I risultati della Conferenza nelle dichiarazioni dei tre Ministri

I risultati della Conferenza nelle dichiarazioni dei tre Ministri LA PICCOLA INTESA I risultati della Conferenza nelle dichiarazioni dei tre Ministri (Dal nostro inviato) Strbfce Pleso, 27 notte. E anche questa Conferenza delia Piccola Intesa è finita; i lavori sono stali chiusi stamane dopo una sedu la non. troppo lunga, alla quale iva tenuto dietro una colazione offerta dalla signora Jìcnes e dal dottor Benes alle Delegazioni alleale e ai giornalisti. Il comunicato ufficiale Il comunicalo ufficiale dice: « All'inizio dell'ultima sechila, i ministri Mironescu e Benes hanno comunicato la firma avvenuta stamane nel trattato di commercio tra a Romania e la Cecoslovacchia. E' stata quindi prosejrtiita e terminataa discussione sull'applicazione degli accordi dell'Aja e d'i Parigi. I Ministri hanno preso le decisioni necessarie per una azione in comune delle tre Potenze in tutte le questioni riferontisi all'organizzazione e al funzionamento delle istituzioni previste dagli accordi suddetti. Essi hanno esaminata quindi la situazione economica, generate, constatando che esiste attualmente una endenza generale, specialmente in Europa, per arrivare art una migliore organizzazione di collfiborazione economica. I tre rappresentanti dela Piccola Intesa si sono scambiati reciproci punti di vista sui modi n cui potrebbe realizzarsi il più rapidamente possibile tale collaborazione. Dopo aver' risolto le questioni che si riferiscono alla prossima assemblea della Società delle Nazioni, i Ministri hanno iniziato nfine la discussione sull'accordo complementare relativo agli statuti della Piccola Intesa e si sono accordati sul testo che sarà firmato oggi stesso ». Notevole è il maggior rilievo che n questo comunicato si è dato alle questioni economiche, pur senza abbandonare il solito frasario convenzionale dei bollettini del genere. Ma a conferma che i problemi economici hanno costituito la parte principale di tutte le conversazioni dei giorni scorsi la si e avuta dalle dichiarazioni che nel pomeriggio Mironescu, Marinkovic e Benes hanno atto ai rappresentanti della stampa. Orando il Ministro degli Esteri romeno si è detto pronto a rispondere ai primi quesiti, si è potuto per un istante credere che i giornalisti, informatissimi in maleria, non avessero bisogno di nessuna spiegazione complementare. Tuttavia questa incertezza era un effetto della particolare composizione degli uditori, per quattro quini scrittori czecoslovacchi, jugoslavi e romeni, mentre i pochi inviai speciali della slampa tedesca, ungherese i e italiana hanno pensato che, iniziando un interrogatorio, avrebbero assunto un atteggiamento di giudici indiscreti. Necessità di intese economiche Mironescu ha dovuto quindi rispondere a una sola domanda, ingenerala dal dubbio che la Conferenza si sia occupata di argomenti troppo eterogenei. Il Ministro degli Esteri romeno ha sostenuto di no, obiettando che fra lutle le questioni esaminate esiste -un intimo vesso organico. Ad esempio, se si vuole lavorare nelVintcrc&se del piano del regime federale proposto da Briand per l'Europa, occorre partire da una intesa fra i popoli basala sulla garanzia che gli accordi internazionali vigenti saranno rispettai. Bisogna inoltre realizzare intese economiche {obbiettivo che qui ha formato oggetto di particolare studio) e infine rafforzare l'organismo stesso della Piccola Intesa. Tae rafforzamento è stato ora ottenno dando all'alleanza uno stato che prima non aveva. In una parola, si ratta di rinforzare l'intesa politica con una economica. Alla domanda se l'Ungheria, paese confinante con i tre Slati alleati, potrà collaborare con essi e-in qual modo, Mironescu ha risposto in forma evasiva, dicendo all'incirca che occherà all'Ungheria dirlo, comunque egli ha ancora una volta insistito sulla opportunità di intendersi sul terreno economico. La collaborazione agraria E' stalo poi il turno di. Marinckovic. Il Ministro degli Èsteri jugoslavo era in vena e quindi ha parato con molto brio ed a tratti con eggero sarcasmo, riscuotendo gli applausi dell'uditorio. Con chiare espressioni, Marinkovic, incitato da analoga domanda, ha premesso che attribuire a lui e ai suoi colleghi il proposito di formare un blocco agrario è inesatto; dicendo blocco agrario, volere o no si implica una idea di lotta, mentre nel caso specifico si pensa soltanto a garantire una collaborazione. Le vicende della produzione agricola mondiale durante la guerra e nel dopoguerra sono stale da lui riassunte con brevità e chiarezza, per venire alla conclusione che gli Siali 'rimasti neutrali e i paesi i quali parteciparono alla guerra solo mediante l'invio di ruppe, come l'America, hanno finio in questo campo di trovarsi in una situazioni di privilegio. Marinfiovic ha poi apertamente dato un primo attacco alla clausoa della nazione più favorita, accennando all'influenza da essa esercitata sull'economia dei paesi agrari; come altra volta dicemmo, la Clausola della nazione più favorita è stata finora l'ostacolo principale alla realizzazione fra JugoslaviaRomania e Czecoslovacchia di accordi economici, giacché qualunque facilitazione reciproca dovrebbe subito essere estesa ad altri Stati al di fuori dell'alleanza. Comunque — ha proseguito il Ministro — gli Stali colpiti debbono ora uscire dalla scabrosa situazione organizzandosi. Cosa significhi concorrenza per tutti oramai lo si è visto, sicché bisogna mutare tatticaQuale la mèta da raggiungere? Escogitare un sistema che permeila di favorire gli Slati agrarii, senza imporre agli Slati industriali ddanneggiare la loro agricoltura. In altri termini — aggiungiamo noi — si tratta di trovare il mezzo che permetta alla Cecoslovacchia, paese ad economia mista, agraria e industria le, di venire in aiuto della Jugoslavia e della Romania, paesi ad eco nomia prevalentemente agraria; se la situazione politica interna della Cecoslovacchia sia matura per tanto è altro affare, dato che agrari e industriali domandano compensi ad una voce. Marinkovic ha detto all'indirizzo degli industriali alcune frasi che dimostrano il vivo interesse dedicato al problema; egli ha- fatto notare che se nei paesi industriali si deplora la disoccupazione, ciò è dovuto alla circostanza che nei paesagrari, la classe lavoratrice e produttrice colpita dalla crisi può acquistare e consumare meno. Il guaio è che purtroppo nemmeno gli industriali sono disposti a riconoscere subito gli interessi che vanno definiti indiretti, e perciò speranze che da quella parte gli vengano aiutiMarinkovic non deve averne di molte. Prima di cedere la parola a Benesìl Ministro degli Esteri jugoslavo ha dichiarato che gli Stali agrarii hanno da prendere l'iniziativa, mettendosi alla ricerca id una soluzione. Il disarmo secondo Benes Tutte le domande erano state riservate per Benes, un po' per interesse destato dalla tua personalitàun po' perchè, parlando egli per ultimo, poteva integrare il pensiero di Mironescu e di Marinkovic. I troppi 'quesiti rivestono però'' in.', s}miU riunioni vàtò're-" e sighi'jfeatd puramente accad&rttici. Di concreto nelle risposte di Benes (il quale non ha perso nulla della sua vivacità e agilità) non vi è che quanto'quriassumo. Lo statuto della Piccola Intesa diventato perfetto a*Strbske Pleso, rappresenta una codiftcazi-ìne delle consuetudini finora" osservate dall'alleanza in occasione deconvegni; naturalmente esso verrà comunicato al segretario della Società delle Nazioni, però non va affatto interpretalo come un nuovo accordo tripartito di carattere politico. ' La clausola della Nazione più favorita Alla domanda da me rivoltagli in qual modo si intenda per l'avvenire sfuggire alle conseguenze della clausola della nazione più favorita, egli ha risposto: — Siamo di fronte a un problema molto vasto, di portata inumazionale; la clausola ha dovunque partigiani e avversari, ma negli ultimi tempi perfino dei sostenitori accaniti si sono ricreduti per chiedersi se poi essa non eserciti una influenza diversa da quella sperata. Formulare ipotesi circa quella die potrà essere la soluzione finale, oggi non ,è possibile; una sola cosa oggi è fuori dubbio— ha dichiarato Benes, — e cioè, se si vuole giungere a risultati con-crcti, una buona volta occorrerà decidersi a mettere la questione sul tappeto. Sul punto del disarmo, egli ha dovuto fare delle riserve; in linea di principio, la Piccola Intesa è favorevole ad abbinare il disarmo navale a quello terrestre, però questo problema, oltre al politico e militare, ha anche aspetti economici, dovuti soprattutto alle ripercussioni per l'industria (non si dimentichi che l'industria bellica czecoslovaccalegata alla francese mediante la ditta Schneider-Creuzot, impiega ingentissimi capitali e diesine di migliaia di operai); sarà quindi necessario trovare una soluzione che tenga conto di tutti questi punti. Anclie nel concludere, Benes ha voluto, a nome suo e dei colleghi presenti, manifestarsi animato dà sereno ottimismo nel giudicare con uno sguardo complessivo la situatone europea, e ha ripetuto essere i cupi della Piccola Intesa convinti che la protesa gravità di certi episodii è frutto esclusivo delle esagerazioni di certa stampa. Ma quale? Mai come in questi casi ci tocca di rammaricarci della discrezione che serve ai Ministri responsabili per evitare più di un noioso chiarimento. Gli effetti del convegno terminato oggi si mostreranno — se gli accordi sono destinati ad essere fecondi— fra qualche tempo; stasera è ripartilo per Bucarest Mironescu, mentre Marinkovic, che deve andare a raggiungerlo, si tratterrà qui un giorno ancora. ITALO ZINOARELLI.