I contratti di lavoro e la vertenza delle sartine

I contratti di lavoro e la vertenza delle sartine L'opera dei Sindacati per la tutela degli operai I contratti di lavoro e la vertenza delle sartine Uno dei tratti distintivi del sindacalismo fascista dalle manifestazionoperaie del passato e che maggiormente colpisce l'osservatore desideroso soltanto di cogliere gli aspetti essenziali della verità, consiste nel silenzio onde la sua azione è costantemente avvolta sino al momento dell'apposizione della firma sugli accord6tipulati con i datori di lavoro e qualche volta anche dopo. j. .Come sì elaborano le inchieste La formula finalistica con cui gli acfcordi si aprono, di regola dice: « Ipresente contratto collettivo ha lo scopo di regolare fra i produttori della tal categoria e gli operai dipendenti il pacifico e normale svolgimento del lavoro, contemperando gli interessi dei primi con quelli dei secondi e tutelando, in ogni caso, gli interessi superiori della produzione ». Ciò elimina qualsiasi metodo di coercizione sia sull'una, sia sull'altra parte; e a meno di inconciliabilità dei rispettivi punti di vista, nel qual caso le vertenze sono deferite agli istituti stabiliti dall'ordinamento corporativo, le trattative si svolgono in base al criterio dell'assenza assoluta di rumori esterni, con la piena fiducia delle masse nei loro rappresentanti per la difesa delle loro posizioni e la conquista di migliorie, che il metodo della collaborazione non solo non esclude, ma mette in primo piano ogni qual volta le condizioni generali dell'economia e quelle particolari degli elementi della produzione lo consentano. Tutto questo non significa che le maestranze siano tenute lontane dalla elaborazione delle richieste che l'organizzazione presenterà ai datori di lavoro: al contrario le riunioni delle categorie si susseguono ogni sera e, com'è naturale, esse hanno più frequente ed intensa estrinsecazione nel campo dell'industria, che dà il maggior numero di lavoratori e di conseguenza il nerbo più vitale dell'organizzazione stessa. Raccolto il materiale attraverso gli organi di cui l'Unione del Sindacati è in possesso, gli uffici direttivi, a mezzo dei segretari di categoria o di quelli a disposizione, lo ■espongono alle maestranze, le quali a loro volta suggeriscono aggiunte o modifiche, partecipando cosi nel modo più diretto con gli organizzatori alla tutela del propri interessi. Uno dopo l'altro vengono fuori in tal modo i contratti di lavoro, che rappresentano la forma più tangibile della tutela operaia, oltreché una garanzia di di sciplina e di continuità di lavoro per gli industriali. Che poi la collaborazione renda inutile la discussione fra le parti, è un altro errore che la pratica quotidiana dell'assistenza sindacale si incarica di smentire. Si potrebbero citare a dozzine gli esempi, che d'altronde non possono essere affatto considerati come indici di forti antagonismi fra datori ed esecutori d'opera, ma piuttosto come espresioni diverse della materia In discussione, che, essendo fatta di Interessi, produce inevitabilmente divergenze e qualche volta anche attritii Le «confezioni» e chi le eseguisce Il ceso di maggiore attualità nella cronaca del Palazzo dei Sindacati dell'Industria In corso Galileo Ferraris, è idato dalla vertenza delle sartine. I lettori ne conoscono i termini. Sitrabta di assicurare alle parecchie mi. gliala di lavoratrici addette all'industria dell'abbigliamento, condizioni dyìta In armonia con i tempi e che oggi non in tutti i laboratori esistono, mentre per altro verso la sistemazione contrattuale della categoria avrà per effetto di assicurare la maestranza alle aziende, con vantaggio notevole per gli industriali e per la stessa città, di cui le « confezioni » femminili rappresentano una delle attività più tipiche: lanto è vero che l'influsso corporativo si intreccia in maggiore o in minore misura, a pressoché tutte le controversie sindacali. La discussione (alla quale per l'Unione industriale fascista partecipano il segretario generale avv. comm. Ugo Cotogni insieme con l'avv. Pistoia, segretario della Sezione Industria dell'abbigliamento, e per l'Unione deSindacati fascisti il vice segretario generale Mario Scolari in nome dell'cn. Mallusardi che segue con vivissi i i l o o e i e a i e a a a e a e a i e , l o a o a r a i n o a i . a è i i à a à é i o ¬ ma attenzione le trattative) si è svolta sin qui su un terreno di perfetta cordialità ed anche di comprensione, da iparte della rappresentanza dei datori di lavoro, di quello che è l'elementare buon diritto delle lavoratrici. L'accordo, dala una tale dispo sizione degli animi, sarebbe già stato raggiunto ove non fosse sorto un cer to contrasto sulle questioni delle fe^ rie e dell'indennità di licenziamento Quanto alle ferie, gli industriali, adducendo la discontinuità del lavoro causata dal carattere, che essi considerano stazionale, dell'industria, le contestano o accedono alla richiesta — secondo i Sindacati — in modo da paralizzarne ogni effetto. Industria stagionale Infatti essi si dichiarerebbero disposti a concedere le ferie, naturalmente pagate, a quelle sole operai» che raggiungano dieci mesi di lavoro all'anno, la qual cosa per i Sindacati sarebbe quasi impossibile, cosicché pochissime sarte beneficerebbero della conquista. 1 Sindacati sostengono che la clausola delle ferie sia fissata in modo da consentire all'intera categoria di potersene valere, e su tale tesi si impuntano in quanto e6Si considerano le interruzioni di lavoro non come dovute all'industria stagionale, bensì a stasi, produttiva, tanto più che le operaie, anche durante le interruzioni rimangono a disposizione delle ditte, le quali, con simile sistema, si assicurano la continuità e si garantiscono la durata del loro stile di lavoro, elemento primario in un genere di produzione qual'è l'abbigliamento femminile a base di raffinate eleganze e di gusto conUnuamente rinnovate. Se viceversa l'industria fosse considerata stagionale — dicono sempre i Sindacali — le operaie avrebbero diritto di andare dove vogliono ed alle aziende mancherebbe la maestranza stabile con tutte le conseguenze inerenti. Inoltre gli industriali vorrebbero defalcare dalle ferie le giornate per assenze ritenute arbitrarie; e i Sindacati ribattono che le conquiste operaie, in quanto tali, devono essere intangibili; se un'operaia manca, la cosa non può che rientrare nell'ambito delle norme disciplinari da applicarsi con le modalità in uso in tutti i contratti. Queste divergenze, al pari di quelle per l'indennità di licenziamento connessa essa pure con la controversia sulla « stagionalità » dell'industria, saranno del resto appianate, perchè, come abbiamo rilevato, la buona volontà anche da parte degli industriali non manca: e se si considera che le sartine torinesi contribuiscono — giova ripeterlo — a mantenere alla città anche questo primato dell'eleganza muliebre che la fa un po' da Parigi d'Italia, non v'ha dubbio che le buone e graziose lavoratrici riusciranno ad avere un contratto regolatore della loro fatica in conformità del loro desiderio. Una leggenda calunniosa Senonchè alla questione si mescola un elemento morale che contribuisce non poco a mantenerla arenata. Una leggenda attribuisce alle sartine abitudini di leggerezza che farebbero di esse delle lavoratrici meno apprezzabili In confronto ad altre di mestiere diverso. La leggenda è calunniosa e non c'è affatto bisogno di erigersi a paladini di chicchessia per stabilire che le sarte meritano la stessa considerazione di tutte le altre operaie. Il Sindacato non ammette di queste distinzioni, che ne snaturerebbero la fisionomia: oltreché compiti assistenziali, esso ha funzioni educative e den. tro la sua orbita il lavoratore acquista innanzi tutto il diritto alla giusta valutazione professionale. Senza di ciò l'organizazione operala mancherebbe ad una delle sue attribuzioni fondamentali, che si estrinseca nell'elevazione morale del lavoratore, frutto di quella materiale. Ma forse la leggenda è sorta dalla grazia innata che accompagna le nostre sartine, dal garbo con cui esse sanno essere eleganti anche con indumenti modesti. E allora la grazia, che sa sorridere, farà sormontare l'ostacolo. Anche le sartine avranno presto il loro contratto. pmrqa

Persone citate: Mario Scolari, Ugo Cotogni

Luoghi citati: Italia, Parigi, Pistoia