I misteri di una casa equivoca

I misteri di una casa equivoca I misteri di una casa equivoca qUn alloggio assediato dalla Polizia I filtri di una giovane maga e le sorprese di un armadio nascosto gIn esecuzione degli ordini impartiti dal Questore della nostra città, comm. De Roma, in questi ultimi mesi è stata intensificata da parte della polizia l'opera di rastrellamento di individui e di donne equivoche che si aggirano, specialmente nelle vie secondarie, nei pressi di Porta Nuova, via Roma, piazza Castello, via Palazzo di Città. La campagna condotta da solerti funzionari, ha dato buoni risultati e di ciò abbiamo già avuto occasione di parlare. L'opera di epurazione della città tende, sempre per l'interessamento particolare del Questore, ad estendersi ed a colpire anche i tenitori di case equivoche. Via San Massimo n. 7 Il commissario di P. S. dott. Ciminelli, era venuto a conoscenza che in un appartamentino sito nello stabile di via San Massimo 7, aveva preso alloggio una certa Maria Lencia, fu Giuseppe, di anni 25, la quale era nota alla polizia come donna di malaffare. La donna però non passava mal la notte in quell'appartamento poiché essa abitava con la madre in via Ftrorabosa S e si recava a casa tutte le sere, verso le ore 19. Alle sette del mattino essa ritornava in via san Massimo dove trascorreva tutta la giornata uscendo solo verso mezzogiorno per recarsi a colazione in un ristorante situato in quei pressi. Naturalmente lo strano contegno del. la donna aveva attirato l'attenzione del vicinato il quale formava le più strane ipotesi su ciò che avveniva in quel misterioso appartamento. Fra il caos delle varie supposizioni, prevaleva quella che la Lencia esercitasse qualcuna di quelle professioni a cui non è estraneo l'occultismo. A conferma di ciò, era stato rilevato che, durante la permanenza della donna nell'appartamento di via S. Massimo 7. era un avvicendarsi di persone d'ogni età le quali — a detta dei vicini di casa — si recavano colà probabilmente a farsi predire l'avvenire oppure a farsi preparare una di quelle complicate ricette che guariscono le malattie più inverosimili. Lungi dall'accettare la versione data dagli abitanti del rione sull'attività della donna misteriosa, la polizia volle interessarsi un po' da vicino della Lencia. 11 pomeriggio del giorno 6 corrente, il commissario di P. S. dott. Ciminelli, accompagnato da alcuni agenti, si recò senz'altro in via San Massimo, deciso a fare una visita alla Lencia. Giunto sul pianerottolo della casa, dopo aver appostato lungo le srnle e nella strada i suoi agenti, il funzionario suonò alla porta dell'appartamento ed attese. Pochi minuti dono udì dietro alla porta, un leggero fruscio e capì che qualcuno lo osservava attentamente al di là dello spioncino praticato nella porta stessa. Pazientemente attese ancora e quindi tornò a suonare con maggiore insistenza. Neppure questa volta la porta venne aperta. Un funzionarlo che sa aspettare Il funzionario allora si avvicinò ad una finestra che si apriva sul balcone (finestra protetta da un'infeirriata) e con voce forte, per farsi udire da coloro che si tenevano chiusi in casa, ordinò di aprire « in nome della legge! » còchbedi druslorgiEsepedila luallvalavaquFfumuappigesa—nunammStatalAlvachseaca lescdipraninil sedunuaccoganecopoesintoveriareviconegetumdlavvqdae vmLzVisto vano ogni tentativo, il dott. cCiminelli ritornò presso la porta, cer-ld ò di forzarla, ma inutilmente, poihé essa era chiusa all'intórno <-uii en tre catenacci. Si decise allora i attendere pazientemente che i paroni di casa, fossero obbligati ad scire ila quell'appartamento che per ro era diventato ormài una priione. E l'attesa fu lunga. Durò fino alle ei del mattino seguente. Nel frattempo erò il funzionario ebbe modo di stuare da vicino i misteriosi clienti del Lencia e molti di questi furono da i fermati ed interrogati. Essi, messi le strette dal commissario, confessaano lo scopo vero della loro visita ala Lencia, tanto da dissipare definitiamente i dubbi sulla professione di uella donna. Finalmente — era giorno fatto — il unzionario udì al di là della porta riuovere dei catenacci. La porta venne perta. Sulla soglia apparve, tutta angente, la Lencia la quale, con un esto di sconforto, rivolta al commisario, gli disse: — Abbia pietà di me: non ho fatto ulla di male. n nascondiglio a sorpresa Seguito da alcuni agenti, il funzioario entrò nell'appartamento e coinciò a visitarlo minutamente da cia a fondo senza trovarvi anima viva. tava per uscire di là quando la sua ttenzione fu attratta da una parete lla quale era appoggiato un divano. ll'apparenza quella parete non avea alcunché di straordinario, ma l'ochio esperto del commissario scopere • una fenditura quasi invisibile che ccusava la presenza di un armadio muro. 11 dottor Ciminelli, con una va, fece forza nella fenditura riucendo in tal modo ad aprire l'armaio. Inutile dire quale fu la sua sorresa quando vide, rannicchiata in un ngolo, una ragazza che lo guardava n preda allo spavento. — E questa ragazza chi è? — chiese funzionario alla Lencia che lo aveva eguito, accompagnata da un agente, urante la visita alla casa. — E' una mia amica che mi è veuta a trovare... A farla breve, le due donne vennero ccompagnate in questura, dove il ommissario procedette al loro interro atorio. Colei che era stata rinvenuta ell'armadio risultò che non aveva anora raggiunta la maggiore età e, doo l'interrogatorio, durante il quale ssa confessò che era stata la Lencia a ndurla a recarsi in quell'appartameno, venne rilasciata. La Lencia invece enne denunciata all'autorità giudiziaa per corruzione di minorenni e meetricio clandestino. L'opera di epurazione della città iene condotta attivamente anchp dal ommissariati di polizia i quali, dispoendo ogni .sera di pattuglioni di aenti, procedono senz'altro al fermo di utte le persone sorprese in atteggiamento sospetto e che non sono in grao di fornire documenti comprovanti a loro vera identità. Gli agenti del commissariato di Moniso, agli ordini del commissario e del vice-commissario, hanno proceduto, ln questa ultima settimana, durante giri di perlustrazione eseguiti dalle ore 23 alle 3, al fermo di 38 donne equivoche e 15 individui sospetti. Hanno ancora visitato alberghi, ristoranti, caffè, camere ammonigliate nelle località di via Lagrange, via Roma, via Mazzini, piazza Paleocapa, via Urbano Rattazzi prò- passpPFedendo a numerosi fermi e a revoche di licenze ad affittacamere.