Abbatemaggio alle carceri di Parma

Abbatemaggio alle carceri di Parma Abbatemaggio alle carceri di Parma Si confessa, fa la Comunione e piange Continuano le rivelazioni sul processo Cuocolo - Testi che cambiarono nome. - Come fu imbastita l'accusa contro.Di Gennaro - Riconoscimento «sui generis» Rema, 23 notte. Vari giornali hanno pubblicato in questi giorni che la famosa ritrattazione di Gennaro Abbatemaggio era avvenuta nella casa di pena di Reggio Emilia, dove egli sconta una lunga condanna per truffa continuata. Du giornalista si è recato n Reggio Emiia, allo scopo di ottenere un ' colloquio, ma la sua speranza è stata delusa: l'Abbatemaggio non è mai stato nel carcere di Reggio Emilia. In quel penitenziario ha invece scontato parte della sua pena un altro dei processati di Viterbo, Gennaro De Marinis, morto recentemente nel manicomio criminale di Aversa. Gli agenti di custodia dicono che «O' Manàrleré» fu sempre tranquillo e disciplinato; anche nel carcere cercò di serbare una certa eleganza. Mai si ■stancava, n qualsiasi occasione gli si presentasse, di proclamare la sua innocenza e quella dei suoi compagni di sventura. Di detenuti, diciamo cosi, importanti, il carcere di Reggio Emilia non ha che il famoso brigante Giuseppe Musolino. Abbatemaggio piange Continuando nella sua ricerca il giornalista hu saputo che Abbatemaggio è detenuto nel carcere di Parma. Non gli è stato possibile parlare eph lui, ma in compenso ha avuto qualche interessante notizia dal direttore del penitenziario, cav. Bartolomeo Massapò. Il cav. Massapò ha detto che la seconda confessione di Abbatemaggio quella cosi drammatica e romantica non ebbe luogo, anche perchè' non avrebbe potuto avere luogo, in un penitenziario. Autentica è invece la notizia che Abbatemaggio si confessò con un francescano e poi si accosto anche alla Santa Comunione. La mattina del 19 maggio fu festa di intima commozione per i detenuti. L'arcivescovo di Parma imparti a più di 150 reclusi la Comunione. Prima di impartire la Comunione, l'Arcivescovo pronunziò un commovente discorso ai detenuti. Alle parole dell'Arcivescovo- si vide spuntare qualche, lacrima dal ciclio di più d'uno dei presenti. Abbatemaggio — ha confermato al giornalista il ■ cappellano delle carceri — piangeva più di tutti. Nel carcere di Parma Gennaro Abbatemaggio sta scontando una condanna di 4 anni, inflittagli dal Tribunale di Livorno per truffa continuata. Uno dei retroscena del processo Cuocolo — in cui risultano le grossolane macchinazioni di Abbatemaggio — è quello della famosa «versione Arena», quella versione, cioè, che in un primo momento fu sostenuta vigorosamente dai carabinieri, ma poi scartata, perchè apparsa completamente insussistente. Intorno a questa versióne etl«p questo interessante retroscena, ha fatto alcune dichiarazioni l'avv. Nicola Colozza che fu il difensore di Arena alle Assise dì Viterbo. Arena era stato accusato in un primo momento di avere mandato da Lampedusa delle cartoline al De Marinis, in cui raccomandava che avessero data « una buona lezione » a Cuocolo. Arena fu prosciolto a Viterbo, nonostante che Abbatemaggio anche in Corte d'Assise avesse cercato di calcare la famosa accusa contro di lui. De Matteo, imputato di concorso in omicidio, fu condannato, .come è noto, 20 anni di reclusione. De Matteo provò completamente l'alibi. I carabinieri ricattati il Lovotodoterasi del'eVcuCnol'apadipDnagGpli11gcoralondaflnsecopteinlaerreabpretochqSqsgUqLdpvi trUcnsrtidA parte il fatto che Cuocolo era «basista» e non aveva certo bisogno dei De Matteo, giova ricordare che l'assurdo del racconto di Abbatemaggio consisteva in questo, che la strada, per la quale si sarebbero avviati Cuocolo e compagni, non conduceva a Torre- Annunziata, perchè finiva dietro il macello di Torre del Greco. Inoltre De Matteo era stato accusato della vendita della refurtiva, ed an che questa circostanza risultò falsa. L'avv. Colozza ha aggiunto che, se condo la versione più logica del processo, la Cutinelli è stata uccisa prima del marito ed il Cuocolo non fu assassinato nel postò ove vennero rinvenuti 1 cadaveri. Ciò per la constatazione che intorno ai cadaveri non si trovarono delle pozze di sangue, ma semplicemente delle traccio di sangue e strisele, il che indicava chiaramente che il cadavere era stato trasportato in quel posto dopo il delitto. Si avanzò anche il sospetto che Cuocolo fosse stato ucciso in una casa viCina, ma tutte queste traccie l'istruttoria le trascurò completamente, ossessionata a seguire esclusivamente le peste dei carabinieri. Tutto ciò che adesso hanno finito per confessare gli stessi Ugga e Lippiello, erano circostanze fin da allora note. — Ricorderò ancora — ha soggiunto l'avv.* Colozza — che i carabinieri arrivarono perfino a cambiare 11 nome ai testi. Basterebbe a tale riguardo l'episodio di Bartolomeo lovine, che copriva Invece il nome di un pregiudicato, il quale, essendo tornato la sera prima dalle patrie galere, non poteva essere udito con le proprie generalità, altrimenti sarebbe stato fa cilmente scoperto. 1 carabinieri furono ricattati da una banda di pregiudicati. Ricordo il telegramma di Barbella a Fabbroni, con il quale il Barbella chiedeva denari, altrimenti avrebbe ritratto le proprie dichiarazioni; e ancora l'episodio del teste Basciano, che esibì in Corte d'Assise un biglietto da 50 lire; accusando esplicitamente 1 carabinieri. Nei confronti con il Fabbroni, il Basciano dovette ammettere di avere parlato la sera prima nella caserma dei carabinieri e per questo motivo si ebbe un aspro rimprovero da S. E. Bianchi. « L'assurdo delle dichiarazioni di Abbatemaggio apparve allo stesso Procuratore Generale Santoro. Se Abbatemaggio avesse detto il vero sarebbe stato correo nel delitto di Cupa Calastro. Il Procuratore Generale, per tranquillizzare i giurati, promise solennemente che avrebbe fatto il processo di Abbatemaggio, cosa che dopo verdetto si guardò bene dal fare, stesso Fabbron: mi confidò una ta che Abbatemaggio gli era costamolto caro. Nel 1914, cioè due anni po il verdetto, Fabbroni dinnanzi al tro san Carlo mi disse che, qualo avesse deposto al processo dei faltesti, avrebbe detto la verità.-11 verto risenti dell'ambiente politico delpoca. Ricordo che il'sottoprefetto di erbo assistette per 17 mesi conseivi a tutte le udienze del processo ocolo. La smentita di Abbatemaggio n mi riesce nuova — ha concluso vv. Colozza — perchè costui già da recchi anni accennava chiaramente avere deposto il falso nel famoso ocesso. Di Gennaro nella pania Un compagno di pena di Mariano Gennaro, uscito ieri in libertà, ha rrato interessanti particolari a un ornalista che lo ha avvicinato. 1 primo « fermo » di Mariano Di nnaio e il primo accenno ad una rtecipazione al delitto Cuocolo eb ro 'luogo alla fine del gennaio 1907. Di Gennaro era andato con la moe e la figlioletta al Politeama Già. sa, dove si rappresentava quella se «Morte civile». Durante l'interval fra il primo e il secondo atto, usci l « fumoir » e quivi fu avvicinato Abbatemaggio il quale voleva of rgli una contromarca per l'ingresso la saia. Il Di Gennaro rifiutò, as rendo che non poteva accettare una rtesia da colui che qualche mese ma aveva denunciato ingiustamen suo fratello Achille. Abbatemaggio sistette e allora il Di Gennaro donò contromarca a un suo amico, che a nei pressi e che faceva il mestie di interprete Prima di rientrare nella sala fu però vicinato da un uomo prestante e -uto, che lo invitò a uscire all'arto. Di Gennaro si rifiutò di aderi all'invito, ed ebbe con lo sconosciu una violenta discussione. Pareva e ogni cosa fosse posta in tacere, ando quel tale ritornò' alla carica. -calo : e soprattutto preoccupato di alche nuòva avventura capitata-a o fratello, il Di Gennaro finì col seire nella strada lo strano individuo: cendo dal teatro, si accorse che cin e borghesi lo seguivano a distanza. sconosciuto denunciò la qualità maresciallo dei carabinieri: era Cazzuti. Mentre'il Di Gennaro chiede meravigliato la ragione del fermo, cinque borghesi si fecero innanzi, e a essi era un carabiniere, il famoso gga, -he il Di Gennaro conosceva e e chiari la vera portata della mavra" aggirante. Il carabiniere disse bito: «Non preoccuparti: ti portenno solo fino a monte Oliveto, poi lasceranno ». Infatti, fu lasciato po tre giórni. Ma nell'ottobre 1907, in seguito a una T perquisizione più meticolosa eseguita dai carabinieri, fu nuovamente arre; stato e condotto iti carcere, ove gli venne contestata la circostanza di tesere stato visto da tali Abruzzinl e Tedeschi, nell'oreficeria Di Maio, dove cercava 'di alienare i gioielli della Cui tinelli, n Di Gennaro protestò sempre la sua innocenza, ma l'accusa si fa* ceva più insistente da parte dei cara* binieri i quali, vista traballare la sai* dezza di alcune testimonianza artificiosamente create dall'Abbatemagglo, riuscirono a convincere il tedesco a precisare la partecipazione del disgraziar to all'assassìnio. Passato già attraverso il primo esame di riconoscimento» risultato negativo, alla preenza del sostituto Procuratore Generale, conte Lucchesi Palli, il Di Gennaro, fu sottoposto a una nuova, prova, che 1 suoi detrattori avevano abilmente preparato ad « usum delphdni ». Storia di un trucco Egli in seguito ha raccontato infatti che, quando è passato ammanettato attraverso i corridoi del Tribunaledl Napoli, i suoi famigliari che erano ferini all'uscita videro il gruppo del carabinieri i quali indicavano a un borghese, che poi risultò essere il Tedeschi, la sua persona. I parenti, preoccupati di questo fatto, si avvicinarono ai carabinieri, e il loro ' contegno fu così aspro da giustificare il loro arresto che durò l'intera giornata. L'avvocato Guacci, che patrocinava il Di Gennaro e che aveva assistito alla scena, si affrettò a comunicarla al conte Lucchesi Palli, il quale prese le precauzioni del caso e attuò una contro azione che riuscì completamente. Quando, qualche giorno dòpo, 11 DI Gennaro fu chiamato dal sostituto Procuratore Generale per sostenere una seconda prova di riconoscimento 1n confronto di un accanito accusatore, si verificò un evento assai curioso. Alla presenza del comandante del carcere, evidentemente in rapporto con ' it capitano Fabbroni, il conte Lucchesi-. Palli.fece.deporre.il Di Gennaio-.'accanto ad altri tre condetenuti. In maniera che occupasse ' il "secondò posto a cominciare da destra. Fatto allontanare il comandante, sicuro che questi avrebbe riferito al Tedeschi il posto occupato dal Di Gennaro, assicuratosi che nessuno sarebbe più entrato nella sala, trasformò la disposizione dei detenuti. Il tedesci entrò solo, e. giusto gli ordini ricevuti, segnalò il Di Gennaro colui il quale ocoupava il secondo posto nella fila. Il tedesco uscì malconcio da tale situazione, ma il Lucchesi Palli fu esonerato, come e noto, dal proseguire le indagini dell'istruttoria del processo Cuocolo.