Giornata di sangue ad Alessandria d'Egitto

Giornata di sangue ad Alessandria d'Egitto Giornata di sangue ad Alessandria d'Egitto La polizia aggredita spara sulla folla = Scene di terrore e di devastazioni = Negozi messi a sacco e incendiati Quattordici morti, fra cui un italiano, e J 50 feriti « Vivissimi allarmi per la gravità della situazione e e Londra, 15 notte. Riferivamo ieri i pronostici, non solo allarmistici, ma addirittura catastrofici, che si facevano qua sul prt-ssimo svolgimento degli eventi in Editto. Nessuno però, fra tutti {ili scrittori diplomatici e fra i corrispondenti dal Cairo, che ieri davano arida di allarme, poteva pensare che i neri pronostici dovessero rea. lizzarsi con rapidità così fulminea. Fatti di gravità eccezionale sono avvenuti oggi ad Alessandria, c manifestano in colori dì una crudezza inquietante lo stato di sovreccitazione generale degli animi, che sembra venire a confermare i più tetri presagi di ieri. Le sanguinose manifestazioni di oggi tenderebbero infatti a far pensare che l'intervento militare britannico non potrà essere evitato, perchè la giornata di oggi ha chiaramente dimostrato come le còse siano ormai giùnte a un punto tale, in Egitto, da suscitare il più serio allarme in séno à tutte le comunità straniere, nei grandi e piccoli centri'di quel paese. Otto stranieri sono rimasti uccisi nelle manifestazioni di oggi, e fra questi anche un italiano. Non è ancora possibile stabilire in base ai succinti referti di qucUa sera in guai modo una semplice dimostrazione, inscenata dai naziona listi di Alessandria, abbia potuto trasformarli in una sommossa di tale gravità 'da imporre alle forze polizia e alle truppe egiziane l'uso delle armi su cosi larga scala da dar luogo a un simile massacro fra i dimostranti. I morti, secondo i telegrammi del pomeriggio, sarebero quattordici e i feriti più di centocinquanta. Ma data l'enorme confusione regnante in Alessandria, un più preciso accertamento del numero delle vittime non è ancora possibile. I conflitti di Mansura Per ciò che riguarda i precedenti degli odierni tumulti di Alessandria, bisogna rifarsi alla sanguinosa giornata di Mansura, dell'8 u. s. Quel giorno il capo del Wafd, Nahas Pascià, accompagnato dai membri del Comitato centrale del Wafd, si recava appunto a Mansura, capoluogo della Dakalia. Erano state prese dalle autorità misure eccezionali, per la tutela dell'ordine. Nahas Pascià fu accolto da manifestazioni deliranti della folla. Accadde che mentre sfilava il corteo, di cui egli marciava alla testa, un soldato levò il fucile, con la bajonetm inastata, facendo atto di colpire il capo del Wafd. Il colpo fu parato da un amico di Nahas Pascià, che gli marciava accanto, Sinnot bei Hanna; il quale si gettò davanti a lui, e restò ferito al braccio destro. I giornali riferivano così la cronaca di quanto allora segui: « ...Nahas Pascià abbraccia Sinnot bey e lo sorregge per aiutarlo a salire in automobile. La sua camicia si macchia di sangue. La folla credendo che il Presidente del Wafd sia stato ferito, si slancia furibonda contro i soldati, i quali, dopo essersi difesi a colpi di baionetta, aprono il fuoco. Ma la massa non indietreggia; i feriti vengono calpestati dalla folla che avanza sempre. Molti soldati sono gravemente colpiti. A metà strada fra la stazione e la casa di Scennaui bey, e precisamente dinanzi al caffè Helal, un giovanetto sedicenne cade ferito. Una automobile della polizia, che cercava di passare, lo schiaccia e lo uccide. Inferocita allora la folla assale l'ufficiale di servizio in quel punto, e lo riduce in fin di vita. « I conflitti, continuano; e cadono molti altri feriti. Il corteo immenso, compatto, urlando, avanza per la via del Nilo. Nella strada el Bahr, presso la Barkley Bank cade fulminato un secondo dimostrante. La polizia, sopraffatta, indietreggia sparando ad intervalli. Alla Shara al 1«gjgj *"RSC?ntnrn° ?™S*5Vrn 1 Assistenza,IPublica si ha un altro imorto; ed un quarto cade dinanzi. !alla casa El Borai. Qui la polizia si concentra e si ferma. Altri reparti giungono dai diversi quartieri della città. Uno sbarramento efficace si forma ed il corteo è interrotto... ». Il bilancio delle vittime, per questa giornata di Mansura si chiudeva con tredici morti, di cui otto erano della folla e cinque della polizia; e con centocinquanta feriti, di cui cenlocinque della folla, e quarantacinque tra ufficiali e unenti della polizia. Anche Nahas Pascià era ferito, ma leggerissim.am.ente, al braccio destro. Ed era leggermente ferito ancìie il corrispondente del Daily Express. Scene selvaggie Due giorni dopo, poi, per riflesso dei fatti di Mansura, altri conflitti seguivano a Tania. Una dimostrazione popolare si svolgeva per le strade, al grido di — Diva Nahas. Interveniva la poUsia, che tentava disperdere, a bastonate, i dimostranti. Questi rispondevano, a sassate e a bastonate; e la zuffa durò più di mezz'ora. Rimasero ferite, più 0 meno gravemente, quindici persone, tra dimostranti e agenti di polizia. In seguito ancora a tali fatti, e particolarmente per commemorare le vittime di Mansura, era stato ordinato da Wafd, per oggi, uno sciopero di due ore ad Alessandria, mentre si svolgeva una dimostrazione popolare. L'ordine di sciopero era stato eseguito da impiegati e operai; e in breve tempo i dimostranti, rinforzali da questo univo degli scioperanti sul posto, organizzavano un lungo schiamazzante corteo, che percorreva le vie di Alessandria, gridando — viva Nahas Pascià. Poco dopo, iton si sa ancora per quale motivo, cominciavano i primi disordini. La folla, sospinta dagli agenti, tentò di concentrarsi sul grande piazzale di Mohamcd Ali. I manipoli di polizia circondarono i manifestanti, obbligandoli a sfollare la piazza. Ne nacque un tafferuglio, nel corso del quale la folla prese d'assalto la polizia con bastoni e talmente esasperati che il minimo sassi. Avvennero scene terribili: automobili, vetture tranvie vennero rovesciate e incendiate. Vari negozi di europei vennero presi d'assalto dalla folla, saccheggiati, incendiati. Numerosi stranieri, che, sia per motivi di affari sia per curiosità erano presso il piazzale, colti dal panico, corsero a rifugiarsi alla sede dello Stock Exchange. Nel frattempo, gli agenti di polizia, incapaci di tenere testa alla folla, si arrampicavano sui tetti del Palazzo di Giustizia, fronteggiante il piazzale, e dall'alto aprirono un fuoco serrato di fucileria sui dimostranti. Urla di dolore e di rabbia risposero alle prime scariche. La folla, eccitata alla vista dei morti e dei feriti, si precipitò, gridando vendetta, verso il Palazzo di Giustizia e verso la direzione di polizia. Altre scariche frattanto abbattevano altri dimostranti. Allora la folla, come obbedendo a un ordine improvvisamente impartito, si rivolse a corsa verso il quartiere dei negozi degli stranieri. Giunsero finalmente rinforzi di truppa; e questi riuscirono a ristabilire l'ordine. La folla si disperdeva fra grida di maledizione. Sul piazzale evacuato, le ambulanze raccoglievano i cadaveri di sei egiziani e di otto stranieri; e durante l'intero pomeriggio altre ambulanze trasportavano ai diversi ospedali due centocinquanta persone ferite quasi tutte da arma da fuoco. Cosi riferiscono i telegrammi deVe agenzie. Gli ultimi dispacci 'della ttìra 'dicono che rinforzi dì truppa t di polizia sono stati inviali d'urgenza da Cairo ad Alessandria. L'ordine sembrerebbe ristabilito, secondo questi telegrammi; ma gli animi sono incidente può far scoppiare nuovi £ più sanguinosi tumulti. Queste notizie, hanno destato profonda impressione a Londra, e sono commentate animatamente nei corridoi di Weslminsler. Il ministro della Guerra, Shaw, non ha potuto dire, data la mancanza di informazioni complete sugli incidenti della giornata, quale sarà l'atteggiamento delle forze britannicfve in Egitto; ma ad alcuni interpellanti ha ricordato che esse ammontano a 9800 uomini, e cioè 3 reggimenti di cavalleria, 6 batterie di artiglieria, 6 battaglioni di fanteria, e abbondanti forze ausiliarie. La situazione in Egitto è scrutata con viva ansietà dagli ambienti responsabili, e continua a essere oggetto di commenti da parte della stampa. Alcuni corrispondenti dal Cairo riferiscono che correva la voce in quella capitale dell'arresto imminente di varii leaders nazionalisii; e queste voci contribuiscono adì accentuare a Londra la sensazione che un periodo di grave perturbamento si apre per l'Egitto, e che presto 0 tardi l'Inghilterra sarà trascinata a compiere atti destinati ad esercitare una influenza sulle relazioni anglo-egiziane. L'ex-ministro delle Finanze, Makram Ebeid bei, attualmente a Londra, si è affrettato oggi a smentire in modo categorico le voci messe in giro dal Daily Mail, secondo le quali i nazionalisti egiziani si accingono a cacciare dal trono re Fuad, per porvi il giovane principe ereditario, oppure per costituire la Repubblica. « E' assolutamente falso — dice oggi Makram Ebeid — che il Wafd e Nahas Pascià intendano o abbiano mai avuto l'intenzione di costituire in Egitto una Repubblica 0 una Reggenza. La situazione in Egitto è grave, anzi critica. Il popolo egiziano è deciso a riconquistare la sua vita parlamentare; ma la lotta tuttavia è puramente costituzionale e siamo fermamente decisi a vincere, come abbiamo vinto in altre occasioni, quando vennero manomessi i Jnostri diritti costituzionali. Nessuno non vi erano per le strade agenti di desidera il perturbamento in Egitto, perchè esso non può tornare a interesse di nessuno ». Al Manchester Guardian, però-, l'ex-minislro ha poi detto: « Il popolo egiziano ha perso del tutto la pazienza; ed ora è risoluto ad opporre resistenza; ma una resistenza che non avrà nulla in comune con quella attuata fin qui. Perchè — lia detto poi l'ex-ministro — un colpo di Stato sia stato effettuato proprio al momento in cui la popolazione egiziana, per il tramite del suo Parlamento, stava tendendo una mano amichevole all'Inghilterra, tutto questo è «per me incomprensibile. Tocca forse pensare che oscure influenze siano state messe in opera, per eliminare qualsiasi possibilità di un accordo definitivo con l'Inghilterra. Ciò che conta più di tutto, è lo spirito, in favore del trattato, che è stato creato in Egitto, grazie alle pazienti fatiche delle due parti, e specialmente al sincero desiderio di Henderson, di giungere a una intesa con l'Egitto. _ Questo desiderio è reciproco; ma io temo che esso sarà distrutto in questa atmosfera di odio e di diffidenza ». Come si sono svolti i tragici eventi A tarda ora il Daily Telegraph ri ceve dal suo corrispondente dal Cai ro una narrazione dei tragici eventi della giornata. Il telegramma è sta to spedito alle ore 17 di oggi. Il corrispondente dice: « Il Comitato del Wafd aveva chiesto due ore di silenzio, stamane, per commemorare i morti nelle manifestazioni della settimana scorsa a Mansura. Il Comitato aveva inoltre diramato un proclama, nel quale era detto che non si sarebbero provocati disordini, e che gli Europei non avevano nulla a temere. Le autorità avevano dovuto certamente credere a queste promesse; perchè slamane alle dieci, quantunque una grande folla si fosse già raccolta, polizia in numero superiore 'di quello normale. Tre quarti d'ora dopo improvvisamente, la folla aggrediva gli agenti. Volarono pietre e bottiglie; e siccome il piazzale è selcialo, è chiaro che questi proiettili dovevano essere stali raccolti in precedenza. Un piccolo manipolo di agenti fu obbligato a ritirarsi dinanzi alla folla, che andava crescendo di numero; e ripiegò in fretta, sotto una pioggia di sassi e di altri proiettili. « Questo attacco fu il segnale del- no scoppio del tumulto. Bande di ri-, voltasi percorsero le strade, distrug- j m , . ' "■•> igendo tutto quello che incontravano sul cammino. Numerosi negozi eu- ropei furono cosi distrutti, e vari stranieri rimasero colpiti da sassi. Giungevano poco dopo rinforzi di polizia; ma non erano sufficienti per tenere testa ai manifestanti; ed erano obbligati, sotto la sassaiuola. a ritirarsi; molti agenti a cavallo\cadevano feriti. Nel frattempo la Irnit„ ■/« • folla si impadroniva di tre oamions che avevano servito a condurre sul]luogo le forze di polizia. I carlftoi'is !venivano incendiati; e gli agenti so- praffatli dal numero, erano obbliia-\Wm ripiegare sul posto di ^4idi Manshia. I « La situazione si faceva sempre |più grave, perchè i rivoltosi appio-! fittarono della ritirata degli agenti iper assediare il posto di polizia e per tentare di incendiarlo. Smonche la polizia, rinforzata dal provvidenziale arrivo delle truppe, apriva il fuoco sulla folla. Avvennero scene spaventose. Un gradualo degli agenti intanto, trovato isolato per la strada, fu accerchiato. I dimostranti lo lasciarono a terra, svenuto sotto i colpi di basloìie. Il console d'Italia tra i feriti? « Durante le prime ore del tumulto, le perdite subite dalla folla furono, a vero dire, causate dalle sue stesse armi, perchè i sassi lanciali contro la polizia colpivano per la maggior parte i dimostranti. Eccitata però dal sangue, la folla iniziò una metodica distruzione di tutti i lampadari delle strade e dei Iranvai. Personalmente ho assistilo alla distruzione e all'incendio di due vagoni. Intanto giungevano sul posto alcuni camions carichi di pietre, di mattoni e di bottiglie. E come se questi proiettili non bastassero, molti manifestanti con bastoni e con piccozze staccavano le pietre dal selciato, per servirsene come armi contro gli agenti. Era ferito in questo scontro il maggiore Filz Palrik, alto ufficiale di polizia, il quale cadeva con il capo sanguinante, colpito insieme con parecchi agenti. « Verso mezzogiorno arrivavano drappelli di soldati egiziani, i quali aprivano subito il fuoco in direzione del piazzale, e riuscivano a fare evacuare i dimostranti. Mentre telegrafo, il piazzale è desertot e così pure le arterie principali; ma la battaglia continua nelle strade laterali, dalle quali giunge il continuo scoppiettio delle fucilale. La comunità europea terrorizzata chiede assistenza. « Alle cinque del pomeriggio la situazione appare estremamente grave; e le autorità ritengono che i combattimenti continueranno per diverse ore. Il numero delle vittime non è conosciuto. Esso però è indubbiamente elevatissimo. Mezz'ora fa risultava che quattordici persone erano state uccise; e i feriti si potevano calcolare a centosessanta ». E' corsa voce che anche il Console italiano di Alessandria si trovi fra i feriti. La voce non è perù ancora ufficialmente confermata. L'intera città è occupata militarmente. Per ordine dell'autorità militare tutti i negozi hanno chiuso i battenti alle ore sei pomeridiane. R. P,