Briand consentirebbe con Grandi a trattare direttamente

Briand consentirebbe con Grandi a trattare direttamente I rapporti italo-francesi Briand consentirebbe con Grandi a trattare direttamente Parigi, 26 notte. Riferendosi al comunicato uscito ieri sera sulle dichiarazioni fatte da Briand 'alla Commissione degli Esteri del Secalo circa i rapporti franco-italiani, la « Liberté » scrive che le due principali questioni pendenti tra i due Paesi sono: quella dello statuto degli italiani di Tunisi quella concernente la frontiera della Tripolitania. La domanda del malia su tale argomento si appog g»* sul Patto di Londra (art. 13) V*o articolo è cosLconcepito: o i i a a i e a i a e a tvfdcadsnnvmru— nota la Liberté — si è mostrata una |ii Nel caso in cui Francia ed Inghilterra aumentassero i loro dominii coloniali africani a spese della Germania, queste due Potenze rico'rioscono in principio che l'Italia potrebbe chiedere equi compensi, in particolar modo nel regolamento a suo favore della questione concernente le frontiere delle colonie italiane dell'Eritrea, della Somalia, della Libia ». A termine del Trattato di Versailles (art. 118) la Germania ha rinunciato a tutti i territori che le appartenevano fuori della Germania e le sue colonie africane sono state spartite tra Francia e Inghilterra. In virtù dell'art. 13 del Patto di Londra, l'Italia, dunque, chiede i compensi che le erano stati promessi in principio. L'accordo è stato fatto tra Londra e Roma ed un accordo parziale fu realizzato pure tra Koma e Parigi per rettificare la frontiera tra la Tripolitania e la Tunisia; indi i negoziati tirarono per le lunghe e da parecchi anni non hanno potuto approdare. Che cosa chiede oggi l'Italia — continua il giornale — per regolare definitivamente la questione aperta dal Patto di Londra? Essa chiede che la frontiera franco-italiana attribuisca alla Tripolitania il massiccio montagnoso del Tibesti, che doveva tagliare la frontiera ideale in linea retta. Questo tracciato avrebbe per la Tripolitania il grande vantaggio di permettere di chiudere la 6ua frontiera alle incursioni delle tribù nomadi del deserto. In certi circoli coloniali francesi certa emozione per tale domanda dell'Italia. Si e perfino detto che era un aprire la via del lago Ciad. Dal lato italiano si risponde che qualche centinaio di chilometri del Sahara separano tuttora il Ciad dalla progettala frontiiera ». Il giornale quindi conclude: « 1 negoziati durano da parecchi anni tra Francia e Italia senza riuscire ad una soluzione: perchè? Non e qui nè il luogo nè il momento di cercare le responsabilità. Noi vogliamo- credere che la buona volontà sia stata eguale da un parte come dall'altra, ma oggi la, buona volontà non basta più; bisogna avere in volontà di riuscire, altrimenti la tensione tra i due popoli potrebbe diventare più acuta di giorno in giorno e ben presto pericolosa per la pace del mondo. II Ministro degli Ksteri italiano Grandi avrebbe proposto al Governo francese, per finirla al più presto e ne! modo più sicuro con tali irritanti questioni che si sono alla lunga avvelenate, di regolarle direttamente tra Governo e Governo. Noi crediamo, di sapere che Brinnd è oggi d'accordo su tale procedura, contrariamente a Ttianto si era creduto a Roma. Polche Briand ha dichiarato ieri alla Commissione senatoriale che il Governo frnncese ha il desiderio di giungere al più presto possibiUe a un accordo completo in una atmosfera di amichevole cordialità, sjVTiahio elio crii incidenti di que Rie ultime settimane non Mano ben presto che un brutto ricordo. S! dissi peranno così dei malintesi che hanno durato anche troppo. Francia ed Italia lavorerà nono utilmente per il consci da mento della nace europea. L'orizzonte f> carico eia abbastanza di nnbt dalla parte della frontiera orientale; è necessario che i popoli ieri alleati si sforzino con piena lealtà a con ampia cordialità a fare della nace promessa ti combattenti una realta vivente ». TI resto della stampa, occupata dalle vicende parlamentari, non dedica finora nessun commento interessnnte.nl presunto mutamento di rotta di Briand, nel senso di un abbandono della resistenza passiva alle proposte italiane.

Persone citate: Briand, Mano