A colloquio con Alfredo Binda

A colloquio con Alfredo Binda I compiti e le responsabilità del Campione dyItalia dopo la vittoria di Luchon A colloquio con Alfredo Binda «Non si deve perdere di vista che io debbo pensare anche al Campionato italiano e al Campionato del mondo» piemontesi costretto dalle sofferenze a rinunciare alla corsa - Speranze di Guerra e di Pancera per, la tappa odierna — —(I>ial nostro inviato) Luchon, 11 notte. La giornata di riposo a Dagntros de Lifchon è siala una manna per i corridori. Essi ne avevano veramente bisogno, dopo le fatiche di ieri per la terribile traversata del Pirenei, affrontata dopo otto toppe consecutive. Situata fra le montagne, che le mantengono un elima fresco e gradevole, questa graziosa cittadina è veramente l'ideale per ospitare degli atleti che 'hanno fornito durissimi sforzi ed altri non meno gravi si preparano ad affrontare. Se qualcuno del luristl-routiers era in giro dalle prime ore del mattino alla ricerca di un meccanico per le opportuno cure alla fedele bicicletta, gli assi sono rimasti nelle loro cqmcre a riposare fino a mezzpgiorno. La disavventura di Piemontesi "Degli italiani, il primo a scendere t stato Pancera. Interrogato sulla sua corsa di ieri, il,veronese ha dichiaralo che, per quanto lo riguarda personalmente, non è molto conlento della top-pa. Ha detto che avrebbe dovuto marciare meglio. Eppure, Pancera, che a iPaw era 11.o nella classifica generate, adesso è al sesto posto, a 21 minuto da 'Leducq. Egli ha espresso lasperanza che nella tappa di domani e poi in quella delle 'Alpi, grazie alla regolarità, delta sua marcia, guadagnerà, altri posti. Piemontesi soffre ancora di foruncoli, nonostante i medicaménti che gli sono stati applicali. Il ciclone è lutt'altro che soddisfatto della sua corsa. Senza i ripetuti scoppi di gomma che lo attardarono nella discesa del Tourmalet e dopo, egli, mantenendosi insieme a Demuysère, avrebbe potuto raggiungere Pancera e Guerra e portare un buon aiuto a quest'ultimo, che lottava per la difesa della maglia gialla. 'Nel pomeriggio i formicoli di Piemontesi sono notevolmente Ingrossati, accrescendo di conseguenza la sofferenze 'del corridore. Per ciò Piemontesi ha 'deciso di ritirarsi e, stasera slessa, ha preso il treno per Parigi, ha squadra italiana è così ridotta a quattro uomini. Guerra ebbe alleato Demuysère negli ultimi trenta chilometri. E' vero che il belga tentò più di una volta di slaccarlo, ma, poiché il mantovano rispose con energia, si accordarono ver alternarsi a battere il passo. La loro buona volontà non portò, comunque, alcun cambiamento nella, situazione: in tasta Leducq e Pierre Magne alavano pili svelti, ed i sei minuti che a 50 chilometri dall'arrivo separavano i leaders dal mantovano, all'arrivo crani saliti a tredici. Il malessere del bersagliere — Le gambe giravano bene — dichiara Guerra, a spiegare il suo distacco sulle salite, — ma il dolore alle reni era troppo acuto perchè potessi sopportarlo senza che la mia azione ne risentisse. Ogni pedalata mi dava la sofferenza di una trafittura. Ieri sera presi un ba.gno caldo e ne risentii mollo giovamento ; oggi ne farò un secondo, die spero mi rimetterà In gamba. Sarà certamente interessante vedere domani il bersagliere in salita. A parte che queste non sono lunghe e faticose come quelle di ieri, se veramente l'ex-possessore della maglia gialla sarà in grado di correre nella pienezza dei suoi mezzi, - egli potrà portare un serio attacco ai due francesi che lo precedono nella classifica. Il distacco di 11 e 5 minuti che, rispettivamente, 10 divide da Leducq e dal più anziano dei Magne, non dovrebbe essere incolmabile. Anche Botlccchla si tro vò a Luchon ad essere secondo per dieci minuti, ina a Perpionano ritornava in possesso della maglia gialla. 11 comportamento di Guerra netta tappa di domani è quello che rappresenta in certo modo la chiave della singolare situazione in cui si trova la ridotta squadra italiana. Ormai sappiamo con sufficiente sicurezza che, se non si fosse attardato con Guerra, Binda avrebbe potuto raggiungere da solo Benoit Faure e vincere la tappa con parecchi minuti dì vantaggio. Stamattina Leducy diceva: — Se Binda avesse voluto, ci avrebbe staccati a suo piacere. Non è il caso Al costruire dei castelli in aria, ma è impressione di quanti hanno visto all'opera l'italiano che questi avrebbe potuto fino da ieri cercare di migliorare con una fuga sensazionale la. sua posizione in classifica rispetto agli attuali leaders. E' vero che il ritardo di un'ora è formidabile, ma un Binda nelle migliori sue condizioni come ieri si trovava, avrebbe potuto diminuirlo grandemente. E le tappe venienti, particolarmente quella di domani e quella sulle Alpi Marittime e dal Dclflnalo, avrebbero potuto offrirgli l'occasione per proseguire il suo spettacoloso inseguimento. Ho avuto nel pomeriggio un lungo colloquio con Binda e si è parlato del suo atteggiamento di ieri, e di quello di domani. Il campione d'Italia parla volentieri e non naseonde Vlmbarazzo in cui si trova. .« Ho reputato mìo dovere restare con Guerra»— Distaccare Guerra e fare la corsa per mio conto — ha dichiarato — mi sarebbe sembrato un delitto. Il mio compagno portava ancora la maglia gialla. Ho reputato mio dovere rimanere con lui, anche per evitare che lo sconforto di trovarsi solo e distaccato lo spingesse ad una estrema risoluzione. — Perchè vi slete deciso in seguito a staccarlo e ad inseguire i quattro francesi che erano davanti Uno a raggiungerne tre? Binda ha riflettuto un Munte ed 1m risposto:' — Guerra mi promise che non a- a o , a , a a e i o o » a i o a o o o o d - vrebbe abbandonato, te lo avessi lascialo solo. Ed allora parili all'inseguimento dei primi. Può darsi che se mi fossi decito all'Inizio e non alia metà della salita, avrei potuto raggiungere anche Faure. Ma la tappa l'ho vinta ugualmente. Non siete conlento ? Faccio osservare a Binda che altro è arrivare primo nelle tappe — anche se dei Pirenei o delle Alpi — altro è concorrere ad un Giro di Francia per vincere. Binda risponde quasi con ira: — Ma voi avete ben visto quello Che mi è successo nella tappa di Hendaye. Quando un corridore come me arriva con un'ora di ritarda, non gli rimane che tornarsene a caia per pensare alla rivincita. A Hendaye mi incitarono a proseguire per vincere almeno una lappa, dicendomi che poi avrei potuto ritirarmi. Il giorno dopo arrivavo primo a Pan. Allora ritornarono alla carica dicendo che dovevo vincere anche quest'altra per mostrare che cosa valevo come arrampicatore. Li ho accontentati; ma. mi domando se rima nendo con Guerra non gli sarei stato utile per portarlo sul. primo gruppo negli ultimi chilometri e conservargli la maglia gialla. La dialettica di Binda Binda si è animato. Ed ora parla con un calore che stupirebbe quanti lo conoscono per un tipo freddo e riservato. < — Dovete comprenderà la delicatezza della mia situazione - egli prosegue - e non perdere ili vista, che io debbo anche pensare alle varie prove del campionato italiano, e al campionato del mondo. La. nostra corna a cronometro si disputerà nella primo quindicina di agosto. Si vuole forse che io perda per quest'anno la maglia, tricolore? Sì vuole che io vada a. correre il campionato del mondo avendo nelle gambe i 4500 chilometri del Giro di Francia, cioè in condizioni di assoluta Inferiorità rispetto ai corridori che vi saran no mandati dalle altre Nazioni} — Ma voi potreste ancora, vincerlo questo Giro di Francia... Lo dite voi! Lo dice anche il signor Degranges! Io sono il. primo a riconoscere che il valore di una vittoria nel Giro dì Francia eguaglia, o addirittura supera quello del campionato del mondo, e vi assicuro che se avessi ancora delle serie probabilità dì vincerlo non parlerei di abbandonare. DI temi voi, onestamente, quali e quante sono queste probabilità. Facciamo pure i conti: quattro tappe di montagna, quella di domani, quella di Nizza, quella di Grenoble e quella di Eiìlan Ognuna di essa io dovrei vincerla con un quarto d'ora dì vantaggio per fare tornare i conti e potere indossare la maglia gialla. Vi pare possibile? — Leducq e i Magne possono « scoppiare »... • — Ce n'è troppi davanti, ed un'ora non si riguadagnerà, credetelo. Fare i conti sulla carta è tacile,- qui bisogna farli con degli uomini che hanno anche loro due gambe e rina, bicicletta. La folla pretende troppo da me. Dopo avere vinto 9 tappe di. fila in un Giro d'Italia, all'arrivo della decima mi accolsero con ì fischi. Questa folla non conosce le situazioni in cui a volte sì trova un corridore costretto a rompersi la testa per uscire dagli impicci non da lui creati. Voi che sapete tutto sulla faccenda, è vero oppure no che la mia situazione è questa che vi dico? Così impostata la situazione, non è possibile non riconoscere che Binda ha in buona parte ragione. Che egli si sia dimostralo incapace a reagire al colpo di sfortuna accadutogli nella tappa di Hendaye già dicemmo, e non è il caso di ritornare sul. discorso, se non per accennare ancora una volta che in quella tappa Binda ha perduto il. Tour. ** Il cittigliese tra incudine e martello Ma è altrettanto vero che, da Pau in avanti, e sino ad oggi, e certamente fino a domani, e probabilmente oltre, egli si trova nella condizione del, con ■rispetto parlando, asino di Buridano. Deve cercare di accumulare vittorie di tappa? Ma allora danneggierebbe Guerra, le cui probabilità di ritornare In pos'sesso della maglia gialla non sono totalmente da scartare. E se domani Binda mostrerà il suo raro valore di grimpeur, attaccando a fondo per giungere solo a Perpignano che cosa sarà di Guerra? Deve «inda rimanere in corsa per brillare in rina lappa e nell'altra attendere e fare il cavallo da tiro per poi trovarsi stanco nella ripresa di corse che interessano lui e come nel caso del campionato del mondo — interessano anche lo sport italiano? E' molto comodo come stanno facendo da 4 giorni centinaia di bravi sportivi dell'Italia e anche da altri Paesi, riempire un modulo e telegrafare a Binda di tenere fermo e continuare a ogni costo. L'entusiasmo è una gran bella dote, ma non deve soverchiare il ragionamento. Da un cumulo di situazioni contradditorie e contrastanti Binda si trova costretto a domandarsi almeno 10 volte al giorno : « Cosa tarò stasera? Cosa farò domani? ». Vorrei che gli sportivi italiani che sì interessano, mi si riferisce, enormemente a quanto sta avvenendo qui, vedessero e sapessero quello che noi vediamo e sappiamo. Si parla già del cTonr» del 1931 Non sarebbero tanto impazienti e non griderebbero il « raca » a Binda se questi, scegliendo una via di uscita dalla imbrogliata situazione, dovesse preferire quella del ritiro dalla corsa. — Dite pure che intendo riparare l'anno venturo. Nel 1931 correrò il giro di Francia — mi sento dire da Binda. La notizia che il nostro interlocutore ha pronunciato con voce calma, e pacata mi sorprende. Està non potrà non destare interesse e compiacimento fra a a a nostri sportivi. Allora non è vero che Binda odii questo giro in quanto è lungo e faticoso assai, allora è sincero quando afferma che la vittoria in un Tour vaie due volle quella del campionato del mondo. — Si, — prosegue Binda. — Sono già in corso le trattative col signor DcS' grange per la mia partecipazione al giro dell'anno prossimo. Ma certamente lo farò in ben diverse condizioni da quelle in cui rat sono trovato quest'anno. Nessuno di noi, salvo Pancera, conosceva il percorso. Ieri abbiamo sbagliato nel mettere i rapporti: nella prima metà delle salite, io, per esemplo, ho spinto un rapporto troppo ridotto ; più spingevo e più un-davo adagio. Gli ho detto: — Il signor Desgrange mi ha dichiarato stamane che i contento della nuova, formula, e che per l'anno venturo cercherà di stabilire un accordo con le Federazioni dei varli Paesi affinchè le squadre invitate sìano effettivamente le squadre nazionali. Che ne pensale? Avremo la «nazionale» ciclistica? — Sarebbe un passo avanti — risponde Binda. — Questa volta ci siamo messi nel sacco un poco da noi stessi. Una competizione come questa non bisogna affrontarla alla stregua di una corsa su pista, per la quale si è firmato un ingaggiamento che si deve rispettare. Se dovessimo fare la. squadra nazionale, si saprebbe allora a quale punto cessa l'interesse personale, per cominciare quello della nostra nazione sportiva. Le dichiarazioni del campione d'Italia, falle alla presenza di varie persone rivestono una importanza che non sfuggirà agli sportivi che trepidano per la ridotta squadra tricolore, K' più che mai evidente che i timori nutriti sulla preparazione del nostri uomini, e da me espressi su queste colonne prima dell'inizio del giro, sotto risultati fondati. Se ci si fosse pensato In tempo, le cose avrebbero potuto mettersi diversamente. Ma sarebbe stato possibile profittarvi? La formula della corsa per squadre — che nel complesso mi piace Jn seguito alla disgrazia avvenuta a — è al tuo primo alio <U applicazione, e parecchi tuoi tali non. sfuggono atta critica. Ci voleva l'esperienza per accorgersi. Per l'anno venturo si cercherà di riparare, e sono certo che quel gentiluomo e perielio sportivo che è Il signor Dctgrahgc — casi diverso da lutti i giornalisti francesi della carovana del Tour — vorrà tener conto delle idee che potranno essergli sottoposte dai competenti, fer quest'anno, Intanto, slamo in bullo e bisogna ballare. FlAo a quando? Le speranze dei francesi Nel clan francese, ore u imon umore che regnava dalla partenza, è calato Mauclalre e alla fenomenale cotta di Peiissier, la speranza ili. vincere il gì ro di Francia, comincia a. fare capo lino. Sono 1 anni che un francese non vinceva un giro. Leducq non mostra affatto, almeno nell'aspetto, di risenti re delle fatiche di ieri c ha un morale altissimo. Ma i: specialmente in /Intonino Magne che i francesi pongo no la loro speranza, li secondo della classifica generale non. sarà corridore brillante, ma è un tenace arrampicatore, tenace nell'inseguimento. Egli ha pratica del Tour per averne portato tre a termine. Quanto a Demuysère, che è quarto a 15 minuti da Leducq non mancano le possibilità di ricuperare il ritardo. L'anno scorso egli co minclò a farsi Iure, da Luchon in avanti. Anche Sltocn ha espresso la certezza dì far meglio di ieri, n giovane tedesco fu tradito dalla mancanza di rifornimento, e perciò non potè dlfen dersi sul Toutmalet. La partenza per la tappa di domani, Luchon-Perplgnano {chilometri 322), sarà data alle 5. Il percorso, che pure è montagnoso, non raggiunge le peno se difficoltà di quello superato ieri. Vi sono i colli da valicare: il Col des Aeres dopo 20 chilometri; il Portet d'Aspet dopo 45; il Co'. Dcporl al 110° chilometro di corsa, e. infine il Puh maurens, da cui si scenderà per più di 100 chilometri verso l'arrivo. VITTORIO VARALE. sSnC1ClcDPSrTtdLvDt4Lsectpidpdpftnsvmp