L'epilogo del Giro d'Italia all'Arena di Milano

L'epilogo del Giro d'Italia all'Arena di Milano L'epilogo del Giro d'Italia all'Arena di Milano Vittorie di Pesenti (indipendenti) e Cavallini (isolati) Nostra intervista col vincitore assoluto Milano, 9 mattino. fn omaggio alla tradizione l'ultima lappa della massacrante randonnée non ha avuto alcuna ripeiicussione sul risultato definitivo de] Giro. La gara si è trascinata con tono esasperantemente monotono dalla partenza fino all'arrivo all'Arena di Milano e le salite del Ghlsallo e del Brinzio non sono valse a scuotere dalla pigrizia nè gli assi nè le figure di secondo piano. L'unica preoccupazione di tutti 1 corridori era di giungere alla mèta col minimo dispendio di energie. L'unica fase Interessante Ma in verità non si può essere troppo esigenti con degli atleti che nello spazio di venti giorni hanno accumulato tremila chilometri di strada nelle gambe, con quel po' po' di salite. L'unica fase un po' interessante è stata provocata da una foratura di Giacobbe, a 150 chilometri dalla partenza. I corridori della I-egnano hanno fallo di tutto per rendere faticoso il ricongiungimento del capitano dei « grigi » che, come è noto, era l'unico che potesse insidiare il successo di Marchisio, ma il caso ha voluto che anche Frascarelli fosse attardato da una caduta. I due rivali hanno condotto a termine l'inseguimento ricongiungendosi negli ultimi chilometri. L'andaitura è andata poi gradualmente scemando via via che ci si avvicinava a Milano e 50 corridori hanno percorso gli ultimi chilometri a contatto di gomiti. La volata è stata caratterizzala da un avvincente e palpitante duello fra Mara e Rovlrìa, ma proprio sotto lo striscione II bustese, con uno dei suoi caratteristici rosh ha colto un'altra brillante vittoria, l'ultima della serie. Marchisio ha in tal modo, senza colpo ferire, vista consacrata la sua vittoria nel 18.o Giro d'Italia, in cui ha rivelato la classe di un corridore dal mezzi poderosi alla tattica accortissima e retto da una intelligenza vivida. Al secondo posto nella classifica generale si 6 piazzato invece Giacobbe, che in questi ultimi tempi, ha dato però l'impressione di non essere nella forma migliore e nell'efficienza dello scorso anno. Al terzo posto figura Ailleprn Grandi, 11 quale ha compiuto dei reali progressi ed è stato fra 1 pi fi corretti protagonisti del Giro, come contìnuo e costante è stato il suo rendimento. E cosi cala la tela anche sul 18.o Giro d'Italia ciclistico, vissuto fra l'interesse rìdile più belle contrade d'Italia, dall'incantevole Trinacrla alla pulsante ed operosa metropoli lombarda. Le vicende della tappa La partenza da Brescia per l'ultima tappa, è stata data alle 6.50, e prendiamo nota non senza rammarico del forfait di uno dei più combattivi corridori, distintisi specialmente nel giorni scorsi: Camusso, a causa di una caduta subita nell'ultima tappa. Egli a malincuore ha dovuto rinunziare a portare a termine la randonnée. I primi 100 chilometri sono percorsi a passo abbastanza modesto. Al rifornimento di Asso sono stati coperti Km. 103 ed il plotone a ranghi serrati inizia l'ascesa di una delle più dure asperità della giornata: l'erta del Gliisello. Contrariamente alle previsioni, nessuna fase vivace si sviluppa su questa difficoltà. Piemontesi, che sarà in seguito sostituito da Orecchia ed Infine da Rovida e da Pesenti, conduce nel primo tratto. In vetta sono assieme un trentina di uomini. Là gara si protrae però con scialbore e ad imprimere un po' di vivacità al suo svolgimento, bisognerà attendere un Infortunio da cui è colpito il diretto avversario del leader della classifica: Giacobbe. All'inizio della ripida discesa, il grigio, infatti, 6 costretto a porre piede a terra per una bucatura. Dinaie e Frascarelli vittime di cadute Più oltre assistiamo ad altri incidenti degni di rilievo: una caduta di Dinaie e poi di Frascarelli. Il primo, dopo avere cambiato una ruota, può riprendere, ma non cosi H romiino che nel ruzzolone ha anche riportato delle abrasioni e perde vari minuti prima di montare in macchina. Marchisio e compagni, avuto sentore della disavventura da cui è stato colpito Giacobbe, accelerano il ritmo della corsa Sotto l'azione di Binda Albino la pattuglia si disgrega ed il plotoncino di punta fila a sostenuta allure, incalzato, come è, da una schiera inseguttrlre, condotta da Piemontesi e che comprende Negrini, Pesenti, Guerra, Orecchia. Di Paco e Mara. Gli inseguitori presto si ricongiungeranno, mentre Giacobbe è proteso ancora all'Insegni mento. Nelle posizioni retrostanti Fra scarelll si è riunito all'infortunato Giacobbe ed entrambi sono sulle piste deirli uomini di avanguardia, diminuendo gradualmente lo svantaggio. Un inridente abbastanza grave viene ora a 1ocl1ere dalla lotta 11 forte Di Paco, che è costretto a ritirarsi in seguito a un serio guasto alla macchina. Dopo, Erba, Giacobbe e Frascarelli, ai nnali si è accodato anche Guerra, si ricongiungono e altri staccati coronano pure l loro sforzi. Si viene, cosi a formare un imponente plotone, forle rìl cinquanta uomini. Nulla di notevole sulla salita del Rrinzlo. E allora precediamo senz'altro i conlrìori a Milano, la YnMa del Giro è stabilita all'Arena di Milano, che è nereggiante di pubblico. L'episodio conclusivo della randonnée è elettrizzante. All'l.neresso In nista In prima posizione è Rovida che Micce di scatto e prende un certo vantno-crio al enirvnn. ti noulain di Gloria è Insecrnl'o però furiosamente dal gnu», no euldato di Guerra, tallonato da r"«mnntesi e Mara. All'entrata dell'ultima curva MaTa attacca a fondo Povlrìn e lo natie nettamente per tre macchine. A ridosso gli altri. Ecco l'ordine d'arrivo dell'ultima tappa: 1. MARA Michele, di Busto, alle ore 16,42'5", impiegando ore 9,50'5" alla media di Km. 28.479; 2. Rovida Carlo di Milano (Lo degli indipendenti); 3. Ferroli' Pierino, di Legnano; 4. Guerra Learco di Mantova; 5. Dinaie Alfredo di Vallonara; 6. Battesinf; 7. Pesenti; 8. Pizzarelli; 9. Morelli; 10. Caniselll; 11. a pari merito: Bianchini, Binda, Cacloni, Cardinale, Cavallini, Cignoll, Crippa, D'Achille, Fossati, Frascarelli, Galloni, Giacobbe, Gorl, Grandi, Gremo, Valle, La Rocca, Lavazza, Lorenzetti, Marchisio, Martelli. Moretti, Negrini, Nobile, Orecchia, Piemontesi, Fuleo, Rinaldi, Romanattl, Vinni, Zanzi; 42. Semprini In ore i.-fi't.ì": 43. Sanasi 1n 9,50'1S"; 44. Da \ Fano 1n 9,51'17"; 45. Dal Fiume In ore 9,52'52"; Seguono altri 22. Non partito Camusso, ritirato Di Paco. A. M. CLASSIFICA GENERALE 1. MARCHISIO Luigi, di Castelnuovo Don Bosco, che compie i Km. 3097,7 in ore 115,11*55" (juniores), alla media oraria di Km. 26,870. 2. Giacobbe Luigi, in ore 115,12'47" (distacco 52"). 3. Grandi in ore 115,17*46" (5'51"); 4. Morelli in ore U',2,3'7" (11*2*'.); 5. Pesenti (indip.) in ore 1I5,27'56" (16' 1"); 6. Negrini in ore 115,29'53" (17'58"); 7. Gremo in ore 115.3V23" 22'28"); 8. Cavallini (l.o degli isolati) in ore 115, 35' 53" (23'58"); 9. Guerra in ore 115. 48' 5" (36* 10'*); 10. Cacioni in ore 115,48'56" (37' 1"); 11. Piemontesi in ore 115,49'56" (38* 1"); 12. Moretti in ore 116,1'23" (49'28"); 13. Orecchia in ore 116,6'20" (54*25"); 14. Zanzi in ore 116,16'12" (1,4*17"); 15. Mara in ore 116. 25' 56" (1' 14' l'*); 16. Fossati in ore 116,27'28"; 17. Battesini in ore 116, 27' 36"; 18. Frascarelli in ore 116,28*8"; 19. Lalle in ore 116.36*54"; 20. D'Achille in ore 116,50*40". Seguono altri 47. Marchisio dopo il bagno Milane, 9, mattino. Non è passato un quarto d'ora dacché 20.000 persone hanno avvolto i superstiti del Giro d'Italia e Luigi Marchisio di una cordiale manifestazione di simpatia, che un gruppo di sportivi preme all'ingresso dell'albergo ove scendono sempre i corridori della squadra vincitrice del Ciro allorquando vengono a Milano, Dopo l'apoteosi la popolarità. Marchisio ed ì suoi compagni sono stati trasportati rapidamente all'albergo per la rituale toeletta del dopocorsa. Nella halle, affollata, è tutto un andirivieni di gente impolverala — la polvere del... Giro — che porta valigie, che chiede, che grida, che ride, li' nell'aria la serenità e la lietezza proprio di chi ha vinto. Eberardo Pavesi, che ha occhi e parole per tutti e per tulio, predispone ogni cosa. Ecco Uinnlc, ecco Gremo, ecco Frascarelli, Albino Binda, Zanzi: ma su tutti si sente pronunciare ad alta voce il nome di Marchisio. Si cerca il a vincitore » lo si vuole vedere, 10 si vuole salutare. Ma « Vigió » sta tacendo il bagno. Panino, che è stato 11 primo a portargli i saluti di Torino all'Arer\a subito dopo l'arrivo, non nasconde la sua soddisfazione. Un nugolo di amici, di conoscenti di Marchisio non vuole allontanarsi prima di averlo complimentalo. Un uomo a suo agio Ma ecco il giovane piemontese. Egli sta passando il suo quarto d'ora di celebrità. Oramai è lanciato. Era al suo primo Giro d'Italia e lo ha vinto. La gioia gli sprizza dai buoni occhi celesti. Trova tempo di rispondere a tutti, di ringraziare tutti, di stringere la mano a tutti. La celebrità lo rende lieto ma non lo pone a disagio, non lo turba. E', Il suo, il savoir faire dell'uomo abituato agli... inconvenienti della celebrità. Senza iattanza, perù, e senza spavalderia. Ci mostra un fascio di telegrammi pervenutigli a lirescla da Caslclnuovo Don Bosco e da altre località con i quali gli si esprimono perentori,., ordini di mantenere il primo posto della classifica, almeno sino a... Milano. Il ragazzo, lavato e ripulito, non palesa stanchezza : il suo atteggiamento ed i suoi gesti sono quelli di un reduce da una passeggiata, piuttosto che da un Giro d'Italia. Gli chiediamo se in queste tre settimane si è sentito qualche volta poco disposto alla corsa. • Mai, egli afferma, mi sono sentito in condizioni fisiche depresse. L'unico inconveniente, ed abbastanza serio, l'ho avuto in Sicilia. Durante la seconda tappa una scheggietta di lava dell'Etna mi è penetrata nell'occhio sinistro causandomi un bruciore insostenibile. A Palermo, nella giornata di intcrlappa, mi sono sottoposto alle cure di uno specialista il quale mi consigliò di non proseguire la corsa perchè avrei corso il rischio di perdere la vista. Ora, prosegue Marchisio, sta bene perdere la vista, ma non vincere il Giro mi sarebbe seccato. « ...mi dicono che deve vincere il giro 2>Ed allora il medico di Palermo mi ha fatto una lettera di presentazione per un suo collega di Messina nella quale spiegava il mio caso dicendo-. « Ho detto ha questo ragazzo di non proseguire la corsa ma mi dicono che deve vincere il Giro d'Italia ed allora io non ho assunto rcspoìisabilità ». Curato ancora a Messina, il mio occhio è andato meglio ma per tutta la seconda lappa ho dovuto proseguire con due compagni al fianchi per le mie diminuite facoltà visive. Poi, attraversando la penisola, mi sono sempre sentito bellissimo », — Alla partenza del Giro, aveva speranze di vittoria? — Sono partito da Messina con molta fiducia. Due gambe, pensavo, le hanno gli altri e due le ho anch'io e ritenevo di avere delle serie probabilità. V'era Pavesi, poi, che prima del Giro mi aveva continuamente affermalo che io potevo vincere, dovevo vincere, e sono lieto di aver corrisposto alle speranze dei dirigenti la mia Casa e del mio direttore sportivo. I miei compagni, poi, senza eccezione alcuna mi hanno coadiuvato con la massima buona volontà. — E non ha mal pensato che 52 secondi costituivano un vantaggio troppo lieve, epperciò colmabile da Giacobbe in caso di una sua foratura? — Nelle prime tre tappe io avevo bucato ben dieci gomme. Pensavo che la sorte non dovesse sempre accanirsi contro di me, E poi perchè dovevo dar battaglia io che ero già primo in classifica. Ho seguito la tattica più opportuna da Catanzaro in su-, quella di difendere il mio vantaggio pronto a rispondere ad ogni attacco. Infatti mi sono sentito sempre così ben disposto da non temere le offensive avversarie, lei avrà visto, infatti, che anche nella tredicesima e nella quattordicesima tappa ho rintuzzato ogni velleità di chi aveva interesse ad attaccarmi. — Che ne dice di Giacobbe, il suo diretto avversario? — E' un uomo assai pericoloso, per la sua regolarità, nelle corse a tappe, anche se nella seconda metà della lun-ga prova è calato un pochino. E' vero che i giornali dicono che anch'io sono un corridore tagliato per le corse a tappe... Richiesto ovunque Vogliamo lasciare Marchisio all'entusiasmo dei suol ammiratori ed intanto un organizzatore svizzero tenta ingaggiare il giovane routier per correre in pista a Basilea il 16 agosto. Ma Marchisio fa presente che per tale data è in calendario la corsa a cronometro nel Veneto, seconda prova di campionato, e che perciò ogni decisione dipende dalla sua Casa. Intanto il buon ragazzone comincia ad enumerare le riunioni su pista per le quali è stato già ingaggiato da Corlatta, Domani martedì a Firenze, venerdì a Padova e domenica nuovamente a Firenze. Stasera lunedi Marchisio partirà per Torino ove giungerà a Porta Nuova alle 20: a Castelnuovo lo aspettano per i festeggiamenti. Quelli più ambiti. MARIO ROSSI.