L'arresto di un noto pregiudicato

L'arresto di un noto pregiudicatoUn commesso viaggiatore In gioielli rubati L' di di L'arresto di un noto pregiudicato svagaoreorecere Un vecchio ed astuto pregiudicato, arrestato dagli agenti della Squadra Mobile della nostra Questura, al funzionario che lo interrogava cosi si esprimeva: — Vede, signor commissario, io ero certo che oggi sarei caduto nelle mani della Polizia. Mi capita sempre cosi ogni qualvolta mi arrestano. Lo intuisco prima. Io sono dotato di una speciale sensibilità che mi avverte della presenza degli agenti, anche quando questi sono distanti da me qualche centinaio di metri. Con una dote simile, meriterei maggior successo nella mia carriera; invece riesco, appena uscito dal carcere, a combinare soltanto tre, quattro o, tutt'al più cinque fune re Ili, dopo dì che gli agenti mi riprendono per mandarmi di nuovo in prigione. Anche questa volta è andata come il solito, però, parola di ladro onesto, questa volta io sono innocente... Un magazzino In tasca Chi parlava in questi termini era 11 noto pregiudicato Ercole Giovannetti fu Cesare, di anni -10, nato e residente a Borgofranco. Il Giovannetti era stato scorto, qualche momento prima, dai •marescialli Di Pietro, Pezza e Zinna in corso Vittorio Emanuele vicino ad una fermata del tram della linea a. I tre agenti, che conoscevano, per quindi gli in- ilu acuita, itiiai ijuicjii: e >,i.iiiiuì gi tImarono d, seguirli in Questura, n Giovannettf, alla vista degli i 1-j agenti, non si era scomposto affatto. Forse la sua sensibilità lo aveva avvertito di quello che gli stava per accadere. Soltanto aveva cercato di giustificarsi dichiarando che, questa volta, non aveva sulla coscienza nulla da rimprove ue^u»,, ^ue uum.rM.c, hhl.. ^c* dSj WLmoISnltavvmtara vW?ldn^a sMhfaW lo avSaro ™ senza^ avvicinare lno senza larsi no,are e < rarsi. ln Questura, alla presenza del commissario della Squadra Mobile, il pregiudicato venne perquisito e dalle sue tasche uscì fuori un vero assortimento di oggetti preziosi e cioè: cinque orologi, tredici orecchini, pezzi d'oro greggio, ecc. U Giovannetti possedeva ancora 660 lire in biglietti di banca e spiccioli, tre polizze del Monte di Pietà in cui figuravano altri oggetti d'oro impegnati, una boccetta d'acido e una pietra per la prova dei metalli preziosi. — Qual'è la provenienza di tutta questa roba? — chiese il funzionario al Giovannetti. — L'ho comperata. Da qualche tempo, cioè dalla mia uscita dal carcere, ho deciso di vivere onestamente e mi sono messo a commerciare in oggetti preziosi. Approfittando delle aste che vengono fatte a Milano, a Genova, a Torino, dove ho rapporti d'affari e nelle quali sono messi all'incanto gli oggetti preziosi impegnati, io faccio degli acquisti di merce, che poi vendo, guadagnando quel tanto che mi serve per vivere. Se qualche cosa mi si può rimproverare in tutto questo, è la mancanza della regolare licenza. Le pratiche per ottenere una licenza sono cosi lunghe che ho preferito farne a meno... Oltre gli oggetti che abbiamo detto, nelle tasche del lestofante venne fuori jfa' e^S'ofr'e^ .!??^ «Giovannetti dU' acquistata da uno sconosciuto, per rivenderla alla prima occasione. Naturalmente le giustificazioni dei pregiudicato non vennero prese in considerazione dal funzionarlo, 11 quale ordinò agli agenti di eseguire diligenti indagini per conoscere la provenienza dogli oggetti rinvenuti addosso all'arrestato. Furto in nna oreficeria SI venne cosi a sapere che la notte dal 4 al 5 corrente, a Gasalborgone, : noi negozio di oriflcerie gestito da cerlto Domenico Cravero, di Giuseppe, ignoti ladri erano penetrati mediante ,rottura di una inferriata della finestra |che dava nel retrobottega, e avevano j rubato tutto quello che avevano trova to a portata di mano, procurando al !proprietario del negozio un danno di parecchie migliaia di lire. Il Cravero venne invitato a presentarsi alla no stra Questura, dove gli vennero rara Ivseentaprbanoquprtepovamsenepel'omvavealorespotrspUcacomdudaposimzireinchlitolosia —todnvctrfegchlotesttrxcailbprveimsctagaa topsoTMmralicasogltrcomostrati gli oggetti preziosi sequestrati al Giovannetti. L'orefice non esitò « riconoscere tutta quella merce per sua (compresa la pietra e l'acido per 1 me talli). 11 Giovannetti, in seguito, stretto dalle domande del funzionario, ammise di aver egli commosso, senza altri complici 11 furto a Casalborgone. Intanto le indagini avevano portato a conoscenza della Polizia un altro reato commesso dal Giovannetti ad Ust6arepnafrpVstdaTinMdzarraLtaè 1 g Ivrea. La notte del 31 dello scorso mese, il pregiudicato aveva tentato di entrare, dopo avere scassinato la porta, nel magazzino di viveri di prò' prietà della ditta Olivetti, ma disturbato nel suo lavoro da una guardia notturna che si trovava a passare in quei pressi, egli aveva ritenuto più prudente allontanarsi da qualche parte. La guardia notturna vide infatti, poco distante dal magazzino, il Giovanetti, e sospettando di lui, lo fermava per domandargli che cosa facesse a quell'ora in quel posto. 11 Giovannetti aveva risposto di trovarsi colà per caso e si allontavana eseguendo l'ordine ricevuto dalla guardia. Pochi minuti dopo però, il vigile si accorgeva che la porta del magazzino di viveri era stata scassinata, e si dava all'inseguimento del Giovannetti, ma oramai questi era troppo lontano per essere raggiunto. Il pregiudicato, do po questi àceertamenti, è stato senz'ai tro passato alle carceri « Nuove » a disposizione dell'autorità giudiziaria. A i d i dll'Oii

Luoghi citati: Casalborgone, Genova, Ivrea, Milano, Torino