Un altro bambino fulminato dalla corrente elettrica

Un altro bambino fulminato dalla corrente elettrica Un altro bambino fulminato dalla corrente elettrica Pietoso tentativo di salvataggio: una ragazzina di nove anni cerca di salvare il fanc iullo calandosi da una tettoia Nelle prime ore del pomeriggio di ieri, una grave sciagura ha gettato nel lutto una famiglia di operai: un bimbo di otto anni è stato fulminato daMa corrente elettrica. Al piano terreno dello stabile situato in via Guastalla n. 7. la famiglia del collaudatoré elettricista Bruno Mazzuccato occupa alcuni locali ad uso di abitazione. Questi locaLi, posti in un'ala di costruzione che delimita il cortile principale dello stabile, si aprono, sul loro retro, su un secondo cortiletto, completamente chiuso da un basso muro, posto al filo del marciapiede di corso San Maurizio. La famigliola del Mazzuccato, coimposta della giovane moglie Luigia Zupel in Mazzuccato e di due figlioli, Vittorio di anni etto e Luciano di anni cinque, dopo aver consumato il pasto meridi-a.no, era uscita dalla propria abitazione, peir recarsi presso i genitori della Luigia Zupel, 1 qua.ll occupano, con alcuni figli, un piccolo appartamento prossimo al primo nello stesso stabile. In oasa era ritornato, dopo qualche tempo, ili maggiore dei due bimbi, il Vittorio, al quale era stato affidato il compito di ripulire alcune stoviglie ed alcune posate che erano servite per il pasto. Un grido d'allarma Rientrato, ed iniziata la soia domestica fatica, il bimbo, nella certezza che i genitori si sarebbero attardati assai dai nonni, l'interrompeva poco dopo, per trastullarsi con alcuni arnesi capitatigli sottomano. I nonni e i genitori, dall'alloggio attìguo, infatti, l'hanno sentito far rumore, come se egli smuovesse vigorosamente delle seggiole, vi salisse e vi scendesse correndo, e sbatacchiasse oggetti di me tallo. Il nonno però, ad un tratto, udi un grido, soffocato, giungere dalla ca mera ove si trovava il bimbo, e riconobbe la voce del piccolo Vittorio. Ma non vi fece gran caso; conoscendo l'esuberanza del nipotino, curioso di tutto e assai inquieto, pensò che questi, approfittando dell'assenza dei genitori, stessi commettendo una qualche marachella. Da uomo indulgente, preferì non rilevare subito il fatto, proponendosi, poi, di chiederne ragione ail nipotino e, se fosse stato il caso, dà fargli la dovuta ramanzina. Dopo qualche tempo, però, non udendo più alcun rumore, si impensierì e si affacciò ad una finestra, prospiciente sul cortiletto al quale sopra abbiamo accennato, per osservare se qualche cosa di anovm-alie ivi stesse accadendo. Nel cortile, steso a terra, egli scorse 11 piccolo Vittorio, quasi raggomitolato su se stesso. Egli chiamò il nipotino, ad alta voce, ripetutamente, ma quest'ultimo non rispose. Era possibile ohe dormisse cosi profondamente da non udire i richiami? Allarmatosi, il nonno, senza dire alcunché al famigliari, usci dal suo appartamento, per andare a constatare di persona l'accaduto. Ma la sua apprensione trovò maggior ragione di essere, quando constatò che la porta d'ingresso- degl'alloggio della Agita- era chiusa Internamente, cosicché impossibile riusciva introdursi da quella parte. Ritornò sui suol passi, chiamò a sé una figliola di nove anni, di nome Rina, con essa usci per via Guastalla e si recò presso il muretto del c cortiilie interno, che, come abbiamo detto, è posto sul corso San Maurizio. E poiché il muretto era assai basso, quindi facilmente valicabile, egli issò sulla cresta la figliola e l'aiutò a discendere dall'altra parte. La piccola zia, non ha infatti che poco più di un anno del Vittorio, corse presso 11 nipotino, lo chiamò, lo scosse, e tornò presso il muretto, per comunicare al nonno che il bimbo, inerte, non rispondeva, pareva svenuto e stringeva strettamente un portalampade congiunto ad un filo della coiTarute elettrica. Il nonno, preoccupatissi.mo, nonostante le parecchie primavere che gli pesavano sulle spalle, raccolse tutte le sue forze e saltò, a sua volta, ne-M'int-firno del cortile. Intuì, al primo sguardo, quel che era avvenuto, e raccolse fra le braccia il Vittorio, invocando aiuto. Una scena straziante La scena seguitane è facilmente immaginabile. L'angoscia e la disperazione invasero i nonni e ì genitori, che non riuscivano a capacitarsi della sventura loro toccata. Trasportato all'Ospedale Sa,n Giovanni, il bimbo riceveva le cure affettuose dei medici di servizio, i quali però, dopo avergli invano praticata la respirazione artificiale, non potevano far altro che constatarne la morte. Il fatto venne In seguito cosi rico strutto: Il bimbo, mentre stava ripulendo le stoviglie, scorse un portalampade unito ad un lungo filo, che serviva alla famigliola per trasmetterà l'illuminazione elettrica dall'alloggio al conile, ove alcune volte, la famigliola si radunava a consumare il pasto serale all'aperto. Il Vi-worio volle torse constatare quali effetti producesse la corrente elettrica nel portalampade, quando ne fosse asportata la lampadina. Imitando allora quanto aveva visto compiere dal babbo suo, infilò la spina nella presa, distese il filo per la camera fino al cortile, quindi, con le mani ancora bagnate, cominciò a smontare il portalampade. Sia per l'umidità, che ha facilitato la conduzione dell'energia, sia perchè nelle ore meridiane l'energia è più intensa, per la sosta degli stabilimenti industriali, la scossa elettrica che pervase il corpo del bimbo fu tale da produrgli la morte -immediata per fulminazione, mentre,la mano destra del bimbo, per le gravissime ustioni, si trasformava in una sola piaga. rtl

Persone citate: Bruno Mazzuccato, Mazzuccato