Due avvelenatrici alle Assise I Livorno

Due avvelenatrici alle Assise I Livorno Due avvelenatrici alle Assise I Livorno Fosca storia di filtri e di gelosie Livorno, 30 notte. Questi mattina alla Corte di Assise Si è iniziato il processo contro corte Maria Hocchi, d'unni 40, e Caterina Bardi, di anni 34, da Piombino, colpevoli di omicidio mediante avvelenamento. Sii 32 marzo dello scorso anno certa Cecilia Sozzi maritata Carrara, di anni 50, già infermiera all'Ospedale di Piombino, mentre'nelle prime ore del pomeriggio passava nella via Galilei insieme con una sua figlia, cadeva improvvisamente a terra colpita da malore. Trasportata nella vicina abitazione di un medico, la Sozzi manifestò subito il dubbio di essere stata avvelenata dall'amante idei marito; e, trasferita all'ospedale, poco prima di .spirare, ripeteva l'accusa aggiungendo di •essersi recata in una casa è di avere ' jquivi Ijevuto del caffè. jlniziate le indagini si stabili die il Luigi Carrara, marito della Gozzi, un giorno si era recato a fare dei lavori nella bottega die certa Maria Rocchi aveva aperto con denari in parte di sua proprietà e in parte fornitile da icerto Francesco Vatteroni, che con lei (conviveva. Fra il Carrara e la Rocchi bì strinse ima Telamone amorosa Che fini col venire a conoscenza della SozZi. Si ebbero. In conseguenza dì ciò, non pochi litigi che sboccarono anche in querelo giudiziarie. Fu accertato inoltre che alla Sozzi, chiamata in casa dalla Bardi per farle una iniezione, era stata offerta una tazza di caffè. Stricnina e limatura di piombo ™" (Venne sequestrata la tazzina che aveva contenuto la bevanda, una fialetta rimasta per le iniezioni e una busta che aveva contenuto della stricnina; le, in seguito, si procedette all'arresto della Rocchi, della Bardi e del Carrara. I tre furono sottoposti a stringenti àntemogatori ed infine la 'Bardi dichiarò di avere posto nel caffè della Soz.zi luna polverina che per altro doveva soltanto agire come filtro per stornare della mente della Sozzi pensieri ostili nei riguardi della Rocchi. La Rocchi tìal canto suo aggiunse che la polverina era stata fornita alla Bardi' appunto come filtro e non come veleno. Quest'ultima però ammise, In un secondo tempo, di essere, a conoscenza Khe la polverina avrebbe dovuto avvelenare lentamente e fare morire senza sospetti di sorta la Sozzi. Tale sosta lisa fu propinata alla disgraziata per (istigazione della Rocchi, che intendeva (arsi sposare dal Luigi Carrara. La Etessa Rocchi era presente, nascosta nella casa della Bardi, quando questa (offri il caffè. Fu stabilito inoltre che Bi trattava di stricnina fornita da un (infermiere dell'Ospedale a cui fu richiesta per usarla contro i topi. Efitettuato un confronto fra la Rocchi e Ha 'Bardi, la prima negò quanto affermava la seconda, ma finalmente, stret|ta da contestazioni, dovette confessare di avere consegnato alla Bardi la stricnina. Questo delitto fece sorgere di sospetto che un precedente amante della Rocchi, certo Francesco Vatteroni, fosse stato avvelenato da lei. Si procedette all' esumazione e all' autopsia del cadavere; durante le indagini fu stabilito che tale Arnaldo Modi!, a richiesta della Rocchi, le aveva ifornito della limatura di piombo. Le perizie chimiche determinarono che al rVatteroni, dopo essere stata propinata della limatura di piombo che poteva produrre 'un lento intossicamento ma non la morte, si era somministrato successivamente del mercurio. Contestatole questo secondo delitto, la Roc¬ chi negf. La Seàbne d'accusa, mentre proscioglieva il Luigi Carrara, riteneva la Bocchi colpevole dell'uccisione del Vatrteroni, e, insieme alla Bardi, colpevole dell'uccisione della Sozzi. La Rocchi, che, nelle carceri di Livorno, si abbandonò a delle stranezze, fu internata in osservazione nel Manicomio di Aversa, da dove i medici l'hanno rimandata definendola una simulatrice. Per, -allontanare la rivale dall'amante Il presidente, dopo avere narrato i tfatti* ha proceduto all' interrogatorio della Rocchi. La donna parla con voce bassa e inintelligibile ; dice che la stricnina se la procurò soltanto per [uccidere i topi', non per sopprimere la moglie del suo amante; neg^ di aver combinato il delitto con la Bardi e di essere stata nascosta dietro le cortine di un letto nella camera dove alla iSozzi fu offerto il caffè avvelenato ; per la morte dei Vatteroni protesta ancora la propria innocenza. Il presidente legge quindi il verbale del confronto avvenuto durante la istruttoria fra la Rocchi e la Bardi. Altre contestazioni vengono mosse all'imputata dal P. M. L'udienza quindi £ sospesa. iNell'udienza pomeridiana la Rocchi fe chiamata nuovamente e le viene chiesto se ha nulla da aggiungere alle dichiarazioni rese stamane, ed essa ne approfitta per uscire in una affermazione scandalosa al riguardo della Sozzi. Le figlie della vittima, costituitesi iP. C, urlano e scoppiano in lacrime. L'imputata afferma quindi di essere stata continuamente perseguitata dalla Sozzi e che, in conseguenza di ciò, venne nella determinazione di sopprimerla. Si passa poi all'interrogatorio della Bardi, la quale dice di avere conosciuta la Rocchi nei luglio 19!38 e di avere stretto relazioni amichevoli. Siccome non si sentiva troppo bene e aveva bisogno di orna cura a base di iniezioni, la Bocchi le indicò la Sozzi La Rocchi le disse un giorno che le avrebbe data una cartina da mettere nel caffè da offrire alla Sozzi. La poi iverina non era che una sostanza innocua, capace solo di indurre chi la ingeriva ad allontanarsi dal marito. DI presidente contesta all'accusata che tìn istruttoria ha detto di sapere trattarsi di sostanza capace di procurare malattia e morte entro tre mesi. Il Presidente muove altre contestazioni all'imputata la quale afferma che si decise a riconoscersi colpevole soltanto perchè la Rocchi dal carcere de scrisse che, così facendo sarebbe rifulsa la sua innocenza. Dagli scritti della Bardi di cui il Presidente dà lettura si rilevano cose interessanti circa la preparazione del delitto. L'avv. Cozzalini chiede all'imputata chi mise la polverina nel caffè che venne bevuto dalla vittima. L'imputa-, ta risponde che fu la Hocchi; questa protesta vivacemente accusando a sua volta la Bardi. Il Presidente dà lettura dei verbali di iuterrogutorl subiti dolila Bardi £ dopo altre contestazioni mosse all'imputata della P. C„ si procede alla escussione dei testi, it Corri subito, la mamma muore » Maria e Ambrogio 1 Vatteroni fanno deposizioni prive di importanza. Ada Carrara, figlia dell'uccisa, era in casa quando rientrò la madre di ritorno dalla casa della Bardi. La Sozzi le disse d! aver bevuto dall'accusata una tazzina di caffè che le era apparso molto amaro, ipoi prese per mano la figlia Nora e uscì. Poco dopo la bambina tornò a casa trafelata gridando: « Corri subito perchè la mamma muore t La teste- si recò presso la madre dalla .quale apprese die temeva di essene stata avvelenata dall'amante di suo marito. ( Carrara Bda, sordlla. della precedente testimone, ripete'su per giù le stesse dichiarazioni. Il dott. Giuseppe Nardi, medico di Piombino, che accolse nella propria casa la Sozzi, le praticò le prime cure e-si accorse subito che la donna presentava fenomeni derivanti da ingestione di stricnina. Il dott. Mario Xognetti, medico chirurgo dell'ospedale di Piombino e.Vihe anche egli a rilevare gli effetti ilei veleno. Giovanni Badanelli, farmacista di Piombino, vendè alla Rocchi la stricnina dietro presentazione di regolare ricetta. Depongono quiudi altri testimoni di secondaria importanza. Infine certa Velia Palletta, assistente ostètrica all'ospedale di Piombino, dichiara che, incaricata dalla Bocchi, ottenne da un medico, di Piombino la ricetta por l'acquisto della stricnina che, secondo le fu detto dalla Rocchi stessa, doveva servire" per preparare una pasta per uccidere, i toni. L'udienza è quindi tolta e rinviata a domani.

Luoghi citati: Aversa, Carrara, Livorno, Piombino