L'American Day

L'American Day L'American Day Domani ricorre la festa nazionale degli Stati Uniti, l'anniversario dell' Indipendenza americana. Dalla guerra in poi, anzi, dal 1917 in poi, il 4 luglio è venuto di moda anche in Europa sopra tutto per merito dei francesi, i quali "hanno scoperto l'America con un. po' di ritardo su Cristoforo Colombo: l'hanno scoperta, infatti, soltanto il giorno in cui gli Stati Uniti sono entrati in guerra contro la Germania. Festa pacifica, quella del 4 luglio: celebrazione del lavoro, della ricchezza, della pace americana. In tutti gli Stati Uniti l'anniversario deW'Indipendenza nazionale viene festeggiato non già con parate militari, fanfare, squilli e rulli di tamburo, come avviene in Francia il 14 luglio per la festa nazionale francese, ma con manifestazioni di carattere pacifico: di quel particolare carattere, intendiamoci, che accompagna in America ogni manifestazione dello spirito di pace. Ma in Francia, ogni anno, la celebrazione della festa nazionale americana assume un carattere militaresco del tutto arbitrario, in aperto contrasto con la natura della potenza e della civiltà degli Stati Uniti, e col significato che alla ricorrenza del 4 luglio vien dato, in America, dagli stessi americani. Il francese, popolo dalle grandi tradizioni militari, vede ogni cosa sotto l'aspetto guerresco: ogni anno, il 4 luglio, i parigini assistono a una « grande parata» in onore dell'American Day, il Governatore militare di Parigi pronunzia un discorso dal timbro metallico, in lode del generale Lafayette (che sarebbe il Cristoforo Colombo della Francia guerriera, spirituelle e antibritannica) e l'Ame rican Legion sfila per i Campi Elisi, al rullo dei tamburi. Uno spettacolo di forza, insomma, dedicato a Marte, non al Dio della pace, una festa di carattere guerresco che non ha nessuna parentela col significato che in America si vuol attribuire alle cerimonie del 4 luglio. Gli Siati Uniti non debbono la loro attuale formidabile potenza nel mondo a una lunga tradizione di guerre e di vittorie, ma a una tradizione di lavoro, di produzione, al genio e alia tenacia di milioni di operai e di contadini, che sono veri creatori della prosperità americana, e perciò della potenza degli Stati Uniti. La storia della ferrovia del Pacifico è più ricca di gloria, è più ricca di esempi di valore, di sa orificio, di abnegazione, che non la storia della guerriglia contro gli inglesi per l'Indipendenza, o della guerra fra nord e sud. Il 4 luglio è festa del lavoro e della produzione, dunque, non festa delle armi. La statua della Libertà americana non è incoronata della gloria delle battaglie. A che avrebbe giovato l'indipendenza conquistata col sangue, se il popolo americano non avesse poi saputo imporre a se stesso e al mondo lo splendido destino della sua civiltà, non corrusca d'armi, bensì ricca d'opere e di realtà? Il senso della civiltà americana, la sua importanza morale, il prestigio di cui gode nel mondo, la formidabile potenza di attrazione e di suggestione che essa esercita su tutti i popoli, non derivano da una tradizione di guerre, non sono il risultato di una serie ininterrotta, per secoli, d'imprese militari. Ma derivano dalla, immensa forza morale che la potenza fondata sul lavoro costituisce nella vita moderna. Quella che gli Stati Uniti celebrano il 4 luglio è anche, in' parte, una festa del lavoro italiano; poiché tra i creatori della ricchezza, e perciò ideila potenza americana, non bisogna dimenticare i milioni di lavoratori italiani, che hanno recato nel nuovo mondo le secolari tradizioni di tenacia, di sacrificio, di onestà e di sobrietà, altissimi titoli d'onore degli italiani di, tutti i tempi. Ogni anno, nella ricorrenza dell'American Day, il Governatore Militare di Parigi glorifica l'Indipendenza degli Stati Uniti pronunciando l'elogio del Generale Lafayette, che per la libertà americana e, soprattutto, per gli interessi antibritannici della Monarchia di Francia, combattè sulle rive dell'Hudson contro gli inglesi. Le note della Marsigliese e della Sambre et Mense risuonano sotto l'Arco dii Trionfo dei Campi .Elisi, e il vento della Senna entra come un fiume sonoro nelle pieghe della bandiera stellata. Ma il popolo italiano, che oltre 1 morti del Carso ha dato alla libertà <l'Europa, nella grande guerra, gli innumerevoli emigranti italiani arruolati nell'esercito degli Stati Uniti e caduti combattendo sui campi di Francia, ha un altro modo, più nobile e più umano, di glorificare l'anniversario dell'indipendenza del popolo d'America. Non già con le « grandi parate », con l'esibizione jd'armi e d'armati, col rullo dei tamburi e gli squilli delle fanfare; ma col ricordo, vivo nel tempo e nei cuori, del contributo del lavoro italiano alla prosperità e alla potenza degli Stati Uniti, alla causa della civiltà e dell'umanità. La spada di Lafayette non vale il sudore di milioni d'emigranti italiani. Qui consiste la differenza profonda tra la civiltà nostra e quella degli altri popoli. Gli italiani non si battono certo con minor valore di qualunque altra Nazione. Ma la gloria del lavoro italiano vince nei secoli ogni altra gloria. Il nostro popolo sa egualmente lavorare e combattere: lavora alle opere della civiltà, combatte per difenderle quando siano minacciate. Il nostro destino di Nazione è di creare le opere di civiltà e di difenderle, non mai di minacciarle. Mirabile destino, che stabilisce fra l'Italia e l'America legami ben più saldi, intimi e profondi, di quelli stretti sui campi di battaglia, nella guerra contro gli Imperi Centrali, fra i soldati degli Stati Uniti e i soldati di qualunque altro esercito dell'Intesa. Poiché gli italiani e gli americani che s'incontravano in trincea durante gli anni di «angue, si riconoscevano fratelli nello spirito di pace e nell'altissima solidarietà dell'officina, partecipi egualmente di quella particolare, umanissima civiltà, fondata sul lavoro e sul generoso amore della vita. CURZIO MALAPARTE.

Persone citate: Cristoforo Colombo, Festa, Mirabile