Il Ministro della Marina francese scopre il gioco di Briand

Il Ministro della Marina francese scopre il gioco di BriandIl Ministro della Marina francese scopre il gioco di Briand La costruzione delle navi non sarà ritardata di un sol giorno I crediti militari alla Camera L'opposizione dei socialisti: «Non partecipiamo a questa politica che schiaccerà domani il Paese sotto una ca ppa di piombo e rischia di aver conseguenze internazionali ancor più gravi» a i o e a o Parigi, 11 notrte. Quel poco, anzi quel pochissimo che le dichiarazioni di Briand alla Commissione degli Esteri, alla Camera contenevano di interessante, è già stato ridotto a zero dai chiarimenti e dalle interpretazioni fornite in proposito dai giornali, La frase relativa alla sospensione della messa in cantiere di nuove unità fino al parte della stampa un fitto malcontento destinato a creare all'Estero, nel grosso pubblico, l'impressione che Briand abbia fatto realmente all'Italia una concessione importante, entrando nell'ordine di idee delle vacanze navali proposte dal ministro Grandi. « Un grosse orrore » Il « Journal des Débats » pretende, per esempio, di credere che la comunicazione data a Roma e a Londra di tale decisione sia stata un grosso errore, giacchè in Italia verrà interpretata come una giustificazione della sua proposta di vacanze navali in cui essa vede una prima tappa verso l'uguaglianza delle due flotte. , , ... , • Briand — esclama il giornale — ' ha forse dimenticato il partito che venne tratto .da alcune delle malaugurate istruzioni da lui inviate a Sarraut durante la Conferenza di Washington? Del resto è sempre una cattiva coea piegarsi le mani in checchessia prima di .un' negoziato, i Tanto più, data la circostanza che è soprattutto in quanto riguarda la Marina che la Francia deve mostrarsi ferma, li mezzo più sicuro per preparare lo scacco delle trattative sarebbe proprio nel manifestare della debolezza in proposito ». E anche l'« Echo de Paris », di menticando che fino a pochi giórni orsono faceva un carico a Briand del non occuparsi abbastanza dei rapporti franco-italiani, salta fuori a dire che il torto di Briand è stato di non trattare con l'Italia nel 19251926, ma che ormai, dopo i discorsi di Livorno e di Firenze, sarebbe stato molto più dignitoso da parte sua se avesse lasciato passare ancora tre o quattro mesi prima di rivolgere la parola al Governo di Roma; senza dire che cpn questi italiani « basta creare l'apparenza di un abbandono per incoraggiarli a nuovi atti di intimidazione ». Ora, coteste e altre simili querimonie fanno semplicemente ridere, per poco che uno le raffronti con le spiegazioni che il Ministro della Marina Dumesniì ha, proprio oggi, dato in piena Camera al deputato AppeH, relatore della Commissione per la Marina, benevolmente prestatosi a fornirgli il pretesto di una dichiarazione. Discutendosi il progetto sui crediti militari l'Appell disse, dopo aver dato lettura dei parere della Commissione della Marina favorevole al progetto : « Questa mattina è comparsa nei giornali una nota che ha sollevato una certa emozione in parecchi membri di questa Commissione. Secondo questa nota, 11 Governo si sarebbe impegnato a non impostare nessun bastimento in cantiere prima del prossimo dicembre. Noi vorremmo avere l'assicurazione che non ne risulterà nessun ritardo nella costruzione delie navi preveduta nella parte del programma navale eh» armiamo votato nello scorso gennaio ». Dumesniì si affrettò a rispondere testualmente : « L'annunzio che non vi sarà Impostazione in cantiere prima del mese di dicembre è la constatazione di un fatto materiale. Posso dare alla Camera l'assicuTazione che la costruzione delle navi, a cui il deputato Appell ha fattoallusione, non sarà ritardata di un solo giorno ». Dopo di che il relatore, soddisfatto, concluse: « Poiché cosi è, la Commissione mantiene l'opinione favorevole di cui ho dato lettura ». Resta dunque assodato, per riconoscimento espresso dello stesso Ministro eompetente, che la Francia non ha modificato un vota nel programma di lavoro dei suoi cantieri navali e che la dichiarazione di cui 6i è fatto forte ieri Briand per creare in Europa l'impressione che il suo Governo abbia consentito ad un meritorio compromesso per avvicinarsi ai desiderata italiani, somiglia molto ad una canzonatura. Tutte le navi del programma del 1930 sono già in cantiere o per lo meno è come se lo fossero, e la concessione di Briand fa pensare a .quella di quel barbiere sarcastico che aveva scritto 6Hlla propria vetrina: «Do mani si rade gratis ». Se il resto degli argomenti che il capo del Guai d'Orsay mette in li nea per la via diplomatica per pro- . vare all'Italia il proprio vivissimo - desiderio di ristabilire la fiducia frae Parigi e Roma è detta stes ^ risma di quello citato qui, dovremo concludere che siamo sempre allo stesso punto. t crediti militari Tralasciando di dilungarci più oltre per oggi su un argomento che ci sembra ancora immaturo, ci limiteremo a esporre la discussione svoltasi stamattina alla Camera a poche ore dalle chiusura intorno al che per impressionare meno l'opinione sono stati, mercè un artificio di contabilità, divisi in due gruppi: 650 milioni a titolo di crediti complementari propriamente detti, e 476 miiliomi a titolo di spese autorizzate. Il totale viene ad essere di 126 milioni superiore al miliardo, di cui si era parlato da principio. Criticando il progetto a nome dei socialisti, i quali, fedeli alila tradizione, hanno deciso ieri sera di rifiutarsi a votare i ore diti a dispetto dalia campagna fatta gli scorsi giorni contro i colpevoli del mancato rinnovamento degli stoeks, il deputato Rivière pronunciò il seguente discorso: c Sembra che alla fine delle sessioni si preparino nel silenzio dei progetti che vengono poi presentati improvvisamente. 11 Parlamento li accetta nella febbre delle partenze ed è cosi che si spera di far trionfare una politica di cui non si sente la ripercussione che quando è troppo tardi. Alcuni giorni fa era un progetto sul petroli!, oggi è un progetto di crediti, militari, la cui gravita non sfugge a nessuno. « A nome del Partito socialista dichiaro che noi voteremo contro quer sti crediti. All'indomani degli eloquenti interventi di Vincent Auriol e Paul Boncour sull'equilibrio del bilancio, una certa stampa ci accusava di essere a ogni istante promotori di progetti estremamente pericolosi per le finanze pubbliche. Era l'indomani del giorno in cui noi avevamo difeso qui la causa dei tubercolotici. E' certo che noi non abbiamo la stessa concezione del signor Reynaud'. Lui sgrava i borsisti, noi preferiamo venire in aiuto alle vittime della guerra. Ci si verrà a dire: voi non votate i crediti; e noi potremmo rispondere che da questo lato della Camera si è saputo fare quanto era necessario. Noi non abbiamo la stessa conceaione di voi dell'organizzazione militare. Noi non accetteremo i rimproveri di questi patriotti chiaroveggenti che rifiutavano il bilancio di Herriot nel 1935. Se a Bordeaux noi non abbiamo ingaggiato il dibattito sulla difesa nazionale, si è perchè noi siamo onesti verso gli altri e verso noi stessi. E' un dibattito grave e complesso e noi non avevamo il diritto di intraprenderlo mentre non disponevamo che di una mezza giornata. Il nostro patriottismo non può essere messo in causa in questa circostanza da coloro che si coprono col mantello della difesa nazionale e che per una bassa politica non esitano a favorire l'evasione fiscale e l'esodo del capitali. « Alcuni giorni fa, quando Vincent Auriol ha elencato i crediti che voi avreste chiesto, vi furono dei colleghi che spontaneamente gridarono aiuto. Painlevé si è alzato per dire che non aveva mai nascosto la situazione degli stoeks. Non è possibile che questa spiegazione ci basti. Si tratta di riparare a una colpevole negligenza? Si tratta di praticare una politica di super-armamenti? Prima di presentarci il progetto che discutiamo, il Governo si è certamente preoccupato delle ripercussioni estere. Dopo un colpo d'occhio ai nostri bilanci precedenti, non partecipiamo a questa politica che schiaccierà domani 11 Paese sotto una cappa di piombo e che rischia di avere conseguenze internazionali ancora più gravi. « Dopo la guerra, i Governi hanno ottenuto tutti i crediti che hanno voluto. Nel bilancio del 1929, nel capitolo del mantenimento, noi vediamo 575 milioni. Ciò sottintende uno stock che non è trascurabile. E Bouilloux Lafont, relatore di questo bilancio, spiega che i crediti corrispondenti erano di 94 milioni nel 1914. In tale modo su questo terreno siamo alla pari con una epoca in cui non si poteva precisamente dire ehe 6i disarmasse. Per il Genio noi abbiamo votato qualche mese fa S90 milioni. Ve ne occorrono immediatamente 110 di più. Per quello che concerne l'Intendenza, perchè questo nuovo aumento? Certamente a un Esercito pieno di prestigio occorrono delle belle uniformi, e di recente voi avete modificato la tenuta dei Marescialli e dei generali Qui il Ministro della Guerra, Mapinot, interrompe : — Ho pensato sopra tutto alle calzature. Ma l'oratore continua: « Avete forse in progetto di imma gazzinare migliaia e migliaia di cap potti, di berretti, di calzature a disposizione delle tarte e dei sorci e che potrebbero riservarci sorprese sgradevoli Come i pantaloni rossi del 1914? Se noi passiamo alla Marina, nel rapporto sul bilancio presentato dal signor Dumesniì prima di diventare grande ammiraglio di Francia, noi leggiamo che gli aumenti chièsti per le suese di nuòvi lavori, ascendono a un _ | totale di 118 milioni ». Poi Dumesniì ag giunge: » la vostra Commissione vi _ Nol potremmo seguire nello stesso propone una riduzione d! 81 milioni e 500 mila franchi destinati in particolar modo ai combustibili liquidi, poiché noi abbiamo constatato la impossibilità di Immagazzinare le quantità che si vogliono comperare d. Il Ministro della Marina interrompe: — E' appunto per costruire 1 magazzini che noi chieti [amo dei crediti. modo tutti gli altri capitoli — prosegue l'oratore. — Forse che lo sperpero regna da padrone? Voi ci chiedete 350 milioni per l'aviazione. Questa Arma rappresenterebb- in caso di sventura una parte preponderante : è quindi indispensabile un controllo serio che non esiste. Io e il deputato Gamard abbiamo citato al Minvstro abusi e contratti illegali. Il 5 febbraio ci è stata promessa una inchiesta. Ma sono state prese delle sanzioni? < Val mantenete un vuloano » « Voi dite che 1 vostri stoeks sono insufficienti. Come mai non ve ne siete accorti fino ad ora ! La vostra sensibilità ottusa non ha veduto avvicinarsi le nubi? La vostra politica estera è stata quella che occorreva per dissiparle? Temo dì no. Un certo nazionalismo ha sempre bisogno di un nemico. E' questo sentimento che ha Impedito di realizzare 11 disarmo ge iterale. « il Patto della società' delle Nazioni non è un pezzo di carta. Esso prevede che gli armamenti saranno ridotti al minimo. Votando un credito, non infrangete forse la solidarietà internazionale che è la migliore garanzia della nostra sicurezza? Voi mantenete un vulcano. Se demani la Germania affidasse la direzione dei suoi affari a del pangermanisti, potrebbe pretendere ehe degli impeeni internazionali non sono stati mantenuti. Non è per questo che migliaia di uomini sono caduti. Ma i vostri occhi si volgono ancora più In giù, sulla carta dì Francia. Voi avete udito il discorso di Milano e altri discorsi dcHo stésso genere. Anche noi li abbiamo uditi. Non è con l'aiuto dei cannoni che voi diminuirete il Fascismo. Jaures diceva : » la corsa agli armamenti è uno stato di guerra latente ». Voi non potete fare un» politica militarista quando a Ginevra 1 vostri delegati parlano di pace e di arbitrato internazionale. « Ci è stato detto che 1 erediti che voi ci chiedete non sono che l'inizio di un vasto programma e che voi avreste già oltrepassato i crediti previsti per la difesa delle frontiere. Fate attenzione: vi f> un limite che voi non potete oltreriassare senza rovinare l'economia generale del paese. Voi rifiutate di ascoltare la nostra voce tutta improntata a prudenza e voi subite sempre l'influenza dei fornitori dell'Esercito. Voi fate una politica pericolosa, lasciando indietro qualsiasi azione internazionale. Noi non voteremo i vostri crediti ». Dopo il discorso dell'oratore socialista, che le sinistre applaudirono a lungo, il relatore Chappedelaine invita la Camera a votare i crediti, aggiungendo: « Noi siamo partigiani più di qualsiasi altra persona delle idee di pace e noi facciamo appello con tutti i nostri voti alla federazione degli Stati cnhdml4fsmsmceiiropei che deve estinguere qualsiasi1 rischio di guerra. Ma ci è parso che ; tutti i Governi non fossero animati dagli stessi sentimenti. Noi abbiamo dunque il dovere di guardarci contro ogni sorpresa. E' d'altra parte tradizionale che la Commissione delle Finanze non rifiuti mai i crediti chiesti dal Governo per la difesa nazionale; I ne! caso attuale, essa è stata colpita come la Pottocommissione della Difesa nazionale dagli argomenti addotti». Ultimo a prendere Fa parola fu ! HTerriot, per difendere la proposta I . ' ■» .. . . * * . radicale che vi segnalammo ieri sera: t Nelle recenti discussioni provocate!da certe rivelazioni, si è invocato, per!giustiflcare i ritardi criticati, la ragio-|ne, in parte esatta, che il materiale si logora e diventa antiquato rapidamente. E', infatti, una triste e abbominevole verità — ma essa è incontestabile — che la guerra diventa sempre più scientifica. Essa è ora una « barbarie scientifica » e noi abbiamo visto dal 1914 al 1918 utilizzare tutte le ricerche e tutte le risorse della scienza per perfezionare l'opera di morte. IEventualmente noti siamo stati spesso preceduti su questo terreno dai nostri nemici di allora e il risultato è stato la perdita di un numero importante di vite francesi. Io temo che ottenuti i crediti chiesti, i servizi competenti si limitino soltanto a comprare ; noi vedremo allora fra qualche tempo riprodursi gli errori che sono stati segnalati. Se voi votate il miliardo che vi è chiesto senza esigere che venga organizzata dapprima la ricerca scientifica pura, vai non avrete fatto nul la. Sono gli scienziati stessi che ci rivelano la posizione della scienza francese in un lavoro veramente notevole sul quale richiamo l'attenzione della Camera e del Governo. Leggo in testa a questo lavoro i nomi di Perrin, di Longevin, di Guignard, di Mangin, il nome venerato del dott. Boux e quello non meno onorato della signora Curie. Questi scienziati sono talmente preoccupati del problema, che hanno redatto essi stessi un progetto oltremodo particolareggiato. Q confronto che essi fanno con gli stranieri è per no* molto umiliante: la Francia non ha più che HI terzo posto nell'ordine della produzione scientifica. In Germania la fondazione Kaiser-Wilhelm, la cui dotazione annua raggiunge i 42 milioni, dà un milione e 400 mila franchi al suo laboratorio chimico-fisico. «All'Università di Parigi lo stesso laboratorio non ha neppure duecentomila franchi. In piena crisi finanziaria, il Governo tedesco ha saputo tutelare i diritti della scienza. La sicu rezza della Francia non è un pronte ma di magazzini; «ssa non sarà assi' curata perchè si saranno ammucchiate le ruote, gli affusti e tuwo l'altro materiaile. La sicurezza è vincolata al fatto che domani la scienza sia abbastanza attiva, abbastanza indipendente, bbastanza protetta perchè i nostri scienziati possano seguire tranquillamente l'evoluzione scientifica e l'applicazione eventuale delle scoperte per la guerra. Io ho quindi presentato un emendamento tendente a creare un servizio nazionale di ricerche scientifiche. Io vi chiedo di votarlo senza indugio, affinchè il Ministro della Guerra possa, durante le vacanze, intendersi col Ministro della Pubblica Istruzione con gli autori del progetto di cui ho parlato per costituire questo servizio ». L'hnprovvlao decreto «H chiusura della sessione A questo punto la discussione è stata interrotta e rimandata a domattina. Ma stasera, dopo una lunga e faticosa asrademia pomeridiana sulla finanza locale, a quale, se' condo i progetti socialisti avrebbe dovuto continuarsi stanotte e domani sera con la discussione delle interpellanze sullo sciopero postelegrafonico, Tardieu, sentendo il Ministero poco solido in arcione, dati i malumori del Senato e l'irrequietudine di parte della Camera, lesse bruscamente il decreto di chiusura e, in mezzo al clamori, afferrò il cappello come se si desse alla fuga. Il progetto sui crediti militari è rimasto così per aria fino a dopo le vacanze, come quello sui lavori di utilità pubblica e come parecchi altri. Ma non occorre dire che questo ritardo involontario non ha la minima importanza, dato che verosimilmente i 1136 milioni verranno riscossi egualmente dai Ministeri interessati, seppure non lo stati già. C. P.