I ribelli del Fezzan fuggiti in Algeria chiedono di sottomettersi e di rientrare

I ribelli del Fezzan fuggiti in Algeria chiedono di sottomettersi e di rientrare I ribelli del Fezzan fuggiti in Algeria chiedono di sottomettersi e di rientrare Tripoli, giugno. Pochi mesi suini trascorsi dalla riconquidi ,,e%n - m |n lontrina regione, elle per lunghi anni fu in preda all'anarchia completa, si notano i primi confortanti se- r5L£6 ,rina,scUa' 11 Governo della Colonia, che 1ln dal primo momento aveva provveduto „ far soccorrere dalie stesse truppe operami, per cimili, to era possibile, quelle genti misere eci affamate, hn continuato e continua tuttora a sostenerle nella lenta ripresa; e te popolazioni, che trovammo abbrutite dal patimenti e dalle vessazioni, denutrite ed abbattute in modo indescrivibile, manifestano come possono la loro riconoscenza al Governo che ha permesso |oro di iniziare, una nuova Ora di vita tanto migliore. La fiducia è ritornata negli animi di auei disgraziati che hanno ripreso con amore le loro pacifiche occupazioni, sicuri ormai di raccogliere intero il frutto delle loro fatiche. E' veramente la gioia del ritorno alla vita in cui siluravano ormai ben poco. Le benefiche ripercussioni del nuovo stato di cose non hanno tardato a farsi sentire oltre i confini della regione, e già tanti di coloro che si erano un tempo allontanati per sfuggire alle persecuzioni ed ai soprusi inqualificabili, che rendevano l'esistenza, travagliata e poco sicura, sono ritornati alle loro case; e le nuove braccia faranno sì che in quello poche e ristrette, ma belle zone fertili del Fezzan si possano ricavare le risorse possibili. Il pentimento dei ribelli Ma un fatto ben più importante, veramente tipico, ha prodotto la situazione sicura e pacifica del Fezzan: i ribelli pili ostinati, quelli che preferirono sconfinare in Algeria anziché sottomettersi, hanno ora fatto domanda di poter rientrare, facendo completo atto di sottomissione. Lo ha annunciato S. F.. il Governatore, Maresciallo Badoglio, in un discorso pronunciato tempo addietro al Municipio di Tripoli in occasiona del grande ricevimento àelVEid-el-Kcbtr, l'annuale festa musulmana del sacrificio, cui presenziavano le Autorità coloniali e tutte le notabilità arabe che acrolsero la notizia coi più vivi applausi. S. E. Badoglio ha aggiunto che un nostro Ufficiale si era recato a Gianet per concordare le modalità del rientro cogli ufficiali francesi che, come il loro Governo, hanno agito ih questa circostanza con spirito veramente amichevole nei nostri riguardi. Ma S. E. Badoglio ha comunicato in quell'occasione anche un'altra notizia: parlando dei provvedimenti presi a favore delle popolazioni indigene della Colonia, provate quest'anno da un'annata agricola sfavorevole, ha detto che non sono dimenticate le genti del Fezzan, tanto sfortunate, cui finora sono stati distribuiti più di 70(1 quintali di orzo. Lo parole del Maresciallo Badoglio racchiudono un grande significato che non puf) sfuggire a chi immagini cosa rappresenti la completa paciflcaziono d'una Colonia estesissima di OOO.OOf) Kmq. ove uno a poco tempo addietro s'imponeva il problema, della ribellione da estirpare. Ora, col ritorno dei fuoruscili, dopo la durissima lezione da essi subita, snrfl raggiunta anche la tranquillità completa degli spiriti di tutta la popolazione della Tripolitania, dopo essersi raggiunta, la completa vittoria delle armi che ha segnato il crollo definitivo della velleità, di ogni resistenza. Come si •ricorderà, quando la colonna Graziani mosse da Uba ri verso occidente, raggiunto Serdeles. si era lanciata velocissima all'inseguimento, tra la più impervia regione desertica, dei nuclei ribelli che si sapeva essere raccolti attorno ai pozzi di Tachiomet, presso il confine algerino, al comando del capo Mohamed-Ben-HagHassen; senonchè. avuto sentore della rapidissima avanzata, l'astuto ribelle, che sapeva qual sorte l'attendeva, varcò il vicino confine trascinando con sè le genti che era riuscito fino ad allora ad ingannare n trattenere colle minaccio. Solo qualche pattuglia nostra potò così prendere contatto cogli ultimi clic passavano in Alcerla. dopo che i velivoli avevano compiuto una efficace azione di bombardamento. Altrettanto avveniva nella zona di Chat ove Kalifa Zauia, colla, sua banda di irregolari, dopo una marcia faticosissima di dodici giorni da Murzuch. seguendo l'TJadi Ahergiusc, era giunto poco dopo che era sconfinato Abd-el-Nebi-Belcher, il feroce capo ribelle e suo acerrimo nemico, che se l'era svignata in tutta fretta al suo avvicinarsi. Al Forte Tarat i ribelli erano stati disarmati dai francesi ed era stata assegnata loro una zona ove pascolare il bestiame e svolgere l'attività che era loro possibile per vivere. Senonchè le disagiatissime condizioni in cui si vennero a trovare e la lontananza dai loro paesi, ove avevano lasciato averi e comodità che doveva riuscire assai pesante ad indurli a meditare sul loro atto sconsigliato e folle, ma soprattutto, poi, le notizie, che anche nello sterminato Sahara corrono veloci, che recavano loro la sensazione delle nuove felici condizioni di vita delle popolazioni a noi sottomesse devono aver loro aperto finalmente gli occhi, inducendoli a rivolgersi alla clemenza del Governo italiano, chiedendo il- perdono e promettendo obbedienza assoluta. Il Maresciallo Badoglio, che ha risolto così radicalmente il problema della ribellione in Tripolitania, ha dimostrato di essere ancora disposto a concedere quel perdo no che aveva un giorno promesso col suo noto proclama, benché sia stato chiesto con alquanto ritardo, facendo casi in modo che l'intera popolazione della Tripolitania possa tornare a vivere, dopo gli anni delle lotte inutili e sanguinose, in piena tranquillità, di animi e di opere all'ombra protettrice della nostra bandiera. Sarà quindi a tutto vantaggio della Colonia, l'aumento di braccia che potranno dedicarsi al lavoro proficuo per un maggiore benessere. Sicurezza Tornando alle popolazioni del Fezzan, possiamo dire che le centinaia di quintali di orzo ad essa distribuiti, se hanno valso a sfamare gli abitanti patiti dalla fame e dagli stenti, hanno reso anche possibile qua e là la semina, in modo che già quest'anno cara, possibile raccogliere qualche cosa. Cosi nelle depresioni dello Sciati, dei Lajal e dell'Hofra, come nelle principali oasi, si notano le prime fnenifesfazioni d'una ripresa di ope¬ iij!iI|;,j'!ìj| rosità benefica. Perfino a Murzuchche venne trovata dalle nostre truppe in uno slato spaventevole di abbandono e di tristezza, si è avuto un cambiamento favorevole; oggi le sue strade sono reso pulite e praticabili e già vi si nota un po' di movimento, iti città morta del gennaio scorso tende a riprendere lent'aniento la sua vita che tornerà a fiorire col tempo. « La nuova atmosfera che al respira in tutto il Fezzan deriva, com'è facilmente immaginabile, dalla piena si curczza che vi regna e che non è stata turbata in questi mesi dal più'lieve episodio di rapina od aggressioni isolate: pace completa ed assoluta. Ed a mantenere questa sicurezza bastano così poche truppe che ci sarebbe veramente du meravigliarsi della loro esiguità rispetto alla vasta regione d3ij0.0O0 Kmq.; ma la loro apparente -scarsezza numerica — si tratta di pochi gruppi sahariani e pochissimi meti'opolitàni — 3i traduce, invene in una forza efficacissima quando spensi alla sua estrema mobilità, alla pratica del terreno e, soprattutto, alla sua geniale distribuzione ed organizzazione. Ogni punto importante per la sua posizione è regolarmente presidiato, ma 1 presidi, colla loro intelalatura,-e col continuo movimento del gregari, assicurano la presenta ovunque della nostra forza, pieuamenie adattata alla configurazione del terri torio. Vi era ancora quel quadrilatero grandissimo compreso tra le oasi di Zella e Mrada a nord e Zuila e Uau el Kebir a sud ove, specie nella zona del Monti Harugi, vagavano 1 dispersi della rìbel'ione che vi trovavano particolari facilità di nascondiglio, ma l'opera incessante di rastrellamento intrapresa all'epoca della conquista ha fatto sparire "anche là ogni traccia di perturbazione e vi regna oggi completa la tranquillità. Cosicché si può orinai transitare sicuri da un capo all'altro della Colonia. Rifiorire di opere Mentre la regione rinasce leni amen te nei campo agrìcolo, l'opera deglitaliani si esplica intensa nel campo dello opere che dovranno rendere mi gliori le residenze, e più comode e rapide le comunicazioni. Dono luoghmesi di lavoro instancabile oggi la strada di accesso al Fezzan è già a buon punto; da Hon, infatti, seguendo in parte il tracciato della antica strada costruita dalla colonna Miani, e se guendone in altre parti, uno nuovo, la nuova arteria ha scavalcato la Mori tngna Nora, il Gebel es Soda, puntan do dritto su Umrn el Abiti e, per le oasi di Sommi e Zighen, giungerà a Sebha, che e nuovamente la sede deCommissariato del Fezzan. Ed al ml giuramento delle comunicazioni stra finIi si lavora un po' dappertutto ne Fezzan In modo che col tempo tutta la regione possa essere percorsa da una fitta rete come le altre parti della Tripolitania. Un altro punto dove si e molto lavorato è la Ghara di Sebhal'altura che fu da noi persa cosi tragicamente nel novembre del 1914. 1forte che la sormontava sta..ora ri prendendo una nuova più Imponente flsonomia per meglio rispondere asuoi scopi, mentre alle falde della Ghara nuove costruzioni sorgono che renderanno la località veramente degna di essere la sede del nostro dominio nel Fezzan. Le stesse ragioni strategiche e di salubrità che consigliarono il colonnello Miani a trasferirvi la- capitale, consigliano ora di mantenervcla. Lassù su quell'altura riscattata, ridivenuta il centro della nostra dominazione, lavorano con passione escol pensiero rivolto al loro Tluce le Camicie Nere della La Legione Libica « OEA », fieri di poter cooperare al rifiorire del paese come al tri loro compagni di fede hanno contribuito a riconquistarlo. La vloanda di Kalifa Zauia All'antica capitale, Murzuch, è rimastala sede del caimacanato, di cui e ora titolare il fedelissimo Kalifa Zauia, che combattè con tanta abnegazione al nostro fianco. La sua vita avventurosa e travagliata trova così una pacifica èra di riposo nella città donde per alcuni anni egli governò la regione fezzanese, cioè'dai 1919 al 1925. Lu sua vicenda merita di essere succintamente narrata. Nativo di Zavia, in Tripolitania, tu ufficiale turco nello Yemen dal 1911 al 1911, quindi fu in altre parti dell'Impero turco, eccetto la Tripolitania. Ma nel 1917, quando 1 turco-tedeschi della a Expedition-Mir » vollero tentare la conquista del Fezzan, troviamo Kalifa Zauia quale segretario di quel Sakeb Bey che, con altri due Ufficiali turchi, era riuscito a compiere quella leggendaria e genialissima azione che strappò alla Senussia il dominio della regione. Dopo Vittorio Veneto, cioè verso la line del 1918, quando gli ufficiali turchi, in seguito ad ordine del loro Governo, abbandonarono il Fezzan, Kalifa Zauia lasciò il servizio effettivo e rimase nel Fezzan, che governò con abilità e non tiranneggiando le popolazioni che erano soddisfatte sotto il suo dominio; assunse, dapprima il titolo di Reggente, poi quello di mutasserif. Fin da quando noi eravamo ancora alla costa e nessun segno indicava un mutamento nelle nostre direttive coloniali, cioè all'epoca del Governatore MercatellI, Kalifa Zauia aveva fatto pervenire missive secondo le quali egli si riteneva laggiù come un funzionario al servizio del Governo italiano. E si mantenne fedele a questo suo proponimento anche quando I capì ribelli Sef èn Nassen e Abd en Nebi Belcher lo invitarono a passare dalla loro parte; egli rifiutò pur sapendo che essi si sarebbero' uniti contro di lui, come intatti avvenne nella lunga lotta che ne segui; dopo varie vicende egli si ridusse e, Murzuch ove fu assediato per otto mesi e donde fu cacciato grazie anche al tradimento. Dopo una fuga miracolosa anche da Ubarl, ove era scampato e dove doveva raggiungerlo la « punizione 1 che 1 capi ribelli gli avevano decretato, e dopo essere sfuggito a Mohamed Ben Hag Hassen che lo teneva prigioniero nella Ghibla, egli riusciva final mente a raggiungere Misda ove lo accoglieva il generale Graziani del qua le da quel giorno diventò uno dei piò redeli gregari. A capo della banda di irregolari che gli fu concesso di co mandare e ch'era tutta composta di eente fidata che aveva conti da regolale col ribelli, combattè per tre anni tutte le nostre più aspre battaglie e nella riconquista del Fezzan sollecitò l'onore di Costituire l'avanguardia della colonna operante. Cosi oggi può finalmente godere il premio della sua fedeltà alla nostra causa cui non ven- ne mai meno e che colla sua nomina a Cainiacari ha avuto un ambito riconoscimento. Ed ha potuto ricongiungersi alla sua famiglia, che aveva dovuto abbandonare nel 1925 quando fuggi da Murzuch e che ritrovò ora durante l'avanzata da Traghen a Murzuch ridotta in misere condizioni e mancante d'un figlio, mentre la moglie dovette subire i peggiori maltrattamenti ed oltraggi dalla soldataglia cui era stata abbandonata. Cosi oggi da Bradi ad Rderl, da Sebha ad Uhari e Glint, da Murzuch a Zuila ed Uau el Kebir, da Gatrtim ti l'untino, ovunque esiste un abitante che vive pacifico sotto il nostro dominio, Il tricolore è rispettato 0 salutato romanamente, tanto da chi lo ha rivisto con gioia come simbolo d'un antico periodo ricordato sempre con nostalgie, come da chi soltanto ora ba avuto la ventura di apprezzare i benefici ch'esso apporta a chi si 8fflda alla sua protezione. Q. Z. ORNATO.