Rosa

RosaR Rosa era rimasta sola con sua ma- andre; suo padre combatteva dall'ai- bidtra parte cou gli austriaci ; Kosa eia pepiccolina, bionda, una contadina di e uno dei paesi del busso Isonzo, che peavevanu, nel tempo uella guerra, no- unmi tanto armoniosi : iSaoiieto, Villa- conova, e che so io, tutti nomi che sa- pevano di donna e di libertà, per- l'Iche la guerra, a quelli che la eomin- Il ciavano, aveva sentore di libertà e badi donna. 1 soldati pensavano alle padonne non per altro che per avere soqualcuno cui dire tutto, c le cose copiù primitive che venivano loro in scimente, perchè le donne avevano tem- lo po e parevano capire; essi volevano casentire ohe esistevano, che avevano olmun passato, che il mondo non era fuproprio finito, e bastava sapere che tacionne esistevano ancora per ascolta.- gire quello che era di troppo nel cuo- spre, e quasi tutte cose indifferenti, alblontane, che tornavano in mente a prquei giorni. Le donne lo capivano, ave ridevano a tutti, fino a quando la impararono a non sorridere al sol- sudato di prima linea. Ma era ancora dul'estate del 1915. Rosa veniva su in ferquel tempo ; Nietti era sottotenente Toe capitò in casa di 'Rosa, per un bre- glive periodo di accantonamento. Occu- e pava una stanza dove non c'era al- statro che un letto alto e largo, gonfio vadi coppi di granoturco; nella stanza caaccanto c'era Uosa con sua madre; daii divideva soltanto la scala di legno tae il ballatoio di assi sconnesse; nella notte le materasse facevano un gran fracasso, ed era un dialogo rivolto- p0larsi nel letto, or su un fianco or su 6j un altro, un dialogo involontario. erE così Nietti pensava a Rosa senza divolerlo. L'età, nelle contadine, c dif- taficile capirla, e Nietti non aveva in- nodovinato l'età di Rosa; Rosa era neuna donna piccola di statura, e os- Teservava ì soldati con molta attenzio- apne. Una mattina entrò nella stanza sodi Nietti, a portargli certa bianche-jmria pulita. Nietti non aveva pensa-;d>to mai a male, e sentire Rosa che|cudormiva sotto lo Btesso tetto gli tf»-|sucova piacere, come a un bambino lai jnlampada accesa nella notte. Ma ora, Idia vedersela vicina come si ritrova uiij6tfrutto in una stagione che tornaUnuovamente ripetendo un gesto fat-K.to tante volte anche .n sogno, le pre- ise le mani, baciò qualche cosa fraM due mani aperte che la difendevano. faecome una conchiglia dura. P?rche arlo aveva fattoi « domandava Nietti con un sapore di cosa selvatica BUlleH labbra. Come per riordinare i pan- * sieri si pose a riannodarsi la «avat-, ta davanti allo specchio, e in tanto Lle domandava: «Rosa, quanti na lei?» — o Sedici» rispose. Avrebbe voluto che quanto aveva fatto non fosse mai stato, e gli venne in mente di estere stato U primo ad aver dato un allarme, e che Rosa diventasse piano piano come quelle fra$e,,.verdi evincenti oWlle.-atrade. chV-a-'ruria di carri e di soldati in marcia %i offuscavano e intristivano. Avrebbe voluto dire: «Mi perdoni, non sapevo che era così piccola». Ma 'glditavochdgnprabiella aveva l'aria di non capire, uon,staveva nessuna vergogna, guardava 'solui e i pochi oggetti di lui sparsi per,™(a stanza coma se si trattasse di uno|alchsivistsqmudspettacolo, curiosa e indiscreta. Da allora non ebbe nessuna vergogna a entrare in quella stanza; e Nietti immaginava che durante la sua assenza ella facesse conoscenza coi lucidi oggetti della sua toletta, col libro che teneva presso il capezzale; anzi disponeva queste cose come se ella dovesse aggirarvi curiosa, e vo- avleva che le parlassero di lui. Era un dmodo di sentirsi qualcuno vicino, e mintanto ripensava a quel bacio come!foa un frutto acerbo strappato a un,1^alberello giovane, e ne aveva rimor- f.lso Fu appunto in quel tempo eheìtlgli scrisse un'amica sua rimasta in|grla città: erano allineate, in due v.a• sisi potessero neppur confessare ; lettera era tracciata con una la calli bfografia rozza., che aumentava il senso ; 8fdi quasi lusubre vanegsriament-o.!8^Questa donna lontana si attaccava a,02~ cilui disperatamente come a una parvenza inanimata che non potesse più rispondere. Questo lo disgustava. Tutto era un sogno remoto, non c'era più nulla nel mondo di ieri, egli era come alleggerito e diventato più giovane dacché viveva nella guerra, e guardava Rosa stessa, ora, con un sentimento che non trovava espressione; baciarla era stato già troppo, era un sentimento che lo faceva partecipare della stessa età di lei, ella era come una sonnambula nella sua innocenza naturale, ed era pericoloso destarla.'Anzi, cominciò ad essere geloso della sua stessa innocenza come di una cosa troppo fragile. Le donne della zona di guerra erano simili a piante passate da una temperatura fredda in cui seguono il corso naturale della loro vita, in una stanza caldissima: si mettono allora ad allungare rami e steli, vivono e ingialliscono in pochi giorni; così tutta quell'umanità, soltanto a guardarla e a scambiarvi una parola si consumava, si corrompeva, si trasformava; se ne vedevano esempi ogni giorno. E poi non riconoscevano nessuno, si potevano ricordare a loro circostanze precise, incontri non soltanto fuggevoli e fortuiti; scuotevano la testa, non se ne ricordavano: l'umanità dei soldati era tutta eguale, ognuno credeva di compiere un atto diverso dagli altri, e tutti evidentemente ripetevano lo stesso atto, dicevano le stesse parole, volevano la stessa cosa. Rosa si sarebbe sempre ricordata di Nietti? Non chiedevano altro, in fondo, che se ne ricordassero, scambiare una parola, dire le cose genericamente tenere che si dicono alle donne, parlare dellejeipiante e del cielo, delle bestie e de- rgli uomini che \ivevano fra le due! pnie delle case del paese. Ma immagi-innarsi che un esercito intero strappi tun ramoscello da un bosco, il bosco ' sai spoglia- Era la stessa cosa con lejcsic'tzuuinumindsivchaqmtetesagbelocRsucmgtdsgtsndbdcvt donne. NietU sentiva tornare tanti sentimenti vergini che gli uomini giovani sognano di conoscere, ma che conosceranno più tardi; ora, a venti. anni, era stanco delle poche cose tor-j bidè della sua vita, magari soltanto; pensate, ed era divenuto adolescente e candido. Rosa lo guardava giorno per giorno, quei pochi giorni, come un attore da cui imparasse qualche cosa. Rosa aveva un campo al di là del l'Isonzo, ma non vi poteva andare, Il fiume e il ponte erano divenuti barriere insormontabili ; di là ora passata la guerra e vi aveva lasciato solitudine e silenzio ; era qualche cosa di incommensurabile; non riu sciva neppure a pensare che in quel lo spazio vi fosse la sua vigna, il campo di granoturco, il boschetto di olmi intorno alla villa del signore fuggito non si sa dove. L'ultima vol ta che v'era stata era il mese di mag gio; vi aveva veduto uomini rari e sparuti che si allontanavano fra. gli alberi, poi un gruppo di cavalieri so pravveniva, con le lance inclinate in avanti, sbarbati, grigi in viso come la foderina che chiudeva il colbacco sulla loro testa; e uno ne aveva ve duto cadere di sella, il cavallo si era fermato di colpo annusando il vento, Tornando a casa aveva veduto fra gli alberi qualche uomo appiattato, e quest'uomo, da familiare che era stato con la sua uniforme, ora pare va una belva nemica ; il bosco, la casa, il fiume, erano come posseduti da spiriti ignoti, i colli in un mor tale silenzio. eIo pOSSO) una mattina di domo conc3uria a vedere il suo cam p0Bj' disse ^ sottotenente Nietti. Ci 6j poteva dunque andare. Il ponte era fatto di a3Si buttate su una fila di barche, o portava un'insegna scrit ta. 4ponte 00». Sul ponte nessu no a quen'oraj e Kosa scopriva che nessuno stava di guardia a quella Teg-lone> &\tr0 che il silenzio e il so apetto gujia rjva opposta, l'argine sollevato o ghiaioso, come sempre; ma 6 la fl seguo de] passaggio d>un uomo> una buca in cui quai_ cuno si era appjattato con la parte superj0r6 del corpo al riparo come jn un alv0 mat€1.no. jn q„RSta buca, divenuto un mondo abitabile, uno j6traccj0 irriconoscibile, una eartuoU uQ branQ d; let.tera . un pt.7V;o K. muffifco più olt poco ,a ianura chB Kosa conosceva, ma se M fospe sUU ,a vi], non ravreb. fae fcuto riconoscere n suo campo: arruffato, con le viti spoglie o gialle ^ avrebbero dow^ fc=re H g m * £ infanzia tava slli ra. . ... alfc. ]che frutto che Mm. L£ selvatico e velenoso. Era la gplttctcgUslsitrascnpgsatdq una chiara matti,'la di lu¬ . 'glio. Ma vivevano ancora, in quella dimensione di terra indurita e coperta d'erbacce, gl'insetti con le loro voci, senza sospetto. Si ricordava che, subito dopo la ritirata dei soldati'nemici, .ella ed «d^une compagne,' recatesi per i'campi a" strappare quasi gli ultimi frutti della terra, ne èrano tornate con i grembiuli carichi, e con l'erbe per le be ,stle> anche. Ora quel mondo pareva 'sommerso sotto una moltitudine di ,™»**?18 Slal!o che tempestavano gli |alben> mlltl Su alberl> 11 soffio d'o¬ che ne agitava lo cime maligno k sinistro, nò le foglio si scuotevano vibrando una per una, come nelle stagioni sincere; qualche uccello squittiva alto e triste, senza soffermarsi, e soltanto l'allodola intonava un suo canto libero, per tacere e dileguarsi subito come se fosso stata avvertita di un pericolo. Il rumore deU* guerra sui colli, fiacco nella mattina, sembrava il fracasso di una !fomPaS,:l<1 dl «om!ni che abbattesse ,1^™*9 e ritmicamente alberi e f.lben- 9.tre .a q?«s*o cera una corìtlI?a dl SI!enza° al Pledl del °olli ma|gri su ,cul le capre un tempo bruca v.a°° al co*à™ tra clel° « terra qua- si la luce. Ma cera un altro orto bacce, ma lustre e tenaci, che si affoltiva lungo il muro della villa. Qui ; 8fdettf°: Era un ?uovo orto appro!8^ dalla >»tura « una stagione di ,0210; TO « P°tetva notare .come essa cimlllnaoA iti Mirro 1 f»am.->i tT,/»ilol-, . a a e a o n ; a a i a n a e i o e n e , e eje Nietti stavano ora come in un pe- ricolo che durasse da anni, da sonie! pre. Dapprima era un vento armo-inioso che si agitava, si sentiva loni tano partire, dalla terra divenuta o ' sensibile come il colpo di una bacejchetta di comando, il proiettile sei simulasse in tutto i campi vigilati ; c'era un tralcio di vite fra due pietre, una pianticina di pero, una zucca, mille piante gracili, sterili, un giardino infantile. Si rifugiarono in quel minuscolo paesaggio come ;u un'età felice, l'ultima che fosse rimasta al mondo. Ai loro occhi un insetto che risaliva a fatica una zolla di terra acquistava uno straordinario significato; la vita rustica vi stormiva intorno in un'armonia sommessa, che parlava soltanto a loro. Nietti avrebbe voluto d'irle da un pezzo quello che le confidò : a Rosa, mi prometta che sarà sempre così innocente e nuova». Perchè doveva prometterglielo? Che piacere aveva lui a sapere che in una casa di un villaggio qualunque, dove forse non avrebbe più avuta occasione di ritornare, esisteva una donna innocente? Rosa lo guardava incredula, come se non capisse. Ora Nietti si accorgeva che Rosa aveva un lieve strato di cipria sulle guance; chi le aveva data la cipria? Un sergente, due mesi prima. Come si chiamava questo sergente? Chi lo sa! Di che reggimento? Chi lo sa! Il sole d'improvviso, uscendo fuor della cortina degli alberi, parve si spaccasse e cadesse a pezzi come un globo di cristallo. Il cielo si rigava tutto delle incrinature di un vetro, si polverizzava in mille schegge nere; una di queste schegge pareva divenuto un pianeta, volava rombando. Picchiò un colpo sul tetto della villa, lo fece eprofondare ; altri colpi infilavano l'apertura e piombavano nelle stanze abbandonate. Buttati in terra, nella boscaglia, Rosa aQdnapssdtpsj \! '\I; ! 'ì\ \! edilZtudpdgnava il cielo con la sua scia nera, piombava nella villa come un uccello colpito in volo, e là si squarciava tentando le pareti come un liquido turbolento in una bottiglia. Qualche cosa rotolò fino ai due amici acquattati, saltando dalla villa come da un cratere, si aprì spaccandosi: un nugolo di carte turbinò intorno a loro. Un fascio di quello carte si posò sotto i loro occhi, cominciò sotto i loro occhi a sfogliarsi rapidamente, sotto un soffio di vento, come sotto invisibili dita. Era una serie di cartoline illustrate che si era sparsa fuori di un colano. Il cannone tacque a un certo punto. Un aeroplano scrutò ancora per qualche minuto il cratere aperto della villa abbandonata. Ora i due amici tornavano per la pianura in silenzio. Non osavano guardarsi ne dirsi una parola. Rosa _ si ravviava i capelli sconvolti. Poi si isappoggiò al braccio dell'amico. Sen-1 arncrpinmCpdsi msi tiva un vago piacere che camminando, le loro ginocchia si urtavano di quando in quando. CORRADO ALVARO aaSuv