle una morbosa curiosità (» Presto, presto, venite a vedere il fenomeno! »); basta per fomentare discussioni interminabili. E' sintomo preavvertitore la presena di quest'orientale smilzo ed ossuto, di un principio di corruzione e dell'eclissi rapida dello sport favorito? Nientemeno che all'epoca in cui Paolo Mantcgazsa visitò la Spagna comincia rono a serpeggiare allarmi per la presenza misteriosa di tori che, invece di rncledaadtomcsgrfpdsdglsdrdccspphdèccctrsoddisfare agli obblighi di dimostrarsi'feroci, dimentichi del mestiere, andavano docilmente a leccare le mani degli . espadas . incaricati di trafiggerli al momento culminante del coreografico giuoco. Negato il lasciapassare nel regno ai tori portoghesi, rei di mansuetudine, il pericolo del tramonto dello sport prediletto apparve scongiurato. Da tre o quattro lustri, però, risorgono le ansie del competentissimi scrittori di cose taurine, e ne è causa la passione sfrenata per il gioco del calcio. Si consumano di febbre, le novelle generazioni ispaniche, nel divorare le gazzette e le rubriche del foot-ball, giuoco d'importazione straniera, quindi barbaro. Dov'è l'antico amore verso i « toros bravos >, che vendevano cara la propria grama pelle, che sterravan calci come snelli muli e tiravan cornate come tanti crucciati caproni ed obbligavano ubandcrilleros* e . picadorcs » a prodezze impressionanti durante le quali si sgualcivano i serici attillati costumi e le rigidissime carni, e sventravan cavalli nel recinto della pugna sanguigna e morivan da veri eroi facendo correre brividi di terrore pel filo della schiena delle più accese spettatrici? Naufraga dunque questo sport nazionalissimo, che è una delle ricchezze del Paese? E' di ieri la petizione di 8759 cittadini di un borgo andaluso, che si oppongono alla iniziata costruzione di un campo di foot-ball, mentre non è stata ancora costruita un'arena per corride, non solo, ma non esiste nemmeno l'edificio scolastico, neppur l'ospedale... I toreri robusti e maturi, quelli con tanto di baffi, hanno abbandonato, sfiduciati, il mestiere. Quelli 1930 sono toreri giovani, spesso imberbi, dalle sedici alle venti primavere appena (e cosa guadagnano, e come giostrano, e come vivono, lo si vedrà in un altro articolo), ma sono pochini, non bastano più. I tori ci sono e attendono di essere ammazzali a dovere, ma chi pon mano ad essi? Una vita romanzesca Per giunta, si vedono arrestati nella loro sorte ria da interventi femminili francesi. A Mettili una virago protei trirr di animali s'è calato aia dal vn- rapetto nell'arena, incurante delle corna ed ha tentato di far sospendere la corrida. Sissignore una donna, una etterata, di quelle che non sanno di boxe, che non hanno assistito a certe partite di foot-ball e, peggio ancora, di rugby, e dispongono perciò di un cuore tenerissimo, grande quano una casa. E adesso, per sovrammercato, s'intrufola quest'accidente di cinese. L'imbarazzo s'aggrava. Se egli si impone nel certame laurino, è segnato il tramonto dei più celebri toreri nazionali, e la gente ispanica non frequenterà più le corride; se egli trapianta fra il Tibet e le smozzicate rive di contro all'Oceano la voga di questi spettacoli, la gente mongola non andrà più alla guerra e cesseranno i giornali anche spagnuoli di descrivere le sgargianti battaglie cinesi, in ciascuna delle quali crepano non meno di diecimila fantaccini. Dunque, il pericolo giallo galoppa all'arrembaggio dello sport nazionale spagnuolo.7... A corpo morto i reporters si stanno perciò esercitando a svelare le celesti 0rigini e l'oscuro divenire, del « torero chino*. Come se non fosse già abbastanza straziato dalle notizie,dei mali perpetui che affliggono la sua remota patria, il povero figliuolo giallo non ha avuto più pace; ha dovuto passare di confessione in confessione, dire chi è, cosa vuole e cosa volle, cosa fa e cosa fece, come vive e come visse. : E' cinese di nome e di fatto, perchè si chiama Vincenzo Hong, e nacque trentasei anni or sono a Sunwuy, nei paraggi di Canlon. E' la prima volta che scende a Barcellona e non aveva mal messo piede in Europa. Ma non si ere da che egli venga direttamente dalla Cina. Tult'allro! La sua vita è un fantastico romanzo. Forse per questo il suo sguardo i attonito e fascinatore. Il suo occhio sinistro è un deposito di malinconia e nel destro puoi scorgere un grande trasporto all'avventura. Ora cercate di stare attenti al racconto delle sue tribolazióni, che Hong enumera con documenti e tutto. Da minatore a capo dì eserciti Ad otto anni prese ia-fuga dalla casa dei suol genitori, che erano commercianti, per far parte di una 'compagnia di'operette cinese. Sapeva cantare un poco nei suo idioma. Ma a dmpnvsquei tempo gli artisti erano considerati come la feccia della- società. Suo pa dre lo rincorse. Lo agguantò. Molle bastonate? Macché, in Cina non usa. Ebbe un sacco di consigli e fu rinchiuso in un collegio di Cànton, adapprendervi il mestiere di tipografo. Aveva compiuto 11 anni allorché scoppiò la rivoluzione contro Quong-Lui, un cinese senza volontà, diretto alla madre, despota e sanguinaria. Per distinguersi, i rivoluzionari si tagliavano la treccia. Anche Hong se la mozzò, ma fu preso spessissimo a pietrate. La legge imponeva il matrimonio a 1* anni. Hong rifiutò di sposarsi e suo padre decise, per evitare l rigori della legge, di rifugiarsi in California con tutta la famiglia. Il giovinetto imparò così l'inglese. Suo padre mori ai Messico, dove s'erano poi trasferiti, e allora Hong intraprese il mestiere di minatore in un giacimento aurifero. Un giorno alcuni nord-americani rubarono un'immensa quantità di verghe d'oro. Tremante di paura,- per quanto innocente, il cinese scappò. Si trovava perciò alla stazione centrale di Città di Messico, allorché improvvisamente la piazza prospiciente fa invasa da una immensa folla che piangeva é si strappava i capelli. Seppe che attendevano il cadavere del famoso « matador » di tori Antonio Monles. Mal Hong aveva visto una corrida. La curiosità lo &ssalse. Quando usci dal primo spettacolo taurino 1 della sua vita èra grondante di entusiasmo. Si fece amico di tutti i toreri, nei quali Indistintamente non scorgeva che esseri straordinari, pieni di eroismo e di valo*^ A furia di pagare trenta « pesos » alt tese otta scuoia taurina diretta da Fraicuelillo, a furia di parare e d'incassare cornate, si perfezionò nell'arte e rimase senza denaro Pieno di zelo e di speranze, si recò nell'Honduras' e dopo un anno di lavoro nella miniera aurifera di Sanjuanico, avendo finalmente in tasca 4(1 mila « pesos », fece per tornare "iia Scuola Taurina. In quel mentre'si dichiarava a Manzanilio la rivoluzione contro Porfirio Diaz. Il cinese capì che c'era da farsi more. Seppellì isuo baule nella cantina, compreso idanaro che era pericoloso unrlnrr <l'l dosso, ed attese gli eventi. Poncho Villa, che disponeva di un esercito famelico e inzaccheralo e non poteva praticare il saccheggio perchè tutti te nevano serrati l negozi e li difende vano armati sino ai denti, cercò di accaparrarsi l'amicizia del cinese, il quale unicamente poteva si ama re suoi uomini. Hong non era sospettato e aveva modo di procurare tutto ciò che voleva. Ebbe da rancho Villa un milione e alt mandò in cambio cin quanta vagoni di alimenti. — Vn gran tipo, Poncho Villa, ncvvero? — Era alto, ignorante, robusto, via lento, grossolano... un selvaggio ! Quanto vidi che nel vanone ferroviario in cui viaggiava, tenevo sequestrate nove giovincelli le più bello della città e delle migliori famiglie, fui preso da antipatia verso di lui. — Cori tutto ciò, eoli pagava spien<d4<damente. — Questo si. Però, dopo averlo visto nel suo harem, gli tolsi tutta la stima. gpttdfmmInusimslozasrpses'** l\ V0Ua- :! in Chapultepec. tentò di perseguitarmi \poickè. gli avevano detto che io era confidente di Carranza! Trionfi e disillusioni a a a o i a i e , a a , , a ò 1 a ie ì l il - La verità è che il generale Agustin Castro gli piovose la formazione di un esercito di duemila cinesi, del centomila che popolano il Messico, da incorporarsi alle sue truppe in Vera Cruz, per custodire un treno con nove furgoni di verghe d'oro e dodici di campane di chiese destinate alla coniazione di monete di ran. : Constatata la valentia di Hong, gli fece pervenire una vistosa unilorme con molti bottoni dorati e la nomino (scritta) di comandante di un esercito. Saputo tutto questo. Poncho Villo gli scagliò contro un distaccamento di cavalleria. Presso la stazione di San Marco avvenne la battaglia. Fu la prima e l'ultima nella vita di Hong. Cominciò alle 6 del pomeriggio e alle 4 del inaiano seguente ancora si udii'ino gli spari. Uaccolse 200 prigionieri. Morti sul campo si contarono oltre trecento uomtnt. tìna palla raggiunse Hong a una gamba e tutti lo credettero morto. Tornato a Vera Cruz, fece consegna dell'esercito e di tutto ciò die ali avevano lasciato in custodia e non voile più saperne di rivoluzioni, almeno per il momento. Il primo grande successo come torero, Hong lo conseguì a Guadalajara, nella cui arena venne portato in trionfo. Ha effettuato quattrocento corride, la più remunerativa delle quali a Lima: 10.000 dollari. Di cornate gravi ne ha avute ih America soltanto tre. Ultimamente ha toreato a Coyocun con l'attuale Ministro delle Finanze del Messico, Luis Leon. Ricorda con commozione il generale Obregon, di cui fu intimo amico fino alla sua morte. Ora dà del tu a Vasconcclo, che ha molte volte cenato a casa sua. « Verissimo.' Basta dare un'occhiata a questo menu, che reca la sua firma. Non ne riconoscete la calligrafia! •. Qui nella Spagna s'ignorava, che esistesse al mondo un torero cinese. Appena Vicente Hong si è svelato, quattro di dopo lo sbarco, gli son piovuti addosso telegrammi e contratti e inviti a spiegazioni e chiamate. Le imprese di Barcellona. Madrid, Palma di Maiorca, Valenza, Granada, Bilbao, Segovia, se10 sono disputato a colpi di pesetas. Ma in quest'affanno di impresari si celava l'insidia. Quello che sembrava un invito allettante era invece una trappola per liquidazione. La xenofobia invade ogni cuore di impresario spagnuolo. Al poveraccio hanno opposto, qui a Barcellona, un toro del peso di 1.159 c/iili.'.' Ne è rimasto travoltoEsito? 'El torero chino Vicente Hong — si è poi letto sui giornali — muti mal Oyò tres avisos en un novillo ». DI male In peggio a Maiorca, ove ha rimesso due costole e a Segovia, ove gli han fatto la vita dura: «ej chino puso de manifiesto su ignoraheia — hanno scritto di lui. — Mata a su primero de media y un dcscabello. En el ultimo derrochò prudencia. Entrò a mutar varias veces, stendo una vez, pcrseguldo11 volteado, ingresando en la enfetvteria con un palótazot. Insomma, . efracaso • (fi fiasco) del torero cinese..Un venditore di collane ci. sussurracon un filo di voce, tra file di perle false, che Vicente Hong farà ritorno agli antichi suoi amori rivoluzionari..9. L. PAR!8ET.