Dal Giro d'Italia a quello di Francia

Dal Giro d'Italia a quello di Francia L'attualità ciclistica Dal Giro d'Italia a quello di Francia 'Alfredo Binda ha seguito per divertimento gualche tappa del Giro d'Italia. Chiestogli da un giornalista cosa pensasse della media oraria tenuta dal suol successori, il Campione st è stretto nelle spalle, limitandosi a dire: — 'Anche senza di me in più tappe sono andati parecchio adagio. Si è voluto, con una decisione che non deploreremo abbastanza, escludere il nostro miglior corridore dal Giro d'Italia, e fra le giustificazioni che st sono escogitate c'era anche quella che, allontanato Quest'uomo che con la sua superiorità impediva l'estrinsecazione delle forze avversarie, le tappe sarebbero risultate più combattute e più veloci. , Certe a passo turistico La combattività nelle corse su strada 'è questione d'opinione; a parte il fatto che anche negli ultimi tre anni, quando cioè era in gara l'taddormentalore* di Cittigllo, ci furono delle tappe assai movimentate, con fughe, capovolgimenti di posizioni, gruppi di lesta che iti formavano e si disfacevano, vediamo ora che per qualificare se una tappa è slata oppur no combattuta il 'disaccordo regna tra i tre giornalisti al seguito. Per uno, lutti i corridori sono animati di spirito bellicoso e sono Svelti e impazientì di menare... le gambe come caprioli; dalle stilografiche degli altri scendono riserve a iosa, e 'commenti agrodolci. Ubi est veritasT Vn punto d'accordo è quando constatano che finora nessun concorrente Via potuto affermare la sua superiorità frugli avversari in modo si netto come a Binda era stato possibile. Di qui, pna grande incertezza pei risultati paritali e per quello finale. SI ha da convenire, allora, che unico termine di paragone fra il presente c ti passato dovrebbe ricercarsi nella velocita battuta dai corridori, Non soltanto nel ciclismo, ma generalmente Itegli sport di corsa indistintamente, la velocità è lutto, è quella che gradua le possibilità e premia i valori. Per una curiosa inversione, nelle attuali competizioni su strada non si tiene calcolo idi questo fattore per giudicare se la 'eorsa è stata oppur no degna di tale Qualifica. Ci hanno ben pensato gli or'oantzzatori del Giro di cui stiamo parlando con la clausola di dimezzare i Spremi se la media raggiunta non è di 67 chilometri orari; ma l corridori devono essere tanto ricchi se appena in tre — di soli 180 chilometri di lunghezza — si sono decisi a raggiungere Una velocità superiore al 30 all'ora. | Medie francesi e medie Italiano — Storia vecchia — obbictterà qualcuno, preparandosi a sfoggiare tutta la sua cultura geografica per spiegarsi tome in Italia, al contrarlo di quel che avviene in Francia e nel Belgio, le strade vanno su per i monti e pei colli, che non sono così liscie e ben tenute come all'estero, eccetera eccetera. Diciamo- subito che tale cultura è davvero elementarlssima, addirittura insufficiente. L'ignoranza nella lettura dette carte condusse, così dicono, ad 'Adua: basterebbe sfogliare una guida d'un Taurina Club estero per convincersi che anche sul percorsi delle gare che partono o fanno capo a Parigi, i disllvelll non mancano e sono piuttosto sensibili, in quanto alle strade francesi del'Word, tulle a piastrelle sconnesse — il malfamato pavé — non sono migliori delle strade napoletane 'e romane. Quelli del nostri corridori 'che le hanno provate ne dicono corna, t'unlca volta che un corridore ita liana riuscì ad arrivare col gruppo d\ testa a Boubaix, vi giunse talmente spossato da quel martirio che fu bai luto in volata. Ed era Girardengol A cosa voglio giungere con questo preambolo? All'enunciazione di alcune idee che ritengo sia necessario far conoscere perche non si perpetui uno stato d'animo che non ha assolutamente alcun contatto con la. realtà. Lo stato d'animo è che l nostri corridori siano i mipilori d'Europa, quindi del mondo. B" rimasta in piedi, questa convinzione, dai tempi in cui Boitecchta dominava nel Girl di Francia, Girardenno vinceva vn Gran Premio Woìber davanti a trentamila Parigini e Binda taceva walk ower sul Nùrburg Bina pel Campionato del mondo. Molta acqua è passata da allora sotto l ponti, e ci sono state le due brucianti sconfitte di 'Budapest e di Zurigo. Panorama olclistioo europeo B" vero che le giustificazioni non mancarono, e contro i colpevoli vi fu Una specie di insurrezione popolare, ma nello sport bisogna soprattutto 'guardare ai risultati. Purtroppo questi risultati ci sono stati sfavorevoli Hel pochi incontri intemazionali verificatisi in questi due anni. Se non sbaglio, l'ultima affermazione italiana di reale importanza riportata all'estero risale all'aprile del '28, e fu quella nel 'Giro di Colonia per merito di Binda. Il nostro ciclismo vive un po' troppo tulle glorie del passato, ed è un veto peccato che le condizioni dell'industria e il miraggio delle tacili e reddi tizie prestazioni su pista non consentano più quel contìnuo scambio di cor rldori fra le varie nazioni che fino a pochi anni fa dava olle corse un'importanza effettiva e concreta, non soltonto conclamata sulle facciate dei giornali compiacenti. Se vogliamo considerare il panora ma ciclistico europeo come si è andato conformando in questi ultimi due anni, dobbiamo convenire che parecchi mutamenti ci sono stali. Mentre si è attenuata la preponderanza belga nelle classiche corse d'Oltralpe ed à totalmente dileguata — con la scom parta del Suter — la possibilità di nuove vittorie svizzere, iì prestigio del ciclismo francese è stato alimentato dal sorgere di alcuni campioni di indubbio valore. Non so per quali molivi st vuol re legare Leducq fra le promesse manca le' Vex-campione del mondo dilettanti Jià vinto alcune corse classiche sbaragliando i temibili Belgi, battendoli sul passo (33 all'ora nella lunga Parlgl%e Hdvre; idem idem nella Parigi tooubaix) e in volata, e terminando un 'Ciro di Francia fra i primissimi. E' pero che recentemente Bonsse ha iscrit to per la terza volta il suo nome di cittadino del Re Alberto nel libro d'oro 'della Bordeaux-Parigi, ma anche a non voler tenere in considerazione le ivlttorie di tappa riportate nell'ultimo vTouri da alcuni giovani Francesi Ormai maturi come campioni (Mot ncq.u, Bidot, Charles Pellsster, oltre il mentovato Leducq), perchè negare l'importanza delle vittorie conseguite in questo scorcio di primavera dal giovane Maréchal, che qualche benevolo collega francese paragona al grande Laplze egli pure rivelatosi a venti anni nella Parigl-Boubaix? . L'avventura di Maréohal E' facile fare dell'ironia alle spalle di questo corridore che nelle prime due tappe del nostro Giro s'è perduto nella retroguardia e concludere che almeno una decina del nostri sono in grado di dare la paga a questo ■ ciclone > che nelle corse di casa sua ha portato lo scompiglio. Le stesse giustificazioni che si rispolverano all'indomani dell'insuccesso di un nostro beniamino nella Parigl-Boubaix o nel l'remio Wober possono essere Invocate per questo enfant de la balle al quale non doveva parer vero di fare un viaggio in vagone-letto da Parigi e alloggiare negli alberghi di lusso, ospite dì un generoso industriale italiano. A vent'annl si ha ben diritto di goder la vita, specialmente quando si ha il dovere di ritornare a Parigi per la partecipazione al Campionato nazionale impostagli dalla V. V. F. Prima di trinciare giudizi definitivi sul corridori che affrontano una corsa a tappe con l'indifferenza che in essi è palese per inesperienza o per volontà di non condurre a fondo l'impresa, sarà bene andare con molta cautela. Anche Il nostro Costante da Novi tentò, una volta, il difficile • Tour » e la smise dopo quattro, o cinque "tappe senza per niente corrispondere alle accese speranze di noi suoi focosi partigiani; ma diventò ugualmente "quel grande campione che sappiamo. Il caso dei Francesi che vengono a correre in Italia non è molto diverso, se non altro per i riflessi che, nell'imminenza della corsa a tappe del Desgrange, che tanto è destinata a interessarci, possiamo trovare nel confronto fra le velocità che solitamente si raggiungono in Quelle corse e le velocità ottenute nelle nostre dai nostri rouliers. E' un argomento che si deve pur discutere 'con freddezza, se vogliamo concorrere ad orientare gli sportivi italiani nel probabile ambiente nel quale agirà la nostra squadra al prossimo • Tour : Interrogativi che rimangono Lasciamo che il Giro della penisola termini con la vittoria di Marchisio o di Giacobbe o di altri dopo essere passalo attraverso l'ardente entusiasmo delle popolazioni; ma dal punto di vista strettamente sportivo, rigidamente tecnico — che è il solo che c'importa — noi dobbiamo guardare al Giro di Francia che, unico, può provocare per la disciplina e la serietà che vi regna la graduazione dei valori tanto collettivi che individuali degli atleti che vi partecipano in difesa dello sport del rispettivo paese. Non sembri eresia dire come la nostra, corsa a tappe abbia proprio, nella forzata assenza del Binda il fattore che ne diminuisce grandemente la sportività. Se è proprio vero, che in questi'ùltimi tempi ì giovani stano tanto migliorati, perchè non lasciargli il t babau > nelle mani sì da restituirgli le suonate prese? Si dirà che il continuo succedersi di vincitori e Vequilibrio che tuttora sussiste nei primi posti della classifica generale è la prova più lampante della sportività del Giro, ma vi è i .li obbietta ragionando che quando in una generazione di atleti -manca il crack che si distacchi dalla massa imponivi ozi pel suo spirito c per la sua classe, è segno che questo generazione, come prodotti, * mediocre. Che cosa ci proverà la vittoria di Marchisio o di Giacobbe nei rispetti della graduatoria dei campioni nazionali — graduatoria che assolutamente non può ignorare Binda? Dimostrerà questo risultato che il vincitore del Giro o Traversata. d'Italia è da considerarsi migliore del corridore ritenuto invincibile e pur battuto nelle due corse di quest'anno? No, certamente, perchè il confronto è mancato, ed esso non potrà realizzarsi neppure nelle prossime occasioni che li vedranno impegnati uno nel « Tour » e gli altri nella Torino-Bruxelles. Insomma, per avere un'idea un po' chiara sulla situazione dei valori del nostri giovani in rapporto alla classe-base di Binda bisognerà aspettare l'autunno, dimeno lo avessero superalo,. quest'uomo ingombrante, battendogli le velocità da lui ottenute gli anni scorsi... Tutta una stagione di corse sulla cui regolarità, stando ai fatti finora verifl catlsi, non sottoscriviamo. Prima ci fu l'errore nella compilazione del calendario delle gare di Campionato, poi quest'esclusione di Binda dal Giro. Per fortuna che, a salvarla, spunta all'orizzonte il Giro di Francia, che vedrà scendere in lotta Binda per la sospirata rivendicazione d'un primato Individuale e nazionale. Al raggiungimento del quale, come vedremo prossimamente, si frappongono ostacoli molti e gravi. VITTORIO VARALE.