Nel cuore dell'Asia bolscevica

Nel cuore dell'Asia bolscevica Nel cuore dell'Asia bolscevica Antagonismi di ieri e di oggi ■• Mistero del passato e realtà del presente - Le porte chiuse si spalancano •• La nuova ferrovia nella steppa e nel deserto •• Rovine e orme di grandezza (Dal nostro inviato) : e PENSA-SAMARA, giugno. L'Asia centrate, sotto lo Zar o sotto Lenin, non è mal stata fàcilmente accessibile allo straniero: i Russi hanno sempre usalo misure di prudenza, al fine di evitare contatti che, se non sempre assolutamente pericolosi, non sarebbero e non potrebbero essere in nessun modo di una qualsiasi utilità, ilio stesso modo presso a poco hanno sempre agito ed agiscono gli Inglesi nei riguardi delle Indie. Non è Questione di zarismo o di bolscevismo, come non è Questione di liberali, di conservatori o di laburisti: sono terre troppo care a Mosca e a Londra, perchè possano essere esposte alla minima tentazione da vaile di terzi. I Sovieli sanno che il rivale può trovarsi ovunque, che esso è troppo avido e rapace, che saprebbe usare le arti più subdole per sedurre in qualche modo la preziosa preda, per carpire la perla di Oriente, che ha ingemmato ieri la corona degli Zar ed oggi rifulge nella stella rossa di Mosca, così come ieri ed oggi ancora le Indie ingemmano la corona imperiale della Gran Brettagna. Ma tanto i russi, quanto gl'inglesi, non hanno certo tutti i torti: quelle ricche terre hanno sempre affaticato i sogni del grandi conquistatori è continuano ora a suscitare le. cupidigie delie' grandi rivali di oggi. Ieri i sommi condottieri d'eserciti, i grandi sognatorl di gesta eroiche, hanno sempre avuto nei loro piani la marcia e l'espansione nell'Oriente asiatico, il possesso di queste terre; oggi la rivalità dei grandi imperialismi d'Occidente, e specie la rivalità dei due fortunali possessori, i russi dal nord, gli inglesi dal sud, alimenta più o meno apertamente, gli stessi sogni e suscita la stessa diffidenza. Il regime del sospetto tdrpigvPertanto nell'Asia centrale, per evidenti motivi di difesa preventiva, l russi non ammettevano prima della rivoluzione, e non le ammettono oggi dopo la rivoluzione stessa, rappresentanze estere se non quelle degli Stati dal'confinante Oriente {Cina, Afganistan, Persia) e controllavano e controllano con severe disposizioni l'entrata in quelle regioni di cittadini esteri, sotto qualsiasi forma essi si fossero presentati o si presentassero, specialmente se cittadini inglesi. I russi avevano il Turkestan in possesso puramente coloniale e, de jurc, gli Emirati di Tiukara e di Hiva erano Stali, vassalli: ma anche questi tetritorii facevano parte integrante e sostanziale dell'Impero. Gli inglesi hanno niiclic il possesso coloni ile delle Indie, che fanno pure parte dell'organismo imperiale britannico; quindi il Governo inglese esclude, di diritto, qualsiasi rappresentanza estera, sia pure quella degli Stati, il' Oriente e controlla non meno dei russi Ventrata in quei, possedimenti di cittadini stranieri, e in modo specialissimo l'entrila del russi, di ieri, dei sovietici di oggi. Questa inaccessibilità alle terre del centro ed oriente asiatico, oggi, dopo e nonostante i grandi spostamenti politici e sovvertimenti sociali post-bellici, non solo non è diminuita, ma è divenuta forse ancora più assoluta: la rivoluzione bolscevica e il profondo mutamento che essa ha portato in tutta la vita e la politica della Russia non ha aperto le porle del Turkestan; nè l'avvento al Governo inglese del laburisti ha servito forse a rendere più tibero l'accesso alle Indie al contrario tanto il Turkestan, quanto le Indie mal come oggi sono stati cosi poco accessibili, specie per gli inglesi il Turkestan e per i Bussi le Indie. La profonda diversità di regimi kdel due confinanti rivali avrebbe forse reso necessarie estreme misure di. controllo per difendere l preziosi domina che le due Potenze hanno conquistato. Sa i due rivali prima si guardavano biechi, oggi sì guardano con ostilità. Se prima la Russia zarista mirava con cupidigia al di là dal Pamir e vedeva nuove possibilità di espansione per il suo imperialismo, oggi i Sovieti guardano nella stessa direzione e in nome del bolscevismo cercherebbero nelle Indie una nuova repubblica rossa, da aggiungere a quelle che -formano l'Unione delle Repubbliche socialiste. E se prima l'imperialismo inglese guardava con uguale occhio di cupidigia al di là dal Cashmir, oggi l'Inghilterra, in. nome della « civiltà » vedrebbe una specie di grande » missione <> da compiere cercando di sot- trarre ai rossi artigli sovietici la preda del Turkestan. In sostanza, dunque, tutto sarebbe rimasto allo stato di prima, se non peggio di prima. Gli antagonisti di ieri avrebbero solo mutate le loro spoglie in quelle di « missionari » di civiltà; gli uni, di « missionari » della Terza Intemazionale; gli altri, di « missionari » de.U/i. Seconda interna- i i i zionate e, reciprocamente, gli uni a danno degli altri, si atteggiano a • salvatori » di quel popoli oppressi. Tutto ciò assume forme di vero e proprio paradosso quando si consideri che mai come oggi quei popoli si sono diuaituti in più tragica lotta per liberarsi da questi « missionari • di civiltà, quando si consideri che nel Turkestan mai come oggi si sono levate maggiori grida di proteste, e nelle Indie mai come oggi il movimento rivoluzionario ha preso proporzioni così vaste e carattere cosi risoluto e violento. A quelle grida i bolscevichi rispondono con misure di repressione; a quel movimento rivoluzionario gli inglesi rispondono con l'esercizio senza riserve di tutta la loro autorità statale. Tutto questo insieme di fatti spiega come le terre e le popolazioni del centro asiatico furono e sono, ora, anche più inaccessibili, e come ciò renda sempre più vivo il nostro interesse per questo mondo chiuso ed ignorato. Mosca» porta dell'Asia e . o . n a l i n o e - Stundo a Mosca, l'Asia, tutta l'Asia, vi attrae molto più che se foste altrove, in qualunque altro Paese d'i'.uropa. In modo particolarissimo vi attrae la vicina Asiu bolscevica. Il mistero e le leggende del passato, il mi stero e la realtà del presente, la rivoluzione bolscevica, la lotta fra il vecchio e il nuovo le danno sapore e colore del tutto speciali ed eminentemente esotici, le fanno assuniere torme e immagini arbitrarie, fantastiche, ma sempre pittoresche. Quotidianamente vi occorre sentir parlare dell'Asia in genere e. dell'Asia bolscevica in tspecie, dell'Asia che si apra da Orenburg in là, attraverso pianure sconfinate, attraverso steppe i: deserti, che si estendono in lungo e in largo per migliaia di chilometri quadrati, quotidianamente si sentono raccontare cose straordinarie ed eccezionalmente interessanti che la natura di quelle regioni e i popoli (li quei paesi offrono all'occhio e all'osservazione dell'uomo politico,, dell'economista o del semplice turista, e quotidianamente ca.pita leggere sull'abbondante stampa sovietica folti e « miracoli » che il bolscevismo moscovita verrebbe ogni giorno compiendo in quelle terre e tra quelle popolazioni, indolenti e monotone come l'arida steppa della Kirghisla, ma che. sotto la raffica del bolscevismo rivoluzionarlo, starebbero sorgendo a nuova vita, alla vita moderna, piena di rigogliosa attività. A Mosca si sente, col mondo orlentate, una vicinanza quasi immediata, vicinanza dovuta forse al fatto che l'Asia, centrale fa parte integrale della Unione sovietica e che, perciò, la frontiere sono una specie di finzione politica, più che giuridica; si sente con quel mondo una specie di vero e proprio contatto, una specie di famigliarità, senza che se ne abbia nessuna precisa coscienza e nozione. Ciò forse è anche dovuto al fatto, della presenza a Mosca di migliala e migliaia di orientali, di ogni razza e colore, abbigliali spesso nei loro costumi nazionali, dalle foggle più, strane, con lunghe vestaglie multicolori e con turbanti bianchi o colorati. SI incontrano nelle strade e nei luoghi pubblici ed anche nei Commissariati e nelle varie Organizzazioni sovietiche. La vicinanza materiale fa sentire anche di più tutto l'abisso che passa tra noi e loro., e e e a l o , e a a e e o a . a i e i o , tray questo mondo e il nostro, e si subisce un'attrazione quasi irresistibile per questi Paesi e per questi popoli, fino a diventare una specie di vera e propria necessità fisica. Ma le porte sono chiuse. Un mese nel « treno del Governo » Senonchè i Bolscevichi sì sono decisi, a fare uno strappo alla regola e hanno voluto farci constatare « de visu » le grandi opere, che essi vanno compiendo in quelle regioni e la vita nuova, che essi vanno colà costruendo. La fortunata circostanza del compimento della ferrovia Turkestan-Siberiana ha avuto la sua parte decisiva. La stagione è stala prescelta la migliore: il mese ili maggio nell'Asia bolscevica è il più opportuno: caldo non ancora eccessivo, alberi e vegetazione già. ammantati di verde, giornate già lunghe. Si parte con un treno speciale, cosi detto « treno del Governo ». Non uno dei giornalisti esteri è assente. Per tutti è un vero avvenimento. Con noi viaggiane anche il Consigliere commerciale dell'Ambasciata del Giappone e il Segretàrio dell'Ambasciata d'Inghilterra. Fanno parie del nostro treno Delegazioni, operaie, o~lomalistl e scrittori soiitetlci fra i più noti, come Pllgnak. zazulln. Katàeff. Ilf. Krotlt. Vsevolod Ivaroff, Leonoft- Ci accompagnano Delegati del Commissariato degli Esteri. Siamo avvertili che viaggia con noi anche il vagone-ristorante, ottimamente rifornito per circa un mese, ossia per tutta la durata del viaggio. Molli però di noi, conoscendo le odierne gravi condizioni alimentari dèlia Russia hanno fatto abbondanti provviste personali. C'è qualcuno, come per esempio il corrispondente della. Prager Press, fi signor Schrom, che per essere tornato di recente da un suo viaggio in Italia, ha anche delle bottiglie di vermouth di Torino. Queste le berremo, inviando un saluto all'Italia e a Turino, solo quando saremo nell'Asia bolscevica, tra i Kasaki e gli Usbeki. Infatti Riazan, Pensa, il Volga, Samara e lo stesso Orenburg c'interessano relativamente e fino ad un certo punto, c'interessano solo per vedere quello che le ampie distese lungo le molte centinaia di chilometri di ferrovia possono offrire al nostro sguardo e alla nostra osservazione, onde formar, ci, un'idea sia pure molto vaga ed a.p" prossìmativa, di quanto avviene nella campagna sovietica in regime di • collettivizzazione agraria*. La nostra mèta è un'altra e il vero oggetto di tutto il nostro interesse comincia di là da Orenburg con la steppa e il deserto: L'Ural. l'Emhla, il. Mare d'Arai, Aris, AnUe-Ata, l'Ili, Alma-Atri, AinaBulnk, fiumi, mare e paesi del Kasakstan. E poi Taschkenl, Sainarkand, Rnhara, l'Amur-Daria, l'oriente asiatico tipico e pittoresco. Dappertutto cammelli, carovane, (accie mongole e tarantelle, del colore della terra, donne ricoperte dì. fitto velo di crine di cavallo, turlt, kurgani, vestigle di Ginghis Hàn e di Tinnir, rovine, orme di grandezza. E invero, noi andiamo vedendo cose grandi e meraviglie esotiche e nuovis¬ sime ed abbiamo coiMatatc guanto oggi avviene di straordinario, col bolscevismo, in quelle regioni e tra quelle popolazioni. PIETRO SESSA. INDIA Violenti disordini a Oakka uaicuua, 17, notte. Nuovi violenti disordini vendono segnalati a Dakka dove i rivoltosi hanno lancialo altre due bombe contro la polizia, che è siala aggredita in diverbi Punti dulia folla anche a colpi di pugnale e sassaie. Secondo informazioni qui pervenute la situazione è abbastanza grave cosi che centinaia di persone stanno '.asciando la città per stabilirsi in luoghi più sicuri. Tutu i negozi di DaUka sono chiusi, le strade deserte. La polizia ha operaio molti arresti. Il governatore di Bombay è partito Ieri sera per Sholapur, dove si reca per esaminare personalmente la situazione prima di decidere sulla possibilità di revocare la legge marziale. Si ritiene tuttavia imminente tale provvedimento che appare preannunciato dalla proposta di inviare a Sholapur 250 poliziotti armati, e da quella relativa al ritorno colà dei magistrati del distretto e degli ispettori di polizia che, prima dei disordini, presiedevano l'amministrazione civile. vggailsfnrbdalPcpf Pro», della Siberia lup-scoerii

Persone citate: Aris, Lenin, Pensa, Pietro Sessa, Prager, Turino, Tutu, Vsevolod Ivaroff