La sfilata delle parti lese al processo Rean

La sfilata delle parti lese al processo Rean La sfilata delle parti lese al processo Rean Punti oscuri sul « cassiere fu ggiasco » •• Aspri giudizi sulla capacità tecnica dei due banchieri ■■ La signora Réan « anima della Banca » - L'offerta del clero per salvare l'Istituto Aosta, 24 notte. Quando si riapre l'udienza l'avv. l'aTinelli, patrono di l'arte civile per la massa falliuientare, Hiuiuncln di estendere la costituzióne di Parte Civile audio nei confronti del cassiere Cuazdel conte lìiucJuto Colano e deH'inipiegato della filiale di Yerré?, CavorstiiI.'avv. Caroli a sua volta comunica eh? il malore da cui è stala colla ierla signora Frassy permane, lilla mila tuttavia di poter presenziale all'udienza pomeridiana. li viene allu pedana Giovanni Credile l.each, lo scrittore americano residente ad Aosta die conseguo a Lorenzo Kean de: titoli per 3:i8 mila lire, senza pitriaverli. lì' un signore di tì- anni, tonilo, tarchiato, con capelli lietissimiDi anglo-sassone non ha die l'accentoUopo aver salutato romanamente iTribunale, racconta di aver incontrato nel dicembre 1927, a Torino, Lorenzo Rcan, il quale gli richiese un prestito di 330 mila lire. 11 banchiere raccontò die la somma gli occorreva per pochgiorni, sino a che avesse ottenuto iricavato della vendila di una casa a Roma. Il Greeblc obbieltO che gli erario giunte all'orecchie voci poco rassicuranti sulla Banca, e il Réaii rispose che tali voci erano infondate e calunniose; erano i suoi nemici clic le mettevano in giro. Fu cosi che egli sindusse a consegnargli dei titoli per 338 mila lire e il Reati, dandogliene ricevuta, s'impegnò per iscritto di restituirglieli entro il 30 dicembre. Questa data invece trascorse senza che iRéan restituisse la «.mima, malgrado tutte le sollecitazioni. Alle tergiversazioni del banchiere il Greeble rispose per lettera che « non intendeva essere canzonato » e che avrebbe fatto passi più energici per riavere il suo danaro— Che poi, nella sua bontà, non ha fatto — osserva il Presidente. — Il Greeble — interviene l'avv. Uagaseo, suo patrono di Parte Civile — non si è mosso per primo. Egli mi ha supplicato, anzi, di non far fallire la Banca. « Sono ospite dell'Italia, dichiarò, e non voglio essere io a determinare alcuna rovina per la gente tra la quale vivo ». Il pittato ette di una ricevitrica pestale.Mister Greeble, che ha raccontato il suo caso pacatamente e serenamentelascia il posto ad Anna Bosch, già ricevitrice postale di Nus. 11 caso di questa teste è assai più triste. All'epoca della conversione dei Buoni del Tesoro in titoli del Prestito del Littorioella ebbe da 140 persone del suo paese imo stock di Buoni per il valore complessivo di 758 mila lire, aftinché ne curasse la conversione. Poiché la teste non aveva ricevuto istruzioni dai suoi superiori, si rivolse alla Banca Réanincaricandola di svolgere le operazioni della conversione. !1 risultato fu che la totalità dei titoli venne ingoiata nel crollo della Banca. Pres. : — Ma ella non ne sollecitò mai la restituzione? — Infinite volte mi recai alla Banca per avere i titoli. Me mi si rispondeva sempre che non erano ancora stati trasmessi dalla Banca d'Italia e die si sarebbe mandato a Torino per ritirarliPres.: — Chi le dava queste risposte.— Tutti, tutti; il Réan e gl'impiegati. Ma chi mi diceva le bugie più grosse era la signora Réan. Le conseguenze di questa turlupinatura sono state incalcolabili e fatali per la povera teste, lòlla cominciò col perdere il posto di ricevitrice postale che occupava da molti anni, e dall'autorità giudiziaria fu poi ritenuta responsabile verso coloro che le avevano affidato i Buoni del Tesoro; infine fu denunciata come sospetta di avere fraudolentemente passato i titoli alla Banca Réan. Da questa accusa venne per altro assolta in istruttoria, con la più ampia motivazione. Fausto Guillet, di 32 anni, era uno dei procuratori della disgraziata Banca fallita. Sereno e dignitoso, egli accenna agli antichi principali con tono di deferenza : li chiama « il signor Emilio », « il signor Lorenzo »come quando ne era alle dipendenzeDa lui si vuole essere illuminati su un episodio che appare denso di mistero. Uno dei cassieri della Banca Réan, certo Dagnès, lasciò improvvisamente Aosta nell'imminenza del fallimento e parti per l'America. Si vuole da taluno che il suo viaggio avesse uno scopo preciso: quello di portare al sicuro una parte delle attività debanchieri Réan. Ma il teste non sa dar lumi. Si limita a dichiarare che rimase stupito di quell'improvvisa partenzaHiferendo sull'ordinamento animila strativo della Banca, il teste dichiara che tutte le operazioni venivano regelarmehte segnate sui libri contabili. Pres.: — Ma se i libri contabili non vennero trovati. — Ci sono tre camere piene di regi stri; la cosa c nota a tutti, se poesistessero dei registri particolari della direzione, io non so. Pres.: — Come fu presentato aglImpiegati della Banca il Celano? — Venne presentato come un amico della famiglia Réan. Ma in realtà non si sapeva bene cosa fosse e quale in carico dovesse svolgere. Pres.: — Quale fu l'attività del Celano nella Banca? — Nei due mesi che rimase ad Aosta cercò di organizzare il servizio cassa e portafoglio. Per questo noi lo con sideravamo come un superiore. Il teste, dopo aver dichiarato dignorare i rapporti intercedenti tra fratelli Réan e il Celano, racconta che Lorenzo Réan duran'e il 1927 si trattenne assai di rado in Aosta. Fu perciò che il fratello, il quale era preposto all'ufficio milanese, venire nel luglio di quell'anno a stabilirsi ad Aostaprendendo virtuulmente la direzione della Banca. Anche la signora Réan si occupava attivamente degli affariPres.: — Sa se "la signora fosse a conoscenza che i titoli dati in depo Sito venissero venduti? — I titoli, quando il signor Emilio era a Milano, venivano spediti a luman mano che si ricevevano dai clien ti. Non so se la signora fosse al corrente della destinazione che veniva data in seguito ai titoli. — Eppure in istruttoria — contesta il Presidente — lei ha avuto un'espres slone significativa. Ha detto: « Riten go che la signora fosse al corrente della sottrazione dei titoli, perchè ronosteva gli ord'u; impartiti all'Emilio ». Il teste non smentiste, ;na non pre «rìsa di più? la sti era una semplice induzione. Accennando agli altri ini putati, dire che Sc-aflna Réan era addetta unicamente alla succursale dIvrea, e circa :! Cuaz esprime Topi nione che non fosse un cassiere molto ordinato ed esatto. Più volte incorse in piccole irregolarità. — Cose che accadono a tutti i cassieri — osserva l'avv Martinez. — Si, .specialmente 3 quelli poco precisi — aggiunge il Presidente. Uro zio della signora Réan ingannato dalla nipote E si ritorna alle parti lese. GiovannRatti, calzolaio di Aosta , presentò alla Banca il 1° giugno 1927 due certificatprovvisori dei Prestito del Littorio per il vajore di 1600 lire, affinchè si provvedesse a ritirare i titoli definitiviGli impiegati Cuaz ed Hérin, ai qualrichiese ripetutamente la consegna detitoli, lo rimandarono sempre con delle scuse. Gli furono tuttavia pagatJrli interessi, ma i titoli gli vennero..ncamerati. Più complesso e curioso è il caso idi Erminia Buscaglione, di 52 annidi Aosta. Ella aveva avuto in custodia d* uno zio dei titoli per io mila lire Scrafina Réan, die era a conoscenza i ciò. le richiese ì titoli, assicuranola che la Banca glieli avrebbe retituiti entro venti giorni. La teste annui, ma non riebbe il peculio. — In seguito — ricorda il Presidente — suo zio mori ed ella ne divenne 'erede. Ma per i titoli ha ereditato oltanto la ricevuta... La teste conforma con amarezza e ascia il posto al fabbro Giovanni Erba i Aosta, il quale il 2s dicembre 1927 epositò alla Banca Rcan un Buono del Tesoro di (inno lire per la converione in Prestito del Littorio, Buono he non riebbe più .Si presenta Cesare Frassy, un signore di 76 anni, che la Banca Réan ruffò di 621 mila '.ire. — Lei è zio della signora Frassy Réan ? — domanda il Presidente. — Purtroppo — risponde amaramene il leste. Quindi racconta che nel ovembre 1927 la nipote lo andò a rovare in ufficio, pregandolo di darle prestito dei titoli per 300 mila lire. La Banca ne abbisognava per una ura formalità, e cioè per Tarli figuare in cassa allorché fosse stata comiuta la verifica suln. gestione esattoiale. Egli era ben lontano dal penare che una pareule lo ingannasse quel modo, e consegnò i titoli che vevano un valore di 301 mila lire. Precedentemente il teste aveva già riasciato alla Banca cinque effetti di avore per 320 mila lire. Questi effetti gli ha poi dovuto pagarli per il loro mporto, riuscendo tuttavia a iscrivere poteca sui beni personali di Seraina Réan. E' inutile ohe Ella venga in Banca » P. M. : — Lei ha conosciuto l'abate Blanchet? Che tipo era? — Io l'ho sempre conosciuto come un bravo sacerdote P. M. : — Non voglio sapere questo. Era uno che si occupava anche delle ose temporali ? — Non suprei dirlo so però che arlava sempre di un interessamento el Ministro Volpi verso la Banca Réan. Mio figlio ebbe anche a vedere n telegramma a firma Volpi, che abate Blanchet rammostrava. Il signor Frassy lascia la pedana e li succedono altre vittime. Teresa Cavallo in Gallo depositò un Buono del Tesoro di duemila lire .per a conversione, ma non lo vide più. Cesarina Jacquemot vedova Arvut nel icembre 1926 versò alla Banca diecimila lire per l'acquisto di titoli del ittorio, si ripreseutò infinite volte per verli, ma inutilmente. 11 contadino Battista Ottobon depoitò un Buono del Tesoro di cinquemila ;ire per la conversione in Pretito del Littorio. « Fra due mesi — li si disse — vi consegneremo i tioli ». Invece lo rimandarono sempre i due in due mesi, all'infinito. Poiché gli non si scoraggiò e continuò a riresentarsi periodicamenfe in Banca, li fu inviata alla fine una lettera firmata da Emilio Réan, nella quale lo i pregava di non disturbarsi. . E' mutile che ella venga continuamente — gli si diceva. — Quando i titoli aranno giunti, la manderemo a chiamare ». Col Buono del Tesoro il teste a perduto, nel crollo della Banca, nche le somme eh» vi aveva deposiato: novemila lire in conto corrente diciottomila in conto vincolato. Ugualmente Don Giuseppe Perrier i Aosta consegnò un buono del Te-,oro di ventimila lire per la conver- ione. Invano si recò settimanalmen-Le. durante molti mesi, a reclamare i1itoli. Per acquietarlo da prima - fili agarono gli interessi, poi mandarono nche a lui l'invito a non presentarsi iù in Banca. Analogamente accadde Sofia Ruffler, che aveva depositato el Consolidato per 4600 lire, e ad Olimpia Thomasset, che aveva vessato n buono del Tesoro di tremila lire. E si ritorna a Dagnès, il cassiere uggiasco. 11 teste Cesare Pessini raconta che il Dagnès aveva fatto capo lui per provvedersi del biglietto di iaggio. Ma poiché la partenza venne ifferita per ben .tre volte, il teste bbe l'impressione che il Dagnès, il uale aveva richiesto un biglietto di erza classe, non avesse i danari oc orrenti per il viaggio. Infatti 11 prezo del biglietto fu poi pagato da un uo congiunto. Sul Dagnès è ora in grado di dare tili indicazioni il curatore del fallimento, avv. Anselmo. Nella contabilià della Banca egli ha rinvenuto un onto cosi intestato: « N.N.D. ». Si trata di un conto per operazioni di Bora compiute dal Dagnès e recante un aldo.passivo verso la banca di 71 mia lire. In questo fatto è da ricercare rohabilniente la ragione per cui il assiere abbandonò l'Italia. Ciò fa esclamare all'avv. Farinelli: — E' incredibile quanto accadeva nei. a Banca. Un impiegato giocava in Borsa e i principali lo lasciavano fae. Vorrei che Lorenzo Rean spiegase questa cosa cosi anormale. Lorenzo Rean: — Ho fatto al Dagnès e insistenze più vive perchè non si llontanasse, assicurandolo che ini saei accontentato di un pagamento raeale del suo debito. Avv. Farinelli : — Non è questo che ni interessa. Spieghi invece perchè ermetteva che si giocasse a spese dela Banca. Lorenzo Réan si stringe nelle spalle, a mezza voce spiega che egli ignoraa ohe quel conto fosse del Dagnès. — Evvia, — conclude il Presidente — erano loro che davano il cattivo sempio I Simone Ferretti versò il 20 luglio 927 in conto corrente 51.513 lire. Quano ne richiese il rimborso, Emilio Réan e la cognata lo assicurarono die vrebbero rimborsato la somma appea il Celano avesse mandato i danari ella sovvenzione. Carolina Bollissier, ventottenne, era mpiegata presso la Banca. Racconta he la signora Réan svolgeva opera di irigente. Non seppe mai quale incario fosse stato conferito al Celano. Sa erò che per il suo arrivo era stato reparato un alloggio in casa dei prinipali. La signora Frassy Réan si è effettiamente riavuta e all'udienza pomeriiana ha preso posto fra gli altri imutati. Ma è destino che le file dei giuicabili siano sempre incomplete. Ogi è la volta di Giaciuto e di Leonida elano, nonché di Vallaise, che non ripóndono all'appello. L'avv. S:ggia anuncia che Giacinto Celano è stato olto da una colica epatica. Egli si cusa, sperando di poter • presenziare ll'udienza di domani. Avv. Caron: — Sono le lettere da noi rodotte, che glie l'hanno provocata risa). La sfilata riprende con Arturo Frasy, il figlio della parte lesa intesa al mattino. Egli è staio citato coi poteri iscrezionali perchè riferisca intorno l preteso telegramma a firma del Miistro Volpi. Il teste dice di averlo vuto fra le mani un mese prima del allimento. Maria Cuaz, un'altra parte lesa, avea versato 70 mila lire in titoli e cinuemila lire in contanti. Ne richiese molte volte la restituzione, ma invano. Per risparmiarle le inutili visite in anea, le fu mandata la... gentile letteina spedita anche ad altri creditori. Avv. Farinelli: — Parlò anche con a signora Réan quando si recò a chieere il rimborso del suo denaro? — Si, ed ella era la più bugiarda di utti. Un teste deelsoi « Non banchieri ma eagrestaoi » Abbiamo ora la deposizione di un anchiere, Vittorino Marcoz, di Aosta. za nete te ne to e ba 27 no rno sin sy nel a le e. na umonse he e. ridi ti ro re a » te me o. le he to a re he e n er ù. el iel er oee— ire hé ia, ro E' te li ate a, ite r e-,„ r- saf""f- Ho „„u„ j rii n-L.^ce ha molto da di i1" Aitante, il viso energico incorniciato da una folta barba nerissinm, egli c fisicamente un tipo die s'impone. Schietto ed energico si dimostrerà anche nel corso della sua deposizioneEgli rievoca le fasi di un'operazione fatta per suo tramite dalla Banca di Novara alla Banca Beau. Seraflna Réan, nell'aprile 1927. lo aveva pregato di interessarsi in qualche modo alla sorte della Banca ed egli trattò con la Banca di Novara che accordò infine uno sconto di effetti per un milione e mezzo di lire. 1 danari, aggiungeche furono dati alla Banca Réan in seguito a questo sconto andarono a finire tutti nelle casse dello Stato. — Come può dire questo? — domanda l'avv. Farinelli. — Un banchiere che si rispetti si interessa uuche di conoscere la fine che avrà il danaro. Orbene, alla Banca Réan furono consegnati degli assegni della Banca d'Italia e, poiché mi dovetti interessare per la loro riscossione, fui in grado di accertare che le somme erano state destinate a coprire lo scoperto dell'esattoria gestita dai fratelli Béan. 11 teste è al corrente di talune operazioni compiute dai Réan: tra l'altro, di quella che si concluse con la truffa ai danni di Cesare Frassy. Pres. — Sa che destinazione dovevano avere le 30U mila lire ottenute dal Frassv? — Dovevano servire a tacitare i ere ditori più prepotenti. (L'espressione è sottolineata dai rumori del pubblico).Avv. Quaglia: — Sulla capacità bancaria dei fratelli Réan il teste potrebbe direi qualche cosa? ( Il signor Marcoz sorride e si stringe nelle spalle. Egli dovrebbe forse dire delle cose amare, poco piacevoli, ed esita a dirle. — Parli chiaro, non abbia timore — lo incita l'avv. Quaglia. — Non è necessario die lo dica, poiché lo sanno tutti. I Réan non sono individui fatti per fare i banchieri. Anziché i banchieri avrebbero potuto fare i sacrestani. ( — Sacrestani che » pompano » il denaro dei poveri diavoli — commenta l'avv. Dagasso. — Ma. dei poveri diavoli che sono più deficienti di loro — aggiunge il teste. — Il crollo dellu Banca Réan ò un fenomeno di deficienza collettiva. Al teste vengono mosse una filza di domande. ( Pres. : — Sa che vita facessero 1 Réan? — Qui ad Aosta facevano una vita modestissima. Fuori non so. Del resto, la signora faceva la vita dell'impiegata; Emilio Réan, peggio che quella dell'impiegato, quella del «travet», per dirla in buon piemontese. Avv. Martinez: — Da chi fu fatta la propaganda a favore della Banca Réan? ( Teste: — Da chi aveva concorso a costituirla: dal clero. — E del cassiere Cuaz che cosa può dirci? - chiede ancora l'avv. Martinez. — Il Cuaz, fino a che potè far fronte speditamente alle richieste di rimborso, fu per i depositanti un ottimo cassiere; quando non potè più pagare, divenne antipatico a tutti {Ilarità). 11 signor Marcoz lascia l'aula e gli succedono alcuni ex-impiegati della Banca: Danilo Alleyson, Adolfo Fossori, Ines Burgay, Fedele Bredy, quest'ultimo fattorino. Essi non hanno molto da dire o dicono cose già ri-li o si de o d to re co di e te il di c zn re iin atrn ire il i: i. n asès si aahe hè ele, ate vo io nio ie eri ra ta di iSa to nirimugda rinto si re oi ta sal ri no ilo el ense o. n ei. n edi n a. re un'altragiovane ex-impiegata, la signorina Boch, la quale presentandosi al Tribunale esclama concitatamente: — Ho bisogno che mi si lasci dire tutto quello che ho nel cuore! Una oontabilità clandestina? E la teste dà senz'altro inizio al suo sfogo. Dopo avere ricordato di essere stata impiegata presso la Banca per oltre otto anni, afferma che alla testa dell'Istituto si trovava unicamente la signora Réan. Ella dirigeva tutti gli affari e teneva una propria clandestina contabilità dell'azienda. — Non è vero — interrompe agitata la signora Réan. — Lasci stare, signora — interviene il suo difensore, avv. Caron. — Mi basta sia dato atto della premessa che ha fatto la testimone. Ma la testimone non si impaura e procede concitatamente nelle sue dichiarazioni. — SI, teneva una propria contabilita. Con quella sua aria di « maier dolorosa » vigilava su tutto. Era l'anima della Banca. Io rryj avvedevo che aveva una sua contabilità, dai segni che faceva e dai sotterfugi che usava. Era inutile che volesse apparire, anche per le cose pili insignificanti, come l'esecutrice degli ordini di suo marito. Una volta che le chiesi una spiegazione mi rispose che ne avrebbe parlato col marito: invece, quindici minuti dopo, mi diede la risposta. E il marito in quel momento non era in Banca, non era neppure ad Aosta. La teste, senza badare alle interruzioni dei difensori, i quali le osservano che può dire egualmente tutto quello che crede ma con tono più calmo e più sereno, *prosegue raccontando che la signora era larga di assicurazioni sul conto della Banca. Diceva che le voci di crisi erano messe in giro dai nemici e affermava che, anche se fosse mancato l'intervento della Banca d'Italia, l'istituto avrebbe trovato nelle sue risorse la possibilità di sistemare la situazione. Ma la teste nella sua requisitoria contro la mo glie dell'ex-principale formula anche un'accusa specifica • attribuisce alla signora Réan di avere falsificato certi documenti contabili nella immanenza della verifica disposta dalla Banca d'Italia. Pres. : — Come può affermare ciò? — Vidi io stessa la signora mentre strofinava sul pavimento, per dar loro un aspetto vecchio, le cartelle apocrife della contabilità che ella stessa aveva compilato. Oh I — conclude la testimone — quella donna sapeva simulare! Era una maestra di simulazione. Pres.: — Lei e la sua famiglia quanto hanno perduto nel fallimento della Banca Réan? Teste: — Più di trecentomila lire.Il risentimento della testé trova in questa circostanza la sua spiegazione. La signora Boch non perdona la spogliazione che la sua famiglia ha su Dito dei propri risparmi. La disavventura che le è toccata ha distrutto in lei anche il sentimento della pietà.800 mila lire del olerò valdostano Si oresenta ora un sacerdote, don Alfonso Commod. Egli ebbe da don Goret, quando questi era in agonia una rivelazione. Don Goret, sollecitato dalla signorina Seraflna Réan e dalla cognata di costei, aveva concesso loro un prestito di 200 mila lire in titoli che non gli vennero restituiti. Ciò avvenne nel novembre 1927. Un altro sacerdote di Aosta, don Glo. vanni Jaccod, riferisce intorno al cospicuo sacrificio fatto dal clero valdostano per togliere la Banca Réan dall'imbarazzo. Si era nel gennaio 1928 e l'abate Blanchet in un'adunanza del clero propugnò un intervento a favore della Banca, la quale — disse — era nell'imbarazzo per avere venduto i titoli di proprietà dei Comuni. L'abate Blanchet fu cosi eloquente e persuasivo che il clero decise di adoperarsi. Così vennero raccolte Si» mila lire In titoli, che furono consegnati al padre dei fratelli Réan. Con ciò il clero valdostano voleva dare al vecchio Réan la certezza che l'onore di lui e della famiglia era salvo. Il padre dei due banchieri pensava infatti che la crisi attraversala dalla Banca fosse unicamente originata dall'imbarazzo sopravvenuto con la vendita dei titoli, ed egli mori con l'illusione di avere salvato l'onore della famiglia. II teste, riferendo dò, assicura che, se il clero avesse conosciuto la reale situazione della Banca, non avrebne gettato nella voragine quella somma cosi notevole. P. M.: — 11 teste che ha conosciuto l'abate Blanchet, può illuminare sulla figura di questo sacerdote? — E' un sacerdote onesto e noi lo abbiamo conosciuto per tale. Se non avessimo creduto nella sua onestà non avremmo gettato nel baratro della Banca le S00 mila lire. Un frate, il benedettino Desiderato Dcsmoulin, chiude la sfilata odierna dei testimoni. Anche la comunità dei benedettini di Aosta è stata vittima del dissesto. Padre Desinoulin racconta in francese che perdette 1293 lire affidate alla Banca perchè acquistasse del consolidato. L'udienza» si chiude, dopo che il curatore avv. Anselmo ha fornito al Tribunale altri cenni intorno alla situazione del dissesto e all'impiego dato dai Réan ai molti milioni che figurano al passivo. Risulta, dai chiarimenti forniti dal curatore, che parecchi milioni vennero spesi dai due banchieri in alte prebende corrisposte a gente die aveva promesso o semplicemente fatta balenare la possibilità di un interessamento concreto a favore della Banca. La sfilata delle parti lese sarà ripresa domani. FRANCESCO ARGENTA. lidCmdsd