II processo Réan che si inizia domani ad Aosta

II processo Réan che si inizia domani ad Aosta II processo Réan che si inizia domani ad Aosta Dieci imputali • Numerosi capi di imputazione: sottrazione di 10 milioni di «Kivo, distrazione di titoli per 6 milioni, truffe e falsi • La mole della causa quel- Aosta, 21, notte. L'atmosfera di nervosità e rli attesa. In cui sta per iniziarsi a questo Tribunale il processo per il dissesto della Banca néan, rispecchia, a più di due anni di distanza, J.'impressione di dolore e di sgomento, ette colpi la Valle fl Aosta e la regione cànavesana quando si verificò il crollo rovinoso, Ln Banca néan, che aveva circa tre lustri di vita ed era considerata, dai piti, come poggiata su basi solide c tranquillanti, falli improvvisamente il 7 maggio l9->8. T.afcravitn del dissesto non tordo a manifestarsi, e mentre il fallimento dovette essere retrodatato, riportando al 5 oltooro 1927 la data di cessazione dei pagamenti, l'istruttoria penale, che si asflò '-celermente snudando, rivelò quale Òpera di sgretolamento c di clemorRIffiic si fosse coin- fluta dai dirigenti all'édiflero*arò Istituto. Cifre eloquenti 'Accenniamo a poche cifro significaUve: sessanta milioni di passivo circa, contro due milioni di attivo; sei milioni in titoli dati a custodia ed a deposito, dileguati, scomparsi; altri dieci milioni sfumati o sottratti senza che se ne abbiano traccie o giustlllcazionl. E con ciò una più penosa con■tatazione: la banca fallita ha inghiottito, distrutto i risparmi di una popolazione di lavoratori che ve li aveva collocati con piena e ferma fiducia. Sotto le accuse più svariate, ma con l'addebito comune di aver concorso n cagionare tanta sventura, dieci persone compariranno lunedi dinanzi a questo Tribunale. Due di esse sono detenute; sono i protagonisti dell'ingente dissesto: i fratelli Lorenzo ed Emilio Péan fu Anselmo, rispettivamente di 41 e 39 anni. Ai due artefici principali della rovina della Banca fanno corona; Eugenia Frassy fu Pietro, di anni 40, moglie di Lorenzo néan; Serafini! Réan, di anni 48, sorella dei due banchieri e già addetta alla succursali» di Ivrea mentre la cognata svolgeva opera vera e propria di dirigente presso la sede di Aosta; Cipriano Herin di ■Luigi, di anni 40, direttore della sede; Enterico Cuaz fu Ferdinando, di anni 43, cassiere; Nicola Cavorsin di Serafino, di 37 anni, c Ambrogio Valleise di Martino, di anni 32, impiegati .presso la filiale di Verres; Giacinto Celano di Emilio, di 58 anni, abitante a noma, e Leonida Celano di l'go. di 29 anni, abitante a Torino, personaggi, questi due ultimi, che si profilano sullo sfondo delle deltltnose operazioni «Ile quali consegul-H -crollo della banca, senza che in,questa abbiano avuto cariche o funzioni determinate e precise. jflfff - j&if&É Questi gli accusali; qualLle accuse? Tutta la gamma delle,imputazioni che abbiamo visto determinare i procèssi bancari più clamorosi e tristemente memorabili — da' quello deila Banca Garibaldi art Imperia a quello della Banca Andreis a Torino ;— ricorrono anche in questa vicenda. Anche qftila frode, l'inganno, la malversazione fu eretta a principio, a sistema per l'amministrazione dei, capitali affluiti dalla clientela. 1 dirigenti, dopo essersi invano dibattuti-nei -gorghi delle rovinose speculazioni nelle quali si erano compromessi, hanno ricorso al ripigli, egli espedienti delittuosi Sperequazioni rovinose Gli auspici sotto 1 quali il disgrazialo istituto bancario poto sorgere ed arrivare a quel grado di prosperità che lo indicava come 11 maggiore ente bancario della regione, furono naturalmente molti e diversi. — La stima più illimitata — ricorda la sentenza al rinvio — circondava nella Valle d'Aosta la famiglia Réan ed i fratelli Lorenzo ed Emilio, I quali però non la meritavano certamente, perchè, pieni di ambizione e di ingordigia, si persuasero con una leggerezza incredibile e senza alcuna seria preparazione, di poter diventare dei grandi banchieri e di fare iperboliche speculazioni. Per raggiungere questo scopo, essi cominciarono a profondere nelle loro speculazioni più che azzardate, 1 denari loro affidati dai risparmiatori. E' occorso tutto un lungo processo 'di ricerche laboriose ed estremamente difficili per ricostruire l'attività spe. culatlva dei due fratelli, i quali, collateralmente ed in sistematico, ingente e rovinoso gioco di borsa, si impegnarono nelle operazioni più diverse e rischiose, tali per la loro natura, da richiedere l'impiego di fortissime somme: dal finanziamento di una Impresa per la ricostruzione di ' via Roma, a Torino, alla costituzione di lina società di aviazione civile, alla garanzia sul concordato stipulato da una banca romana, alla gestione di un frigorifero alla Spezia, al commercio di gioielli, ecc. La prima dif>coltà incontrata dal curatore nella ricostruzione di questa indiavolala attività ,è 6tata offerta dalla mancanza dei libri contabili. Dieci milioni occultati Nell'imminenza del crollo, i fratelli Réan hanno distrutto i libri che contenevano la documentazione- dei loro sistemi d'amministrazione, ih questo fatto consiste oggi il primo dogli addebiti che hanno dato,luogo .all'imputazione più grave, quella' di 'Bancarotta fraudolenta, di cui <<^eafono '.rispondere, come correiJX frateUi Khan, e, quale complice, Ck. signój» Eugenia Réan Prassy. Ncglija('Hii.^«jj[i. vollero trovati che pochi Hwi^o'nieiwhti-scrit-j turazioni monrliffri sommarie. Basti dire che in essi non figuravano anuotate nemmeno le 'somme piagate per stipendi agli implosati/' ■ Quale destinazione ebbero questi prelievi che assommano a milioni e milioni? Dal dubbio che ~avvolge queste operazioni dei falliti, due deduzioni scaturiscono logicamente. 1 Réan soppressero la contabilità più importante e compromettente e occultarono le somme che avevano prelevato dalla cassa della Banca. Di dieci milioni che figurano al passivo non esiste traccia alcuna sul loro impiego. 1 fratelli Réan sono ora incolpati di avere sottratto tale somma in vista del fallimento ed in frode dei creditori. Ma l'addebito di bancarotta fraudolenta non è che il primo della lunga serie sotto cui gli imputati devono sentirsi piegati. Dalla clientela essi avevano ottenuto in deposito, a custodia o per le operazioni più varie (conversione in Prestito del Littorio, ecc.) un'ingente quantità di titoli. A 6.720..V.W lire ascende il valore nominale di tali titoli secondo le indagini del curatore, Orbene, a fallimento avvenuto, non ne vennero ritrovati nelle casso che per un valore di T'.iT.OOti lire: i Réan avevano usato liberamente di cinque milioni e novecentomila lire di titoli per turare le falle della loro azienda e per alimentare le rovinose speculazioni nelle (piali si erano ingolfati. Come la cosa sia riuscita è facile a spiegarsi: quando i clienti si presentavano per chiedere la restituzione dei titoli o la consegna dei nuovi titoli ottenuti con la conversione di quelli compiuti, li si acquetava con qualche trovata più o meno ingegnosa. Normalmente li si assicurava din le pratiche burocratiche non erano-ancora definite. Onesto sistema temporeggiatóre era seguito non-solo dai fratelli Réan. ma anche dalla loro sorella. Sernflua Réan. dal'lh "-signora RéHii-Prassy. da Cipriano 11 cri n,,,rli rettore della Bede di Aosta, e dal cassiere Emerico i cuaz. A tutti costoro.à perciò comune . a e e i 7 o l'addebito di appropriazione indebita per valore rilevante. Di questa accusa deve rispondere anche il conte Giacinto Celano, il quale non per questo latto soltanto apparirà nel processo tra le ligure di primo piaio. Verso la metà del 1927, il Celano venne presentato a Lorenzo Réan da Padre Blandiet come persona assai inlluente ed esperta di affari bancari e, quindi, in grado di salvare la Banca. Il Gelano si stabili per alcuni mesi ad Aosta. .Egli ottenne da Lorenzo néan la. procura generale e svolse nella Banca; in un breve periodo, funzioni direttoriali, in compensò gli venne rijnessa," in diverse occasioni, la somma di 160 mila lire. Data la sua posizione preminente e l'attività da lui svolta, l'accusa ritiene che egli non sia stato estraneo alla distrazione dei titoli. "E siamo alle Operazioni più tipicamente truffaldine, cui i dirigenti della Banca •ricorsero allorché apparve csaurito lo stock di titoli ottenuti a deposito. Le necessità di danaro erano incessanti, incalzanti: ormai la Banca era nel suo ultimo pei indo di vita. Nel novembre 1927, Lorenzo ed Emilio Béah circuirono il sig. Cesare Frassv, facendogli credere elio avevano bisogno di far figurare come esistenti in casseforti buoni del Tesoro ed altri titoli. Si trattava — essi' assicuravano — di una pura formalità. Lnlro una settimana i titoli sarebbero stati restituiti. 11 sig. Frassy consegnò loro uno stock di titoli per 300 mila lire, che naturalmente non furono più restituiti, ed in più si convinse a rilasciare degli effetti di favore per l'importo d: 320 mila lire, che dai Réan vennero poi messi in circolazione e che l'emittente, alla scadenza, dovette pagare. Non diverso fu lo strattagemma usato per indurre la signora Erminia Buscagliene a consegnare dei titoli di Consolidato per 45 mila lire. Anche nuest titoli seguirono a s essa sòrteTKr„..7 g. „ stcssa,,sorte, In questi fatti, che configurano l'iinpu tazione di truffa per valore rilevante, l'accusa vuole abbiano concorso anche la signorina Réan e la signora Réan Frassy. Tt fti I j Trovate fantasiose Altrettanto vistosa nei suoi risultati [concreti, seppure più ingegnosa nella l******* m^-.-.-.*.:. * , . . , i sua preordinazione e realizzazione, èi la truffa di cui rimasero vittime il; dott. Giuseppe Alliod, il notaio Pietro! Ci èli or ed i signori Pietro Lesca, Co- stante Lateltin, Nicola Bodin, Savino Bonin, Camillo Dondeynaz e Ognissan-I ti Chasseur. Accompagnati dui due' i ni piega ti della filiale di Verres Val- laisp p ("Hvnrsin inrmnn rtAun -il |ifciuio dà d énibre IH- inU-Vm-sn!v "l»ftPrese.d «tournee» <i \erres, Arnaz e|Ulanip de Praz recandosi a visitare i lo persone che abbiamo indicato. Egli Iteneva in mano due telegrammi, che • naturalmente si guardava beilo dallo; spiegare. Ma assicurando che prove-! • ■■ - . , - , • n . » invano dulie LL. Eli;, \olpi e Suurdo, ì egli raccontava che il Governo aveva deciso di venire in aiuto alla Banca iio state restituite otto giorni prima della scadenza, Gli effetti invece furo- no messi normalmente in circolazione e per la più parte dovettero essere ri-tirati dagli emittenti. delle operazioni delittuo- Farinelli e Dagasso — passeggera e determinata da nionien- tanee dilllcoltà di smobilizzo. | — La Banca d'Italia — aggiungeva il banchiere — tornerà ad accordarciiil risconto. Intanto, fra pochi giorni, imi recherò a Genova per ritirare la sovvenzione. Con questo ed altri discorsi il Béan riusci a convincere il notaio Alliod e, via via, le altre vittime designate, a rilasciargli delle cambiali dì favore per complessive 570[ìnila lire che — assicurava — sarebbe-e per la più parte dovettero essere n-"rati dagli er ' •Ma la serie se continua. Lorenzo Héan fece una vittima fra gli stessi suoi impiegati, il Vallaise, quello che lo aveva coadiuvato nella vistosa truffa compiuta a Verres. 11 21 dicembre Ì937 egli telefonò al Vallaise pregandolo di recarsi immediatamente ad Aosta. Quale la ragione dell'improvvisa chiamata? 11 Vallaise non tardò ad apprenderla. 11 principale volevo che gli sottoscrivesse venti cambiali da diecimila lire ciascuna. — Metta la firma di suo padre. Così gli effetti assumeranno maggior valore — precisò il banchiere. Il Vallaise si mostrò stupefatto di questa proposta, e restò quanto mai esitante. Ma Lorenzo Béan, dopo avere insistito, assicurando che si trattava di una pura formalità, e dopo essere ricorso persino ai rimproveri, fugò ogni sua perplessità. 11 Vallaise firmò gli effetti. Era presente a questa operazione anche Leonida Celano, il quale avallò, con il proprio assenso, il racconto fantasioso che Lorenzo Béan aveva fatto all'impiegato per persuaderlo ad apporre le firme. Anche Leonida Celano deve rispondere oggi di correità col Héan di falso in cambiali. Ma il curioso si è che questa accusa è rivolta in primo luogo alla stessa vittima delle mule arti dei due primi: at Vallaise, il quale è ad un tempo' vittima ed imputato. Anche gli impiegati malversatori E resta — a prescindere dai fatti minori — un'ultima imputazione a carico di Lorenzo Réan: la truffa compiuta ai danni di un americano abitante ad Aosta, il sig. John ureeble Leach. Il 16 dicembre 1927 egli incontrò quest'ultimo a 'l'orino e dopo avergli raccontato di trovarsi in momentaneo imbarazzo finanziario per motivi di famiglia,, lo pregò di affidargli per pochissimi'-giorni e non oltre la fine dello stesso mese di dicembre, dei titoli. 11 Reali aggiunse di avere venduto una casa a Roma ed assicurò che entro pochi giouii avrebbe dovuto riscuotere la somma relativa. Tutto questo fantasioso racconto ebbe la virtù di vincere le riluttanze ilei Greeble, il quale con segnò al Héan dei titoli per :W8 mila lire, che naturalmente non potò più riavere. Dopo tutta questa enumerazione di colpi ingenti e notevoli, non c'è da stu pire se taluni impiegati della Bancacresciuti alla scuola dei fratelli Réan, ne abbiano per cosi dire seguite le orme operando, in misura tuttavia molto ridotta, ai danni degli stessi principali o della clientela. Svariate sono le imputazioni che binino questa origine e questo sfondo. Esse riguardano in primo luogo il cassiere Cuaz ed il direttore Herin, accusati di essersi appropriati di 25 mila franchi versali su un libretto a risparmio da Giuseppe Huf Iter. Tale reato, per il procedimento particolare con cui potè essere cotisu iruito, ha originato tinche l'iinputazio ne di falso in atto pubblico. (Hi iinpie gati della filiale di Verres, Cavorsin c: Vallaise, sono accusati di un'opera zione pressoché analoga: su un libretto ti risparmio intestato ad Alberto Janin, essi fecero figurare un rimborso di duemila lire che non era stato maeffettuato'. Infine, il Cavorsin prelevò indebitamente, ottomila lire dal coni corrente di Serotino Agnettaz e si trattenne indébitamente un buono de! Tesoro di ?i)fl lire consegnato alla Bari ca da Mario Pession. Il processo per questo impressionante insiemi? di fatti delittuosi si inizierà lunedi mattina avanti a questo Tribù' naie. Un'aula opposta è stala predisposta per lo svolgimento del macchi noso dibattimento. Siederanno alia di fesa gli tivv. Quaglia e Carco per i fratelli Héan e gli tivv. ne AntonioBardiuizcllu, (.fililo, Qutittroccolo dTorino, nonché gli tivv. Martinez e Chulrian di Aosta per gli altri imputai';. Alla Parte civile saranno gli av'v f, A.P/.ENTA.