Un generoso gesto di Binda permette a Guerra di conservare la "maglia gialla,,

Un generoso gesto di Binda permette a Guerra di conservare la "maglia gialla,,Giornata drammatica al "Giro di Francia,, Un generoso gesto di Binda permette a Guerra di conservare la "maglia gialla,, 19 «leader» della classifica generale perde più di due minuti per una bucatura •- Binda si stacca dal gruppo di testa in fuga, guidato dai belgi e' dai francesi e attende il gregario - Il campione d'Italia cade a sua volta, si ferisce, e riprende dopo un accanito inseguimento - L'eroismo di Frascarelli, in corsa con la testa fasciata, incita col gesto il compagno e lo aiuta a riportarsi in gruppo In una irregolare volata Taverne è l.o a Vannes ( ip> u. 1 nostro inviato . . Vannes, 5 notte. Visto che gli Italiani conoscono il mestiere così a fondo ed hanno dei mezzi che permettono loro di rispondere a tono ud ogni tentativo di offensiva avversaria, i franco-belgi valeva avessero smesso ogni velleità di stuzzicarli. Dopo quanto era avvenuto nella prima e, specialmente nella seconda tappa, non rimaneva ad essi che aspettare che la nostra squadra passasse a epa volta ad assumere un atteggiamento aggressivo. Ma poiché ciò non entra nel ■programma che Binda ed l suoi compagni si sono statuito per queste prime tappe, nessuno dei no- carcdvdltgdgsp mstri aveva l'ordine di dare battaglia. cPerchè la tappa Brest-Vannes avesse\edelle fast estremamente violente lungo U suo percorso, ci volle l'intervento dèi taso, che si presentò sotto la torma di un duplice Incidente al danni dei due italiani pia in vista, Guerra e Binda. , La coalizioni franco-belga contro gli Italiani 'Allora riprese a funzionare in pieno la macchina della corsa tirata coi denti: velocità fortissima, sgretolamento del gruppo di testa in molteplici tronconi, immediata coalizione tra l corridori francesi e quelli belgi, nella speranza di trarre il massimo profitto dalla sventura altrui. Si era partiti da Brest alle 10 sotto un cielo nuvoloso. Frascarelli, col viso tutto bendato, era anch'egli presente, nonostante la notte insonne per il dolore della lussazione della mascella, riportata nella caduta di ieri. Il romano dà prova di un coraggio ammirevole continuando la corsa in quelle condizioni : basii dire che egli non può masticare e che hanno dovuto preparargli un rifornimento speciale. La corsa non ebbe alcuna ase saliente prima, del 90.o chilometro. Soltanto Giunteti! Perdette contatto dal gruppo. Era. un po' che si lamentava-. -Oggi non posso spingere. Fatico troppo a pedalare. Sento del grandi dolori alle gambe. „„j„„„ Altro che dolori! Se non andava, era perchè gli si era svitato un pattino del treno anteriore, che toccava la. ruota ed impediva, a questa di girare regolarmente. Giuntela spingeva, spingeva, ma la ruota era frenata. Quando 'se ne accorse, discese per In riparazione, ma perdette tre o Quattro minuti per riguadagnare l quali dovette inseguire per oltre un'ora. Verso il 9(i.o chilometro dopo che Vemuvsère 10 spagnolo mera e Cremo erano stati visti a condurre ad andatura sostenuta Guerra tu appiedato dallo scoppio di'una gomma. Il cambio occupò più tempo del necessario, perchè il gonfleur del mantovano conteneva pochissima aria ed egli dovette terminare il gonnarnent.0 del tubolare /"vendasi di una pompa a mano, ha fermata del teader della classifica durò esattamen- te 2'20". E1 tacile immaginare quel che avveniva intanto nel primo gruppo, avvertito da fiondaci, che Guerra stava gonfiamo la gomma. Il belga si era subito lanciato in testa al gruppo a dare l'allarme Fu visto un nruppetlo di francesi sparsi in fila l'uno dietro l'altro e. spingendo a fondo a,ncrnZ' si ogni cinquecento metri. Poi suftentrò Demuusère, che sembra avere un conto aperto con gli ««"««V£ft« 11 guarda sempre di traverso. Il belga tirò un palo di chilometri a trentotto all'ora e poi fece segno ai suoi MiPiers di venirlo a sostituire, nelannov, Taverne, Jean Aerts, Vossche ubbidirono In testa non. si vedevano che maglie tricolori francesi e quelle nerogiallo-rosso del belgi. I nostri stavano coi tedeschi nel centro del Oracle intanto, da una sessantina di individui si era spezzettato in parecchi plotoni arrancanti a distanza gli uni dagli altri. L'offensiva contro la maglia gialla L'offensiva contro il detentore della maglia gialla era scatenata in pieno. Come ne sarebbe uscito 11 giovane nostro rappresentante? Bcllonl e Gluntellt si erano fatti staccare dal gruppo per aspettarlo, e quando Guerra arrivò, dopo aver ripreso e staccate numerosi isolati, tre spagnoli ed il belga Laloup, essi si misero davanti per coadiuvarlo nell'Inseguimento del gruppo che fuggiva. L'azione di Guerra era però troppo veloce e potente perchè i suol due volonterosi compagni potessero reggere a lungo alla sua ruota : e prima Bcllonl poscia il piemontese, dovettero lasciarlo andar via. Guerra era nuovamente solo contro una dozzina < forse più di avversari che, alternan dosi alla guida, cercavano di rendere incolmabile il suo distacco, la lotta a distanza diventò emozionante, e sei) hene si stesse combattendo ad armi Impari volgeva, a favore deli al.c.tu che solo, 'col suo. cuore d'italiano, guadagnava continuamente terreno. Dono mezz'ora di inseguimento, Guerra aveva ridotto ad un minuto lì »uo distacco dal gruppo di testa, comprendente ormai soltanto una ventina ili uomini. Fra essi e Guerra c'erano quelli che non avevano saputo resistere all'andatura dei fuggitivi. Ma avrebbe potuto, da solo. Il detentore della ninnila gialla annullare questi ultimi settecento metri che lo dividevano dal primi? La sua pedalata era diventata meno elastica e potente: si vedeva che Guerra era nel momento dello sforzo, al quale tlen dietro la crisi. Quanto tempo ancora avrebbe tenuto? A levarci da quell'Incertezza sapragqhin** un fatto inatteso, sorprendente. Binda oompagno generoso Laggiù, sulla strada che stavamo percorrendo, davanti a noi, si vide grvrnnzdddliQsQmprocbnsuna maglia dal colori italiani. Qnal-\cuno del nostri che ha forato? Qual-[ cuno che non, abbia potuto resistere all'andatura? Forse il povero Frascarelli... Macche I Quello, aveva un berrettino tf.anco, era Binda, era Binda che si alzava sul pedali e guardava indietro ed aspettava Guerra, Il capo della squadra italiana aveva voluto fermarsi, perdere la posizione del gruppo di testa, pur di porgere l'aiuto suo prezioso al giovane luogotenente, nel momento più critico, ti gesto di Binda tu veramente bello e degno non solo di un campione di gran cuore, ma di un atleta che si sente talmente forte e conscio delle sue possibilità, da accettare volontaria- mente un posto di sacrifìcio. Chi nn- com potra dire cne Binda é un egoUla,ea un etnico? \Egli aspettò ti giovane compagno e gli fece cenno di mettersi alla sua ruota, e cominciò a lavorare. Il lavoro di Binda! E' qualche cosa di veramente bello, di una bellezza armonica nella sua naturale potenza, senza nulla di quella brutalità commista alla sofferenza che caratterizza gli sforzi portati al massimo. Fu II Binda delle corse a cronometro, fu ti. Binda degli inseguimenti su pista, tu il Binda dei grandi momenti. La maglia tricolore e la maglia gialla filavano come il. vento sulla strada nera di asfalto. Quanti corridori raggiungevano, nessuno poteva attaccarsi alla loro runtn. Quasi un'ora di angoscia vivemmo dal momento In cui Guerra era slato appiedato, ma fu una sofferenza al fine riscattata, dallo spettacolo di forza e d'i concordia, data dai nostri In quel difficilissimo momento. Pensate che anche Frascarelli, l'uomo il cui viso scompare sotto le bende che gli lasciano scoperto soltanto gli occhi, anche Frascarelli, quando senti giunto il suo momento, si lasciò staccare dal qruppo e l'ultimo strappo per riportare Binda e Guerra sul francobelgi fu Ini a sostenerlo. Ma era destino che oggi gli Italiani dovessero essere bersagliati dalla sfortuna. Il pauroso capitombolo di Binda Non dico per Bellonl che non potendo più riprendere il gruppo si dovette acconciare a proseguire la corsa a passo turistico e arrivare a Vannes dopo 53'16". L'anziano corridore di Milano si è assunto con questo giro un compito evidentemente superiore alle sue forze. Fu Binda il secondo colpito qualche poco prima di Quamperlé (136 chilometri dalla partenza) e dopo neanche venti minuti che era. ritornato nel gruppo coh Guerra, quando Binda, per evitare di investire un tedesco caduto In discesa, scartò a sua volta e fece un pauroso capitombolo. La bicicletta rimasc'tnlatta, ma Binda si rialzò zoppicante con un braccio intriso di sangue. ■Per un momento ci attraversò la mente il ricordo di un'altra caduta funesta a Varazze nell'ultima MilanoSan Bcmo. Ma il cuore di Binda è corazzato contro lo sconforto. A vedere che Frascarelli si è subito fermato e gli è vicino, e col gesti — polche ha la bocca fasciata — lo incita a ri. montare in macchina e a proseguire, anche il cuore più indurito si commuoverebbe. Dato l'allarme, furono nuovamente visti i francesi e belgi partire violentemente all'attacco. Binda caduto, forse ferito, certamente in ritardo! Quale magnifica e facile occasione per insegnargli che cosa valiamo. Bisogna sbarazzarsi dell'italiano prima delle salite ove dicono che sia irresistibile. A nousl Pellssler chiamò tutti i suoi Fontan accorse col fratelli Magne, con Ilidot, con Mauclalr e fece lui pure la sua parte. Via un francese, si vedeva un belga in testa, e via di gran carriera. L'accanito Demirysière Aia Dcmuysère era il più accanito. Lo si vedeva al comando del gruppo chino sul manubrio nella sua caratteristica posizione bassa, dondolare la lesta per cominciare lo sforzo sul pe dalt. Tutto fu inutile contro Binda e l compagni che lo aspettarono sulla strada e con lui vennero avanti. Neanche dopo venti chilometri prima di Lorlent le mqglie tricolori tornavano nel gruppo, poi l'andatura diminuì «e/wtbìlmente. L'afa della giornata fece ti reito e più di quaranta corridori assieme proseguirono verso Vannes. Cremo appiedato da una foratura ri prese agevolmente al pari degli spagnoli e di parecchi Isolati rimasti di staccati durante la fuga provocala dal. la caduta di Binda. Finché, quando si fu a una quindicina di chilometri dal l'arrivo, cominciaiono le solite scaramuecie finali come ieri e come ieri senza risultato. Purtroppo, anche a somigliamo di Ieri, fu giudicato l'arrivo. La cosa co mincla a diventare preoccupante. Non pur le chances che gl'Italiani possono vantare per la vittoria finale; questa è una faccenda che probabilmente si deciderà a vantaggio di uno del nostri quando sarà giunto il. momento opportuno, ma per il modo veramente indecente col quale qui usano organizzare 'ili arrivi su pista. Giunti che furono a Vannes i quaranta uomini del gruppo di testa Ira I quali sette italiani, si trovarono avviali come ieri, peggio di ieri, per un dedalo di vie in discesa nel cuore della città. Svolte strette a destra e a sinistra, cunette a profusione, ma neanche uno striscione per indicare l'ultimo chilometro. Ln'infellco volata e il traguardo die non c'è E poi nuovamente la sorpresa di dovere entrare nel velodromo per una porticina larga un paio di metri e un angolo retto per irrompere sulla pista ove il traguardo è situato sul rettilineo opposto. I corridori sono avvertiti di ciò? Ho cercato di gridare nelle orecchie\dl Piemontesi e di Binda che — me[mori del brutto scherzo di ieri — en- trano per l primi sulla pista: * soltanto,-.,, ,. , ,.,„ „,, ., „,..,„,, \volta che c'è una salita. Piemontesi che mezzo glrol». Ma credo di non essere stato udito fra tutta quella gente che urlava dalla stecconato e l corridori che bestemmiavano. Piemontesi cercò bene di mantenere la posizione avendo Binda alla sua destra. Ma certamente non credeva the ci tosse soltanto mezzo giro da compiere perchè nella curva rallentò alquanto. Fu un attimo, ma sufficiente perchè Pellssler che eia alla sua ruota si buttasse alla corda attaccandolo. Contemporaneamente dall'Interno veniva fuori velocissimo Taverne un belga che corre quasi sempre su pista e che in queste quattro tappe ho visto staccalo ogni si aspettava Binda cerca di rispondere, ma ormai II rettilineo è percorso in un lampo. Alcuni signori col bracciale dissero poi che a un certo punto di questo rettilineo c'era il traguardo; ma lo striscione in aria non c'era c neppure una fettuccia per terra. Oli stessi signori col bracciale poco dopo ci diranno che primo è arrivato Taverne, secondo a un quarto di ruota Pellssler. terzo Piemontesi, quarto Binda, quinto Leducq, sesto Barlhelemy. GII altri 55 corridori sono classificali sellimi a pari merito. Questa In sostanza è la storia dell'infelice volata alla tappa di Vannes. Un gluooo di fortuna In Italia, un arrivo cosi irregolare neppure si potrebbe concepire. Come lodammo e loderemo il signor Desgranges per la bontà della formula della corsa e per altri particolari di organizzazione, cosi dobbiamo deplorare apertamente l'incredibile disinvoltura con cut egli fa disputare questi arrivi che pregiudicano gravemente le probabilità del corridori aventi tutto il diritto di poter vincere una tappa e il premio connessovi. Nelle con,dizloni di ieri, in quelle di oggi, probabilmente In auclle di domani, vincere una tappa diventa soltanto un gioco di fortuna. Perchè non si può onestamente riconoscere a questo Taverne 1 numeri di un atleta degno di precedere in una tappa del giro di Francia un Binda, un Guerra, un Demuysère, un Pelisslcr. Stasera fra l giornalisti francesi al seguito, non si fa che parlare di Binda e del suol due spettacolosi Inseguimenti. Non è il caso di riportare lutti i lusinghieri, giudizi emessi all'indirizzo del nostro campione. I colteght Italiani qui presenti sono certi che tale amml razione avrà tra qualche giorno mo tino di aumentare. Sicuramente la Bisogna non st presenta tanto facile. Ogni ottimismo al riguardo sarebbe colpe voi». Bisogna fare i conti con gli avver. sari, con Dcmuysère, con Fontan, con altri francesi e altri belgi capaci di capovolgere le previsioni correnti. Oggi, <id esemplo, Demuysère è slato particolarmente combattivo. E' un avversario da tenere d'occhio, che è migliorato da quando è parlilo da Parigi. Ha l'andatura di Binda, ma le spalle quadrate e rigonfie lo fanno assomigliare a un lottatore. ■■ Atleta dalla forza bruta Quando è In bicicletta dà veramente l impressione di essere di fronte a un avversarlo che tocca, tasta, stringe per afferrarlo in cintura e farlo appiattire sul terreno. Il suo avversario è lo spazio che egli affronta con la rudezza dell'atleta che non ha altre armi che la sua forza bruta. In macchina è raccolto, tiene, costantemente la testa incassata nelle sfalle nell'atteggiamento di ehi si prepara a cozzare contro una o porta per sfondarla. La tua pedalata a i a e e a n e à i o n e a è a a l , l a i o i i n , a e e n r e a e o a non ha la facilità e la scioltezza di quella di Pelissier e di Binda, ma è dura, sgraziata. Demuysète ha uno sguardo estremamente mobile e sfuggente, feri a Brest, Il suo compagno Jean Aerts, che è il più veloce della squadra belga, lo pregò di lasciargli la ruota e di attaccargli la volata; Demuysère gli rispose di no e alutò invece Pellssler a vincere. Sebbene quattro tappe siano poche per consentire un giudizio sugli uomini, si deve dire che Dcmuysère è apparso finora indiscutibilmene a migliore della sua SQUadra. Nel primi due giorni restò contuso con gli altri; ieri da Pineta a Brest cominciò a essere più sovente nelle prime posizioni; oggi, come fu detto, fu il più accanito nell'offensiva contro i nosiri. Tra l francesi, Pelissier è quello che si è posto In primo piano con due vittorie, ma nè Ieri nè oggi il levriero parigino sfoggiò la combattività del primo giorno. Comincia forse a risentire l'effetto della distanza? Qui i.pareri sono divisi. Chi ritiene che'il suo Giro di Francia — almeno come uno dei leaders della classifica generale — finirà tra l'Aulnque e II Tourmalet; chi invece giura che egli si dimostrerà tanto forte sulle montagne come è accorto e pronto in pianura e all'entrala del velodromi. Dicono qui: • Anche suo fratello Henry è un tipo lungo e sottile che pareva non dovesse sopportare le aspre fatiche del Pirenei e delle Alpi. Ma quando et st trovò, seppe dire il latto suo e prima della guerra terminò Il giro secondo nella classifica generale, a meno di due minuti dal vincitore Thys, e nove anni dopo era primo a Parigi, dopo avere stroncato Ottavio Boltecchla sull'aspro Izoard. Perchè anche Charles non dovrebbe essere maturo per un'Impresa del genere? Egli si è irrobustito e potrà salire i Pirenei con la slessa souplesse del vostro Binda ». PtAbeMFnMbBcMlNlisaiir e Binda Già, qui ogni volle che aprono bocca o impugnano la sii'ograflca, ce l'hanno con l'Immediato confronto PellsslerBinda. Hanno meno in piedi un duel lo Pellssler-Bindfi che esiste soltanto nella loro Immaginazione. Può darsi che nel clan francese si veda la lotta imperniata su •incstt due uomini, ma per conto di Binda e della nostra squa dra si deve dire che la cosa non It ri guarda. Non che ti campione d'UalU' stimi ti valore il Pellssler al di sotti, di quello che è, ma egli non st sofferma sull'episodio delle prime tappe, bensì pensa al complesso della competizione e alle resistenze che lui e l suoi com paghi potranno trovare quando la corsa entrerà nella sua fase decisiva. La calma e la ponderazione, è nolo, sono le qualità che distinguono Binda; mal come in Questi giorni dobbiamo essere lieti che Alfredo sta quel tipo riflessivo che in Italia tante discussioni ha sollevalo. Binda sente l'importanza della posta e nulla fa che possa neppure per un momento sviarlo dalla linea di condotta tracciatasi, quando decise di venire qui e che In questi giorni ha rafforzato con la conoscenza dell'ambiente e degli avversari e con la certezza che anche t suoi compagni sono animati del migliori propositi. La nostra squadra, sebbene mutilata di Bellonl che stasera esprimeva propositi di ritiro, è più che mal ferma In un atteggiamento che non può che onorare lo sport italiano. VITTORIO VARALE. l