Lindenburg difende gli "Elmi d'acciaio,, contro il Governo prussiano

Lindenburg difende gli "Elmi d'acciaio,, contro il Governo prussiano Lindenburg difende gli "Elmi d'acciaio,, contro il Governo prussiano II Reichstag approva la prima parte dei provvedimenti finanziari, dopo un vibrato discorso del Cancelliere tpap rorlino, 15 notte, jLa situazione politica si è aggra-]vata e si ò spinta al suo punto estre-imo, oltre il quale non vi è più che "la precipitazione. Nervosissima stata oggi la seduta al Reichstag, in attesa del discorso del cancelliere Brùning, che era stato annunziato j come definitivo, e nel quale tutti si aspettavano l'annunzio ultimo dell'applicazione dell'art, 48, o dello scioglimento del Reichstag, o di tutte e due le cose insieme. La situazione non aveva infatti, «elle trattative delle ultime ventiquattro ore, fatto nessun passo se non indietro. (Le trattative si erano svolte e avevano condotto alla con* statazione della seguente situazione : i partiti medi, quelli che hanno rappresentanti al Governo, avevano conservato il loro atteggiamento, o indeciso o forzosamente favorevole : necessità quindi di un appoggio o a sinistra o a destra. A sinistra nulla da fare con la social-democrazia, che si rifiutava a ogni trattativa. A destra nulla da fare anche coi tedesco-nazionali, in tutte le loro ali e gradazioni, quella di Westarp compresa, i auali fanno dipendere il loro eventuale appoggio al Gabinetto dalla separazione del Centro dalla collaborazione coi social-democratici al Governo prussiano; — come è noto, in Prussia governa una coalizione formata dal Centro, dai socialdemocratici e dai democratici, la cossi detta « coalizione piccola » o « di Weimar ». La rottura di que sta coalizione, col ritiro del Centro, jè la condizione che la destra tedesco-1 nazionale pone all'appoggio al Go-;verno Brùning, appoggio che secon- do taluni potrebbe perfino spingersi a una partecipazione « La decisione dipende dal Centro — scriveva oggi nei suoi giornali il signor Hugenberg: — un'ora dopo che il Centro (il partito cioè del Cancel- Si^V«ràiS^Ìi0Hlnon ociffisU no tavolo, per ricominciare subito la ripu litura generale ». 4 « L'ora solenne del Reichstag » Ma al Centro, partito anch'esso In gran parte di masse, pesa assai ta'ie decisione. La condizione, dunque, e stata, per ora almeno, rifiutata. ' In sèguito a ciò si attendeva cori raddoppiata nervosità il discorso del Cancelliere; e la soluzione sempre più si fa consistere nella sola via di uscita possibile, quella cioè dell'applicazione dell'art. 48, accompagnata 0 no dallo scioglimento del Reichstag, provvedimento quest'ultimo che molti non giudicano necessario. Il discorso del Cancelliere non ha smentito questa aspettativa: soltanto ha costituito un ultimo appello, prima di decidersi al passo grave. Il Cancelliere ha parlato non lungamente, di nuovo esponendo, come tante altre volte ha fatto, tutta la grave situazione finanziaria tedesca, alla quale il Governo intende e deve con urgenza provvedere, affinchè essa non diventi ancora più grave e irrimediabile; mentre, secondo il suo pensiero, non è ancora da considerare con tanto pessimismo. Il Cancelliere ha ancora una volta riesposto l'insieme e lo spirito dei suoi progetti finanziari, che nel loro complesso tendono a superare il momen- to, cominciando intanto a mettere le jfinanze e l'economia sulla via di .provvedimenti adatti a rimediare aljgrave problema della disoccupazio ne. Ha quindi rivolto un appello al sentimento di responsabilità e di unione di tutti i partiti, in un'ora che ha definito « l'ora solenne del Reichstag ». « Se questo alto consesso — ha detto il Cancelliere — mostrerà di sentire la responsabilità di quest'ora, allora esso avrà fatto per il parlamentarismo e per la democrazia assai di più che non sia stato fatto in molti dei precedenti anni. La democrazia e il Parlamento si garantiscono e si propagano assai meglio col coraggio delle proprie responsabilità, davanti a misure anche non popolari, che non perfino con delle leggi di prolezione ». E infine, venendo al punto delicato, ha concluso: « Se questo alto consesso non sentisse poi la sua responsabilità, allora dichiaro fin da ora che il Governo, nell'interesse della democrazia, userà di tutti i mezzi costituzionali per applicare quelle leggi che giudica necessarie a coprire il deficit del bilancio » (cioè art. 48). La seduta è stata quindi sospesa. Alla ripresa, si è potuto constatare che, almeno in parte, il cancelli-era Bruening era riuscito ad ottenere, con la sua energica dichiarazione, l'effetto sperato. Infatti i social-democratici, die fino all'ultimo momento avevano giurato di non deflettere dalla più intransigente opposizione, si sono astenuti dal voto. Per alzata di mano ha potuto cosi essere approvata la prima parte del disegno di legge governativo, concernente la tanto avversata tassa sugli stipendi degli impiegati e l'aumento della tassa sul reddito. Quindi la seduta è stata sospesa. Permane ancora l'incertezza sulle nuove sorprese che la giornata di domani potrà riserbare; e ancora per ventiquattr'ore si susseguiranno i conciliaboli e le manovre ipolitiche. Un colpo di scena Un colpo di scena quanto mai sensazionale, intanto, e di estrema portata costituzionale, e che non è escluso possa avere anche un'immediata influenza nplla stessa situazione politica, per quanto riguarda la partecipazione del Centro alla coalizione social-democratica in Prussia (che forma appunto In condizione posta dai tedesco-nazionali per l'appoggio al Governo), è scoppiato oggi in piena seduta del Reichstag, mentre l'assemblea era già abbastanza nervosa per l'attesa del discorso BrOaiog. E' stata cioè im- jprowisamente conosciuta, per la co]municazione che ne diramava Faigenzia ufficiale Wolf, una lettera del "presidente von Hindenburg al Pre j sidente del Consiglio prussiano, lettera che a un tratto svela un grave conflitto fra il Presidente del Reich e il Governo social-democratico prussiano. Il dissidio è sorto per causa della soppressione, decretata tempo fa dal Governo prussiano in Westfalia e in Renania, dell'Associazione di destra, gli « Elmi d'acciaio ». Lo scioglimento di quest'Associazione in quelle regioni ebbe luogo, come ognuno ricorda, qualche mese fa, a causa d" certe esercitazioni di carattere militare, che gli «Elmi di acciaio» avevano fatto in quelle regioni, esercitazioni che destavano, o pareva al Governo prussiano che destassero preoccupazioni e risentimenti in trancia: laonde, sensibilissimo a questi risentimenti, ma più sensibile ancora forse al suo impulso di parte, non parve vero a quel Governo social-democratico di cogliere 1 occasione per sciogliere gli « Elmi a acciaio ». Cominciarono subito allora nella delicata faccenda — di cui anche le evidenti ripercussioni estere risaltavano subito all'occhio — le trattative fra la disciolfa associazione e » Governo prussiano, per la revoca del provvedimento; e a un certo punto, come noi a suo tempo trasmettemmo, fu annunziato che anche il Governo del Reich aveva cre- jduto opportuno di intervenire e di 1 esercitare pressioni sul Governo ;prussiano per la revoca del provve dimento. Si apprende ora che questo passo il Governo del Reich lo aveva fatto per indicazione del Presidente von Hindenburg, il quale premeva affinchè al più presto avesse luogo la revoca di un provvedimento che eBif, nella sua coscienza di Capo dell° stato' giudicava ingiustificato l te prussiano Braun, mal consigliato dal suo spirito di parte e dai suoi colleghi, tergiversò sempre, artatamente, rincarando ogni volta le condizioni poste agli «Elmi d'acciaio» per la revoca, e non prendendo mai il provvedimento così autorevolmente desiderato. La lettera di Hindenbarg E oggi finalmente la bomba è scoppiata, con la lettera del .Presiderite von Hindenburg, che è tanto più grave in quanto che il Presidente spinge il conflitto fino al punto da ritirare la sua partecipazione ai festeggiamenti per la liberazione renana, limitatamente almeno alle città prussiane in cui aveva promesso di recarsi. « Avevo accettato — scrive il Presidente al signor Braun — con la mia lettera del 5 luglio il suo invito a partecipare' alle feste di liberazione indette dal Governo prussiano a Coblenza per il 22 luglio; ma la mia accettazione era condizionata alla riserva che, prima di quel termine, fosse revocata la proibizione degli «Elmi d'acciaio», lega d1 combattenti, in Renania e in Westfalia, proibizione che, come ella sa, dopo ponderato esame dei fatti, io debbo dichiarare ingiustificata e contraria allo spirito della legge, e che desidero sia revocata, affinchè questa associazione di antichi soldati possa prendere carte alle feste dela liberazione ». Hindenburg quindi ricorda le trat¬ jtative intercorse e l'intervento del .Governo del Reich; e rimprovera a jBraun che «malgrado il suo ripe tato reclamo, egli non abbia mai disposto nel senso promesso »; ma al contrario il Ministro degli Interni prussiano ha posto condizioni tali, dalle quali il Presidente deve rilevare — dice — « che il Governo prussiano non ha nessuna intenzione di aderire al desiderio presidenziale, che è sostenuto da quello del Governo del Reich ». « Con ciò — continua la lettera — viene esclusa dalla partecipazione alle feste della liberazione renana un'associazione di antichi combattenti, alla cui organizzazione si impedisce di salutarmi in corpo, mentre tutte e altre saranno ammesse, e si presenteranno ala solennità. Questo trattamento ineguale è per me insopportabile; io non posso metterlo in armonia col mio dovere costituzionale, di stare al di sopra dei partiti. Ho perciò dovuto decidermi, con rammarico, a ritirare la mia accettazione alla partecipazione alle feste di Coblenza; e per lo stesso motivo ho rinviato, fino a che le vecchie ragioni persistono, la mia visita a Treviri, ad Aquisgrana e a Wies barlen ». La disdetta del presidente del Reich riguarda solo, come si vede, le città prussiane; il viaggio presidenziale dunque, a meno di un pronto rinsavimento del Governo prussiano, avrà ugualmente luogo per quanto riguarda il Palatinato bavarese e Magonza. E dopo di ciò, il giorno 20 il Presidente ritornerà a Berlino Grandissima è, come si può immaginare, l'impressione destata in tutti gli ambienti dalla lettera del Presidente; e nessuno si dissimula la gravità del conflitto e le conseguenze che esso potrà avere, sia per il Governo prussiano, e relative ripercussioni sul Governo del Reich, per l'eventuale atteggiamento del centro, sia per la sorte stessa del Landtag prussiano. Mai, a ogni modo, una sassata più veemente è stata lanciata nel pantano social-demo cratìco. Nessuna decisione ancora il Go verno prussiano ha preso; e i giornali più moderati si augurano che esso ceda: mentre altri — di sinistra — prevedono una risposta che non potrà che aggravare il conflitto. « E' intanto un dovere politico elementare — scriva la Deutsche Allgemeine Zeituna — di convocare imniediatamente, per telegrafo, il Landtag, per prendere posizione di fronte all'i namlssibile condotta del Governo prus-1siano, e per risolvere il grave conflitto1col Reich e col suo Presidente affin-iche sia risparmiato, sia all'interno che! nll'estero, lo spettacolo tristo di una tale divisione di animi». All'ultimo momento si ha che il Presidente del Governo prussiano, Braun, ha risposto al Presidente del Reich, indirizzando a quest'ultimo una lettera, nella quale difende il suo punto di visia, e con argomenti tende a dimostrare la legalità della proibizione degli « Elmi d'acciaio », a suo tempo decisa dal Governo prussiano; ed aggiunge che è disposto a ritirare la proibizione stessa, qualora l'associazione degli «Elmi d'acciaio » dia garanzie sufficienti, impegnandosi per iscritto, con apposita dichiarazione, a non esercitare attività non permesse dalla legge, dichiarazione che anche precedentemente le è stata chiesta. Il Presidente Braun conclude la sua lettera augurandosi che, in questo modo, possano essere eliminate le ragioni che impedivano al Presidente del Reich di prendere parte ai fe steggiamenti per la liberazione re nana nelle città prussiane. Si spera ora in una conciliante risposta anche da parte dell'Associa zione degli « Elmi d'acciaio », di modo che il grave incidente possa senz'altro essere risolto. G. P.

Persone citate: Braun, Hindenburg