Uno storico del Cristianesimo

Uno storico del Cristianesimo Uno storico del Cristianesimo , di j- £ .Dopo Baur, dopo.Bui», di.fianco ja Teodoro Mommsen, del quale fu collega all'Università di Berlino, Harnack, spentosi testò ottantenne, ha senza dubbio sufficienti titoli per essere annoverato fra i grandi storici dell'età nostra. Da un quarantennio egli dominava da maestro sul terreno della indagine critica consacrata alle origini cristiane. Son di ieri le ultime manifestazioni della sua indefessa capacità di lavoro, della sua inesauribile virtù di suscitatore di energie, della sua squisita attitudine all'organizzazione della ricerca scientifica. Quando nel 1911, per celebrare il sessantesimo genetliaco dell'Harnack, Max Chrisblief volle compilare una rassegna della sua produzione storico-letteraria, mise insieme un volume di un centinaio di pagine, attraverso le quali si poteva agevolmente constatare come non ci fosse problema della storia cristiana, dalle origini neo-testamentarie al modernismo, che non avesse sollecitato la curiosità penetrante e la chiarificazione incisiva del docente di storia delLa chiesa della Università di Berlino. Da allora ad oggi l'operosità di Adolfo Harnack non si era svolta più col medesimo fervido ritmo. Le eorti oscure della patria germanica si ripercossero sull'attività e sulla esperienza intima dello studioso, che può darsi abbia lasciato fra i suoi manoscritti la formolazione delle sue delusioni e delle sue nuove speranze. Ma appartiene ad ogni modo al dopo guerra quella magistrale monografia su Maroione, nella quale la figura dell'enigmatico eretico del Ponto, che già a mezzo il secondo secolo si levava, implacabile, contro le degenerazioni del cristianesimo ecclesiastico, è illuminata con una copia di dati e di interpretazioni di cui non si potrebbe immaginare altra più ricca. Ventiduenne a pena, nel 1873, A. Harnack si piazzava fra gli storici del cristianesimo antico con una monografia sottile sul più oscuro prò hlema letterario attinente al pensiero cristiano nel secondo secolo: il problema delle fonti ecclesiastiche sullo gnosticismo. Il giovane critico si imponeva di colpo alla considera, rione della scienza ufficiale: il Li psius doveva immediatamente scen dere a contendere con lui. Da allora diviene arduo seguire l'attività formidabile dello studioso. Ma ci sono opere sue poderose che hanno segnato altrettante tappe nel movimento ascensionale della storia critica contemporanea del oristianesimo antico. La grande Storia dei Dogmi, la monumentale Storia dell'antica letteratura cristiana, la Missione e la diffusione del Cristianesimo nei primi tre secoli, i Contributi critici intro. duttivi ai libri del Nuovo Testa mento, rappresentano saggi tra i più rimarchevoli e i più nutriti tra quanti abbiano, nell'ultimo quarantennio, "mirato alla ricostruzione storicadello sviluppo concettuale e disciplinare del cristianesimo. Le posizioni harnackiane non han no costituito, lo si intuisce, momen ti definitivi e stazioni di arrivo. Co me in tutti gli altri campi dello sci bile, la scienza contemporanea è in perenne movimento anche nella zona della critica religiosa. Alla visione del processo «ellenizzate-re» del messaggio evangelico, patrocinata con così larga genialità dall'Harnack nella sua Dogmengeschichte, è succeduta, per opera specialmente del Bousset e del Keitzenstein, la visione di un più vasto processo di « orientalizzazione ». Alla esegesi strettamente filologica-letteraria dei « Beitrage zur Einloitung in das Neue Testament » si è sostituita la « formgeschichbliche Schule ». Non sono ne pure le valutazioni sintetiche harnackiane del dramma di Agostino e del grande fatto rappresentato' dal monachismo, che si salvano dalla revisione del Wundt e dello Zepf, del Noie e del Griitzmachen. Ma^ all'attivo, non svalutabile, di Adolfo Harnack rimarranno le grandiose iniziative scientifiche che hanno raccolto, sotto là sua guida, il lavoro critico-religioso delle ultime generazioni universitarie tedesche: la raccolta dei Testi e Studi, la collezione berlinese degli scrittori cristiani greci dei primi tre secoli, la Theologische Literaturzeilung, l'edizione dei Padri apostolici. Ma il professore e il bibliotecario che si è spento testé a Berlino non è stato solamente un esploratore instancabile delle origini cristiane. E' stato anche un teologo e un interprete originale della tradizione luterana. Può darsi che sia qui l'aspetto più caduco della sua attività e della sua produzione. Ma, anche se così fosse, l'aspetto non merita meno per questo di essere segnalato e ricordato. Nel semestre estivo del 1900 il prof. Harnack (Guglielmo II non l'aveva ancora insignito di un titolo nobiliare) raccoglieva intorno alla sua cattedra tutta la scolaresca dell'università berlinese, accorsa ad ascoltare la sua parola sul piti stimolante quesito della religiosità contemporanea: l'essenza del cristianesimo. Le conferenze sortirono un successo strepitoso, non solamente fra il pubblico studentesco che si andò assiepando sempre più fitto intorno alla cattedra del docente, bensì anche in mezzo al più vasto pubblico tedesco ed europeo. Centomila copie del volume esitate in pochi mesi: dieci traduzioni in lingue straniere. La riduzione del messaggio cristiano alla fede in Dio Padre, alla celebrazione dello spirito, alla legge dell'amore, non rappresentava la sua interpretazione più consona all'epoca della critica kantiana e della libertà assoluta? Allora un modesto abbate parigino insorse a dimostrare che era una palmare contravvenzione^ al me todo storico pretendere Hi circoscii yere il successo primitivo della predi ^ss^j^^óFM^m^t edca desi astica e ripudiando quanto di .essa appariva inaccettabile ad una jcoscien^ rifonnata moderna. Har- nack rispose sdegnosamente, domandosi se fosse il latino che non capiva il germanico o il cattolico che non capiva il protestante. A tre lustri di distanza l'incomprensione insanabile tra latinità e germanesimo doveva scoppiare in un conflitto risolutivo ben più formidabile che il duello astratto di due studiosi di storia religiosa. Oggi, dopo che la guerra ha scavato di fronte al passato un solco immane su cui non biondeggia ancora la nuova messe, il facile ottimismo harnackiano appare cosa d'altri tempi e di altre generazioni. La filosofia religiosa di RodolFo Otto, la k teologia della crisi » di Carlo Bartz, imprimono alle manifestazioni più recenti della religiosità germanica, un'andatura che probabilmente non è più tanto difforme dalle tradizioni, dalle esperienze e dalle aspirazioni del cristianesimo latino. Ex hoste, tropaeal GIULIO DOLCI.

Persone citate: Adolfo Harnack, Bartz, Baur, Guglielmo Ii, Max Chrisblief, Teodoro Mommsen

Luoghi citati: Berlino